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  1. #351
    Uragano
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Citazione Originariamente Scritto da meteo_vda_82 Visualizza Messaggio
    Ci sono poi quelle località in cui ci sono stati contatti tra diverse lingue ed idiomi (non necessariamente della stessa famiglia, ad esempio tra idiomi neolatini e germanici), quindi dialetto parlato in quella zona ha preso in "prestito" diverse parole (si definisce proprio "prestito linguistico")
    E' singolare il caso della Val di Gressoney l'ultima valle laterale della Valle d'Aosta al confine con il Piemonte... abitata fin dall'alto medioevo dai "Walser", una popolazione germanica, scesa dall'area tedesca del confinante Canton Vallese (Svizzera), che colonizzò la parte medio-alta della valle fino ad allora disabitata(cioè i comuni di Gressoney-Saint-Jean, Gressoney-La-Trinité e Issime).
    Gli abitanti parlavano (e parlano ancora) un dialetto tedesco (il tisch e il töitschü) che un po' alla volta venne in contatto con il vicino francoprovenzale (i paesi della parte bassa della valle di Gressoney sono francoprovenzali come il resto della Valle d'Aosta),con il tedesco "standard" (insegnato nelle scuole e usato nello scritto) con il francese, con il Piemontese (gli abitanti usavano il comunicare in piemontese quando scendevano nel vicino canavese, in Piemonte) e con l'italiano.
    Insomma un bel miscuglio, il dialetto originario tedesco ha preso in prestito diversi termini da tutti gli idiomi sopracitati.
    anche l'adiacente Val d'Ayas fu in parte colonizzata (l'alta Valle), ma in questo caso dovettero integrarsi del tutto con la popolazione francoprovenzale già presente... In questo caso si continuò a parlare in francoprovenzale ma con alcuni influssi del dialetto tedesco dei Walser (ancora oggi il patois di Ayas ha mantenuto dei vocaboli di origine allemana).
    Saint-Jacques (l'ultima frazione della Val d'Ayas all'estremità della valle) viene anche chiamata "Le canton des Allemands" (cioè il cantone dei Tedeschi)
    Vic, mi pare di aver letto che anche il nome del Monte Rosa deriva da una parola locale che significa ghiacciaio, era del dialetto walser?

  2. #352
    Burrasca forte L'avatar di meteo_vda_82
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano De C. Visualizza Messaggio
    Vic, mi pare di aver letto che anche il nome del Monte Rosa deriva da una parola locale che significa ghiacciaio, era del dialetto walser?
    No, deriva dal patois valdostano "Rouèse" che significa ghiacciaio..

  3. #353
    Tempesta L'avatar di Fede85
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Citazione Originariamente Scritto da BoscoSnow Visualizza Messaggio
    Butto li un parpaiola, che è un termine multiuso in piemontese.
    Ehmmm parpaiola ha un doppio senso , fiocco di neve grosso e poi lascio libera immaginazione

  4. #354
    Tempesta L'avatar di Fede85
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

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    fragola-frola
    patata-trifula o triffa più che altro in patois
    patata piccola-trifulot
    il ripieno degli agnolotti - il comau
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  5. #355
    Tempesta L'avatar di Fede85
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    un'altra parola che ha più sensi ,è piciu
    Ultima modifica di Fede85; 23/01/2015 alle 00:40

  6. #356
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Ciambella --- Brazadela
    Scoppiare --- Sciupar
    Rimbambito --- Insamni
    Sedia --- Scarana
    Verme --- Bigat
    Dolce (nel senso di dessert) --- Bilin
    Talloni --- Garitt
    Topo --- Pontag
    Tirchio -- Plumon
    Ragno --- Ranzag
    Mela --- Pomm
    Accendere --- Impizzar
    Umido --- Stofag (da cui quando c'è afa si dice: l'è stofag).
    Massaia/Domestica --- Arzdora
    Tappo --- Pipai


    Detti popolari:
    " A corir e cagar ta ta s**rdi i garitt"
    " Con n'occ la cunza al pes e con cl'altar la guarda al gat" (detto di donna che vuol fare 6 cose in contemporanea, con un occhio pulisce il pesce e con l'altro guarda il gatto)

    " A far corar i vec, star ferm i putin e taser na dona, an l'è brisa bon gnanc la Madona".(A far correre i vecchi, star fermi i bambini e far tacere una donna non è capace neanche la Madonna).

