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  1. #18581
    Brezza tesa
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Intervengo per buttare giù qualche riflessione generale sull'andamento della situazione italiana.

    Il futuro economico italiano è da economia sommergente, ringraziamo solo i tassi di interesse bassi( che però provocano alla lunga distorsione nell'allocazione efficiente dei capitali, disincentivando il risparmio o comunque di fatto gli investimenti produttivi e favorendo quelli speculativi e incauti, deresponsabilizzando nel breve gli imprenditori ed investitori, tanto il denaro costa poco o nulla e non necessita di immediati e stabili ritorni per ripagarne il costo ) sennò saremmo già gambe all'aria da un bel pezzo. Non mi aspetto nulla di positivo, la mentalità dell'italiano medio è formata da troppi anni di ruberie ai danni della collettività e di pupazzi televisivi che parlano se siamo fortunati bene ma razzolano sempre male( o meno peggio del meno peggio), e la maggioranza votante continua a illudersi che le cose in un modo o in un altro si aggiustano da sole e ce la caviamo sempre per il rotto della cuffia. Anzi si rafforza: stavamo per fallire nel 2011 e invece nulla, quindi vuol dire che nessuno ci ammazza, abbiamo la fortuna dalla nostra, il diritto innato ad arrabattarci con successo. Quantomeno nel successo di non fare bancarotta collettiva.

    Una combinazione positiva di tassi così bassi sul debito pubblico e crescita stentata, ma crescita, nel mondo, è l'unica àncora di salvezza nazionale. Peccato che le cose non restino mai uguali e che i tassi di riferimento applicati dalle BC a zero o poco sopra comporti una bolla nel mercato azionario e obbligazionario e dei titoli di Stato maggiore di sempre, con rapporti P/E iperpompati in Usa, Giappone, Cina ma anche in parte in Europa.

    Il denaro deve avere un costo adeguato al rischio di credito sennò vengono meno i segnali al mercato della scarsità reale ad esso sottostante e si tende a sprecarlo in spesa pubblica inefficiente, investimenti errati, bolle immobiliari, azionarie e obbligazionarie.

    Per cui tassi di interesse così bassi se non negativi ( come in Giappone) sono efficaci nel breve periodo per evitare l' hard landing del credit crunch in una situazione di sfiducia eccessiva post crisi economica o di default di qualche Stato e/o istituzione privata, ma è una manna di cui l'Italia, così pesantemente indebitata, non può pensare di giovarsi ad libitum.

    I tassi bassi di interesse di rifinanziamento ( al momento allo 0%) a cui le banche prendono a prestito dalla BCE, inoltre, diminuiscono i margini di interesse per le banche commerciali stesse nell'attività di intermediazione creditizia a famiglie ed imprese. Per giunta i tassi negativi sui depositi al -0,4% nell'eurozona determina che le banche non sanno cosa farne della raccolta della clientela. Depositare presso la BCE la liquidità in eccesso costa invece che fruttare, nè gli investimenti nell'economia reale appaiono ancora favorevoli. E forse non lo saranno mai più di tanto, date le manovre elettoralistiche e le politiche assistenzialiste che si susseguono costanti nel tempo. Oltre a diverse problematiche legate al costo reale crescente delle risorse, gli effetti dei costi legati ai danni del cambiamento climatico, le problematiche geopolitiche e il freno della minaccia terrorista.
    Ricordando poi che le banche italiane sono scottate dalle grandi sofferenze dei prestiti erogati negli anni passati prima dell'apice della crisi e quindi recalcitranti a correre rischi ulteriori che possono incidere sui ratios patrimoniali, il cui valore è rispolverato dall'entrata in vigore della legge sul " bail-in ".

    Perdere questi anni favorevoli accordatici da Draghi e da variabili esogene ancora una volta ci costerà caro per il percorso economico e sociale futuro, e difatti siamo sempre tra gli ultimi della classe in Europa, non ci smentiamo mai.
    Occasioni così straordinarie per mettere a posto la macchina dello Stato e liberalizzare il mercato italiano così asfittico e manipolato , e combattere la corruzione, è molto difficile che si ripeteranno ancora.


    Vedremo cosa accadrà, ma le premesse sono quelle che sono......
    Ultima modifica di Diamandis; 20/05/2016 alle 16:04

  2. #18582
    Burrasca forte L'avatar di Gio83Gavi
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da FunMBnel Visualizza Messaggio
    Ribadisco di avere delle raffiche di deja-vu...

    La triste storia di Matteo, che non sapeva far di conto - Phastidio.net
    Quoto il post di Bax per integrarlo con la proposta di questi giorni della Fiom Cgil (ieri nell'azienda ove lavoro abbiamo avuto un'assemblea sindacale) di raccogliere un minimo di 500.000 firme in merito a:
    - abolizione di alcuni commi del decreto legislativo del Job Act;
    - eliminazione del pagamento tramite voucher;
    - regolamentazione degli appalti;

    Portale della Fiom-Cgil nazionale - Tre referendum, una legge. Per giuste cause

    Per quanto riguarda l'utilizzo dei voucher, alcuni dati mostrano come siano stati utilizzati in maniera "esplosiva" un po' da tutti ma, da quel che ho letto, non sono serviti a creare nuova occupazione:

    Voucher INPS: aiutano l?occupazione?

