Esperienza strettamente personale e quindi non rappresentativa la mia, però io fino ai 14 anni circa ero una cippa totale nelle lingue straniere, e di inglese alle elementari avevo imparato forse qualche colore e pochi numeri; alle medie in francese imparato molto poco (ma lì colpa anche della professoressa). Poi ho avuto letteralmente un decollo: al liceo ho studiato inglese (che continuo ad affinare, e uso/usato abbondantemente per lavoro e per studio anche con madrelingua britannici e americani) e francese (un po' arrugginito, ma lo ricordo ancora bene); poi siccome ci vivevo ho imparato lo slovacco (ma meno bene di inglese e francese, "purtroppo" l'ambiente di lavoro era pieno di italiani e quindi lo praticavo solo fuori) e infine ho fatto un corso di tedesco a 31 anni, affinando quel po' di lingua che sapevo da prima. Infine ora con la mia fidanzata, sto imparando un po' di russo... Insomma, io (ripeto, per mia esperienza strettamente personale) mi preoccupo meno dei ragazzi e bambini pre-14 anni, mentre alle superiori renderei obbligatorio lo studio dell'inglese più una seconda lingua straniera. Poi va bene, io ho anche altre idee eretiche, tipo togliere lo studio dei Promessi Sposi e ridurre quello della Divina Commedia entro il programma di italiano, dedicando questo tempo alla seconda lingua straniera, da imparare con un percorso 50% di letteratura (sempre utile, fosse anche Beowulf) e 50% di media contemporanei (musica, film, scambi culturali).
Beh ma per forza, se abbiamo insegnanti di lingue che non si impuntano a insegnare inglese come si deve non se ne vien fuori.
Per fortuna alle superiori me ne è capitata una che mi ha fatto venir l'esaurimento nervoso ma almeno l'inglese un po' lo so, lo comprendo benissimo e me la cavo bene all'estero.
Probabilmente avrei dato un rene perché mi insegnasse il tedesco.
prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
Si il punto è questo, le nostre insegnanti spesso non lo sanno per loro...figuriamoci insegnarlo... Ci vogliono insegnanti madrelingua. L ho toccato con mano, comunicare con un madrelingua è tutt altra cosa.
Allacciandomi al discorso di Filtur, posso dire peró che la differenza si fa nei primi anni di vita. Anche questo toccato con mano... Mio figlio di 4 anni dopo due anni vissuti in inghilterra è praticamente un madrelingua.... Mentre io continuo ad essere uno straniero che ha migliorato il suo Inglese. È proprio un discorso di pronuncia, oltre che di confidenza, facilita a cogliere ed usare le parole. Non a caso citavo quella fascia di eta.... È quello il momento in cui si fa la differenza.... In cui si possono imparare "facilmente" tre lingue al livello di madrelingua.
Ok, ma come si fa non avendo tutti la possibilita di vivere all estero o avere altre nazioni in famiglia?
Come dice bene Filtur, si potrebbe svecchiare la nostra didattica.... Internazionalizzare gli insegnanti, usare internet per guardare, ascoltare materiale in lingua originale, creare classi virtuali con persone madrelingua.... E questo fin dall asilo nido....
Molto si puo fare anche a casa.... Internet ce l abbiamo tutti....
prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
Per come insegnano l'inglese nelle scuole italiane sembra che il loro obiettivo è proprio quello di non farti imparare la lingua. Si concentrano solo sulla grammatica. Ok la grammatica, ma se uno non sa le parole che se ne fa di tutte quelle regole? (come se ad uno appena arrivato in Italia mi mettessi a spiegare quando va usato il trapassato remoto...).
Io infatti faccio lo spelling al mio amico canadese, faccio il grammar nazi di inglese coi colleghi italiani, ma si capisce subito che NON sono madrelingua... Grammatica e scrittura te le insegnano benissimo e non le butterei a mare; ma serve insegnare anche un 50% (almeno!) di lingua davvero parlata. Io avevo un buon prof al liceo, purtroppo solo supplente, ci faceva ascoltare canzoni e vedere film, abbiamo imparato sia letteratura che slang (di varie zone ed epoche) con lui, in un solo anno; purtroppo era un'eccezione. Che poi, se dalla scuola italiana uscissi col BBC English, andrebbe anche bene: ma come ho visto dai colleghi di università e lavoro, forse il 10% esce da scuola con un buon inglese (grammatica + parlato), e forse un altro 20% con un livello davvero sufficiente. nessuno comunque farebbe lo speaker alla BBC.