    " A far bona la pulenta l'arzdora la g'a da sudar al cul" (per fare una buona polenta la massaia si deve impegnare molto)

    " Ziel a gratusina, s'an piov in quo, a piov admatina" (cielo a pecorelle, se non piove oggi piove domattina).

    Se c'è una cosa che amo di Ferrara è il suo dialetto.
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  7. #357
    Brezza leggera L'avatar di BoscoSnow
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Citazione Originariamente Scritto da Fede85 Visualizza Messaggio
    Ehmmm parpaiola ha un doppio senso , fiocco di neve grosso e poi lascio libera immaginazione
    In realtà triplo, ne abbiam parlato diffusamente a pag 35.
    Yes we Dig!

  8. #358
    Brezza leggera L'avatar di alexeia
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Citazione Originariamente Scritto da Stau Visualizza Messaggio
    Verme --- Bigat
    Topo --- Pontag
    Tirchio -- Plumon
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    Accendere --- Impizzar
    Umido --- Stofag (da cui quando c'è afa si dice: l'è stofag).
    Massaia/Domestica --- Arzdora
    Tappo --- Pipai
    Solita selezione delle cose che mi incuriosiscono per l'etimologia.

    Verme (o baco o bruco o lava generica) l'ho sentito con un termine simile anche da altre parti, anche se non so citarle a memoria. Da cosa deriva? in quali altri dialetti si ritrova?

    Topo è interessante perché mi fa venire in mente pantegana, che però è il classico topastro da fogna (non il topolino di campagna). é la stessa radice? e soprattutto, pantegana secondo voi è dialettale o si usa anche in italiano? qui inizio ad avere difficoltà...

    Stessa cosa con impizzar, alla prima lettura ci sono passata sopra perché mi sembrava trasparente, la luce se impissa, e se despissa ... poi mi sono resa conto che questo non è italiano corrente, cioè, non c'è il verbo simile (impicciare? no, è un'altra cosa). Quanto è estesa l'area di diffusione del termine?

    Stofag deve essere il termine "madre lingua" delle basse, credo, perché anche fra Bergamo e Brescia sento dire stofeg, che ricollego comunque a soffego. Però in questa accezione indichiamo non tanto l'umido in sé (in termini meteo), ma quelle particolari condizioni di caldo umido con l'aria immobile, quello in cui si "soffoca" (qui il significato è trasparente), l'afa appunto.
    Invece la nebbia invernale è caligo (con la l liquidissima), che se tento di scriverlo con i soli segni dell'alfabeto italiano rivala la sua diretta derivazione latina.

    Gli altri termini che ho riportato invece, dal mio punto di vista rientrano fra quelli "incomprensibili".

    A proposito, mi verrebbe da aprire una discussione sui termini per le condizioni meteo nei vari dialetti (che secondo me arriviamo ai famosi 57 modi di dire "neve" presso gli eschimesi...)

  9. #359
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Citazione Originariamente Scritto da alexeia Visualizza Messaggio
    Solita selezione delle cose che mi incuriosiscono per l'etimologia.

    Verme (o baco o bruco o lava generica) l'ho sentito con un termine simile anche da altre parti, anche se non so citarle a memoria. Da cosa deriva? in quali altri dialetti si ritrova?

    Topo è interessante perché mi fa venire in mente pantegana, che però è il classico topastro da fogna (non il topolino di campagna). é la stessa radice? e soprattutto, pantegana secondo voi è dialettale o si usa anche in italiano? qui inizio ad avere difficoltà...

    Stessa cosa con impizzar, alla prima lettura ci sono passata sopra perché mi sembrava trasparente, la luce se impissa, e se despissa ... poi mi sono resa conto che questo non è italiano corrente, cioè, non c'è il verbo simile (impicciare? no, è un'altra cosa). Quanto è estesa l'area di diffusione del termine?

