Concordo, ma il problema poi è sempre lo stesso come anche nel 2006. A destra abbiamo una coalizione eterogenea di politicanti che però rappresenta un elettorato più o meno omogeneo; a sinistra un cartello elettorale che sembra un'armata brancaleone sia come politici, che come programmi, che come elettori, ed il cui unico fine è conquistare il potere per impedire che l'altra parte lo abbia. Si può discutere che ciò sia bene o male (a destra non sono tutti "presentabili" - ma nemmeno a sinistra), ma non si può discutere che oggettivamente sia un'alleanza fragile e senza un vero ed ampio progetto politico.
Comunque il declino di quell'area politica per varie ragioni (non solo di alleanze elettorali), è in linea col resto d'Europa, per una volta che anche l'Italia segue i trend europei
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Una (pesante) critica al Jobs Act, ma anche un'indicazione che Berlusconi non ha tutti i torti, nel volerlo abolire e voler invece concentrarsi sul taglio dell'IRPEF e dell'IRAP (e le risorse ci sono):
Occupazione drogata dagli incentivi, cosi il governo ha sprecato 70 miliardi di euro – Business Insider Italia
Personalmente, non sono contrario al Jobs Act, ma gli trovo due grandi difetti che vanno superati quanto prima:
- come dice l'articolo, non è una vera misura strutturale, ma rimane nello spirito degli "incentivi a pioggia";
- sui contratti non è retroattivo, e soprattutto non si applica al pubblico impiego (se non erro).
Insomma non è la riforma epocale che è stata spacciata, ed è ampiamente migliorabile, pur essendo un buon punto di partenza.
Il buon Seminerio lo ripete da anni: misure temporanee non servono a una beata fava. Statisticamente ti danno picchi anomali e poi finiti si torna esattamente al punto di partenza.
Ma gli statisti de noantri ancora non l'hanno capito dopo circa 40 anni...
"Retroattivarlo" mi sa che sia impossibile. Sul secondo punto meglio che non mi esprima ulteriormente...
Diciamo anche che chi in teoria doveva ispirarsi alla flexicurity con questa "riforma" per ora è riuscito ad arrivare a fatica alla quinta lettera...
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27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Mi è appena capitato sott'occhio questo.
Ecco quanto potrebbe costare l’introduzione della flat tax - Il Sole 24 ORE
Sorvolando sulla parte deliri da campagna elettorale mi sono soffermato sulla proposta "Bruno Leoni" per qualcosa di simile alla flat tax.
<<In questo caso l'aliquota è al 25%, ma oltre all'Irpef riguarderebbe la tassa sulle società (Ires, oggi al 27,5%), l'Iva (oggi oscilla dal 10 al al 22% a seconda dei beni a cui è applicata) e la tassa sui redditi da attività finanziarie (oggi in genere al 26%).>>
A naso mi sembra decisamente ambizioso, ma chi sono io...
<<La deduzione di base sarebbe a 7mila euro, nel nuovo sistema scomparirebbero Imu e Irap, e un aiuto (il «minimo vitale») differenziato per territorio aiuterebbe chi non ce la fa. Lo stesso Bruno Leoni spiega che i conti tornano a tre condizioni:>>
Già qui "l'aiuto per chi non ce la fa" sembra qualcosa di vago e in quanto tale non quantificabile. Andiamo avanti.
<<l'addio ai tanti pezzetti di welfare accumulati in modo disordinato negli anni (sostituiti dal «minimo vitale»)>>
Ah ok. Quindi siamo ad una modifica a costo zero. Ma anche a recupero zero...
<<l'esclusione della gratuità dei servizi (per esempio la sanità) per i ceti più abbienti>>
E qui sì che siamo sul vago. Esclusione totale? Parziale? I ceti più abbienti chi sono? I ricchi da 30K Euro l'anno di RAL? E comunque vorrei far notare che la voce "compartecipazione alla spesa sanitaria" (che è esclusione della gratuità dei servizi) vale già oggi per molti, ma molti molti...
<<e un taglio strutturale alla spesa pubblica per quasi 70 miliardi (quattro punti di Pil).>>
E qui inevitabilmente mi è partita la risata...
<<Proprio il taglio della spesa pubblica e il ripensamento degli sconti fiscali sono le incognite principali che pesano sulle proposte della campagna elettorale. [...]>>
Dai... Non l'avrei mai detto...
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27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
In realtà, se esempio da 10 detrazioni passi a 1 a pari costo nominale, i costi reali comunque scendono perché fai e soprattutto fai fare meno lavoro (anche se non è sempre precisamente e finanziariamente quantificabile). Solo che quel che ci guadagniamo noi, qualcun'altro lo perde: manderemmo in recessione i funzionari delle entrate e i commercialisti
Il problema della spesa pubblica italiana è anche che, pure laddove essa dovrebbe essere flessibile, è invece rigidissima; per recuperare 10-20mld€, ad esempio, che vuol dire all'incirca l'1.5-2.5% della spesa pubblica totale, bisogna ogni volta inventarsi una manovra... In un bilancio civile, 70mld€ cioè il 10% circa potrebbero essere recuperati, non dico facilmente, ma sicuramente sarebbe possibile; in Italia sono le fatiche di Ercole, applicate a Sisifo.
L'unico modo che vedo oggi per farlo, e infatti è sempre fallito, è quello federale: federale vero, senza trasferimenti statali (ma con autonomia finanziaria degli enti locali), letteralmente scaricando sulle comunità sia le spese che i funzionari. Comunità che poi, con trasferimenti nulli (ovvero, solo pochi e mirati fondi destinati a progetti specifici o a situazioni di grave disagio) ma soprattutto con controllo vicino e diretto della spesa pubblica, avranno miglior gioco a ridurre una macchina spezzettata che un unico moloch. Con un'unica regola: al 3° anno consecutivo di "rosso", decadenza, ineleggibilità e commissariamento della giunta locale. E un grosso dubbio, come effetto collaterale: un periodo di 5-10 anni con ritmi di crescita "cinesi" nelle grandi regioni del Nord, e crisi "greca" nel Sud (pur moderata da alcuni interventi specifici).
Negli anni fra il 2008 ed il 2014 il sud Italia è stato la macroarea europea che ha perso più ricchezza procapite in Europa,dopo appunto la Grecia.A sto' punto,tanto valeva rischiare...
D'altronde,dal 2001 in poi, tranne che per due anni,al governo c'è stata una coalizione che si riempiva la bocca col federalismo mane e dì ma in concreto ha fatto più passi indietro che passi avanti rispetto alla (stupidamente deprecata) legislazione Bassanini di fine anni 90'.
Se la maggior parte se non la quasi totalità è spesa corrente, leggasi stipendi e pensioni, la realtà è che hai da comprimere poco o nulla.
E in un Paese dove il posto pubblico è stato a lungo utilizzato come ammortizzatore sociale tagliando le consulenze sicuramente tagli qualche mancetta agli amici degli amici, ma sicuramente svuoti anche le competenze...
Ovviamente tutto e rigorosamente IMHO, che vedo solo la guerra termonucleare come soluzione ai problemi del Paese...
Ah... Non sono nemmeno sicuro che un modello federale estremizzato avrebbe come conseguenza quella di lanciare per qualche tempo la crescita del N a ritmi cinesi. Ho invece l'impressione che se un anno andasse così quello dopo inizierebbe a perdere colpi per "sudizzazione" del modello...
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