    Voucher come stipendi, allarme sul lavoro nero ma in Liguria è boom - Repubblica.it


  3. #18583
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Diamandis Visualizza Messaggio
    Intervengo per buttare giù qualche riflessione generale sull'andamento della situazione italiana.

    Il futuro economico italiano è da economia sommergente, ringraziamo solo i tassi di interesse bassi( che però provocano alla lunga distorsione nell'allocazione efficiente dei capitali, disincentivando il risparmio o comunque di fatto gli investimenti produttivi e favorendo quelli speculativi e incauti, deresponsabilizzando nel breve gli imprenditori ed investitori, tanto il denaro costa poco o nulla e non necessita di immediati e stabili ritorni per ripagarne il costo ) sennò saremmo già gambe all'aria da un bel pezzo. Non mi aspetto nulla di positivo, la mentalità dell'italiano medio è formata da troppi anni di ruberie ai danni della collettività e di pupazzi televisivi che parlano se siamo fortunati bene ma razzolano sempre male( o meno peggio del meno peggio), e la maggioranza votante continua a illudersi che le cose in un modo o in un altro si aggiustano da sole e ce la caviamo sempre per il rotto della cuffia. Anzi si rafforza: stavamo per fallire nel 2011 e invece nulla, quindi vuol dire che nessuno ci ammazza, abbiamo la fortuna dalla nostra, il diritto innato ad arrabattarci con successo. Quantomeno nel successo di non fare bancarotta collettiva.

    Una combinazione positiva di tassi così bassi sul debito pubblico e crescita stentata, ma crescita, nel mondo, è l'unica àncora di salvezza nazionale. Peccato che le cose non restino mai uguali e che i tassi di riferimento applicati dalle BC a zero o poco sopra comporti una bolla nel mercato azionario e obbligazionario e dei titoli di Stato maggiore di sempre, con rapporti P/E iperpompati in Usa, Giappone, Cina ma anche in parte in Europa.

    Il denaro deve avere un costo adeguato al rischio di credito sennò vengono meno i segnali al mercato della scarsità reale ad esso sottostante e si tende a sprecarlo in spesa pubblica inefficiente, investimenti errati, bolle immobiliari, azionarie e obbligazionarie.

    Per cui tassi di interesse così bassi se non negativi ( come in Giappone) sono efficaci nel breve periodo per evitare l' hard landing del credit crunch in una situazione di sfiducia eccessiva post crisi economica o di default di qualche Stato e/o istituzione privata, ma è una manna di cui l'Italia, così pesantemente indebitata, non può pensare di giovarsi ad libitum.

    I tassi bassi di interesse di rifinanziamento ( al momento allo 0%) a cui le banche prendono a prestito dalla BCE, inoltre, diminuiscono i margini di interesse per le banche commerciali stesse nell'attività di intermediazione creditizia a famiglie ed imprese. Per giunta i tassi negativi sui depositi al -0,4% nell'eurozona determina che le banche non sanno cosa farne della raccolta della clientela. Depositare presso la BCE la liquidità in eccesso costa invece che fruttare, nè gli investimenti nell'economia reale appaiono ancora favorevoli. E forse non lo saranno mai più di tanto, date le manovre elettoralistiche e le politiche assistenzialiste che si susseguono costanti nel tempo. Oltre a diverse problematiche legate al costo reale crescente delle risorse, gli effetti dei costi legati ai danni del cambiamento climatico, le problematiche geopolitiche e il freno della minaccia terrorista.
    Ricordando poi che le banche italiane sono scottate dalle grandi sofferenze dei prestiti erogati negli anni passati prima dell'apice della crisi e quindi recalcitranti a correre rischi ulteriori che possono incidere sui ratios patrimoniali, il cui valore è rispolverato dall'entrata in vigore della legge sul " bail-in ".

    Perdere questi anni favorevoli accordatici da Draghi e da variabili esogene ancora una volta ci costerà caro per il percorso economico e sociale futuro, e difatti siamo sempre tra gli ultimi della classe in Europa, non ci smentiamo mai.
    Occasioni così straordinarie per mettere a posto la macchina dello Stato e liberalizzare il mercato italiano così asfittico e manipolato , e combattere la corruzione, è molto difficile che si ripeteranno ancora.


    Vedremo cosa accadrà, ma le premesse sono quelle che sono......
    Innanzitutto ti faccio vivi complimenti per il post, molto ben argomentato e con considerazioni assai interessanti (e anche, dal mio punto di vista, condivisibili, almeno in gran parte).

    Purtroppo l'Italia segue alla perfezione ormai da decenni i tratti dominanti di un paradigma economico come quello keynesiano che sovverte causa ed effetto nello spiegare l'attività economica, proponendo un modello che fa dell'economia una scienza simile a quelle naturali (basati su fatti descrivibili tramite leggi e modelli matematici), piuttosto che sull'azione umana (molto più complessa e difficile da modellare).

