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  1. #10051
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Neve al Nw Visualizza Messaggio
    La trovata dell'aumento delle accise sui carburanti è la ciliegina sulla torta\fp\
    Vediamo se la banda dei sognatori capirà finalmente che soldi per coprire l'Imu e l'Iva non ci sono
    Incredibile siamo al punto di elemosinare 75 milioni di euro
    Non è che non ci siano soldi per coprire l'IVA e l'IMU (ammesso e non concesso che l'abolizione di quest'ultima sia utile a rilanciare davvero l'economia ). Ci sono eccome, così come ci sarebbero per abolire l'IRAP. Semplicemente non li si vuol trovare, perchè farlo significherebbe sacrificare posti pubblici, diritti acquisiti e privilegi che una macchina burocratica e amministrativa troppo ipertrofica ha reso pressoche inabbattibili nel corso degli anni. \fp\

    I soldi esistono eccome, serve semplicemente la volontà politica di iniziare a privatizzare un bel po' di aziende e a ridurre un sistema di welfare insostenibile. Senza contare che, come ho già avuto modo di ripetere più volte, essendo l'Italia sicuramente nel ramo discendente della curva di Laffer, una riduzione delle imposte dirette (IRAP,IRPEF, IRES ad es.) già di per suo produrrebbe effetti meno negativi che un loro aumento sui conti pubblici.
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  2. #10052
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Ecco qua la mole di soldi che si potrebbero ricavare dalle privatizzazioni. Quella che "non ci sono i soldi per abbassare le tasse" è semplicemente una leggenda metropolitana raccontata per mantenere in piedi un'amministrazione pubblica che potrebbe dare gli stessi benefici ai cittadini ma con molte meno spese.

    Privatizzazioni, il tesoretto dello stato vale almeno 500 miliardi. Ecco cosa si può vendere in tempi brevi - Panorama

    """IL FORZIERE IMMOBILIARE.