    Stofag deve essere il termine "madre lingua" delle basse, credo, perché anche fra Bergamo e Brescia sento dire stofeg, che ricollego comunque a soffego. Però in questa accezione indichiamo non tanto l'umido in sé (in termini meteo), ma quelle particolari condizioni di caldo umido con l'aria immobile, quello in cui si "soffoca" (qui il significato è trasparente), l'afa appunto.
    Invece la nebbia invernale è caligo (con la l liquidissima), che se tento di scriverlo con i soli segni dell'alfabeto italiano rivala la sua diretta derivazione latina.

    Gli altri termini che ho riportato invece, dal mio punto di vista rientrano fra quelli "incomprensibili".

    A proposito, mi verrebbe da aprire una discussione sui termini per le condizioni meteo nei vari dialetti (che secondo me arriviamo ai famosi 57 modi di dire "neve" presso gli eschimesi...)
    Si in effetti stofag si usa più per indicare afa e caldo afoso/umido che ne umidità in senso stretto.
    Quanto al termine "impizzar" credo anche io che sia abbastanza diffuso non solo nella bassa emiliana ma anche altrove, anche se il contrario di impizzare non è dispizzare ma "smorzar" (e questo in italiano è anche comprensibile...smorzare equivale a spegnere).
    Il topo penso proprio derivi da quello che hai detto te, cioè dalla pantegana, il topo da fogna appunto.
    Quanto al verme non ti so dire davvero...so solo che mio nonno mi ha spiegato che bigat si riferisce soprattutto al verme usato per andare a pescare.

    Nel frattempo se volete farvi una cultura in merito

    https://www.youtube.com/watch?v=fMwP3O2KMBU
    https://www.youtube.com/watch?v=fMwP3O2KMBU
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  10. #360
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Citazione Originariamente Scritto da alexeia Visualizza Messaggio
    Ecco, questo è un bell'esempio.

    Dindio viene da gallinaceo d'India, quando ancora si pensava di aver raggiunto le Indie dall'altra parte (il tacchino spopolò sulle tavole ricche in brevissimo tempo).
    Quindi per certi versi l'origine è chiara.
    "pait" invece mi sembra già più oscuo e da approfondire.
    Tutt'e due i termini comunque non hanno nulla a che vedere con "tacchino", nessuna radice in comune.

    A questo punto diventa interessante l'analisi etimologica comparata. perché in una certa area si è scelto un termine? quale storia o motivazioni psicologiche o altro? Qui viene il bello...

    prendo uno degli ultimi elenchi postati: c'è una serie di termini, in rosso, che mi sembrano strettamente legati a delle radici locali, diffuse voglio dire solo in quell'area, e che non si riesce nemmeno a far risalire facilmente a lingue limitrofe

    Sgorgia-airone

    Busa-sterco di vacca

    Sapin-abete

    Pieuva-pioggia . questo è abbastanza normale, a Est è "piova"

    Ratavoloira-pipistrello . questo è originale, ratto che vola?

    Brich-collina, monte . questo è tipico dell'area "ligure", c'è dentro una radice che significa "luogo d'altura" nelle lingue celtiche

    Comba-conca, piccola valle . anche questo è legato a una radice preromana

    Losna-fulmine

    Mach-solo

    Feja-pecora

    Masnà-bambino

    Sagrin-preoccupazione

    Madama-signora . questo è latino medievale

    Alman-tedesco . Alemanno per tedesco è medievale

    Bergè-pastore . derivazione francese? comunque la radice è diversa da pastore

    Montè-salire . montare, o qualcosa del genere

    Travaj-lavoro . anche questo ha una radice molto diffusa.


    Quelli che incuriosiscono, e che possono apparire incomprensibili a chi non è della zona, sono appunto quelli rossi, che fanno riaffiorare probabilmente un sostrato anteriore alla latinizzazione, oppure sono legati a situazioni storiche specifiche.
    A quel punto, secondo me, l'indagine si fa divertente...
    Praticamente uguale al dialetto della mia zona. Essendo a metà strada tra torinese è milanese ha preso un po da entrambi

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