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  1. #23601
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Friedrich 91 Visualizza Messaggio
    Weidmann va evitato come la peste perchè vuole un Euro forte e pretende giustamente che i Paesi debitori del sud Europa evitino il fanca***smo visto ad esempio in Italia negli ultimi 4 anni. Diciamo la verità.

    Si spera che il metodo di calciare il barattolo stampando moneta alla Mario Draghi possa continuare ad eternum, senza tuttavia rendersi conto che questo ha dei costi. Costi legati alle distorsioni del mercato, all'accumularsi di bolle speculative che certamente rimandano nel tempo la "resa dei conti" ma che fanno si che quando arriverà sarà ancora più grave.

    Prima o poi, e non parlo di tantissimo tempo ma IMHO di un decennio al massimo, la BCE sarà comunque costretta a cambiare il proprio orientamento di politica monetaria in modo piuttosto drastico, e questo avverrà precisamente quando l'inflazione raggiungerà il 2% circa in un ottica di medio termine.

    Allora ci potrà essere chi volete ma sicuramente non si scapperà, ed assisteremo con ogni probabilità alla più grande deflazione mai vista, con la domanda di questo thread che finirà per trovare una risposta.

    Chiariamoci bene: se io fossi un banchiere centrale agirei esattamente come ha fatto Draghi negli ultimi tempi. Meglio infatti cercare di procrastinare il più in là possibile questo evento. Ma occorre anche essere consapevoli che questo evento prima o poi arriverà. Molti credo non ne siano consapevoli affatto (e non dico qui dentro, dico fuori soprattutto).

    E la cosa forse più assurda è che invece di usare il tanto tempo che ci sta venendo dato a disposizione, prima tramite la creazione dell'Euro, poi tramite il QE, per implementare riforme serie in grado di invertire la rotta, lo si sta buttando via a suon di 80 Euro, di bonus ad minchiam, di riformine inutili che non vanno a modificare i nodi di un sistema che da oltre 30 anni è privo di qualsiasi politica industriale.

    Prima si è perso un treno, nei primi 7 anni del nuovo millennio, adesso in questi ultimi 4 anni se ne è perso un altro ancora, e continueremo a perderlo. Invece di dire che Weidmann è un krukko kattivo follemente ideologico, dovremmo porci la domanda: ma quanti treni possiamo ancora permetterci di perdere? Ma veramente ci sarà sempre qualcuno pronto a salvarci il deretano ogni volta?

    Weidmann sarà anche ideologico, ma non ha affatto torto sotto questo aspetto. All'Italia è stato concesso tanto tempo per riformarsi negli ultimi anni e tante volte lo ha buttato via. Ma il tempo non è infinito. Non so se rendo il concetto.
    La questione non è se Weidmann vuole l'Euro forte, tecnicamente non è nel mandato della BCE controllare il tasso di cambio e se l'inflazione resta bassa quello che pensa Weidmann del tasso di cambio dovrebbe essere irrilevante. Il problema è che Weidmann ha dimostrato ripetutamente di non comprendere il funzionamento di una unione monetaria, fosse stato per lui a quest'ora non esisterebbero più né l'Euro né l'UE, visto che si è opposto praticamente a tutte le decisioni di Draghi.
    Comunque mi devi spiegare però perché questa politica secondo te finirebbe con una deflazione mai vista, non dovrebbe finire con una botta di inflazione?
    E soprattutto se ci fosse deflazione la BCE potrebbe continuare con queste politiche a tempo indefinito stile Giappone quindi mi sembra abbastanza contraddittorio il tuo discorso.

  2. #23602
    Vento forte L'avatar di nevearoma
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    La deflazione non è esattamente un bene per i paesi ad alto debito come l'Italia.
    "In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."

  3. #23603
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da nevearoma Visualizza Messaggio
    La deflazione non è esattamente un bene per i paesi ad alto debito come l'Italia.
    Ovviamente.
    Quello che sto dicendo è che sarà inevitabile, in un futuro non troppo prossimo secondo me, non che sia un bene.
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  4. #23604
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Friedrich 91 Visualizza Messaggio
    Ovviamente.
    Quello che sto dicendo è che sarà inevitabile, in un futuro non troppo prossimo secondo me, non che sia un bene.
    Piuttosto che finire in deflazione facciamo comprare alla BCE tutto lo stock di debito pubblico dell'Unione, sarebbe perfettamente coerente con i trattati e con il mandato e i tedeschi dovrebbero attaccarsi.

    Poi se non sono d'accordo possono sempre uscire dall'euro loro, così ci risolvono il problema della deflazione a loro spese.