    La ricchezza maggiore, almeno sulla carta, è nel mattone, cioè nel gigantesco patrimonio immobiliare dello stato. Secondo una stima del Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) , aggiornata al marzo del 2011, il valore dei fabbricati e dei terreni ancora in mano pubblica raggiunge nel complesso i 368 miliardi di euro: una cifra astronomica che risulta però spezzettata in 530mila unità immobiliari e in 730mila terreni, che hanno le più svariate destinazioni (spesso risultano addirittura inutilizzati) e sono in mano a una molteplicità di soggetti.
    IL TESORETTO DEI COMUNI.
    Sui 368 miliardi di patrimonio complessivo, infatti, lo stato centrale ne possiede direttamente soltanto 72 miliardi, le regioni circa 11 miliardi, le province altri 29, seguite a ruota dalle Asl (25 miliardi) e dalle Università pubbliche (10 miliardi). La parte del leone spetta invece ai Comuni che, secondo le stime dei tecnici del Mef, hanno in pancia ben 227 miliardi di immobili pubblici. Quanti potranno essere venduti? E' proprio questo l'interrogativo da cui partirà il governo poiché, com'è facilmente intuibile, molti fabbricati servono per ospitare gli ospedali, le scuole o gli atenei e non possono essere certo trattati alla stregua di edifici commerciali, da cui è possibile ricavare una montagna di soldi.
    40 MILIARDI DISPONIBILI.
    Per questo, i tecnici del governo calcolano che la quota di immobili pubblici realmente cedibili valga nel complesso circa 40 miliardi di euro. E' una stima che non si discosta molto da quella effettuata tempo fa anche dall'istituto di ricerca Bruno Leoni (che ha calcolato un gettito potenziale di 36 miliardi) basandosi su alcune ipotesi di fondo: la quota di immobili cedibili è pari ad almeno la metà dei fabbricati che fanno capo allo stato centrale, a un terzo del patrimonio delle Università e a due terzi degli asset di proprietà degli enti previdenziali pubblici.
    LE PARTECIPAZIONI AZIONARIE.
    Oltre al mattone, poi, per ridurre il peso debito statale possono essere utilizzate le attività finanziarie. E' infatti ancora abbastanza significativo il valore delle quote detenute dal Tesoro nel capitale delle società a partecipazione pubblica che, a differenza degli immobili, possono essere cedute in tempi non troppo lunghi. Su questo fronte, l'istituto Bruno Leoni ha realizzato una stima che calcola in almeno 100 miliardi di euro il valore del patrimonio disponibile. Nel perimetro delle partecipazioni vendibili sono state incluse però anche quelle in società che spesso rischiano di essere poco interessanti sul mercato, se prima non viene messo in cantiere un processo di risanamento o di riorganizzazione. E' il caso, per esempio delle Ferrovie dello Stato (che varrebbero da sole più di 36 miliardi) del Gruppo Poste Italiane (3,4 miliardi) o della Rai (690 milioni di euro) su cui, però, difficilmente la politica accetterà di perdere il controllo.
    GIOIELLI DI STATO.
    Nel tesoretto disponibile, sono stati poi inclusi dall'istituto Bruno Leoni i nomi di salcuni gioielli di stato come Enel (dove il Ministero dell'Economia detiene una quota di oltre il 31%, per un valore complessivo di almeno 10miliardi) e di Eni (partecipata dallo stato al 30%, per un totale di oltre 21,3miliardi di euro). Va ricordato, però, che entrambe le aziende assicurano ogni anno al loro azionista di maggioranza (cioè al governo) una montagna di dividendi, pari ad almeno il 5-6% del valore delle azioni. Liberandosi della propria quota di capitale e utilizzandola per ridurre il proprio debito, il governo rischia dunque di impantanarsi in una partita di giro: risparmierebbe un po' soldi per gli interessi pagati sui titoli di stato, ma perderebbe una bella fetta di utili incassati ogni anno dai due colossi dell'industria pubblica.
    SACE E FINTECNA IN POLE POSITION.
    I gioielli di stato che hanno maggiori probabilità di essere venduti in breve tempo (almeno parzialmente) sono soprattutto due. Il primo è il gruppo Sace , società partecipata al 100% dal Tesoro e attiva nel settore delle assicurazioni sul credito, che ha un patrimonio netto di ben 6,2 miliardi di euro. L'altra società candidata a uscire dal perimetro dello stato è Fintecna (con un patrimonio netto di 2,3 miliardi di euro), che ha un business abbastanza diversificato: controlla Fincantieri (la cui privatizzazione appare però al momento improbabile) e gestisce un ingente patrimonio immobiliare in tutta Italia (attraverso la controllata Fintecna Immobiliare). Già alla fine di maggio, era circolata l'ipotesi di una cessione da parte del Tesoro sia di Sace che di Fintecna (dopo lo scorporo di Fincantieri): il progetto allo studio, però, prevede di non collocare direttamente sul mercato le loro azioni ma di trasferirle in un primo momento alla Cassa Depositi e Prestiti.
    L'UNIVERSO DELLE MUNICIPALIZZATE.
    C'è infine un ultimo serbatoio di ricchezza disponibile per le privatizzazioni, che potrebbe rappresentare un vero e proprio asso nella manica per il governo. Si tratta dell'universo delle aziende ex-municipalizzate (attive soprattutto nella fornitura di energia e di servizi pubblici), la cui quota di maggioranza è ancora saldamente in mano agli enti locali, benché si tratti ormai di società per azioni. Secondo le stime elaborate nel 2011 da due noti economisti come Roberto Perotti e Luigi Zingales, privatizzando questo insieme variegato di piccole e medie aziende si potrebbero ricavare risorse per almeno 30 miliardi di euro. Bisognerà vedere, però, se gli azionisti di maggioranza (cioè i Comuni, le Regioni e le Province) saranno d'accordo e non faranno ostruzionismo. ""

    Ribadisco, l'Italia avrebbe la concreta possibilità di abbattere la tassazione su lavoro,imprese e redditi di vario tipo, senza creare deficit (o comunque creando un piccolo deficit di durata brevissima, che non appena l'effetto-Laffer si farebbe sentire verrebbe annullato), quel che manca è la volontà politica di far perdere di colpo diritti, privilegi, assistenzialismi.

