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  1. #91
    Burrasca L'avatar di meteopalio
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    Predefinito Re: Chi di voi da piccolo guardava Heidi ?

    mi contenterei di vivere in un posto quel che basta per avere la neve quantomeno da novembre a marzo, mai più di 23- 25° d' estate... e paesaggi montani, ovvero minimo 1500 m di quota con nelle immediate vicinanze cime di almeno 2500 m... questi i requisiti di base

    magari butterei anche l'occhio sulla presenza di un centro abitato con le comodità essenziali

  2. #92
    Burrasca L'avatar di wtrentino
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    Predefinito Re: Chi di voi da piccolo guardava Heidi ?

    uououououo cosa leggo

    Citazione Originariamente Scritto da NoSync Visualizza Messaggio
    Beh, oddio, il fondovalle valtellinese (fino a Tirano, da lì in poi diventa carino) è uno dei più brutti di tutte le Alpi, subito dopo l'orrore trentino.
    facciamo dei distinguo che è meglio ovviamente per trento nord l'opinione è unanime, ovvero una cloaca semplicemente inguardabile fatta di strade, capannoni e spacciatori, ma la rotaliana... non toccarmi la rotaliana! un vigneto unico di Teroldego che sembra un giardino... e anche il vino non è niente male.

    riguardo al discorso vivere in montagna... capisco che è bello e su questo son d'accordo, ma in un paesino a 1500m fuori dal mondo no eh... non ce la farei neanch'io che abito in un maso, figuriamoci un cittadino di metropoli l'ideale è la val di non o val di cembra (per qui ovviamente) entrambe cosparse di paesi non lontani dal capoluogo, dove c'è comunque un po' di vita e svaghi specie per i giovani (basta cercare). ovviamente sceglierei la prima per via della nivometria mica da poco
    prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....

  3. #93
    Tempesta violenta L'avatar di Fenrir
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    Predefinito Re: Chi di voi da piccolo guardava Heidi ?

    Il discorso e' bello. Questa discussione ha molto di "gia' sentito", perche' e' equivalente alla gente che incontro di continuo e che mi dice che il proprio sogno e' quello di vivere nelle decine di micropaesini del nord della Scandinavia (guardacaso sempre turisti ).
    Sento i turisti che vengono qui continuamente affascinati e che se ne vanno con le lacrime e per carita', in un mondo dove le pianure sono ormai diventate alveari/formicai, questa botta hippie/new age del tornare a vivere a contatto con la natura, nella casetta nel nulla, in un paesino alla Heidi o alla Babbo Natale, in pace con se' stessi (e col tablet e con la fibra ), tra boschi e neve e' ormai un immaginario pubblico.

    Una visione un po' romantica di questo "isolamento forzato" che nasconde spesso mancanza di visione oggettiva.

    Anzitutto secondo me vivere in un posto significa viverci e lavorarci. Se avete la vostra bella baituzza ma vi svegliate 6 giorni su 7 alle 5 di mattina, pendolate fino al capoluogo magari 800 metri piu' in basso e poi ripendolate su' alle 20:00 di sera... si' ok la residenza e' da Heidi ma, come dire, manca un po' quel legame verace col territorio e tutto sommato non avete risolto molto sempre stress da formicaio avete. E per inciso, sottovalutate la neve seria! Senza arrivare ai nostri estremi di centinaia di cm a inverno, la neve e' si' bella per sognare, ma quando tornate coi piedi per terra e' un impiccio a ogni livello che non sia la mera atmosfera. La neve nelle zone urbane non alcun ha effetto benefico. Almeno la pioggia lava, il vento spolvera, il sole da' vita. La neve e' un fastidio e un potenziale rischio continuo, ovviamente quando si parla di accumuli degni di essere chiamati accumuli, non 30-40-50... ma pure 100... cm a inverno. Ma questa discussione andrebbe fatta con chi vive realmente in simili condizioni.