  5. #23605
    Josh
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    Dai che c'è ancora un anno e mezzo...
    Ammetto che in realtà condivido abbastanza la tua preoccupazione, non è detto che il prossimo presidente della BCE sia altrettanto abile e che sia in grado di affrontare ulteriori crisi. Se tutto va liscio il presidente può essere uno qualunque, quando si devono prendere decisioni difficili si vede la differenza. Quando devi sostituire uno come Draghi sai per certo che il sostituto non sarà dello stesso livello, però allo stato attuale ci sono diversi nomi abbastanza validi e altri nomi da incubo.

    Quelli da incubo sono i falchi ideologici come Weidmann o l'olandese Knot, che vanno evitati come la peste ma sono abbastanza convinto che su nomi simili non ci sarà mai un consenso politico. Quelli migliori sono quelli che hanno una visione molto nitida del funzionamento dell'unione monetaria e probabilmente non si discosterebbero troppo dalla linea di Draghi, il mio preferito è l'irlandese Phillip Lane, ma anche il francese François Villeroy de Galhau o il belga (nato in Germania) Peter Praet non sarebbero troppo male. Complessivamente credo che abbiano sia la competenza sia le capacità relazionali per creare consenso nel consiglio direttivo e tirarsi dietro anche gli altri. Anche Benoit Coeuré potrebbe non essere troppo male (ma un altro francese così vicino a Trichet mi sembra difficile).
    La terza via potrebbe essere un nome come il finlandese Errki Liikanen, politico di professione, tecnicamente non eccezionale, si è accodato a Draghi ma non mi ha mai convinto. Sarebbe la classica mediazione al ribasso, con un profilo debole ma per questo meno controverso e non appartenente a nessuno degli stati più grandi. A mio modesto parere scelta pericolosa quasi quanto uno dei falchi.
    Certamente la situazione è molto diversa dallo scorso mandato in cui c'era una personalità nettamente superiore alle altre, a prescindere dai giochi di equilibrio tra nazionalità.
    Penso anch'io che non sarà facile trovare il consenso su Weidmann,anche per francesi e spagnoli è un nome difficile da mandar giù.Ma l'Italia sarà ancora nell'euro e nell'UE nell'autunno 2019 ?

  6. #23606
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    La questione non è se Weidmann vuole l'Euro forte, tecnicamente non è nel mandato della BCE controllare il tasso di cambio e se l'inflazione resta bassa quello che pensa Weidmann del tasso di cambio dovrebbe essere irrilevante. Il problema è che Weidmann ha dimostrato ripetutamente di non comprendere il funzionamento di una unione monetaria, fosse stato per lui a quest'ora non esisterebbero più né l'Euro né l'UE, visto che si è opposto praticamente a tutte le decisioni di Draghi.
    Tecnicamente no, ma di fatto la BCE può influenzare eccome il tasso di cambio.
    La decisione del QE ad esempio lo ha visibilmente spinto al ribasso, come si nota da questo grafico (osservare la seconda metà del 2014, quando il QE fu di fatto scontato via via dagli operatori): Cambio Euro/Dollaro Usa - Valori e tassi di cambio - Il Sole 24 Ore

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio

    Comunque mi devi spiegare però perché questa politica secondo te finirebbe con una deflazione mai vista, non dovrebbe finire con una botta di inflazione?
    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio


    E soprattutto se ci fosse deflazione la BCE potrebbe continuare con queste politiche a tempo indefinito stile Giappone quindi mi sembra abbastanza contraddittorio il tuo discorso.

    Secondo lo statuto della BCE ( Politica monetaria ) l'obiettivo della politica monetaria è la stabilità dei prezzi. Si specifica inoltre che in particolare l'obiettivo è mantenere l'inflazione su valori inferiori ma prossimi al 2% nel medio periodo.

    Bene, se ad un certo punto si manifestasse una tendenza di medio periodo per cui l'inflazione stia attorno al 2% o finisca anche un po' oltre - non sono scenari lunari, basta una crescita dei prezzi delle materie prime come quella di metà anni 2000 - è chiaro che a quel punto chiunque si aspetterebbe un'inversione di marcia della BCE e l'inizio di politiche monetarie restrittive.

    No? Bene, a quel punto ci sono due possibilità:
    1) la BCE continua le politiche attuali fregandosene del mutamento dello scenario inflazionistico, ma in questo modo perderebbe la propria credibilità. A prescindere dal discorso per cui la Germania difficilmente accetterebbe una situazione del genere, è chiaro che così facendo si avrebbe un indebolimento dell'Euro e una crescita ulteriore dell'inflazione che rischierebbe di arrivare su livelli assai elevati;

    2) la BCE cambia rotta e inizia a restringere l'offerta monetaria; a quel punto le bolle dei titoli di Stato (e non solo) create in questi ultimi 5 anni saltano per aria, i prezzi dei tds del sud Europa crollano e dall'inflazione al 2% si passa ad una deflazione con annessa crisi economica peggiore molto probabilmente di quella del 2008, stante il (decisamente) maggiore ammontare di debito in circolazione => default a sto punto? Per me la botta sarebbe talmente forte che non ce la si farà ad evitarlo.

