Che poi la domanda "razionale" da porsi è sempre la stessa: visto che nessun pasto è gratis, chi è che paga?
Orbene, se un laureato in una disciplina economica, con un'esperienza ultratrentennale all'interno del mondo bancario, ti dice che lui voterà un certo partito perché ha promesso di "Abolire la Fornero" e mandarlo in pensione con 2 o 3 anni di anticipo, cosa devi fare? Chiedergli se ha pensato a chi pagherà il conto? Perché ti può dare solo tre risposte:
1) paghi tu, povero ******* (cioè io e quelli che in pensione non ci andranno ancora per mooolto tempo)...
2) pagheranno i miei (cioè i suoi) figli;
3) paga Pantalone...
E delle 3 la terza è la meno verosimile...
P.S. la domanda in grassetto secondo me se la può porre anche un analfabeta funzionale...
E non è nemmeno un problema destra-sinistra. Ad esempio le politiche di assoluta accoglienza nei confronti dei migranti, proposte da partiti come LEU e sostenute da associazioni vicine sia al mondo della sinistra, sia al mondo cattolico (penso alla Comunità di Sant'Egidio) hanno costi molto alti... Qualche tempo fa in una lettera aperta a "Il Foglio", Dino Cofrancesco (che è un liberale di limpida fede e di certo non apprezza le politiche di Salvini) ha fatto notare come questi costi non siano minimamente presi in considerazione, tantomeno valutati...
No, stavo solo facendo notare che gli effetti di queste politiche potrebbero non essere economicamente devastanti come tanti si immaginano e quindi non è detto che portino a screditare i governi nazionalisti. Dal punto di vista economico la via nazionalista non è impercorribile e la globalizzazione non è un destino ineluttabile, chi vuole difenderla farebbe meglio a pensare seriamente come farlo anziché stare a guardare con i pop-corn, la strategia del vaccino potrebbe non funzionare.
Ci ho provato per anni a promuovere una maggiore attenzione all'istruzione e tematiche correlate ma sono giunto alla conclusione che per nessuno dei partiti politici italiani questo sia un tema prioritario, quindi alla fine ho rinunciato. L'unico ministro degli ultimi 10 anni con cui si potesse parlare è durato nove mesi.
Chi si lamenta delle fake news e dell'analfabetismo funzionale dovrebbe farsi un esame di coscienza su tutto quello che ha fatto o non ha fatto negli ultimi venti anni per potenziare la scuola e l'università italiana, oppure per parlare con questi analfabeti funzionali prima che cominciassero a votare "male" (e il disagio montava da almeno 10 anni ma non lo hanno voluto vedere). Ma il tema di questa discussione è l'economia e io a questo mi attengo.
Comunque il discorso dei social è distinto da quello dell'analfabetismo funzionale, c'è tanta gente istruita che sui social finisce in una bolla virtuale con scarsi collegamenti con la realtà, indipendentemente dalle posizioni politiche. La bolla liberale non è meno pericolosa di quella sovranista.
Venendo invece alle oscillazioni dello spread, a partire dalla fine della scorsa settimana, per quanto il Governo Conte non brilli per capacità di rassicurazione nei confronti degli investitori, una buona parte di "colpa" ce l'ha questa roba qui:
Ristrutturare il debito sovrano: la pericolosa proposta franco-tedesca - Il Sole 24 ORE
Nel senso che se passasse al summit (ma penso prenderanno ancora tempo) la cosa ci inguairebbe parecchio... e non è che la tendenza ad isolarsi, manifestata dall'attuale maggioranza di governo, sia un modo molto intelligente per scongiurare sorprese...
Figurati se difendo l'economia pianificata, solo a sentire parlare di anticapitalismo mi viene l'orticaria.