    Secondo poi, e questo l'ho toccato per mano, in genere vivere in questi posticini sperduti e ameni e' tutto molto bello assai finche' non insorge il primo vero problema. E uno quando e' tutto preso non ci pensa. Che puo' essere tutto, malattia, malattia dei vostri cari rimasti nell'alveare, problemi burocratici che necessitano di continue visite a uffici che si trovano giu' in citta', lavori da fare, personale da chiamare, ma anche litigi o divorzi o necessita' improvvise, insomma quando sopraggiunge un'emergenza (soprattutto sanitaria!) il peso di vivere da Heidi vi crolla addosso, specie se eravate abituati a vivere in centri piu' grandi e avete bisogni piu' elaborati di un pastore o di un guardiacaccia.

    Poi l'integrazione - i montani (e purtroppo anche i sedicenti tali!) e i campagnoli sono noti per continuare a chiamare "cittadini" tutti quelli che non hanno 14 generazioni nello stesso paesino e non portano uno dei 4 cognomi tipici del territorio. Pure se sono 30 anni che vivete li', avete una baita, prendete parte a ogni attivita', sciate ogni giorno per tutto l'inverno e via discorrendo MA vi siete trasferiti dalla "citta'", per i locali sarete sempre i "cittadini". Pure se vi siete scordati com'e' fatta una citta' e loro hanno le mani piu' curate e i capelli piu' alla moda di voi E anche se non ve lo dicono in faccia. Questo e' quel razzismo endemico presente in praticamente ogni essere umano, pressoche' impossibile da estirpare, e che si nota a ogni livello: la generale diffidenza per chi e' diverso, che venga da un posto diverso, o di orientamento politico diverso, o sessuale, o di colore diverso... son cose a cui non si pensa ma che a qualunque "emigrato" (anche da quartiere a quartiere!) tocca affrontare, prima o poi.

    Ho visto tanta gente venire qui trionfalmente predicando cambi radicali di vita e poi ripartirsene 1 anno dopo perche'... beh alla fine... :D purtroppo... tra il dire e il fare... E io vivo si' in un clima abbastanza estremo, ma in una citta' che offre ogni confort, che nonostante tutto spaventa tanti che credevano di finire da babbo natale e invece finiscono per toccare con mano la difficolta' di vivere in un rennificio Figuriamoci chi vuole andare a vivere in paesini senza un superospedale o un negozio di vestiti o un supermercato che abbia roba fresca... o senza spazzaneve che viaggiano a tutto gas ogni volta che si superano i 5 cm su strada...

    La morale e'... attenti a cosa desiderate. (mi pare fosse il motto di Jumanji )
    "You are not entitled to your opinion. You are entitled to your informed opinion. No one is entitled to be ignorant." (Harlan Ellison)

  4. #94
    Uragano L'avatar di simo89
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    Predefinito Re: Chi di voi da piccolo guardava Heidi ?

    Analisi molto puntuale. Mi sono reso conto lo scorso inverno di quanto possa essere una rottura di palle la neve: non siamo abituati ad avere 30-40 cm al suolo per tanti giorni, molti percorsi a piedi sono stati impraticabili per giorni e giorni e anche spostarsi con la macchina era difficoltoso. All'improvviso mi è sembrato che le distanze si fossero dilatate, non mi era mai capitato prima, e abito in pianura, figurarsi in montagna...

  5. #95
    Burrasca L'avatar di meteopalio
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    Predefinito Re: Chi di voi da piccolo guardava Heidi ?

    Citazione Originariamente Scritto da Fenrir Visualizza Messaggio
    Il discorso e' bello. Questa discussione ha molto di "gia' sentito", perche' e' equivalente alla gente che incontro di continuo e che mi dice che il proprio sogno e' quello di vivere nelle decine di micropaesini del nord della Scandinavia (guardacaso sempre turisti ).
    Sento i turisti che vengono qui continuamente affascinati e che se ne vanno con le lacrime e per carita', in un mondo dove le pianure sono ormai diventate alveari/formicai, questa botta hippie/new age del tornare a vivere a contatto con la natura, nella casetta nel nulla, in un paesino alla Heidi o alla Babbo Natale, in pace con se' stessi (e col tablet e con la fibra ), tra boschi e neve e' ormai un immaginario pubblico.