    Queste sono le due possibilità che vedo in un futuro troppo lontano: o inflazione elevata oppure default. Del resto storicamente il problema del debito si è sempre risolto, a lungo andare, in uno di questi due modi.

    Ci sarebbe forse una terza possibilità, per prendere ancora più tempo: ridurre ulteriormente la concorrenza valutaria creando un'unica valuta mondiale o quantomeno unificando le 4-5 valute più importanti al mondo (Euro, Dollaro, Yen, Sterlina) all'interno di un'unica valuta comandata da un'unica Banca centrale.

    So che può sembrare fantascienza, ma negli ultimi 30 anni la concorrenza valutaria si è ridotta di molto con la creazione dell'Euro se ci pensi, ed inoltre è un dato di fatto che le principali banche centrali agiscono di concerto, ovvero l'indirizzo di politica monetaria preso dalla FED in genere viene seguito anche dalla BCE e dalla BoE e viceversa, come avvenuto ad esempio già negli anni '00 (abbassamento tassi di interesse dal 2001 al 2004, rialzo successivo fino al 2007, la BCE in tal caso ha seguito la FED a distanza di un anno circa). Questo significa che tutto sommato non siamo così distanti da tale ipotesi.

    Ovviamente quest'ultima ipotesi consentirebbe di prendere ben più tempo, in quanto riducendosi la concorrenza valutaria il problema della credibilità e della "fuga dall'Euro" in caso la BCE non segua più il proprio obiettivo, a quel punto non si porrebbe più molto.

    Scusa il pippone ecco


    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  7. #23607
    Josh
    Ospite

    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da wtrentino Visualizza Messaggio
    Beh, con i dazi statunitensi almeno ci togliamo l'intero nordamerica e non ci pensiamo più :D

    Inviato dal mio SM-A310F utilizzando Tapatalk
    Invece sarebbe lungimirante tenerci buono il mercato canadese,dove è in corso il boicottaggio dei prodotti made in USA

  8. #23608
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Friedrich 91 Visualizza Messaggio
    Tecnicamente no, ma di fatto la BCE può influenzare eccome il tasso di cambio.
    La decisione del QE ad esempio lo ha visibilmente spinto al ribasso, come si nota da questo grafico (osservare la seconda metà del 2014, quando il QE fu di fatto scontato via via dagli operatori): Cambio Euro/Dollaro Usa - Valori e tassi di cambio - Il Sole 24 Ore

    La politica monetaria è fondamentale nel determinare il tasso di cambio, ma la BCE ha l'obbligo di occuparsi solo della stabilità dei prezzi. Nel 2014 l'economia USA era già in ripresa da diversi anni mentre quella europea ancora stentava ad uscire dalla recessione, la differenza tra le politiche monetarie delle due banche centrali e l'andamento del tasso di cambio erano determinati dalla differenza nei fondamentali economici.

    Secondo lo statuto della BCE ( Politica monetaria ) l'obiettivo della politica monetaria è la stabilità dei prezzi. Si specifica inoltre che in particolare l'obiettivo è mantenere l'inflazione su valori inferiori ma prossimi al 2% nel medio periodo.

    Bene, se ad un certo punto si manifestasse una tendenza di medio periodo per cui l'inflazione stia attorno al 2% o finisca anche un po' oltre - non sono scenari lunari, basta una crescita dei prezzi delle materie prime come quella di metà anni 2000 - è chiaro che a quel punto chiunque si aspetterebbe un'inversione di marcia della BCE e l'inizio di politiche monetarie restrittive.

    No? Bene, a quel punto ci sono due possibilità:
    1) la BCE continua le politiche attuali fregandosene del mutamento dello scenario inflazionistico, ma in questo modo perderebbe la propria credibilità. A prescindere dal discorso per cui la Germania difficilmente accetterebbe una situazione del genere, è chiaro che così facendo si avrebbe un indebolimento dell'Euro e una crescita ulteriore dell'inflazione che rischierebbe di arrivare su livelli assai elevati;

    2) la BCE cambia rotta e inizia a restringere l'offerta monetaria; a quel punto le bolle dei titoli di Stato (e non solo) create in questi ultimi 5 anni saltano per aria, i prezzi dei tds del sud Europa crollano e dall'inflazione al 2% si passa ad una deflazione con annessa crisi economica peggiore molto probabilmente di quella del 2008, stante il (decisamente) maggiore ammontare di debito in circolazione => default a sto punto? Per me la botta sarebbe talmente forte che non ce la si farà ad evitarlo.

