Io parlavo di zona Euro, dove la performance è stata generalmente negativa salvo Germania e satelliti, molto negativa in alcuni Stati.
Ma il problema di fondo è che l'emergenza non c'era, tranne che per la Grecia. È stata prodotta dagli errori della Commissione, della BCE di Trichet e dalla inadeguatezza istituzionale della moneta unica. Poi si può anche pensare che si siano poste le basi per una ripresa futura, secondo me è solo wishful thinking.
Nel 2010 l'Italia era cresciuta dell'1,5%, il rapporto debito/PIL era costante al 115% e avevamo un disavanzo primario nullo. Queste erano le previsioni della Commissione Europea per il debito italiano con un piccolo aggiustamento annuo dello 0,5% del PIL, praticamente una manovra da 7-8 miliardi (Pubblic Finances in the EMU 2010). Se la BCE avesse seguito la FED con il quantitative easing sarebbe andata anche meglio di così.
ITA-debt.png
Invece ci ritroviamo nel 2018, 7 anni dopo, con lo stesso PIL del 2011, il debito al 130% del PIL e un avanzo primario poco sopra l'1%. Prospettive di crescita sempre attorno all'1% reale annuo.
Le riforme veramente necessarie e utili alla crescita non sono state nemmeno abbozzate.
Nel frattempo abbiamo bruciato una intera generazione di giovani, causato enormi danni all'economia e accelerato il declino demografico (non quanto gli altri PIGS, ma questi danni si vedranno nei prossimi decenni).
È questo che mi fa diventare tranchant, non so se ho reso l'idea.
Wishful thinking o no, intanto il Portogallo cresce ai livelli più alti da vent'anni e la Spagna è tra i migliori performer del continente, in entrambi i casi con bilancio delle partite correnti positivo e deficit in continua riduzione, a differenza del periodo tra il 2000 ed il 2007. Non so se definirla ripresa, ma mi pare una crescita ben più solida di quella della bolla.
Persino l'Italia, con tutto il suo declino, si ritrova per la prima volta dal 2000 a non essere più stabilmente l'ultima in Europa per crescita.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
" Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI
- In avatar, il mio mondo : Omar, Sarah, il cantiere e .... la neve!
Tutta questione di prospettiva, il Portogallo grazie ad un anno di buona crescita tornerà ai livelli del 2007, con il debito al 125% anziché al 70. Con una discreta percentuale di popolazione emigrata (qualcosa tipo 2-3%) e un calo della natalità del 13% rispetto al 2010.
Io lo chiamo un decennio perso.
Se questi fossero tassi di crescita strutturali che saranno mantenuti in futuro sarebbero anche buoni, ma questo lo vedremo solo tra qualche anno e alla lunga l'effetto demografico tornerà a pesare. Per ora è solo un rimbalzo sulla cresta del ciclo economico più favorevole possibile.
La Spagna aveva una economia molto dinamica anche durante e nonostante la bolla speculativa, avrebbe potuto fare molto meglio di così. Hanno raggiunto i livelli pre crisi già nel 2017 ma la crescita sta rallentando dopo tre anni di fisiologico rimbalzo. Il crollo di natalità è simile al Portogallo. Il debito è passato dal 35 al 100% (70 nel 2011).
E noi saremo sempre gli ultimi dell'eurozona in termini di crescita anche nel 2018, ce la giochiamo con l'harakiri del Regno Unito per il primato dell'Unione, ma l'anno prossimo usciranno quindi non avremo scampo neanche su quello!
Poi per carità, ormai la frittata è stata fatta e tocca andare avanti cercando di metterci una pezza ove possibile. Però il costo degli errori di politica economica è stato immenso e sarebbe bene non scordarselo.
Questo è esattamente il modo in cui funziona un buon bilancio che si muove in maniera anticiclica. Dal 2015 crescono con un certo vigore e il rapporto cala spontaneamente, non sono tagli discrezionali alla spesa. Ho preso come riferimento il periodo pre crisi proprio perché come quello attuale è all'apice di un ciclo economico globale favorevole, i comportamenti della spesa durante la crisi possono variare enormemente per cause indipendenti dalla politica fiscale.
L'Italia ha una struttura di spesa più rigida quindi il rapporto cresce meno durante le recessioni e cala meno durante la ripresa. Ma soprattutto abbiamo il PIL reale ai livelli del 2004.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
La demografia è spesso un fattore trascurato, nel lungo termine il tasso di crescita è determinato principalmente dalla crescita della popolazione e della produttività. Incide anche in molti altri modi, ad esempio influenzando il tasso di risparmio, gli investimenti, il settore immobiliare, la percentuale di popolazione attiva sul totale.
In astratto avresti anche ragione a dire che conta soprattutto la crescita pro-capite che è influenzata in misura minore (ma comunque significativa) dalla demografia.
Ma qui stiamo parlando di conti pubblici, non di crescita fine a se stessa. Quindi il parametro più importante sarebbe addirittura la crescita nominale del PIL, più di quella reale.
Inoltre per la sostenibilità del sistema pensionistico e sanitario la demografia è un fattore cruciale, se i giovani emigrano e quelli che restano non fanno figli mantenere i pensionati diventa difficile.
Il problema italiano con la spesa pubblica è quasi tutto qui, con gli attuali trend economici e demografici pagare pensioni con importo superiore al 60% dell'ultimo stipendio è una follia, eppure siamo bloccati a pagare assegni folli a chi in pensione c'è già andato.
Segnalibri