Dal 2013 in poi, è successo che dapprima gli italiani in maggioranza hanno voluto sperimentare un populista soft,che con trame,slealtà e furbizie si è preso il governo del Paese,facendosi incoronare alla prima elezione utile.Poi si sono scocciati anche di lui,con la stessa umorale velocità con cui se ne erano invaghiti e sono passati a voler provare il populismo hard.
Dopo un anno,si scocciano di qualunque governo ma la loro stessa umoralità li porta a dare seconde,terze,quarte e pure quinte occasioni a chi hanno desiderato di disarcionare(vedi elezioni del 2008).
Gli eletti non sono molti diversi dagli elettori.
Molto interessante questo topic, soprattutto tenendo conto che l'economia è uno dei miei tanti interessi (sono tra l'altro anche laureato in questa materia. all'Università di Siena).
Probabilmente lo avrete già indicato nei vari posts. ma il problema più grande è stato sicuramente la globalizzazione...
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
I modelli fanno e disfanno. I santoni del web cianciano.
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Non ci si vuole sentire.
Tuttavia, ritengo che eliminare per il futuro tutto ciò che era corredo di un'Italia che fu (più correttamente: di un'Italia che si fantasticava che fosse) non può prescindere anche da un drastico intervento - di buon senso, per la pace sociale e l'equità - sui privilegi acquisti. I morti sono morti. Ma tra vivi bisognerebbe potersi guardare serenamente negli occhi e condividere la stessa sorte.
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Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
E' stato più come l'Italia è arrivata alla globalizzazione,cioè con l'idea di fare esattamente ciò che facevamo prima di essa.Non poteva funzionare e non ha funzionato:
Il declino economico dell'Italia -
Il grosso difetto del sistema produttivo italiano è quello di essere rimasto ancorato alle produzioni a basso valore tecnologico, cioè a quelle proprie dei settori dove è più forte la concorrenza asiatica.
Invece per competere nei settori ad alto valore tecnologico non c'è bisogno di abbattere il costo del lavoro abbassando i salari, perché è il valore aggiunto tecnologico che ti rende competitivo. E infatti i salari tedeschi o belgi sono fra i più alti al mondo perché loro non hanno inseguito la Cina e il Bangladesh sul terreno della deflazione salariale e della compressione del costo del lavoro ma hanno puntato sulla qualità tecnologica.
Pienamente d'accordo. Ricordiamo anche che non è solo il valore tecnologico, ma anche il fatto che nel periodo pre-globale i prodotti italiani andavano forte all' estero anche perché erano i più convenienti. D'altronde siamo stati sempre un paese che si basava molto sulla svalutazione della moneta, derivata soprattutto dal fatto che la moneta veniva stampata, fino al 1981 (anno del divorzio tra Banca d'Italia e ministero del tesoro ) a iosa. Da quell'anno per garantire lo stesso tenore di vita che avevano gli italiani, si è dovuti ricorrere ad una spudorata emissione di titoli stato (anche x racimolare moneta che finiva poi in tangenti ). Ora, finché il mondo era diviso in est/ovest, quindi poca concorrenza, la nostra economia cresceva di percentuali oggi non immaginabili, il debito si riusciva a "reggere ".. poi le cose sono cambiate, e quindi per forza di cose occorreva o realizzare prodotti tecnologicamente di livello (come detto su) oppure investire in settori dove non ci può essere concorrenza asiatica..
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Vorrei porre una domanda a voi che di certo siete più esperti di economia e di sociologia di me: come pensate che il modello di società attuale possa proseguire la sua esistenza?
Voglio dire: il livello medio di benessere nel Mondo è cresciuto mediamente negli ultimi decenni, specialmente in molti paesi che un tempo erano particolarmente poveri e che ora non lo sono più, ma a che prezzo?
Le foreste mondiali (specie quelle del tanto decantato Brasile, paese spesso citato di come esempio di possibile liberazione dalla povertà, perlomeno in parte)si sono rimpicciolite a livelli allarmanti, in molti casi come mai visti prima dell'inizio dell'Antropocene.
I mari, i fiumi, i laghi, le falde acquifere nella maggior parte dei casi hanno visto un'aumento (più o meno drastico) del loro inquinamento, compromettendo in modo anche significativo la Biosfera che le abita, e di conseguenza anche l'Uomo di rimando.
Lo sfruttamento eccessivo dei mari e delle terre sta provocando una sostanziale diminuzione tra le riserve mondiali di pesce (che non possono stare dietro ai folli ritmi a cui l'Uomo ha deciso di pescarle) ed un'imperante desertificazione in molte aree del pianeta, a cui si fatica a trovare una soluzione.
La popolazione mondiale continua ad aumentare a ritmi semplicemente ridicoli (voglio dire in un pianeta di 7,5 miliardi di persone vedere che aumentano di 80 milioni all'anno fa piuttosto specie) e che dovrebbero diminuire soltanto quando saremo ormai prossimi ai 10 miliardi d'individui.
Le risorse minerarie sono in preoccupante diminuzione, specialmente quelle di metalli preziosi fondamentali per la produzione dei richiestissimi a livello globale smartphone, tablet, computer ecc.
Il cambiamento climatico, che potrebbe potenzialmente danneggiare in maniera massiccia molte zone del pianeta e quindi creando centinaia di milioni di rifugiati climatici, probabilmente
portando gli uomini a migrare sempre più verso nord, mettendoli anche in contatto con habitat che fino ad ora erano sempre stati intoccati o quasi da mano umana.
La cosa più preoccupante mio avviso: viene stimato che entro il 2040 la richiesta di energia sarà 1 volta e mezza quella attuale, ed i combustibili fossili saranno ancora a quel punto la scelta che andrà per la maggiore per la produzione di energia, grazie ad un mondo sempre con più tecnologia (e quindi sempre più energivoro).
La mia domanda, dopo aver esposto solo alcune delle probabili problematiche che affliggeranno il nostro futuro (più o meno prossimo), e sperando di non essere andato off-topic (nel qual caso creerei un 3d apposito in cui discutere della questione) vorrei porre a voi, abituali frequentatori del 3d: vi sarà una catastrofe ecologica nel futuro? Se sì, che impatti avrà sulla politica (economica e non)? Vi è un futuro per il modello socio-economico attuale? Spero di poter ricevere risposte.
Porgo cordiali saluti.
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