    Queste sono le due possibilità che vedo in un futuro troppo lontano: o inflazione elevata oppure default. Del resto storicamente il problema del debito si è sempre risolto, a lungo andare, in uno di questi due modi.
    Giusto il discorso sul mandato, ma come ho già detto altre volte le materie prime possono portare a cambiamenti del livello dei prezzi, ma se i salari e i beni non energetici non salgono a loro volta il tasso di inflazione di medio termine non cambia, quindi la BCE dovrebbe ignorare queste fluttuazioni temporanee.
    Riporto il tasso di inflazione (Harmonized Index of Consumer Prices), quello esclusa l'energia e quello "core" che esclude tutte le componenti volatili (energia, cibo, alcol e tabacchi). È importante notare che sul periodo 2011-2012 hanno pesato molto anche gli aumenti di imposte indirette (IVA,accise, imposte su alcol e tabacchi ecc) che aumentano l'inflazione nel momento in cui entrano in vigore ma tendono invece a ridurla subito dopo.

    .
    La BCE si muoverà con molta cautela, non seguirà né 1) né 2). Ridurrà gradualmente il QE mantendosi pronta a invertire la rotta se ci fossero segni di indebolimento dell'economia. Ribadisco: un aumento di inflazione sostenuto nel tempo è IMPOSSIBILE finché non cominceranno a muoversi seriamente i salari (cosa irrealistica nel contesto socio-economico attuale).

    Ci sarebbe forse una terza possibilità, per prendere ancora più tempo: ridurre ulteriormente la concorrenza valutaria creando un'unica valuta mondiale o quantomeno unificando le 4-5 valute più importanti al mondo (Euro, Dollaro, Yen, Sterlina) all'interno di un'unica valuta comandata da un'unica Banca centrale.

    So che può sembrare fantascienza, ma negli ultimi 30 anni la concorrenza valutaria si è ridotta di molto con la creazione dell'Euro se ci pensi, ed inoltre è un dato di fatto che le principali banche centrali agiscono di concerto, ovvero l'indirizzo di politica monetaria preso dalla FED in genere viene seguito anche dalla BCE e dalla BoE e viceversa, come avvenuto ad esempio già negli anni '00 (abbassamento tassi di interesse dal 2001 al 2004, rialzo successivo fino al 2007, la BCE in tal caso ha seguito la FED a distanza di un anno circa). Questo significa che tutto sommato non siamo così distanti da tale ipotesi.

    Ovviamente quest'ultima ipotesi consentirebbe di prendere ben più tempo, in quanto riducendosi la concorrenza valutaria il problema della credibilità e della "fuga dall'Euro" in caso la BCE non segua più il proprio obiettivo, a quel punto non si porrebbe più molto.

    Scusa il pippone ecco


    Per carità, abbiamo già fatto abbastanza danni con l'Euro, per fortuna che fuori dall'Europa hanno più buon senso di noi e nessuno prenderà mai sul serio una ipotesi simile. Non è vero comunque che le banche centrali agiscano sempre di concerto, si coordinano giustamente quando il ciclo economico globale è sincronizzato come nel 2009, vanno ognuna per i fatti suoi quando questo non avviene. La globalizzazione ha reso mediamente più sincronizzato il ciclo economico tra Paesi industrializzati, ma negli ultimi anni la divergenza è stata notevole.
    La questione della credibilità poi al momento è totalmente irrilevante, non siamo più negli anni 70 con forti pressioni salariali. Quando il tasso di crescita dei salari sarà vicino a quello del 2008 o quando rivedremo l'inflazione core al 2% ne riparliamo.
    P.S. Considerata la mia attitudine al pippone sicuramente non devi chiedere scusa a me

  9. #23609
    Burrasca L'avatar di wtrentino
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Josh Visualizza Messaggio
    Invece sarebbe lungimirante tenerci buono il mercato canadese,dove è in corso il boicottaggio dei prodotti made in USA
    A beh chiaro, il mio post era ironico.

    Anzi, io sfrutterei l'imposizione dei dazi per favorire un interscambio maggiore con i paesi colpiti. Sarebbe l'ideale per rendere inoffensive le politiche di trump, secondo me.

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    prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....

  10. #23610
    Josh
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da wtrentino Visualizza Messaggio
    A beh chiaro, il mio post era ironico.

    Anzi, io sfrutterei l'imposizione dei dazi per favorire un interscambio maggiore con i paesi colpiti. Sarebbe l'ideale per rendere inoffensive le politiche di trump, secondo me.

    Inviato dal mio SM-A310F utilizzando Tapatalk
    Perfettament d'accordo

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