Ma l'analisi sociologico-economica del capitalismo fatta da Marx presenta molti spunti interessanti, anche se trattandosi di teorie di 150 anni fa vanno sempre contestualizzate. Ciò che è completamente sbagliato delle sue teorie è l'idea di governare l'economia prescindendo completamente dai meccanismi di mercato ed eliminando quasi interamente l'iniziativa economica privata, non ci vuole Von Mises per capire che è troppo complicato (e infatti lo avevano detto in tanti già allora, per quanto l'economia pianificata sovietica abbia funzionato molto meglio e più a lungo di quanto si aspettassero). In più favorisce dinamiche deleterie di selezione della classe dirigente con il sistematico scivolamento verso regimi dittatoriali.
Ciò non toglie che attribuire a Marx le dittature come Pol Pot è un po' come accusare Cristo delle crociate, c'è una distanza ideologica abissale. Pol Pot si dichiarava comunista soltanto per avere l'appoggio cinese, come tanti altri dittatori simili. Sono fenomeni generati da società che sono sempre state autoritarie e anche senza comunismo i movimenti anticolonialisti sono spesso sfociati in dittature in quella parte di mondo, magari facevano i liberisti in economia quando i loro sostenitori erano gli USA e non i regimi comunisti.
Comunque Von Mises si studia nel posto che gli compete, ovvero Storia del pensiero economico, insieme al Marxismo, al mercantilismo e ad altre vecchie teorie con scarsa rilevanza per il pensiero economico e la politica economica del XXI secolo.
Quando hai a che fare con figli di contadini che al pomeriggio lavorano nei campi, bambini con situazioni familiari disagiate o che non hanno mai visto un libro fuori dalla scuola il discorso sulla voglia è molto relativo. Se fai una fatica pazzesca a imparare qualunque cosa difficilmente sarai molto motivato, specie se la famiglia non è in grado di dare stimoli e supporto. E oltre a questi casi c'è un buon numero di ragazzi poco inclini allo studio teorico, lo vedevo nella mia classe ma quella di mio nipote non è molto diversa. Ma torniamo al discorso economico.
Il problema è che il valore di un determinato tipo di lavoro è dipendente da moltissimi fattori di contesto, in parte assimilabili a meccanismi di domanda e offerta e in parte più di carattere socio-politico. Le retribuzioni ad esempio dipendono tantissimo dalla tecnologia e dalle normative sul mercato del lavoro, come fai ad essere sicuro che il mercato produca sempre una distribuzione equa? Se si arrivasse ad una tecnologia che comporta rapporti di lavoro quasi schiavistici e profitti esorbitanti sarebbe equo?
Non è un caso che nei Paesi industrializzati siano stati introdotti una serie di meccanismi di tutela dei lavoratori, servono proprio per limitare il potere eccessivo dei datori di lavoro (non solo in termini di salari ma anche di sicurezza ecc) ed evitare trattamenti considerati ingiusti.
Se devi rinunciare a una parte questi strumenti solo perché devi essere concorrenziale con i lavoratori cinesi e con la loro assenza di diritti e libertà mi sembra una scelta molto politica.
Tra il 1945 e il 1970 l'integrazione economica riguardava principalmente economie relativamente simili, le grandi economie dei PVS erano comuniste oppure molto chiuse come l'India. Il commercio internazionale può dare notevoli vantaggi economici in un contesto di quel tipo con pochi effetti negativi. Ma non serve una totale eliminazione delle barriere economiche per ottenere questi benefici.
In una fase di iperglobalizzazione come quella attuale invece si genera una forte asimmetria tra i comuni cittadini che possono soltanto esprimersi tramite il loro voto in nelle istituzioni nazionali e una potere economico che è invece in grado muoversi a livello transnazionale cercando le condizioni migliori e piegando le regolamentazioni economiche a suo vantaggio (generalmente a vantaggio solo dei grossi gruppi, non delle PMI).
Se per limiti politici non si possono mettere in piedi meccanismi sovranazionali di governo dell'economia non è assurdo pensare di mettere un po' di sabbia negli ingranaggi del mercato globale, come ha detto ieri Marchionne ci si può adattare a tutto.
