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  1. #22461
    Vento fresco
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Diciamo che la "Brexit" non avrà nessun grave effetto macro-economico (soprattutto sulla bilancia commerciale) fino a quando la Gran Bretagna sarà, come è ora, perfettamente integrata nell'area di libero scambio... non a caso la May non sa più che pesci pigliare nel tentativo di tenere il piede in due scarpe, ossia la piena integrazione del mercato britannico in quello dell'UE e le eventuali limitazioni alla libera circolazione delle persone e questo perché, una parte minoritaria ma consistente dell'elettorato conservatore, quello che si era spostato verso l'Ukip negli ultimi 10-15 anni, non vuole la libera circolazione dei cittadini UE e vorrebbe rimandarli tutti a casa dalla sera al mattino... tra l'altro qualora la GB non riuscisse a negoziare l'uscita probabilmente le condizioni di molti lavoratori britannici peggiorerebbero: in primis perché il calo delle esportazioni influirebbe comunque sull'economia del Regno Unito, in secondo luogo perché per ragioni strutturali (bassa produttività sia del manifatturiero, sia di una parte consistente del terziario) i britannici sarebbero costretti a fare "dumping salariale", se poi vogliano farlo comprimendo al massimo la contrattazione salariale o attraverso "svalutazioni competitive" della sterlina non è dato saperlo, di certo le svalutazioni sono una strada facile, se si ha la "sovranità" monetaria, peccato che rendano difficili gli investimenti in innovazione e ricerca e quindi riducano ulteriormente i margini di competitività...

  2. #22462
    Bava di vento
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    La germania non può certo permettersi di mettere a rischio il suo lauto surplus aggregato, tantomeno con la brexit, la ebete may farà la brava e troveranno un accordo vantaggioso per entrambi

    Per trump forse ci vorrà qualcosa in più, angela potrebbe anche giocare la carta della seduzione
    10-p45-Will-There-be-a-Trade-War-4-01.png

  3. #22463
    Josh
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Friedrich 91 Visualizza Messaggio
    Va bene, allora ci mettiamo magari anche il fatto che il PIL pro capite cresce costantemente da 6 anni. Di certo non mi appare un quadro di disastro macroeconomico, poi fra l'altro i salari reali sono caduti dopo il referendum sulla Brexit, a causa della svalutazione della sterlina (ma va anche detto che se c'è una minor disoccupazione è anche x quello...).
    Il vero problema del Regno Unito, al quale state gufando tutte le peggiori cose possibili, è piuttosto la produttività stagnante.
    Nessuno dice che il Regno Unito("Unito" famo per dire ) sia la Grecia.Ci domandiamo il senso di questo grandioso parto della sovranità popolare e ci meravigliamo che un liberale(sia pure teapartista,cioè non antipatizzante di quei trogloditi fondamentalisti religiosi delle pianure texane) non si renda conto che far votare il popolo sull'adesione ad organizzazioni internazionali che hanno implicazioni in gran parte tecniche è roba che mi aspetto da un esponente dei due partiti vincitori alle elezioni italiane e che uno dei punti di forza della nostra Costituzione è proprio l'aver sottratto alla pancia ciò che dovrebbe essere pertinenza della testa.

  4. #22464
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Josh Visualizza Messaggio
    Nessuno dice che il Regno Unito("Unito" famo per dire ) sia la Grecia.Ci domandiamo il senso di questo grandioso parto della sovranità popolare e ci meravigliamo che un liberale(sia pure teapartista,cioè non antipatizzante di quei trogloditi fondamentalisti religiosi delle pianure texane) non si renda conto che far votare il popolo sull'adesione ad organizzazioni internazionali che hanno implicazioni in gran parte tecniche è roba che mi aspetto da un esponente dei due partiti vincitori alle elezioni italiane e che uno dei punti di forza della nostra Costituzione è proprio l'aver sottratto alla pancia ciò che dovrebbe essere pertinenza della testa.
    Il referendum in sé non è uno strumento sbagliato. Il problema è l'uso che ne fa certa classe politica (quella che tu chiami testa...) e il servilismo dell'informazione mainstream.
    Nel caso specifico, una parte politica ha fatto una campagna referendaria basata su autentiche balle e gran parte dell'informazione la supportava in modo acritico (BBC in primis). Bastava un'informazione più bilanciata e non si sarebbe arrivato a questo.

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  5. #22465
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Io nella vicenda "Brexit" noto questi aspetti:

    1) l'uscita dalla UE è prevalsa nel voto degli anziani;
    2) l'uscita dalla UE è prevalsa tra i ceti popolari delle grandi aree urbane;
    3) l'uscita dalla UE è prevalsa (con scarsa differenziazione censuale e più attenuta differenziazione anagrafica) nelle aree rurali, insomma quella che noi italiani chiameremmo "La provincia".

