articolo che mette paura per le potenziali ricadute sull'economia mondiale
d'altronde i Sauditi stanno volutamente pompando greggio sul mercato per molti motivi economico-politici:
- da un lato affossano la Russia (motivo politico)
- dall'altro mettono in difficoltà il mercato estrattivo statunitense dello shale-oil così alla fine rimarranno gli unici sulla piazza (motivo economico)
al momento se lo possono permettere questo azzardo sui 2 tavoli
sanno che alla lunga la possono spuntare sui concorrenti
certo è un pericolo
mi domando cosa potrebbe succedere se dovesse scoppiare questa bolla con tutto ciò che è stato tirato su per reggere (altri bond "avariati" che girano per il Mondo?)
you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen
articolo che tenta di inquadrare la politica di Draghi
Le incongruenze di Draghi – SOLDI E POTERE - Blog - Repubblica.it
tralasciando tutta la solfa su chi è l'erede di Federico Caffè
uhm, siamo messi bene...Draghi ha ricapitolato con molta chiarezza le varie mosse della Bce, per replicare alle critiche di chi accusa la Banca centrale di aver fatto poco contro la crisi. E in effetti non ha fatto poco, e se non ha fatto abbastanza probabilmente non se ne può imputare la responsabilità al suo presidente. Che però, in alcuni punti non secondari, ha sostenuto tesi decisamente discutibili.
Come quando è tornato sul suo invito di qualche tempo fa a “cedere sovranità” per attuare le riforme strutturali: non “cedere”, ma “condividere”, ha precisato, e d’altronde, come ha dimostrato la crisi dei debiti pubblici, “chi ha troppi debiti la sovranità l’ha già persa”. Ora, per “condividere” la sovranità ci vorrebbe che esistesse un organismo rappresentativo legittimato democraticamente a cui delegarla. Oggi quel ruolo lo potrebbe svolgere solo la Commissione Ue, che, checché ne dica il suo presidente Jean-Claude Juncker, è una tecnostruttura. E la crisi dei debiti pubblici, ormai è acclarato, non è stata generata dal loro livello troppo elevato, ma dai rischi di rottura dell’euro, come è dimostrato dal fatto che è stata superata come d’incanto dopo la famosa dichiarazione “faremo tutto il necessario”.
“La Banca centrale non è una banca ordinaria”, ha replicato Draghi a chi lo accusa che non arriva abbastanza credito all’economia. “Quello è compito delle banche”. E la Bce, tra i recenti provvedimenti, ha istituito una linea di credito a cui le banche possono attingere a tasso quasi zero a condizione che prestino quei soldi a famiglie e imprese. Ottimo, se non fosse che ci sono altre regole, quelle degli accordi di Basilea, che stabiliscono che le banche non devono superare una certa percentuale tra il capitale proprio e le loro attività. Una misura prudenziale necessaria, ma il diavolo sta sempre nei dettagli. Per ogni attività di una banca Basilea stabilisce un determinato assorbimento di capitale, ossia non tutte le attività “pesano” nello stesso modo, conta (quella che viene ritenuta) la rischiosità di quell’attività. Ebbene, i prestiti a famiglie e imprese (specie le nostre, che sono quasi tutte piccole: ma le grandi non hanno di questi problemi) sono valutate di rischiosità massima, più di molte attività finanziarie con cui le banche trafficano. Così, se le banche si dedicano a quella che dovrebbe essere la loro attività caratteristica, ossia i prestiti all’economia (e le banche italiane lo fanno per la verità più delle altre), sono penalizzate in termini di assorbimento di capitale. Bel circolo vizioso, no? Ti presto i soldi se li dai all’economia, ma se lo facessi saresti magari costretto ad aumentare il capitale, cosa non facile di questi tempi. E dunque, se è vero che c’è tanto bisogno di riforme strutturali, questa dovrebbe essere tra le prime: invece di cambiare le norme sul lavoro, perché non cominciano a cambiare quelle sulle banche? Ma il problema non risulta essere all’ordine del giorno.