    Una visione un po' romantica di questo "isolamento forzato" che nasconde spesso mancanza di visione oggettiva.

    Anzitutto secondo me vivere in un posto significa viverci e lavorarci. Se avete la vostra bella baituzza ma vi svegliate 6 giorni su 7 alle 5 di mattina, pendolate fino al capoluogo magari 800 metri piu' in basso e poi ripendolate su' alle 20:00 di sera... si' ok la residenza e' da Heidi ma, come dire, manca un po' quel legame verace col territorio e tutto sommato non avete risolto molto sempre stress da formicaio avete. E per inciso, sottovalutate la neve seria! Senza arrivare ai nostri estremi di centinaia di cm a inverno, la neve e' si' bella per sognare, ma quando tornate coi piedi per terra e' un impiccio a ogni livello che non sia la mera atmosfera. La neve nelle zone urbane non alcun ha effetto benefico. Almeno la pioggia lava, il vento spolvera, il sole da' vita. La neve e' un fastidio e un potenziale rischio continuo, ovviamente quando si parla di accumuli degni di essere chiamati accumuli, non 30-40-50... ma pure 100... cm a inverno. Ma questa discussione andrebbe fatta con chi vive realmente in simili condizioni.

    Secondo poi, e questo l'ho toccato per mano, in genere vivere in questi posticini sperduti e ameni e' tutto molto bello assai finche' non insorge il primo vero problema. E uno quando e' tutto preso non ci pensa. Che puo' essere tutto, malattia, malattia dei vostri cari rimasti nell'alveare, problemi burocratici che necessitano di continue visite a uffici che si trovano giu' in citta', lavori da fare, personale da chiamare, ma anche litigi o divorzi o necessita' improvvise, insomma quando sopraggiunge un'emergenza (soprattutto sanitaria!) il peso di vivere da Heidi vi crolla addosso, specie se eravate abituati a vivere in centri piu' grandi e avete bisogni piu' elaborati di un pastore o di un guardiacaccia.

    Poi l'integrazione - i montani (e purtroppo anche i sedicenti tali!) e i campagnoli sono noti per continuare a chiamare "cittadini" tutti quelli che non hanno 14 generazioni nello stesso paesino e non portano uno dei 4 cognomi tipici del territorio. Pure se sono 30 anni che vivete li', avete una baita, prendete parte a ogni attivita', sciate ogni giorno per tutto l'inverno e via discorrendo MA vi siete trasferiti dalla "citta'", per i locali sarete sempre i "cittadini". Pure se vi siete scordati com'e' fatta una citta' e loro hanno le mani piu' curate e i capelli piu' alla moda di voi E anche se non ve lo dicono in faccia. Questo e' quel razzismo endemico presente in praticamente ogni essere umano, pressoche' impossibile da estirpare, e che si nota a ogni livello: la generale diffidenza per chi e' diverso, che venga da un posto diverso, o di orientamento politico diverso, o sessuale, o di colore diverso... son cose a cui non si pensa ma che a qualunque "emigrato" (anche da quartiere a quartiere!) tocca affrontare, prima o poi.

    Ho visto tanta gente venire qui trionfalmente predicando cambi radicali di vita e poi ripartirsene 1 anno dopo perche'... beh alla fine... :D purtroppo... tra il dire e il fare... E io vivo si' in un clima abbastanza estremo, ma in una citta' che offre ogni confort, che nonostante tutto spaventa tanti che credevano di finire da babbo natale e invece finiscono per toccare con mano la difficolta' di vivere in un rennificio Figuriamoci chi vuole andare a vivere in paesini senza un superospedale o un negozio di vestiti o un supermercato che abbia roba fresca... o senza spazzaneve che viaggiano a tutto gas ogni volta che si superano i 5 cm su strada...

