Sono le nomine di Bagnai e Borghi,in aggiunta alla guerra dei dazi
Piazza Affari in rosso. Effetto dazi sull’auto: Fca ko a Milano - Il Sole 24 ORE
Il "pompiere" ci prova:
Tria: "L'euro non e in discussione" - Rai News
Una delle poche teste ragionanti del governo più popolare del dopoguerra.
Riflessione che sottoscrivo, @Friedrich e @snowaholic:
Sconfiggere la poverta e possibile. Ma non si fa cosi - Il Foglio
Interessante ma l'autore non ha proprio il dono della sintesi!
In generale è anche condivisibile, ma secondo me rimuove completamente alcune problematiche che sono alla base del rigetto della globalizzazione che sta attraversando il mondo occidentale.
1) È vero che la disuguaglianza a livello globale diminuisce ma si tratta esclusivamente di un effetto di composizione: la disuguaglianza interna alla società aumenta quasi in tutti i Paesi del globo, ma la disuguaglianza tra Paesi diminuisce grazie agli ottimi risultati economici di molti Paesi in via di sviluppo.
2) La stagnazione delle condizioni di vita delle classi più disagiate nel mondo industrializzato è in parte causata da scelte politiche sbagliate, ma è soprattutto il risultato di un drastico cambiamento dei rapporti di forza generato dalla globalizzazione stessa. L'apertura dei mercati globali ha messo i lavoratori in concorrenza con le economie a basso costo del lavoro e drasticamente ridotto il potere contrattuale dei sindacati.
3) La globalizzazione ha interagito con alcuni cambiamenti tecnologici nei processi produttivi, in particolare automazione e frammentazione delle catene del valore che hanno accelerato la perdita dei posti di lavoro ben retribuiti nel settore manifatturiero e ulteriormente indebolito la posizione contrattuale dei lavoratori.
Il malcontento verso la globalizzazione ha motivazioni reali e ben fondate, continuare a fare finta che non esistano è il modo migliore per continuare a fomentare l'ondata nazionalistica. La saldatura tra posizioni conservatrici, anti-immigrazione e anti-globalizzazione non dovrebbe quindi stupire, visto che mette insieme rivendicazioni economiche e tensioni identitarie legate ai profondi cambiamenti culturali in atto, in parte accelerati dai fenomeni migratori. Chi si sente minacciato sia nella sua condizione economica sia nella sua identità socio-culturale facilmente si rifugia nella chiusura verso l'esterno.
Tra chi ha tratto vantaggio dalla globalizzazione e chi ci ha rimesso serve un nuovo compromesso che consenta anche alle fasce sociali più esposte di sentirsi tutelate, non basta fare gli intellettuali liberali e dire che l'economia globale ne ha beneficiato.
Ultima modifica di snowaholic; 22/06/2018 alle 21:45
Uno stato fallito gestito da falliti.
Pace fiscale, i veri numeri della manovra di Salvini - Repubblica.it
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Non sono d'accordo!
Invece l'ondata nazionalista deve continuare a crescere!
Deve diventare maggioritaria ovunque in modo che, come è giusto che sia, i desideri della maggioranza si avverino.
Soprattutto in un caso come il nostro.
Sperare che chiudersi a riccio renda il mondo attuale di nuovo "grande" come un tempo va messo nelle condizioni di provarlo.
Così dopo aver provato l'alternativa tanto agognata si avranno tutti gli elementi per scegliere davvero con cognizione di causa. Consenso informato si chiama in altri contesti.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Elezioni in Turchia, la frenata dell'economia è la vera incognita per Erdogan - Il Sole 24 ORE
Altra situazioncina interessante questa....
Giornata fondamentale oggi in Turchia, dove adesso mi trovo in vacanza. Il paese è colpito da una inflazione al 30%, con la lira turca crollata in un anno da 4 a 1 a 5,5 a 1 rispetto all euro. L effetto sulla vita quotidiana è tangibile, prezzi aumentati giorno dopo giorno, del 30% in un anno, contro un tasso di crescita dei salari del 8%. La benzina sta a 6,2 lire al litro, contro i 4,4 della scorsa estate. Quel che costava 15 adesso costa 20, 25. Alimentari, abbigliamento, combustibili i settori più colpiti dagli aumenti, mentre altri non lo sembrano affatto (il barbiere per esempio). Spiagge, alberghi, semi vuoti. I locali mi dicono che la gente aspetta di votare e poi andrà in vacanza...vedremo... Le ragioni di questa crisi sembrano essere prevalentemente interne, con una politica di investimenti in infrastrutture esasperata. L elenco delle opere faraoniche è lungo, tutte fatte con forte indebitamento. A questo vanno poi unite le questioni estere, prima fra tutte la guerra siriana e i 3,5 milioni di profughi presenti nel suolo turco.
Quest anno però la differenza è palpabile, il paese sembra ingessato, l effetto della riduzione del potere d acquisto di una larga parte della popolazione è evidente. Rispetto al 2009, quando la lira stava 2 a 1 sull euro.
Va anche detto però di contro che rispetto ad allora la Turchia è un paese molto più moderno in termini di infrastrutture, strade, ponti, aeroporti, metropolitane, aeree urbane. Non tutto è stato negativo insomma in questi anni, ma bisogna vedere se il prezzo pagato sia sostenibile o meno.
Qui dove mi trovo è un area di opposizione, la torta se la spartiscono la sinistra e la destra nazionalista. Ieri c era un clima da finale dei mondiali di calcio. Carovane di macchine a sostegno di questo o quel partito si susseguivano con fragore di clacson megafoni tamburi e trombe, accompagnati dagli applausi dei passanti. Un grande evento di folklore, soprattutto se comparato alle campagne elettorali invisibili della nostra Italia. C è molta attesa per oggi, vedremo.
Segnalibri