    Guarda caso l'elettorato che si è espresso per l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea è quello che ha cominciato a pagarne i primi prezzi e quello che probabilmente ne sconterà le maggiori conseguenze di lungo periodo (erosione salariale, compressione dei consumi)... Sarò in contro-tendenza, ma non ci vedo uno scontro tra "Elites" e "Popolo", ma solo uno scontro tra due "Elites" che sottintende due precisi modelli: uno economicamente aperto, politicamente inclusivo, ma difficile da governare e tendenzialmente utopistico, uno economicamente chiuso, politicamente esclusivo, ma facile da governare (grazie alla compressione delle libertà personali e politiche e con l'accentramento progressivo dei poteri nelle mani di un'unica autorità, secondo un modello di democrazia plebiscitaria o illiberale che è quello di Putin e Orban).

    In questa fase storica sta affermandosi il secondo modello, nelle sue varie graduazioni, lievi dove le isituzioni possiedono un sistema di garanzie, atto a contrastare tentazioni plebiscitarie (USA e GB) e dove lo stato è comunque relativamente "leggero", pesanti dove lo stato era già accentratore... In generale dai prossimi anni e dai prossimi 2 o 3 decenni mi attenderei una progressiva trasformazione, in senso sempre più autoritario, delle istituzioni politiche. Anche se credo che USA e GB resteranno comunque nazioni democratiche e (relativamente) liberali non sono mica sicuro che lo resteranno molte altre nazioni del vecchio "Mondo Libero".

    Un fantastico laboratorio, esempio del futuro che potrebbe invece attendere molti paesi (anche del nostro continente, soprattutto ad est e a sud) è il Venezuela di Chavez e Maduro: uno stato un tempo ricco, seppure con gravi squilibri sociali e macroeconomici, trasformato in un posto in cui si muore letteralmente di fame, ma in cui nessuno protesta più, perché tutti quelli che non sono scappati o non sono finiti in galera, sono ormai "clientes" dello Stato, un paese in cui la corruzione è il principale motore di consenso e in cui, per controllare meglio la società, vige un perpetuo "Stato d'Eccezione"...

    Un altro esempio interessante è l'attuale Messico di Enrique Peña Nieto, in cui non solo clientelismo e corruzione sono leve di governo, ma vi è una saldatura ormai completa tra stato e criminalità organizzata, per cui non c'è nemmeno bisogno di proclamarlo lo Stato d'Eccezione, perché è già nei fatti... Ambedue potrebbero raffigurare l'avvenire dell'Italia (o di una parte di essa) tra qualche decennio...
    Ultima modifica di galinsoga; 28/03/2018 alle 10:38

  6. #22466
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Ancora con questa storia degli anziani? Ha prevalso il voto degli anziani perché i giovani non ci sono proprio andati a votare, quindi inutile che incolpate gli anziani adesso.

  7. #22467
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Fabio Volcano Visualizza Messaggio
    Il referendum in sé non è uno strumento sbagliato. Il problema è l'uso che ne fa certa classe politica (quella che tu chiami testa...) e il servilismo dell'informazione mainstream.
    Nel caso specifico, una parte politica ha fatto una campagna referendaria basata su autentiche balle e gran parte dell'informazione la supportava in modo acritico (BBC in primis). Bastava un'informazione più bilanciata e non si sarebbe arrivato a questo.

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    Sono in parte d'accordo e in parte meno, ho seguito un po' della campagna per il referendum sulla Brexit e fondamentalmente ho notato un'asimmetria tra gli argomenti portati dal fronte pro "Exit" e quelle del fronte pro "Remain"...

    Al netto del "catastrofismo" su cui comunque l'insistenza dei sostenitori del "Remain" è aumentata, solo quando la sconfitta è diventata da "improbabile" a "possibile".

    Di fatto il fronte del "remain" ha fornito motivazioni "deboli", in quanto abbastanza "realistiche" (si resta dentro per migliorare la posizione del Regno Unito nell'UE e per governare un processo di globalizzazione che non può essere arrestato) mentre il fronte pro "Exit" ha puntato su argomentazioni di natura prettamente "emotiva" ("Se usciamo non avremo più lavoratori UE disposti a lavorare per stipendi bassi", "Se restiamo ci toccherà accogliere gli immigrati che stanno arrivando dal Nord Africa e dal Medioriente, che porteranno caos e terrorismo", "Se usciamo abbiamo il Commonwealth e abbiamio saldissime relazioni con gli USA, per cui possiamo pensare di tornare come ai tempi dell'Impero, "Se usciamo diminuiranno costi, burocrazie e questi vantaggi compenseranno la perdita di fondi europei", in ultimo cose abbastanza inverosimili del tipo "Il Regno Unito è un contributore netto dell'UE, quindi possiamo uscire senza dover pagare nulla"...)...

