Originariamente Scritto da
alexeia
Ambedue le posizioni mi sembra che rasentino lo slogan ideologico.
In effetti, nasciamo casualmente in un qualche luogo - e non ci possiamo far nulla - ma poi in esso cresciamo e ci plasma. Non solo culturalmente; c'è un'identità fatta anche di clima, luminosità, colori, paesaggi, cibi. Per cui alla fine, chi più chi meno, ma "ci si sente" di un qualche territorio, non necessariamente quello di nascita, magari quello in cui si è sviluppata una parte importante della nostra esistenza, però sempre di un "paesaggio mentale" circoscritto si tratta.
Detto questo, non deve diventare la scusa per arroccarsi su chiusure che ormai i tempi hanno superato. "Nazionalizzare" il proprio territorio porta al rischio di una frammentazione spinta, che non può essere vincente; per noi, sarebbe il ritorno al Medioevo, e non nel senso giornalistico del termine (i secoli bui etc. etc. etc.), ma in quello storico: un periodo di grandi fermenti, di grandi sperimentalismi, di grandi idee, in cui nel calderone dei Comuni e dell'Impero è andato però via via forgiandosi il concetto moderno di comunità, per aggregazioni successive di entità più piccole, in entità politiche di più ampio respiro.
Ora invece si rischia di "tornare alla lira" per poi qualcuno salterà fuori proponendo il fiorino toscano contro il ducato di Venezia o il bolognino o l'ambrogino (tutte monete storiche)...
Ma nemmeno si può "buttare a mare" questa biotopodiversità che poi, storicamente, ha influenzato il definirsi di ambiti culturali diversi e spesso fortemente identitari.
E' una ricchezza, nel senso anche che lascia spazio alla curiosità, all'esplorazione, alla scoperta. Che bello scoprire che in Toscana si può mangiare dei piatti ignoti, toscani, e diversi da quelli del Veneto, e persino che bello sentire quella cadenza di parlata, diversa dalle altre. Insomma, si può, io credo, sentirsi "nel mondo" e contemporaneamente identificarsi con un territorio preciso, e difenderne le peculiarità. Appiattire tutto in un mischiotto unico, diventerebbe una noia mortale!...
Non sento certo la mia "appartenenza" come un merito, bensì come una fortuna, o meglio, un'opportunità da valorizzare. Eccheppalle quando gli amici ti affibbiano etichette politiche adminchiam, solo perché sei legato a un territorio e cerchi di recuperare nella memoria le parole che usava tua nonna!
Segnalibri