Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Ma infatti io, da molto ignorante in materia, non capisco perche' si continui a concedere lo statuto speciale a queste regioni che comunque hanno dimostrato, chi piu' e chi meno (anche la Val D'Aosta, non solo la Sicilia) di sperperare gran parte dei benefici.
Io sarei proprio per revocare questo diritto, rendendo queste regioni assolutamente al pari delle altre (oppure, nel caso in cui vogliano continuare a percepire i benefit, sarebbe il caso che dimostrassero la corretta spesa)... Solo che, vabbe', si entrerebbe in un discorso inerente la meritocrazia e qualcosa striderebbe
Rischiamo di nuovo di parlare di politica-partitica, ma è chiaro che un modello politico-economico come quello di Borghi non solo non sia compatibile con il federalismo, così come non è compatibile con l'economia mercantilista, con il liberalismo e neppure con la democrazia, a meno che per "democrazia" non si intenda quella "à la Orban" o che il modello non siano direttamente Lukašenka o Nazarbaev.
Be' pensa che nel 2011, quando il Ministero dell'Economia (Governo Berlusconi quater, ministro Tremonti) voleva includere in finanziaria un articolo che abrogasse le province sotto i 200.000 abitanti, i presidenti delle province di Savona e Imperia e molti comuni ad esse appartenenti, all'epoca guidati in maggioranza da giunte e presidenti di centro-destra, "minacciarono" di passare chiedere l'annessione alla Provincia di Cuneo o direttamente a quella di Torino... Oltretutto nella percezione generale delle persone le province erano gli enti più "insignificanti" dell'intero assetto amministrativo italiano...
Lo erano perfino dopo che la Legge Bassanini fece transitare sotto la loro competenza l'intera rete delle strade statali liguri, prima gestita dall'ANAS... in pratica si percepiva l'esistenza della Regione, in quanto ente legiferante e impositivo (crescita costante dei "balzelli" locali dopo il 2001 e norme regionali sul turismo che suscitavano frequenti proteste), ci si relazionava regolarmente con il comune di residenza, ma la provincia era una sorta di entità che veniva "evocata" solo al momento delle elezioni amministrative.
Eppure piuttosto che trovarsi scritto sulla carta d'identità la residenza nella Provincia (o Città metropolitana) di Genova, fece scattare nella mente di molti imperiesi-onegliesi (per fare un esempio) la molla dell'antica fedeltà sabauda... La cosa divertente è che quando Oneglia era governata direttamente dai Savoia, i piemontesi, che ne rappresentavano l'élite amministrativa, consideravano gli onegliesi poco più che dei cavernicoli... C'è poco da fare: la massima manifestazione del "gentismo" è proprio il campanilismo locale più esasperato
Ultima modifica di galinsoga; 09/05/2018 alle 11:20
Vero, e questo si riflette sull'assetto territoriale non solo di zone più periferiche ma anche delle zone più economicamente sviluppate e popolate, vedi città metropolitana di Milano che non include comuni brianzoli di fatto sobborghi di Milano stessa, come Monza (15 minuti di treno dal centro città...) che ci tiene da sempre a rimarcare la distinzione (quale, poi?) con il capoluogo, nonostante questo la marginalizzi e la escluda quasi completamente dalla pianificazione per il TPL. Incomprensibile.
È questo che per me è incomprensibile. Capisco il nuovo elettore, che ha determinati riferimenti anche... storici, ma l'elettore tipo di una volta, per cui il problema era il fatto che lo stato centrale fosse una sanguisuga, com'è arrivato a identificare invece oggi il problema nell'Unione Europea? Immagina un elettore lombardo o veneto, ovvero nel bacino elettorale originario, residente in regioni che ogni anno si ritrovano con uno sbilancio di decine di miliardi verso lo stato centrale e che, invece di cercare di correggere questo squilibrio, se la prende invece con quattro poveracci che scappano da guerre e povertà. Boh. Capisco il populismo, capisco che non tutti abbiano mezzi intellettuali adeguati, ma qua mi sembra davvero che si sia andati oltre in maniera preoccupante.
A forza di dire "dobbiamo fare la tal cosa perché ce la dice l'Europa",anzichè dire la verità,cioé "la dobbiamo fare perché sennò nessuno ci farà credito fino alla notte dei tempi e diventeremo dei paria mondiali" e "la dobbiamo fare perché abbiamo già mandato a ramengo le generazioni dei nati negli anni 70',80' e 90' e rischiamo di fare lo stesso anche con chi viene dopo", si è avuta quest'involuzione.
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