E sicuramente sarà colpa della Merkel...
La prossima crisi in Eurozona? La sostenibilita del debito pubblico in un paese - Phastidio.net
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Intanto queste cose non le sentiremo mai in una campagna elettorale:
Embraco e le altre: la difficile gestione delle crisi aziendali | F.Schivardi
Articolo SOMMO,a mio avviso
"Ci sono due aspetti dietro il rischio-delocalizzazione, che è utile tenere distinti.
In primo luogo, ci sono casi in cui le multinazionali sono attratte da regimi fiscali di favore. Non c’è dubbio che il dumping fiscale sia una pratica assolutamente negativa, tanto più all’interno di una comunità come dovrebbe essere l’Unione europea. La battaglia per l’armonizzazione dei regimi fiscali e contro l’uso di incentivi per attirare produzioni da altri paesi è giustissima. Altrettanto giusto sarebbe promuovere sempre di più una tutela comune dei lavoratori, inclusa un’assicurazione contro la disoccupazione europea.
Meno giusto è dire che un paese con costo del lavoro più basso fa di per sé stesso competizione scorretta. Generalmente, il costo del lavoro è più basso perché il paese è più povero. Una nazione più povera sfrutta il proprio vantaggio comparato: una forza lavoro poco costosa. È il modello tipico di sviluppo dei paesi poveri. È stato il meccanismo alla base del miracolo economico italiano, che ci ha permesso di fare un salto enorme in termini economici e sociali in meno di due decenni. E anche l’industrializzazione del tessile di Prato, dei distretti meccanici veneti o calzaturieri marchigiani è avvenuta a spese di lavoratori addetti in produzioni simili nei paesi allora più avanzati dell’Italia.
C’è anche un altro punto collegato. Il tema principale del dibattito pubblico italiano è l’immigrazione. Una ricetta che va per la maggiore è “aiutiamoli a casa loro”. L’idea è che lo sviluppo “a casa loro” riduca le pressioni migratorie. Ma per svilupparsi, i paesi più poveri non hanno alternativa a che produrre beni a basso valore aggiunto, principalmente per l’export verso i paesi ricchi. Quindi, o si accettano i flussi migratori o si accetta il fatto che i paesi di origine si sviluppino. In alternativa c’è solo l’autarchia: muri e barriere al commercio.
È inevitabile che nei paesi meno sviluppati la produzione di beni a basso valore aggiunto crescerà. Adoperarsi per mantenere indefinitamente queste produzioni in Italia è come tentare di tappare falle che si aprono in continuazione in uno scafo ormai vecchio. È necessario rifare lo scafo. L’Italia deve aggiornare il suo modello di sviluppo e spostarsi progressivamente su produzioni a più alto valore aggiunto e con maggiore contenuto di capitale umano. La competizione diretta con i paesi a basso costo del lavoro è una partita persa in partenza, a meno di non ridiventare anche noi un paese a basso costo, cioè povero".
Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto firmano col governo l'accordo preliminare per l'autonomia:
Autonomia, firmato accordo preliminare
Zaia: <<Questa e una giornata storica>>
Non so cosa ne uscirà davvero (ad esempio il Veneto chiede di più, in ogni senso), ma credo che si inserisca bene nella progressiva cessione di potere dal centro verso le periferie. Effetto paradossale dell'era digitale e dell'Europa unita.
A proposito di discese verso gli abissi
Tre ministre pesanti per Luigi Di Maio. Giannetakis all'Interno, Del Re agli Esteri, Trenta alla Difesa
Il problema è Roventini all'Economia: è un neokeynesiano statalista e neo-nazionalizzatore,che farebbe scappare investitori e detentori di asset italiani alla velocità del suono. Varoufakis sembra un uomo assennato,al confronto,Fassina un neoliberale.
Qualcuno velocizzi l'arrivo del meteorite
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prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
Le guerre commerciali(che sono cosa diversa dal contrasto doveroso alle pratiche di dumping commerciale)sono la dimostrazione(ennesima) che l'umanità ogni tanto ama mettere la retromarcia e tornare agli errori del passato. Il ricorso ai dazi ed alle dogane,addirittura fra Paesi occidentali ed alleati, è la riedizione di quella corsa protezionistica che aggravò la crisi del 1929
Europe’s firm response to stop short of trade war with Trump
forze antisistema e antieuropa delle lobby > 50%
Mi sà che i mercati ce la faranno pagare.
Al limite si ritornerà a votare, ma rafforzandole, un cul de sac.
L'unica soluzione un governo fatto con transfughi al gruppo misto, ma contraddittorio al suo interno e molto traballante, forse anche nei numeri.
In ogni evenienza buona fortuna Italia
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