    Quando da un lato fai promesse poco allettanti ma realistiche e hai come controparte chi prospetta cose inverosimili, ma allettanti, hai già perso la competizione elettorale. Inoltre probabilmente hanno pesato anche il cinismo di Corbyn e dei Laburisti e il loro desiderio di non rafforzare le posizioni di un Cameron impegnatissimo sul fronte del "Remain", da cui dipendeva il suo futuro politico... Insomma i laburisti hanno semplicemente ritenuto che esporsi troppo su questioni così divisive in una fase di debolezza elettorale del partito non convenisse più di tanto... Quindi i Laburisti hanno ragionato in termini di "tanto peggio-tanto meglio" e sono stati premiati, anche in termini elettorali, da questo atteggiamento... Addirittura hanno regolato alcuni conti interni al loro partito, lasciando che si esponessero per il remain gli esponenti "blairisti", cosa che ha ulteriormente giovato a Corbyn...
    Ultima modifica di galinsoga; 28/03/2018 alle 11:04

  8. #22468
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da paxo Visualizza Messaggio
    Ancora con questa storia degli anziani? Ha prevalso il voto degli anziani perché i giovani non ci sono proprio andati a votare, quindi inutile che incolpate gli anziani adesso.
    Prima leggere e poi commentare. Grazie.

  9. #22469
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da paxo Visualizza Messaggio
    Ancora con questa storia degli anziani? Ha prevalso il voto degli anziani perché i giovani non ci sono proprio andati a votare, quindi inutile che incolpate gli anziani adesso.
    Diciamo che, se proprio vogliamo essere cinici e un po' cattivi, non sarebbe corretto che il voto degli anziani pesi quanto gli altri.
    Non trovo giusto che chi ha 80 anni e ha già vissuto quasi tutta la sua vita, e gli resta "poco" (con tutto il rispetto eh, non fraintendetemi) possa decidere quanto una persona di 20-25-30 anni: è sulla sua testa che si sta giocando

    Se si indicesse un referendum nel quale si chiede "Volete portare tutte le pensioni come minimo dai 3.000 euro al mese in su?" visto che metà Italia è fatta da anziani, probabilmente vincerebbe il SI', e dunque lo Stato si svenerebbe per pagare pensioni abnormi. Poi tra 5-10 anni collassa su se stesso e crolla tutto, ma intanto per quegli elettori chissenefrega magari non ci sono già più.
    Poi io mi spingo ancora oltre e magari sarò estremista, ma sono decisamente contrario al suffragio universale e al 90% contrario ai referendum (tranne in pochissimi casi e anche qui con serie restrizioni e requisiti per parteciparvi).
    Sono fermamente convinto che almeno il 70-80% dei cittadini con diritto di voto non ha la più pallida idea di cosa sia meglio per loro.
    Sono un po' come i bambini. I bambini vogliono prendere le medicine, che sono amare? Vogliono farsi mettere le supposte? Assolutamente no. Però, se potessero scegliere loro, probabilmente morirebbero di influenza nei primi anni dell'infanzia. E quindi non li si ascolta: si prende la medicina e basta, senza discussioni, perché qualcuno "sopra" sa cosa è meglio e cosa no.
    Per questo auspico un governo meno democratico e più tecnocratico (nel senso guidato da tecnici/gente del mestiere, che sa cosa fare). Lo stesso classico principio per il quale se ho la macchina che non funziona vado dal meccanico e non dal panettiere, e se ho male ad un ginocchio vado dal medico e non dal commercialista.
    Perché in una cosa delicata come la politica nazionale e internazionale dovrebbero pronunciarsi e decidere persone che non sanno assolutamente niente?
    Lou soulei nais per tuchi

  10. #22470
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Persone che hanno votato:
    18-24: 36%
    25-34: 58%
    35-44: 72%
    45-54: 75%
    55-64: 81%
    65+: 83%

    Cosa hanno votato:
    18-24: restare-64% uscire-24%
    25-49: restare-45% uscire-39%
    50-64: restare-35% uscire-49%
    65+: restare-33% uscire-58%

    Quindi non si tratta neanche solo di anziani, (50-64 anni non sono anziani per me). Dei giovani non c'è molto da dire, si quelli che hanno votato volevano restare in UE ma hanno votato in pochi.

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