Noi se siamo condannati è solo per incapacità politica, non perché la nostra situazione sia irrimediabile. Abbiamo talmente tante inefficienze (per intenderci tutte le cose su cui io e Freidrich siamo d'accordo) che ci sarebbero i margini per fare tantissime cose, incluso l'abbattimento del debito, delle aliquote fiscali e forme di sostegno ai redditi bassi.
Se ti riferisci alla questione globale è più difficile rispondere, non tanto dal punto di vista teorico ma pratico. Stati di grandi dimensioni e politicamente unitari come gli USA potrebbero avere ampi margini di manovra per rendere il sistema più equo internamente. Loro potrebbero fare politiche più socialdemocratiche ma non hanno le condizioni politiche per farlo, in Europa servirebbe un approccio unitario europeo ma non è realistico visto che non si riescono nemmeno ad aggredire i trattamenti di favore per le singole aziende (fare un accordo con l'azienda x per farle pagare meno tasse se si trasferisce da me è distorsivo del mercato unico oltre che iniquo).
Eh sì.
Somma pure che la cialtronaggine (non so se propriamente detta o dolosa) è a livelli anche ben più alti, come si è visto recentemente con un caso "spettacolare" di giornalismo d'inchiesta...
Solo che la cialtronaggine verosimile è veramente dura da scovare, anche tra persone "normali" (e non è solo una questione di principio di autorità, magari autoassegnato...).
Quando sei di fronte alla cialtronaggine verosimile il guaio è pervasivo perchè non si può neppure pretendere che siano tutti abbastanza competenti della materia o peggio di tutte le materie.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Sono assolutamente d'accordo. Ma visto che tale incapacità, colposa o dolosa, è evidentemente trasversale ne consegue l'inevitabile condanna.
Considerato poi che il livello dell'incapacità nelle stanze dei bottoni è in un trend drammaticamente ascendente...
Beh, se da me tutte le aziende pagano quelle tasse ridotte, però è semplice concorrenza.
Anche all'interno degli unitari USA la tassazione non è uguale in stati diversi. Figuriamoci all'interno di una unione solo di nome...
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
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Ci sono anche gli accordi speciali dedicati alla singola azienda e nemmeno quelli si riescono a smantellare.
Ma anche la concorrenza fiscale è un grosso problema. Il salto del 30% del PIL irlandese del 2015 è emblematico, hanno succhiato decine di miliardi di reddito da altri Stati perché consentono di tassare a livelli ridicoli alcune tipologie di reddito (ad esempio quelli da brevetto). Visto che loro sono piccoli possono farlo, riducendo drasticamente l'aliquota gonfiano la base imponibile in maniera del tutto artificiosa, anche perché non c'è un vero spostamento di attività economica. Un stato di grandi dimensioni non può farlo, perché materialmente perderebbe molto di più dall'abbassamento dell'aliquota rispetto a quanto potrebbe succhiare agli altri Stati. Economicamente è una strategia di free riding ed è uno dei problemi cui alludevo prima, se consenti questo tipo di comportamenti in una zona di libero scambio e libera circolazione dei capitali ti stai condannando a tassare solo ciò che non si può muovere: redditi da lavoro, produzioni fisiche e consumi quindi ti condanni a fare politiche fiscali regressive.
E comunque è distorsivo del mercato secondo me, perché non tutti i settori possono sfruttare questo tipo di artifici e solo i grandi gruppi possono trovare conveniente creare schemi fittizi per abbattere la loro pressione fiscale.
Negli USA il problema è meno grave perché gran parte del sistema fiscale e della spesa pubblica sono federali.
Un interessante contributo sulla questione dell'automazione, che tocca molti temi che abbiamo discusso qui: produttività, distribuzione del reddito, ruolo dell'istruzione, invecchiamento, sviluppo dei Paesi poveri.
Capitalism in the age of robots: work, income and wealth in the 21st-century
Ultima modifica di snowaholic; 27/06/2018 alle 11:36
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