Ormai il sud Italia nell'UE è meno povero,a livello di reddito procapite(ma l'HDI sta seguendo,come evidenziato dal Corriere del Mezzogiorno), solo della gran parte delle regioni bulgare,di 3/4 greche,della quasi totalità di quelle rumene,di una sola polacca(che però lo sorpassera a breve),di varie croate e di qualcuna ungherese.
E' altamente probabile che in pochi anni solo l'Epiro greco e qualche rumena,bulgara,ungherese e croata farà peggio (in particolare) di Campania,Calabria,Basilicata e Sicilia quanto ad indicatori economici principali.
Le stesse regioni portoghesi sono tutte avanti al sud Italia,a differenza di quanto accadeva nel 2007.Anche Lituania e Lettonia stanno meglio di noi.
Il sud sta vivendo una deriva mediterranea,che molti degli eletti dichiarano apertamente di voler assecondare,a quanto sembra.Ma certo non è iniziata oggi.
P.s. Totalmente smentita la previsione che si faceva nel 2003/04,quando si paventava che i fondi UE sarebbero stati persi dalle regioni del sud Italia,perché più ricche di quelle degli Stati aderenti.Non è andata così,perché il sud Italia è sprofondato in modo ellenico.
E' così solo se consideri il PIL pro capite PPA, che non solo è una misura completamente inutile ma in ogni caso non misura il reddito pro capite (come anche il PIL in generale).
Comunque non cambia granché, con le tendenze attuali ci si arriverà presto anche nel nominale.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Avete dati sul salario mensile nelle regioni del sud Italia? Così si può fare un confronto con gli altri paesi List of European countries by average wage - Wikipedia
No,scaglionati per regioni o macroregioni non si trovano.Non resta che far riferimento al reddito procapite nominale,visto che anche l'HDI è per nazioni(e anche qui l'Italia nel suo complesso non sta facendo faville,dopo il sorpasso spagnolo e quello sloveno possiamo aspettarci quello di Israele e Repubblica Ceca).
1) la copertura: lo paghiamo con più tasse sulle imprese che producono ricchezza = trasferimento, l'ennesimo, di ricchezza da chi la produce a chi la consuma;
2) l'idea di fondo è che se io non lavoro quando mi hanno licenziato percepisco un reddito temporaneo praticamente simile o quasi a quello che percepivo prima. Allora sai che c'è? Che se non ho voglia di lavorare faccio di tutto per farmi licenziare così posso stare a casa a prendermi il reddito di cittadinanza...finchè magari mi riassumono dopo la 2° offerta lavorativa proposta, a quel punto posso farmi ricacciare di nuovo e vivere alle spalle degli altri.
Spesa pubblica = VIVERE ALLE SPALLE DI CHI PRODUCE.
Diminuzione della spesa pubblica e della pressione fiscale = più libertà di scelta, privilegiare il risparmio (che è il vero motore dell'economia) rispetto al consumo, dare ad ognuno ciò che si merita secondo i consumatori e non secondo qualche personaggio egocentrico avellinese.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Il problema del M5S non è solo politico, è un problema di mentalità.
E' quella che io definisco "la mentalità italiota", spesso fomentata dalla sinistra dagli anni Settanta in avanti.
Ragazzini che crescono, diventano maggiorenni, fanno le scuole dell'obbligo/università che sia e poi, quando c'è da ruggire e tirare fuori gli attributi per entrare nel mondo del lavoro ecco che inizia lo sport nazionale: il puntare il dito. Anzitutto, tanto per cominciare, se non trovo lavoro, è colpa di qualcun altro (mai mia): è colpa del Governo, del partito di XY che ha aumentato le imposte per quello, del partito Z che ha fatto quest'altro, del governo precedente, del governo in carica, della mancanza di sussidi, della politica che non fa niente per il mondo del lavoro, dell'inquinamento, ecc.ecc. E così, il medio italiota cresciuto nella bambagia sinistroide anni '70-80 e '90 si sente solo, accerchiato, umiliato. Lo Stato non lo aiuta, non gli dà un reddito, non gli trova un lavoro (perchè è lo Stato che deve trovarci un lavoro! Saremmo mica noi a doverlo cercare? Ma non scherziamo!), la classe politica fa tutta schifo perchè sono tutti attaccati alle poltrone, e voglio la mamma. Perchè sì, manda i curriculum, però lì si guadagna troppo poco, lì si lavora i weekend (lavorare i weekend? Ma poi come faccio? Gli amici, la fidanzata? E la partita a bocce della domenica? E gli apericena del sabato sera?). Una mentalità diffusa e radicata nella quale si pretende tutto, e non si rinuncia a nulla. La mentalità nella quale tutto è dovuto ed è sempre colpa di qualcun altro.
E in questo clima che germogliano i semi della deficienza, della mollezza, perchè lavorare e/o cercare lavoro è una faticaccia.
Non c'è più la mentalità classica nella quale sono cresciute tutte le generazioni passate: se vuoi qualcosa devi sforzarti, devi faticare e devi lottare per ottenerlo. Nessuno nega che l'economia globale e il mondo del lavoro siano cambiati, ci mancherebbe. Ma se non si entra in quest'ottica la disoccupazione non calerà mai.
Lou soulei nais per tuchi
Sintesi perfetta.
E il motivo è quello: assistenzialismo a manetta, welfare State GIGANTESCO e fatto dai politici di ogni colore degli anni '70,'80 e '90 per comprare voti e consenso. Mentalità per cui ogni problema necessita della soluzione da parte del Governo. Mentalità per cui piuttosto che darmi da fare e aprire qualcosa per conto mio meglio un bell'impieghetto sicuro (x quanto? ) in un ufficio pubblico, seduto su una comoda cadrega a farmi pagare dal contribuente per fare cose burocratiche e inutili.
Oggi sento, e lo sento anche da diversi miei amici, che il motivo per cui buona parte dei giovani fondamentalmente ha poca voglia di darsi da fare, vero o non vero che sia, è che non c'è più la leva militare obbligatoria, ragion per cui secondo loro andrebbe re-introdotta. Una corbelleria pazzesca secondo me. La vera ragione è lo stato sociale mammone e assistenzialista che serve ai politici per comprare il consenso.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
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