    Si ritiene che vadano spronati i consumi e che una volta ripartiti i consumi, questi faranno da volano alla ripresa economica. Il problema non è tanto se ciò sia vero, bensì il fatto che si ignorano le differenze che ci sono tra: 1) una ripartenza dei consumi causata da un aumento degli investimenti a sua volta sostenuti essenzialmente da risparmi reali ACCUMULATI nel tempo (ad esempio il boom economico degli anni '50/'60); 2) una ripartenza dei consumi spinta dall'indebitamento pubblico o privato mediante stampa di moneta (noi come da tradizione propendiamo per il primo, vedi anni '80 e oggi).

    La seconda è una ripresa farlocca, che al primo alzarsi dei tassi di interesse viene piegata in due...proprio perché manca il risparmio.

    Nel tuo post dici che il costo del denaro dovrebbe essere commisurato al rischio; secondo me più ancora che quello dovrebbe essere commisurato alla propensione al risparmio degli individui. Il tasso di interesse si abbassa quando ci sono più risparmi reali a disposizione. Questo chiaramente in un mercato libero senza BC.

    Ora: i risparmi sono aumentati negli ultimi tempi? No, perché ogni tentativo di aumentarli viene vanificato da un'imposizione fiscale sempre più elevata e dall'abbassamento dei tassi (che fa si che il mercato obbligazionario sia zeppo di titoli a rendita nulla o quasi). Non ci sono più risparmi a disposizione = ogni investimento ulteriore è sostenuto SOLO dal debito e dalla stampa di moneta. Il che significa che ogni investimento ulteriore effettuato in questi anni è/sarà (a meno che le cose non cambino drasticamente) conveniente solo finchè ci sarà il fiume di denaro immesso dallo zio Mario a renderlo tale.

    Quando i tassi saliranno "cadrà" la maschera. Questo avverrà quando? Semplicemente quando l'inflazione raggiungerà circa l'1.5/2%, cioè l'obiettivo della BCE...e non perché lo dico io ma perché la stessa BCE ha annunciato più volte di interrompere il QE non appena ciò avvenisse.

    L'unico modo per uscirne sarebbe cambiare completamente idea di fondo e varare manovre che aumentino i risparmi, ovvero tagli severi alla spesa corrente (che è interamente consumo) e alle tasse (che impediscono i risparmi). Ma a questo punto si para davanti il vero problema.

    popolazione dipendente dallo stato.png

    Cioè il fatto che come mostra il grafico la % di popolazione dipendente dallo Stato nel ns. Paese (come in Grecia, non a caso) è oltre il 60%. In altre parole chi produce ricchezza senza consumarla da noi è in minoranza. Soprattutto ciò significa che tagliare la spesa pubblica oggi vuoldire nell'immediato intaccare i privilegi di moltissime persone, non solo della "casta".

    Inutile nascondersi: ci sono solo due alternative. La prima, quella più improbabile: calo economico immediato per tagli di spesa pubblica ma subito dopo ripresa economica intensa e duratura. La seconda, quella più probabile: si continuerà a calciare il barattolo, con una conseguente stagnazione/lento declino economico, fino a che non si arriverà al momento in cui il sistema produttivo intero sarà stato spolpato dalle tasse e dalla politica monetaria socialista e si andrà in default.

    Chiaramente ogni momento è sempre buono per passare dalla alternativa 2, che stiamo percorrendo da decenni, a quella 1. Ma con più si va avanti più i costi per farlo aumentano (perché nel frattempo lo Stato si è infatti indebitato di più e ha aumentato di molto la sua spesa e dunque la % di popolazione ad esso legata).
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  4. #18584
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?


  5. #18585
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    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  6. #18586
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da FunMBnel Visualizza Messaggio
    Mi sembra un numero troppo elevato anche rispetto ai paesi citati nell'articolo.

    Presumo che molte di quelle persone abbiano comunque qualche forma di entrata economica

  7. #18587
    Burrasca L'avatar di wtrentino
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Nico Visualizza Messaggio
    trump mi da l' idea della tipica persona "combina disastri riducendo tutto allo sfacelo".
    prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....

  8. #18588
    Vento forte L'avatar di Fabio68
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Veneto, non ti riconosco più

    Il male oscuro del Veneto: quelle tredici banche in crisi - Corriere.it

    riguardo le banche (tipo la Popolare di Vicenza...) poche settimane fa Stefano Barisoni su Radio 24 ha fatto sentire la viva voce del vecchio cda della banca in una assemblea degli anni precedenti
    alla fine Barisoni si è dovuto trattenere, altrimenti tra improperi e quant'altro rischiava di perdere il posto
    you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
    il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen

  9. #18589
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    In Austria scongiurata un'affermazione del populismo, anche se per un soffio

  10. #18590
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Ci sarebbe da ridere, se non fosse autentica tragedia.

    http://phastidio.net/2016/05/24/vene...otoli-mancano/
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
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