Per la pronuncia, me ne cruccio meno: il 99% degli stranieri mantiene il proprio accento, e nessun madrelingua si aspetta che tu abbia un accento simile a loro, né che tu non faccia nessun errore di pronuncia (così come la loro grammatica non è sempre impeccabile). E poi, per molte parole, è quasi sicuro che un madrelingua in qualche paese anglofono la pronunci come te ci sono talmente tante varianti dell'inglese, con ancora più accenti diversi, che o si fa davvero riferimento al BBC English (e diciamo a un CNN English per il Nord America) o è quasi inutile rompersi troppo la testa. A meno che, ovviamente, non si voglia passare per madrelingua nativo di una specifica zona
Spesso mentre sono in giro per la città, sovente turisti mi chiedono informazioni, e con il mio inglese risicato cerco di farmi capire.
Talvolta non ricordo le parole
Daccordissimo con te....su.... quasi tutto
Non sulla pronuncia.
Piu che come accento, la vorrei vedere come il modo in cui diciamo una parola, o meglio, le singole lettere insieme a formare la parola (non sono un esperto di fonetica, magari uso termini sbagliati).
Da questo punto di vista, credo che la sottovalutiamo molto... Troppo....
Vi faccio un esempio. Proviamo a dire le seguenti parole: April, Manual, Portal, Scissors.
Poi cerchiamo su internet come vengono pronunciate, oppure chiediamo al nostro amico inglese o americano.
Molto probabilmente si scopre che vengono dette, piuttosto, diversamente. Proviamo quindi a ridirle come loro.... Ci renderemo probabilmente conto di non riuscirci......
E diremo: e vabe la pronuncia è diversa ma la parola è la stessa....
Verifichiamolo.....
Prendiamo la parola casa.
Easy peasy!
Immaginiamo che il nostro amico inglese ci dice: stai tornando a cesi?
.....dove????? Beh, magari con un po di sforzo lo capisci cosa ti sta chiedendo.... Ma è una parola diversa! Per noi casa vuol dire casa, cesi vuol dire nulla!
Ecco, la stessa cosa succede a loro quando "pronunciamo" una parola inglese alla c****
Magari con un po di sforzo ti capiscono lo stesso, magari no ma fanno finta di niente.... E cosi noi continuiamo a "pronunciare" alla c**** senza saperlo
Scusante se sto alimentando l ot, ma tutto sommato credo sia un argomento interessante.... Una parentesi in questo periodo di calma su questo topic
Beh ovvio, ma sai meglio di me, anche senza uscire dalla sola isola della Gran Bretagna, che ci sono madrelingua che pronuncerebbero "chesa" per "casa" Comunque io mi limitavo a dire che se uno per hotter dice "otter" invece di "hot'e:" (scusate i simboli un po' a caso), anche se "otter" è la lontra, si capisce bene a senso; o "pronòns" invece di "pronounce", o anche "trath" invece di "truth" (che è un'eccezione di pronuncia), non è generalmente un problema troppo grave. La vedo peggio in un grosso difetto dell'insegnamento (e della scrittura) dell'italiano, lato fonetica: quando hai vocali lunghe, che il 99% degli italiani non sa riconoscere. Tipo:
The Italian Man Who Went To Malta [FULL VERSION] - YouTube
Però ammettiamolo, molti italiani già parlano l'italiano così (nelle varie cadenze regionali), figurarsi le lingue foreste...
Ahahaahh forte il video!
(Che peró si sente fatto da un anglofono che tenta di imitarci )....
A proposito di quella parola là, e a proposito di varianti fonetiche, pensa che nelle Midlands inglesi, in particolare zona Birmingham-manchester-coventry, la dicono proprio come la leggerebbe mio nonno.... Con la U pura e semplice! Non credevo alle mie orecchie... Dicono anche le O come noi... (esempio: done - "don" con la O chiusa...)
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