Gio, l'ho scritto pochi post fa citando Minniti (la bacchetta magica... ), ma non è che lo posso scrivere ogni volta, altrimenti debbo iniziare da Adamo ed Eva
comunque i numeri reali sono questi forniti da UNHCR
Immigrati e sbarchi in Italia, tutti i dati, quantitativi e qualitativi aggiornati
ma qui non si sta parlando di persone che scappano dalla guerra, si sta parlando di migranti economici che è ben diverso
quanti siriani hai visto in questi ultimi anni? diciamoci la verità, loro prendevano la strada dei Balcani mica passavano dalla LIbia e Tunisia
Erdogan, poi, ha utilizzato questo flusso come "arma di ricatto" (non te li faccio arrivare - prego pagare). Ma è questa la politica e lo sappiamo tutti
la conosco bene l'Agenzia e so come lavora
è certificata dall'OCSE
ogni paese ha questo tipo di strumento, ma è svincolata dall'Europa. Vengono presentati progetti di sviluppo nei paesi e portati avanti
proprio per questo puoi notare l'abnorme differenza tra quanto stanziato annualmente per gestire (male) i migranti e quanto stanziato per portare sviluppo in queste nazioni
5 miliardi contro 200 milioni in pratica 25 a 1
bisogna puntare proprio su questa agenzia
leggendo vari articoli, ho desunto che Serraj conta come il 2 di picche quando si gioca a scacchi
in effetti piano piano siamo stati costretti a riconoscere Haftar come il vero signore della guerra quando lo abbiamo ricevuto
interessante questo articolo (a parte il titolo un po' triviale)
Haftar in Italia: Perche nessuno dice che e semplicemente venuto a farsi baciare le chiappe? - Difesa Online
l'articolista alla fine si domanda che fine hanno fatto molti soldi, visto che tutti hanno festeggiato con spumante gli affari che abbiamo fatto... (su 5 miliardi iniziali portiamo a casa 300 milioni ed esultiamo)
ti riporto un articolo di un po' di tempo fa (ma la situazione non è cambiata più di tanto)
https://www.avvenire.it/attualita/pa...orner-in-libia
dai nemici mi guardo io dagli amici mi guardi Dio
in realtà i 2 link che ti avevo postato parlavano della nostra "amica" Francia
comunque, a parte ciò, non riesco più a trovare quell'articolo (mi sembra del Corriere della sera) che mostrava gli andamenti dell'accoglienza
in qualsiasi caso, l'articolo di "termometro politico" dà un'idea della situazione immigrati nel nostro paese e i numeri sono quelli
anche su questo bisogna capire chi paga chi. Mi spiego meglio: in questi giorni c'è la diatriba tra Oettinger e il nostro governo
stralcio articolo di Repubblica
in qualsiasi caso siamo dei contributori nettiSecondo gli ultimi dati dell'Europarlamento, ad esempio, nel 2016 l'Italia ha contribuito con 13,94 miliardi al bilancio europeo e raccolto, per conto dell'Ue, 2,23 miliardi in dazi doganali da cui ha il diritto di trattenere il 20% per spese amministrative. Di contro, Bruxelles ha riversato sul Belpaese 11,59 miliardi per lo più alle voci di agricoltura e con i fondi regionali strutturali e di coesione. Secondo la ricognizione della Corte dei Conti di inizio anno (sui dati del settennato 2010-2016) in tutto l'Italia è stata un versatore netto del periodo per oltre 37 miliardi. Ma in quell'occasione i magistrati contabili hanno annotato quanto siano incalcolabili alcuni benefici derivanti dalla partecipazione all'Ue del nostro Paese, a cominciare da una stabilità finanziaria che da soli difficilmente ci potremmo garantire. I rapporti finanziari tra Roma e Bruxelles
Versamenti, accrediti e saldo in milioni di euro. Periodo 2010-2016
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-4.391
SALDO
10.000Versamenti *
Accrediti **
SALDO
* Con esclusione degli aggiustamenti per Danimarca, Irlanda e Regno Unito
** Con esclusione delle spese di amministrazione
Fonte: elaborazione della Corte dei conti su dati della Commissione europea Get the data
you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen
Alessio, sui forestali in Calabria che sono un numero spropositato ti do ragione
ma io sto facendo un ragionamento un po' più largo: c'è carenza di personale e soprattutto di gente valida, in gamba
in questi ultimi anni nell'ente dove prestavo servizio sono andati in pensione in tanti, ma non è che spostando un forestale (iperbole ) risolviamo i nostri problemi (togliamo l'eccedenza in una parte e la mettiamo dove c'è necessità)
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interferenze nostre? certo, anche io l'ho riconosciuto subito
ma pure loro non riescono a rendersi "impermeabili" dalle nostre interferenze
proprio per questo auspico che facciano un bel esame di coscienza, si impara dai propri errori, basta riconoscerli e analizzarli
da lì si inizia
Snow, permettimi stavolta di non essere completamente d'accordo con te
dire che l'Asia partiva da condizioni nettamente differenti, secondo il mio punto di vista, non è esatto
l'alfabetizzazione fu portata avanti in maniera forte e decisa dal momento della decolonizzazione, magari anche da regimi comunisti non proprio "liberal"
parli che avevano tassi di natalità più bassi di quelli africani. Non è corretto: la Corea del sud, ad esempio, fino al 1960 aveva una media di 6 figli per donna, e fino al 1970 4 figli...
