you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen
Il populismo di questa campagna elettorale,nella sua essenza più pura,che è quella di blandire l'elettorato con promesse da marinaio,la cui realizzazione sarebbe impossibile o perniciosa, è già a livelli tali da far sembrare le campagne del 2008 e del 2013 come roba da statisti.
prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
Quella della Tabarria mi sembra più un'invenzione giornalistica, comunque uscita da un'analisi del voto, che un movimento politico almeno per il momento. Più che un secessionismo "di catalani da catalani", parlerei di un divide città-campagna, punto in cui (un po' a sorpresa) credo di trovarmi d'accordo con @nevearoma che ne parla spesso. Tuttavia ricordiamoci anche che "etnicamente" i catalani dovrebbero essere i 2/3 degli abitanti della Catalogna, e che anche al netto degli immigrati stranieri, molti (specie nei grandi centri urbani) sono castigliani. Una situazione simile, per fare un paragone tirato, si potrebbe avere con una Lombardia secessionista, laddove Milano e hinterland sarebbero contrari e abitati da molti "italiani" non lombardi.
Dai sondaggi delle ultime settimane, ci sarebbe già un vincitore (o meglio, una coalizione vincente) e sappiamo qual è. Nell'ipotesi che vinca e che comunque diventi premier un moderato (che secondo me potrebbe essere un leghista ma che inizia con M), mi attenderei che quelle promesse venissero non dimenticate, ma comunque molto ridimensionate; vediamo quelle che mi paiono più "clamorose". La flat tax potrebbe essere al 25% (non certo al 15%, non perché impossibile, ma perché imporrebbe uno stato federale con molte spese ed entrate scaricate sulle amministrazioni locali) ma con un importante "contributo di solidarietà" aggiuntivo per certe fasce di reddito; 2 aliquote sarebbero comunque un passo avanti. La pensione minima a 1,000€, come già quella a 1,000,000L 15 o 20 anni fa (se ne ricorda un mio amico perché il padre ne beneficiò), sarebbe solo per pochi, con requisiti stringenti. Il reddito di cittadinanza/dignità/vattelapesca diventerebbe più un ampliamento degli attuali sussidi di disoccupazione, che non un vero reddito di cittadinanza/ecc. a parte. L'abolizione dell'IRAP (tra l'altro richiestaci da molti anni dalla UE) si ridurrebbe ad una marginale riduzione delle tasse per le aziende. L'abolizione della Fornero salta per gli eccessivi costi previsti (presenti e futuri), rimane un "aiuto" per traghettare alcune categorie alla pensione. Più facile invece mantenere la promessa di abolizione di IMU e bollo sulla prima casa e auto rispettivamente: soprattutto perché, tolte le dimore "di lusso", l'IMU sulla prima casa è già quasi sparita
Alla fine il costo, invece che di 150-200miliardi€, sarebbe di 15-20miliardi€ (ipotizzo io, numeri quasi a caso), recuperabili con un mix di crescita economica (poca, ma che finalmente c'è), tagli lineari come negli anni passati, e un po' più di deficit di bilancio. Eventuali misure di autonomia per le regioni del Nord, che potrebbero arrivare entro la fine della legislatura, andranno giocoforza compensate con tagli alle regioni (comuni) che finora beneficiano del residuo fiscale (al netto della spesa previdenziale), e potrebbero creare scompensi molto più politici che finanziari.
Personalmente non credo che uno nato a Barcellona, sempre vissuto a Barcellona e che magari parla perfettamente il catalano sia di per sé "meno catalano" di un altro soltanto perché i genitori sono immigrati dalla Castiglia o dall'Andalusia.
Se anche fosse vero, comunque, credo che questo dica molto sul movimento indipendentista in sé; non ha molto senso tentare di affermarsi come corrente inclusiva e trasversale e sostenere che la Catalogna indipendente è per tutti se poi riesce a far presa solo sui ""catalani purosangue"" e se fa distinzione tra "catalani veri" e "catalani finti"; tanto vale gettare la maschera ed abbracciare definitivamente l'identità di movimento settario ed intrinsecamente divisivo, come quello nordirlandese (per esempio).
E' peraltro uno dei motivi per cui sono convinto che Barcellona sia destinata al declino: finora infatti era riuscita con gran successo a vendersi come una città cosmopolita, inclusiva, dove chiunque poteva trovare il proprio spazio, integrarsi e sentirsi a casa; catalana, spagnola, europea, ma senza che queste identità fossero un motivo di esclusione per qualcuno; adesso, purtroppo, non è più così. A Montreal del resto è successa la stessa cosa.
Ultima modifica di nevearoma; 08/01/2018 alle 17:42
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Parlando di "separazioni":
Repubblica Ceca | Slovacchia | Cecoslovacchia | Un divorzio che ancora brucia
D'altronde, visti proprio gli esempi di Irlanda, Québec, Croazia, non credo che possa essere diversamente: dipende anche quanto "catalani" si sentano i castigliani (o discendenti di). D'altra parte il nazionalismo, nessuno escluso, si è sempre distinto per l'emarginazione, assimilazione, espulsione o peggio, delle minoranze.
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