Dura salita o "discesa" verso il default?

**alexeia** · 30/03/2017, 09:30

Originariamente Scritto da Josh

Se ti va di vantarti di questo,fallo pure.Per me il nazionalismo è una fesseria,se non proprio un limite mentale.Pensare che l'appartenenza ad una nazione anziché un'altra,che dipende solo dalla causalità che ti ha fatto nascere in un posto x anziché y,sia motivo di merito,secondo me è una delle distorsioni culturali di cui stentiamo a liberarci.Ma prima o poi ci riusciremo.

Ambedue le posizioni mi sembra che rasentino lo slogan ideologico.
In effetti, nasciamo casualmente in un qualche luogo - e non ci possiamo far nulla - ma poi in esso cresciamo e ci plasma. Non solo culturalmente; c'è un'identità fatta anche di clima, luminosità, colori, paesaggi, cibi. Per cui alla fine, chi più chi meno, ma "ci si sente" di un qualche territorio, non necessariamente quello di nascita, magari quello in cui si è sviluppata una parte importante della nostra esistenza, però sempre di un "paesaggio mentale" circoscritto si tratta.

Detto questo, non deve diventare la scusa per arroccarsi su chiusure che ormai i tempi hanno superato. "Nazionalizzare" il proprio territorio porta al rischio di una frammentazione spinta, che non può essere vincente; per noi, sarebbe il ritorno al Medioevo, e non nel senso giornalistico del termine (i secoli bui etc. etc. etc.), ma in quello storico: un periodo di grandi fermenti, di grandi sperimentalismi, di grandi idee, in cui nel calderone dei Comuni e dell'Impero è andato però via via forgiandosi il concetto moderno di comunità, per aggregazioni successive di entità più piccole, in entità politiche di più ampio respiro.
Ora invece si rischia di "tornare alla lira" per poi qualcuno salterà fuori proponendo il fiorino toscano contro il ducato di Venezia o il bolognino o l'ambrogino (tutte monete storiche)...

Ma nemmeno si può "buttare a mare" questa biotopodiversità che poi, storicamente, ha influenzato il definirsi di ambiti culturali diversi e spesso fortemente identitari.
E' una ricchezza, nel senso anche che lascia spazio alla curiosità, all'esplorazione, alla scoperta. Che bello scoprire che in Toscana si può mangiare dei piatti ignoti, toscani, e diversi da quelli del Veneto, e persino che bello sentire quella cadenza di parlata, diversa dalle altre. Insomma, si può, io credo, sentirsi "nel mondo" e contemporaneamente identificarsi con un territorio preciso, e difenderne le peculiarità. Appiattire tutto in un mischiotto unico, diventerebbe una noia mortale!...

Non sento certo la mia "appartenenza" come un merito, bensì come una fortuna, o meglio, un'opportunità da valorizzare. Eccheppalle quando gli amici ti affibbiano etichette politiche adminchiam, solo perché sei legato a un territorio e cerchi di recuperare nella memoria le parole che usava tua nonna!

**NoSync** · 30/03/2017, 09:43

Originariamente Scritto da meteopalio

questi altri beni credo di capire quali sono, ma a me come a gran parte dei comuni mortali interessano invece quelli postati, perchè servono per campare...

Invece il prezzo di un abbonamento telefonico oppure dei biglietti aerei oppure di un televisore non riguarda proprio nessuno, no.

**NoSync** · 30/03/2017, 09:48

Originariamente Scritto da alexeia

Ambedue le posizioni mi sembra che rasentino lo slogan ideologico.
In effetti, nasciamo casualmente in un qualche luogo - e non ci possiamo far nulla - ma poi in esso cresciamo e ci plasma. Non solo culturalmente; c'è un'identità fatta anche di clima, luminosità, colori, paesaggi, cibi.

Sì, ma l'Italia è in scala ridotta quello che è l'UE in scala più ampia. L'identità italiana è una roba che si sono inventati e continuano a raccontarsi e raccontare solo quelli che vogliono l'arroccamento citato, altrimenti l'identità nel paese dei campanili è al massimo regionale, a volte nemmeno. È esattamente la stessa vaccata che hanno raccontato per anni le leghe, inventandosi presunte identità mai esistite legate alle ampolle celtiche anzichè fare un serio discorso legato ad economia ed interconnessioni funzionali.

**paxo** · 30/03/2017, 09:54

Originariamente Scritto da NoSync

Invece il prezzo di un abbonamento telefonico oppure dei biglietti aerei oppure di un televisore non riguarda proprio nessuno, no.

E ma questo è un discorso diverso però, non dipende da Lira o Euro, queste cose costano meno perché c'è maggior domanda quindi maggior produzione di questi beni, poi aggiungici la concorrenza tra le varie marche. Stessa cosa si può dire per i pc, una volta erano in pochi a comprarli e costavano molto di più.

**NoSync** · 30/03/2017, 09:56

Originariamente Scritto da paxo

E ma questo è un discorso diverso però, non dipende da Lira o Euro, queste cose costano meno perché c'è maggior domanda quindi maggior produzione di questi beni, poi aggiungici la concorrenza tra le varie marche. Stessa cosa si può dire per i pc, una volta erano in pochi a comprarli e costavano molto di più.

Ok concorrenza e domanda, hanno certamente un'influenza importante, ma secondo te con una moneta debole com'era la lira i voli o l'elettronica oggi costerebbero quello che costano adesso?

**paxo** · 30/03/2017, 10:04

Originariamente Scritto da NoSync

Ok concorrenza e domanda, hanno certamente un'influenza importante, ma secondo te con una moneta debole com'era la lira i voli o l'elettronica oggi costerebbero quello che costano adesso?

Probabilmente costerebbero di più, non so di quanto però, perché era diversa l'utilità di quei beni negli anni 90 rispetto ad ora quindi non regge il paragone.

**FunMBnel** · 30/03/2017, 10:05

Originariamente Scritto da Friedrich 91

Chi ha ragione dunque?

Chissà chi avrà mai ragione...

O c'è un complotto globale degli istituti di statistica o al bar si sparan cazzate (come è giusto che sia visto il tipo di luogo).

**FunMBnel** · 30/03/2017, 10:07

Originariamente Scritto da meteopalio

ovvia, sta a vedere che sono rimasti uguali...

Capisco... Quindi le uniche alternative possibili sono "i prezzi sono raddoppiati" oppure "son rimasti uguali".
Rigorosamente senza intervallo temporale di riferimento.