    Ormai nella cultura italiana la spesa pubblica viene considerata come un bene, si fanno trasmissioni in cui presunti keynesiani dichiarano che lo Stato per uscire dalla crisi deve spendere di più, insomma - non solo a livello politico ma anche a livello dei singoli cittadini - diminuzioni di spesa pubblica sono diventate politicamente impensabili. Ma ciò non significa che i soldi non ci siano, è proprio l'apparato di diritti e assistenzialismi che abbiamo costruito che ci impedisce di tirarli fuori: perchè così facendo si eroderebbero comunque i privilegi di qualcuno
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  3. #10053
    Josh
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da FunMBnel Visualizza Messaggio
    E si sbraga...
    Negli ultimi 3 giorni di contrattazioni lo spread che ha avuto l'aumento maggiore,dopo quello portoghese,è quello afferente ai TDS italiani.
    Solo nella giornata di ieri l'aumento è stato di oltre il 5%,il balzo più alto da inizio dicembre 2012!!!
    Basti dire che la distanza rispetto ai Bonos è scesa sotto i 20 punti ma soprattutto che lo spread rispetto ai titoli irlandesi è di oltre mezzo punto a danno dei nostri.
    Addirittura si è ridotta la forbice rispetto ai titoli croati:ormai è meno di mezzo punto.

  4. #10054
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    Novità dal "bonus" assunzioni per i giovani:
    Per poterne usufruire i giovani devono rientrare in queste condizioni: essere privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; essere privi di un diploma di scuola media superiore o professionale, vivano soli con una o più persone a carico \fp\

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  5. #10055
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  6. #10056
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    Citazione Originariamente Scritto da virganevosa Visualizza Messaggio
    Novità dal "bonus" assunzioni per i giovani:
    Per poterne usufruire i giovani devono rientrare in queste condizioni: essere privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; essere privi di un diploma di scuola media superiore o professionale, vivano soli con una o più persone a carico \fp\


  7. #10057
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    Citazione Originariamente Scritto da virganevosa Visualizza Messaggio
    Novità dal "bonus" assunzioni per i giovani:
    Per poterne usufruire i giovani devono rientrare in queste condizioni: essere privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; essere privi di un diploma di scuola media superiore o professionale, vivano soli con una o più persone a carico \fp\
    Solite leggi spot che non servono a nulla
    Zio bo... Nemmeno più i rom e gli extracomunitari rientrano in tali requisiti...
    In compenso il rinvio di 3 mesi dell'aumento dell'IVA è già stato coperto con qualche accisa su sigarette elettroniche e altre cazzate.
    Non siamo nè alla frutta nè all'amaro. Ci hanno già portato il conto e siamo ancora seduti al tavolo....................
    Per fortuna che abbiamo il governo delle larghe intese che ci salverà...
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  8. #10058
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Bisogna prenderne atto: se va bene sarà un massacro. Ma potrebbe andar peggio.

    La Fed scuote i mercati per evitare il peggio | Phastidio.net

    Intanto la giornata è partita ben intonata (finchè dura).
    Noto anche che il differenziale di rendimento tra decennale italiano e spagnolo è a 14 b.p. Siamo nei pressi dei minimi dal "controsorpasso".
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  9. #10059
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Io comunque sono davvero perplesso. La situazione vediamo tutti quale sia, ma di tagli non se ne parla nemmeno, mentre qualche nuova tassa qua e là salta sempre fuori. È davvero assurdo.


  10. #10060
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Te l'ho detto: qui non è più questione di essere paraculi. Io son sempre più convinto che non capiscano davvero un cazzo.
    Perchè se fosse solo paraculaggine saremmo già oltre il confine della perversione. Al limite della citazione dell'intera classe politica per danno erariale.
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