Infine Draghi ha ripetuto quello che tutti i capi di banche centrali passati e presenti hanno detto, perché è vero: la politica monetaria non è onnipotente, non basta a superare la crisi. Ci vogliono gli investimenti pubblici e privati, che nell’eurozona sono crollati rispettivamente del 12 e 16%. Vero anche questo, ma come fare investimenti pubblici se le regole dei trattati impongono invece di tagliare i bilanci? Tagliando ancora la spesa pubblica da qualche altro capitolo (leggi: welfare)? Ma, a parte che non è facile dopo vari anni di tagli, si è visto che questo provoca effetti recessivi che finiscono per vanificare la manovra. Un altro bel circolo vizioso provocato da norme inadatte, per lo meno in questa situazione. Restano gli investimenti privati, che dovrebbero essere stimolati dalla riforme strutturali che scatenino gli animal spirits degli imprenditori: anche in questo caso si è visto che gli imprenditori, se non vedono una crescita della domanda, i loro animal li tengono al guinzaglio. E però Draghi ha ripetuto che bisogna aumentare gli investimenti (e anche ridurre le tasse), ma nel rispetto dei limiti stabiliti. Forse quest’ultima cosa il presidente della Bce si sente costretto a dirla perché non vuol mettersi contro chi oggi è dominante in Europa, ma siamo sempre lì: con l’austerità non se ne esce.
una botte di ferro... ma con i chiodi rivolti verso l'interno
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Che poi non non c'è solo la bolla del fracking, questo articolo è da brividi, ma con tutte le cautele del caso, per altro espresse nello stesso articolo, mi domando: perchè l'esaurimento delle risorse resta un tema tabù nella nostra informazione?
Limits to Growth was right. New research shows we're nearing collapse | Cathy Alexander and Graham Turner | Comment is free | theguardian.com
(per la traduzione italiana vedere il blog del mitico Ugo Bardi)
Per quanto strano possa sembrare non sono del tutto in disaccordo con questo ragionamento. C'è molto di "austriaco" in realta dentro questi concetti che hai enucleato. E molto poco in comune con il mainstream neo-keynesiano attuale (quello di Stiglitz x intenderci).
Che e', anche se molti di voi favorevoli alla decrescita (di cui tu mi sembri un esponente) non sembrano incredibilmente accorgersene (e anzi spesso molti movimenti pro-decrescita sono favorevoli alla spesa a deficit), la teoria economica madre del disastro economico/ecologico/ambientale in cui attualmente siamo.
Una teoria che postula l'idea x cui x far ripartire un sistema economico occorre spingere gli individui ad aumentare i consumi e non espandere l'offerta (da cui l'idea delle crisi da domanda, che a mio avviso non esistono) non può essere a favore dell'ambiente ma solo a favore del consumismo becero e spinto, nonché a favore dei debiti e contro i risparmi (Keynes dichiaro più volte e cerco di dimostrare, che il risparmio e' un male x l'economia !).
Una teoria x cui l'investimento e' solo un mezzo e non un fine, x cui quindi qualunque intervento pubblico, compreso scavare buche e riempirle, va bene purché aumenti la domanda aggregata, mi spiegate perché mai dovrebbe essere a favore dell'ambiente e dell'ecosistema? Io vedo esattamente l'opposto.
Quello che spesso manca ai sostenitori della decrescita e' proprio questo, cioè una teoria economica sana che faccia apparire i problemi che tu e altri ponete,che sono seri problemi e assolutamente logici in realtà, x quello che sono veramente, non per delle cose prive di senso. Purtroppo finche i sostenitori della decrescita continueranno a essere legati alla c.d. sinistra economica (keynesiani e MMT) credo che questa corrente di pensiero rimarrà ai margini,perché e' evidente come i suoi precetti siano ben diversi e contrastanti.
Ciò su cui dissento e' la premessa che hai fatto all'inizio del tuo post precedente: il problema del debito non esiste. Al contrario, il problema del debito, sia pubblico che privato, esiste eccome. I debiti degli Stati e del sistema bancario sono arrivati al punto di non ritorno, e sia le classi politiche che le banche centrali lo sanno benissimo, e stanno facendo tutto ciò che possono per allontanare più avanti possibile nel tempo la resa dei conti definitiva (cioè il loro default o comunque un fenomeno iper-inflazionistico che di fatto e' la stessa cosa).
L'Euro rappresenta in questo senso un grosso passo avanti verso quello che e' il probabile punto di arrivo tra non molti anni, ossia la creazione di un unica banca centrale mondiale in grado di garantire tutti i debiti di tutta la Terra. Non ne siamo poi così distanti, se pensiamo che due banche centrali, la Fed e la Bce, oggi controllano di fatto la maggior parte delle politiche monetarie mondiali. Ergo il problema del debito esiste, e' ben evidente e la resa dei conti di tale problema arriverà x tutti; l'importante sarà trovarsi dal lato giusto e capirlo in tempo.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
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La diminuzione delle risorse in futuro, rischia di essere una vera bomba a orologeria
Grande Seminerio:
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Ci vorrebbe un canale TV che mostrasse nudi e crudi questi dati.
Così qualcuno la pianterà di illudersi
ma poi questo default arriva o non arriva????........secondo me è solo un mantenimento dello schifo ad oltranza da parte dei governi mondiali....
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