Dovrei riuscire a farlo coi disegnini, perché l'elettore medio (italiano o britannico) fugge di fronte a qualsiasi cosa abbia una minima formalizzazione matematica... diciamo che per me dovrebbero istituire un Nobel speciale, che mi farei direttamente consegnare da Renato Brunetta...
Sì, ho esagerato, avrei dovuto rispondere che, di fronte quel tipo di scenario, sono convinto che non ci sarebbe nessun commissariamento. Per me se ci trovassimo nuovamente di fronte a una crisi dei debiti sovrani, come quella del 2011, la via Argentina, dopo 5 anni di demagogia sui conti pubblici, sarebbe bella aperta e spianata, soprattutto con una maggioranza formata da M5S + Lega + FdI e pezzi sparsi di FI. Chi ha preso voti proponendo cose irrealistiche forse può elettoralmente sopravvivere facendo molto meno di quello che ha promesso (anche se quel "meno" fosse quasi nulla), ma certamente sparirebbe se fosse costretto (dalla Trojka e dal FMI) a fare cose radicalmente opposte, tipo tassare ferocemente i patrimoni e i consumi, mantenendo inalterata la tassazione sui redditi e tagliando in modo radicale le prestazioni del Welfare...
Ultima modifica di galinsoga; 28/03/2018 alle 16:04
prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
è la fissità del cambio in area euro ad obbligare a comprimere gli stipendi per restare competitivi, visto che per noi l'euro è una moneta forte mentre per altri è svalutata a noi ci tocca abbassare gli stipendi quando altri lo hanno già fatto (riforme hartz)
Occhio che la Germania, nonostante le riforme Hartz 1-4 continua ad avere salari nominali lordi tra i più alti dell'intero continente, inoltre ha politiche attive del lavoro e di sostegno al reddito che noi non abbiamo e nemmeno potremmo permetterci. Il cambio fisso è un problema solo se sei un paese con produttività stagnante o in calo, tant'è che negli anni '80 (Governo Craxi, 1983/87) quando la produttività italiana cresceva a ritmi sostenuti (fu un ultimo intenso sussulto), si pensò di passare a una "Lira pesante" per compensare i problemi legati alla moneta nazionale debole, a partire da tassi d'inflazione, che all'inizio di quel decennio erano ancora a 2 cifre... Come ben sai in un paese con alta inflazione non solo si ha perdita di potere d'acquisto per i percettori di reddito fisso, ma anche le imprese manifatturiere che lavorano "semilavorati" (ossia quasi tutte) devono scontare prezzi in costante aumento e quindi quello che viene recuperato sul fronte della spesa salariale, rischia di essere perso su quello dei costi di approvigionamento, se poi ci aggiungi il fatto che abbiamo costi dell'energia tra i più alti del continente hai un quadro completo sull'utilità della moneta debole in regime di concorrenza globale. Tra l'altro leggendo molte opinioni, anche informate, sul problema italiano della bassa produttività si ha l'impressione che questa sia legata unicamente all'introduzione del cambio fisso (gennaio 1998) quando in realtà i problemi di produttività italiani risalgono ad almeno un decennio prima e sono in parte attribuibili alle svalutazioni "competitive" attuate negli anni '70...
Ovviamente un cambio di "scala monetaria" come quello immaginato da Giuseppe Maria Liberto e sostenuto da Craxi non trasforma una moneta "debole" in moneta "forte", ma aveva indubbi effetti psicologici, non ultimo quello di sottintendere l'idea di una stabilizzazione del cambio tra lira e altre valute ed era quello su cui puntavano i promotori...
Aggiungo anche che pensare di tornare alla moneta debole (svalutando l'euro o introducendo una nuova valuta, "sostitutiva" o "parallela") per far fronte alla bassa produttività e magari tornare alle svalutazioni competitive rischia di portarci alla piena attuazione di quella che Paolo Pini (UniFE) chiama "Regola di piombo per la distribuzione del reddito":
La “regola di piombo” sui salari di Mario Draghi | Keynes blog
Ultima modifica di galinsoga; 28/03/2018 alle 21:30
Sono d'accordo.Aggiungo quel che un analista francese osservava ad una trasmissione radiofonica,giusto una settimana fa: è difficile pronosticare per un (probabile) governo M5S + Lega uno scenario "alla Syriza".Ossia,prima fase di opposizione latente nei confronti delle istituzioni UE ed del FMI,per poi accettare obtorto collo le loro ricette, pagando il prezzo politico della scissione dell'area più radicale e su posizione kirckneriane,come è successo a Syriza nel 2015.Infatti,quest'ultima era l'unico partito radicale(e con venature "gentiste") al governo,mentre in Italia,nello scenario in questione,i partiti di tal fatta sarebbero due e si spalleggerebbero a vicenda. In Grecia,sia nel 2015 che alle elezioni di inizio 2016, il fronte "gentista" non aveva preso quasi il 65% dei consensi come in Italia il 4 marzo scorso,per cui era sì forte ma aveva come antagonista il centrodestra che non era nelle drammatiche condizioni di quello italiano,in quanto non aveva subito l'OPA ostile della sua componente radicale.Insomma,l'Italia rischia 1000 volte di più una deriva argentina(intesa come kirchneriana)rispetto alla Grecia del 2015 e/o al Portogallo del 2016.
Sì,in caso di default si innescherebbe quel detonatore formidabile che è il tracollo economico e che ha funzionato benissimo per la Jugoslavia, Con l'inflazione alle stelle ed il dinaro che è diventato carta straccia,la Slovenia ha scoperto la passione per il tallero e le radici mitteleuropee...tutto quello che fino al 1987/88 era latente,è diventato pressante.
Ti dico di più: i neorborbonici in fondo ci sperano e puntano francamente a separare prima l'Italia dall'Europa occidentale,perché poi separare le 3 Italie sarà più semplice e verrà quasi naturale.
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