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guarda questa classifica (che già conosci)
Tasso di fecondita totale - Wikipedia
io, africano che inizio ad avere la telefonia mobile, internet che mi sta prendendo piede, me la farei una domanda da questa classifica che è quasi inversamente proporzionale al tasso di benessere
ma tralasciando il discorso importante della demografia, riprendo una intervista ad un ufficiale somalo che ha parlato (in italiano) della situazione del suo paese Reportage Somalia: Ibrahim, il colonnello somalo aeronautico di Pozzuoli - Difesa Online
il suo focus è incentrato sul fatto che in Somalia ancora esistono le tribù, non c'è un sentimento nazionale e sottolineava che è deleterio
le tanto bistrattate nazioni in realtà sono un collante della società, nel bene e nel male se troppo nazionalistico
su come ci stiamo facendo riconoscere in Europa, ho già espresso la mia preoccupazione
essere proni, no! ma ridicolizzarci facendo gli isterici furiosi, questo neppure
d'altronde siamo famosi per darci la zappa sui nostri piedi
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Ci siamo quasi
Sono d'accordo sul fatto che si prendano le loro responsabilità, ma l'interferenza occidentale (e sovietica) fino a pochi decenni fa arrivava a promuovere gruppi armati e guerre civili, altro che corruzione. Sono processi che lasciano strascichi molto lunghi, le istituzioni in Africa sono molto deboli anche per questo (oltre che per il problema dei tribalismo che hai giustamente evidenziato, per quanto la Somalia sia un po' un caso limite). Adesso loro devono fare la loro parte e noi dobbiamo collaborare senza pensare ai nostri interessi economici di breve termine, serve una visione di lunghissimo periodo.
Un altro errore delle politiche occidentali, anche se fatto in buona fede, è stato dare priorità ai miglioramenti sanitari rispetto a quelli economici, abbattere la mortalità senza sviluppo economico e senza ridurre la natalità è stata una ricetta disastrosa.
Sulla demografia la Corea ha avuto un fisiologico rimbalzo post-bellico, i dati del decennio precedente erano più bassi. Sei figli per donna comunque era un dato abbastanza comune in passato, ma in Africa spesso si andava (e in qualche caso si va tuttora) anche sopra i 7-8.
Nei dati ONU si vede una netta differenza tra Africa e Asia già dal 1950, gli stati Asiatici di maggior successo partivano da livelli più bassi e sono scesi rapidamente anche promuovendo politiche di riduzione delle nascite che in Africa per motivi culturali sono più difficili. Nella mappa anche la differenza cromatica è evidente. Non è l'unico fattore e forse nemmeno quello principale, la presenza di stati nazionali più omogenei dal punto di vista etnico-linguistico è probabilmente più importante, ma la differenza c'era.
World Population Prospects - Population Division - United Nations
World Population Prospects - Population Division - United Nations
Interessante questa panoramica della situazione del pubblico impiego da lavoce.info, peccato solo che la parte sull'efficienza sia un po' buttata lì ma i numeri presentati sono molto interessanti.
Pa piu giovane? Si, ma serve anche piu efficienza | G.Guzzi e M.Lisciandro
Intanto lo spread italiano dal 28/5 al 28/8 è saluto del 53%. Si tratta dell'escalation maggiore da quella dei titolo sloveni fra dicembre 2012 e marzo 2013.
a parte gli scherzi. Io faccio sempre questo esempio perché smonta i luoghi comuni che ci sono
uno dei miei più grandi amici (anche se lo vedo poco)? E' della PA presso dove prestavo servizio come esterno, è un calabrese che adesso vive a Milano
era il referente del progetto che gestivamo (lui come cliente e io come fornitore). Il suo pregio? a parte la simpatia, la sua voglia di lavorare (io lo chiamo "il prussiano"...)
con un 10% di persone in Italia come lui avremmo la migliore nazione al mondo
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interferenze quante ne vuoi, Snow
adesso per esempio la Cina si è affacciata in quel continente per avere materie prime e punti di "osservazione" privilegiati (base navale presso Gibuti, anche se in buona compagnia di altre nazioni concorrenti)
i cinesi, però, adottano una linea differente da noi: creano infrastrutture che da un lato li aiuta per il trasporto delle materie prime, per dare lavoro alle loro aziende ma, in ultimo, come effetto collaterale, aiuta le nazioni africane
per quanto riguarda la Corea Vs paesi africani ho preso come esempio Niger e Corea del sud - fertilità per donna
impressionante
Location 1950 - 1955 1955 - 1960 1960 - 1965 1965 - 1970 1970 - 1975 1975 - 1980 1980 - 1985 1985 - 1990 1990 - 1995 1995 - 2000 2000 - 2005 2005 - 2010 2010 - 2015 2015 - 2020 Niger 7,30 7,40 7,50 7,55 7,60 7,75 7,90 7,80 7,75 7,70 7,65 7,55 7,40 7,15 Republic of Korea 5,65 6,33 5,60 4,65 4,00 2,92 2,23 1,57 1,68 1,50 1,21 1,17 1,23 1,32
la prima aumenta, la seconda scende in maniera secca
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il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen
Cmq, paesi come il Ghana, Kenia ecc. un lento sviluppo lo stanno avendo, 15 stati dell'Africa occidentale entro il 2022 vogliono dotarsi di una moneta in comune per non pagare il cambio monete negli scambi
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