    La morale e'... attenti a cosa desiderate. (mi pare fosse il motto di Jumanji )
    è una visione inevitabilmente un po' idealizzata... con idealizzazione direttamente proporzionale al luogo dove si vive... nel mio caso, un appartamento all' ultimo piano esposto a sud, che da maggio a ottobre ha temperature interne invivibili (o quasi col condizionatore a palla)... e comunque per almeno 40 giorni l'anno (che per fortuna coincidono col periodo di fermo del lavoro) non riesci a star fuori dalle 12 alle 18... mettici poi la mia storica intolleranza al caldo... ecco che non riesco a immaginare disagio- anche se probabilmente all'atto pratico mi ricrederei- in un ambiente alla heidi, per quanto ovviamente nessun amante della montagna andrebbe in giro con solo una mantellina d'inverno e d'estate a piedi scalzi a zompare come una capra: quella del cartone animato è un' idealizzazione estremizzata che però lancia comunque il messaggio del ritorno alla vita agreste dopo il boom dello spopolamento delle zone montane o di campagna...

  6. #96
    Tempesta violenta L'avatar di Fenrir
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    Predefinito Re: Chi di voi da piccolo guardava Heidi ?

    Citazione Originariamente Scritto da meteopalio Visualizza Messaggio
    è una visione inevitabilmente un po' idealizzata... con idealizzazione direttamente proporzionale al luogo dove si vive... nel mio caso, un appartamento all' ultimo piano esposto a sud, che da maggio a ottobre ha temperature interne invivibili (o quasi col condizionatore a palla)... e comunque per almeno 40 giorni l'anno (che per fortuna coincidono col periodo di fermo del lavoro) non riesci a star fuori dalle 12 alle 18... mettici poi la mia storica intolleranza al caldo... ecco che non riesco a immaginare disagio-
    Non ci riesci perche' semplicemente non avendo mai vissuto in condizioni simili non ne hai idea.
    Era questa la morale di tutta la favola. Sembra tutto bellissimo ma...

    Anche se conoscendo la tua sanita' mentale in campo meteo probabilmente saresti la persona piu' felice del pianeta se ti mettessero per sempre in un cestino di vimini a capanna margherita... o a cherrapunji
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  7. #97
    Brezza leggera L'avatar di alexeia
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    Predefinito Re: Chi di voi da piccolo guardava Heidi ?

    Secondo me, fra le renne e la pianura padana (nel mio caso), esistono molte soluzioni intermedie migliori della seconda.
    Personalmente qualche valle prealpina mediamente servita ma con la possibilità di avere inverni dignitosi, estati un po' più vivibili e magari qualche sentiero e rifugio in quota raggiungibile senza prendere l'autostrada, mi soddisferebbe molto di più di Milano.
    Oltre un certo limite di servizi, tutto diventa troppo caotico, imbrancato e programmato perché riesca a starci dentro, quindi non lo uso.
    Questione di gusti.
    Tornare a Heidi non ha senso, ma anche perché la storia venne scritta in un'altra epoca e va rapportata ai servizi di allora. Oggi esiste un altrettanto valido modello alternativo, con un contorno tecnologico "di base" adeguato all'evoluzione intercorsa, e meno stressante del modello a tecnologia avanzata.
    Tanto per dire: anche se il film "appena uscito" lo vedo la settimana dopo, cosa mi cambia? gli impianti buoni ormai ci sono dappertutto, e trovo di gran lunga migliore scegliere al momento se andare al cinema o no - trovando una coda normale alla biglietteria, scagliendomi il posto in sala, trovando casualmente persone che non sapevo ci fossero e potendoci sedere riuniti - che non dover prenotare prima e subire un posto assegnato a scatola chiusa. Se devo timbrare il cartellino anche per divertirmi (vedi Expo, bellissima, c'era tutto il mondo... peccato che passavi più tempo in coda che a vedere cose), sinceramente, meglio in giro per i boschi. Tanto, abbiamo il vibram e il goretex, oggetti primitivi rispetto al tablet su cui leggere fra quanti minuti pioverà, ma pur sempre funzionali...

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