Tu dici che si può stare nell'Euro senza collassare, corretto? Abbiamo parlato di vari Paesi che non pensano minimamente di uscire.E allora perché gli italiani non la smettono una buona volta di fantasticare di Italexit e concentrano le energie sulla ricerca del modo di stare nella moneta unica degnatamente, come hanno fatto gli spagnoli ,i portoghesi,gli irlandesi,i baltici e chi più ne ha,più ne metta? Cosa scatta a livello mentale nelle zucche sovraniste nostrane e in quelle altrui no?
Il problema è che in Italia la gente deve mettersi in testa di lavorare per ottenere. Difficile? A quanto pare sì.
Sulle posizioni di F91 sono perfettamente cosciente; il mio è un discorso di principio: se i "capaci" non sono stati tali, vanno RADIATI dall' "Albo". È così difficile?
" Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI
- In avatar, il mio mondo : Omar, Sarah, il cantiere e .... la neve!
Io non sono convinto che il default italiano sia dietro l'angolo invece.
Piuttosto vedo per l'Italia una situazione di lento ma costante peggioramento, con qualche acuto (tipo il periodo metà 2011- metà 2014) alternato a qualche modesta ripresa (tipo quella in corso, partita con più decisione dalla seconda metà del 2016) ma con una generale tendenza al peggioramento.
E peggioramento significa un po' in tutto, ma gradualmente anche in quel che riguarda lo Stato, perché se l'attività privata muore, dal momento che la spesa pubblica si finanzia solo con le tasse o comunque con i soldi dei privati, inevitabilmente anche lo Stato ne risente.
Cosa resta da fare? Prima di tutto occorrerebbe un cambiamento culturale. Sento/leggo spesso cose tipo: lo Stato dovrebbe fare questo o quello, mettere a posto questo o quell'altro. Non solo: tutti sono d'accordo nel tagliare la spesa ma mai toccare la propria.
Poi ci sono alcune cose che ho già scritto tempo addietro che si potrebbero fare per ridurre il peso del debito, e tra queste soprattutto l'idea di creare una spa con capitale pari agli immobili del patrimonio artistico-culturale, vendendo poi una parte delle azioni al privato, andrebbe approfondita.
Non si tratta infatti di vendere patrimonio artistico, bensì di valorizzarlo con il contributo di privati, al tempo stesso riducendo il debito pubblico… certo: come mi ha fatto notare Bassini poi giustamente occorre che nel frattempo quello che incassi da un operazione simile non vada ulteriormente speso in assistenzialismi, altrimenti siam da capo.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Qui non è una questione di ridurre la discussione a debito e spread.
La discussione è tra chi ha ben presente che abbiamo un debito monstre e chi pensa di far finta che non esista, aggiungerne altro e chiedere di cancellarne un pezzo.
Lo spread non è teoria accademica: son fiumi di denaro che se ne vanno e lo ha spiegato in un post di 10 parole @snowaholic in questi giorni. Con una duration media del debito di 6 anni e mezzo siamo a 350 mliardi l'anno da rinnovare in media. Tra le ultime 2 aste di bot annuali c'è stato un rialzo dei rendimenti di 1.6 punti percentuali. Se si spalma su tutta la curva sono 6 mliardi l'anno, una manovra. E chissà dove si vanno a prendere...
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Ma guarda che io non critico il principio, critico la sua possibilità di traduzioe in pratica; perchè se l'alternativa ai capaci rivelatasi non tali sono gli incapaci dichiarati stiamo freschi... Condiamo il tutto con chi si spaccia per nuovo ed è lì da 30 anni e il quadro è completo...
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Ricordiamocelo tutto però.
Il debito pubblico era costante nel 2011, il nostro deficit era tra i più bassi d'Europa, la situazione era difficile ma non emergenziale. L'Italia ha subito il contagio dell'ondata di panico partita da Grecia e Irlanda, siamo stati la quinta tessera del domino a cadere (e anche quella dove il domino si è fermato, noi abbiamo anche messo svariati miliardi di euro per salvare gli altri).
Il ruolo più importante del governo Monti è stato quello di creare le condizioni politiche per l'intervento di Draghi, i tassi sono scesi dopo quell'intervento, non perché i mercati siano stati rassicurati dai tagli alla spesa e dagli aumenti delle tasse. E sono scesi perché quella era in primo luogo una crisi bancaria di liquidità, non una crisi determinata da una traiettoria insostenibile del debito.
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