Esatto, ma quello che sembra sfuggire è che tale monetizzazione non è che avvenne "aggratis". Avvenne tramite la creazione di una forte inflazione e dunque una perdita di potere d'acquisto dei consumatori.
L'inflazione è una tassa, e come tutte le tasse non crea un singolo euro di ricchezza, bensì trasferisce la ricchezza già prodotta.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
L'inflazione è una tassa fortemente regressiva,cioè colpisce i più poveri. In più, è subdola ed occulta. Keynes ci aveva messi in guardia ma i neokeynesiani si sono allontanati totalmente da lui, con i cavalli di battaglia acchiappa consensi della spesa pubblica a manetta, del protezionismo economico,della negatività dell'autonomia delle banche centrali dal potere politico.
Lasciamo perdere le tangenti che, oltre ovviamente ad essere illegali, fanno danni in qualsiasi scenario.
Il famoso divorzio che sembra diventato causa di tutti i mali è servito per riportare l'inflazione a valori semiumani. Chiaro che se dopo il cambio di scenario continui a mantenere lo stesso livello di spesa (e conseguentemente di deficit) hai spostato il problema dell'inflazione galoppante alla sostenibilità del debito. Ovvero stai solo rimandando il problema (e la soluzione/gli oneri) a chi verrà dopo ovvero i giovani attuali.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Più che altro il divorzio era obbligato, viste le circostanze. Andreatta e Ciampi ne avrebbero fatto volentieri a meno, statene pur certi.
Tuttavia, visto che nello stesso istante (fine anni '70/primi anni '80) sia gli USA che la GB che la Germania avevano tirato il freno sulla politica monetaria, alzando i tassi, se l'Italia non avesse adottato anch'essa un approccio restrittivo si sarebbe ritrovata con una fuga dei capitali verso i Paesi con valute più apprezzate e l'inflazione di conseguenza da 20% sarebbe arrivata al 200%
Il vero problema che portò all'esplosione del debito pubblico, passato dal 40% del 1970 al 124% del 1993, fu l'insieme di politiche adottate prima e dopo il divorzio: assunzioni di dipendenti pubblici come se piovesse, baby pensioni, tutti in pensione col retributivo beccandosi il triplo dei contributi versati, ecc...
In un mondo, come era già quello degli anni '80 e come oggi lo è ancora di più, dominato dalla libera circolazione di capitali i discorsi sulla sovranità sono aria fritta, se anche fossimo fuori da ogni area valutaria non cambierebbe un accidente secco sotto quell'aspetto.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Quello delle baby pensioni, tra l'altro col retributivo, è stato un provvedimento che ancora oggi grida vendetta. Ma occorre sempre tener conto del contesto storico in cui esso venne adottato. Eravamo nel 1973, poi furono abolite dal governo amato ma qualcuno ne ha usufruito anche dopo.
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Ho già detto che si stampava moneta più del necessario.. Non era solo per monetizzare il debito.. c'eranoe anche "prelievi " che facevano politici per conto loro. I beni costavano, proprio per l'inflazione, ma era anche diverso l'approccio all' acquisto, se si può dire così.. all'epoca, ad es, la maggior parte delle famiglie era in possesso di un televisore, oggi ne trovi anche 4 in una casa. Inoltre, se abbiamo alta inflazione prima o poi la domanda dei beni scende e di conseguenza i prezzi anche. L'economia non è una scienza perfetta, ma ha le sue leggi e regole dovute all' esperienza "empirica".
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