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  1. #24821
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Dai, a 340 qualcuno ha comprato. Ora 334.
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  2. #24822
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da SnowBurian Visualizza Messaggio
    Scusate tanto, io non sono un esperto di finanza, economia o politica, ma non riesco a capire come mai tutti quanti affermano che l'economia americana andrà sicuramente in crisi. Ho letto in numerosi siti che le manovre economiche di trump sono state più che eccellenti, infatti il world economic forum ha messo in prima posizione gli USA nella classifica delle economie più competitive.
    Trump ha fatto ANCHE ottime politiche (ma anche delle cavolate), soprattutto dal lato tasse e taglio della burocrazia, ma ci sono diversi punti di debolezza che entro non molto tempo verranno al pettine a mio avviso:
    1) politica monetaria ultra-espansiva tra il 2008 e l'inizio del 2017, da lì in avanti i tassi hanno iniziato a rialzarsi sebbene ancora in modo molto graduale;
    2) deficit commerciale, rientrato un po' tra il 2009 e il 2013, che è di nuovo in crescita, e questa è una spia molto più preoccupante di quella del deficit pubblico, infatti ricordo come le maggiori crisi recenti, non ultima quella del 2007, siano state precedute da un pesante deficit commerciale. Ancora sotto quel punto di vista siamo lontani dai valori del 2008, ma ci stiamo avvicinando:

    Current account balance (BoP, current US$) | Data
    Usa, brutto colpo per Trump: deficit commerciale si amplia al top di 5 mesi | Wall Street Italia

    Quanto al punto 1) la politica monetaria ultra-espansiva attuata nell'ultimo decennio circa, che ora sta probabilmente giungendo al termine, ha posto le condizioni per la creazione di bolle speculative in diversi settori. Il motivo è semplice: tasso di interesse artificialmente molto basso = indebitamento facile e distorsione delle scelte individuali, che vengono indirizzate verso un maggiore investimento in beni durevoli rispetto ai beni di consumo (poiché essendo il tasso di interesse artificialmente ribassato questo spinge a ritenere che vi siano maggiori risparmi in circolazione, questo ovviamente significa allungare la struttura temporale delle imprese e investire in beni a lunga durata).

    Che ci siano nuove bolle speculative pesanti non sono io a dirlo: La nuova «bolla» del debito Usa - Il Sole 24 ORE

    I prestiti agli universitari mandano in crisi la finanza Usa - La Stampa

    Prova ad immaginare su 1400 miliardi di dollari cosa significa dover pagare l'1% oppure il 3%...cambia tutto = montagne di crediti inesigibili in arrivo per le banche quando la FED alzerà ancora i tassi.

    Qualcuno potrebbe obiettare che la FED ha già alzato un po' i tassi: vero, ma infatti le tempistiche dalla stretta monetaria alla crisi successiva NON sono immediate, c'è sempre un certo lag temporale. Nell'Estate del 2004 per esempio la FED iniziò a restringere nuovamente la politica monetaria dopo il triennio di tassi bassissimi successivo alla bolla dot com e all'11 settembre. La crisi partì solo nel 2007, quando la politica era restrittiva già da 3 anni.

    Anche la gradualità con cui la FED sta alzando i tassi mi fa pensare che qualche dubbio se lo stiano ponendo anche loro...tuttavia prima o dopo dovranno farlo, quando l'inflazione dei beni al consumo salirà non ci sarà modo di evitare una risalita dei tassi. A quel punto i nodi verranno al pettine in modo INEVITABILE.

    Chi nel frattempo sarà pronto e avrà reso più competitiva la propria economia tutto sommato non avrà molto di che preoccuparsi: le economie competitive in poco tempo si riprendono, vedi la Germania che nel 2010 segnava già un +3% di PIL per esempio, a un solo anno dalla crisi.

    Chi deve davvero preoccuparsi sono le economie in cui in questi anni di espansione si è buttato via tempo e risorse...ogni riferimento, purtroppo, è puramente casuale
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  3. #24823
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Se avete FB (ma comunque le trovate anche su youtube tra un po') guardatevi la diretta di Stefano Bassi, le sue analisi sono fantastiche
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  4. #24824
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Friedrich 91 Visualizza Messaggio
    Chi deve davvero preoccuparsi sono le economie in cui in questi anni di espansione si è buttato via tempo e risorse...ogni riferimento, purtroppo, è puramente casuale
    Casualissimo...
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  5. #24825
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da SnowBurian Visualizza Messaggio
    Scusate tanto, io non sono un esperto di finanza, economia o politica, ma non riesco a capire come mai tutti quanti affermano che l'economia americana andrà sicuramente in crisi. Ho letto in numerosi siti che le manovre economiche di trump sono state più che eccellenti, infatti il world economic forum ha messo in prima posizione gli USA nella classifica delle economie più competitive.
    Se tutti valutano le manovre economiche di Trump come più che eccellenti forse dovresti riconsiderare i siti che leggi.
    In termini economici è riuscito ad ottenere ben poco, l'unico provvedimento veramente importante è stata la riforma fiscale, che è andata ad avvantaggiare in maniera sproporzionata i redditi alti e i profitti delle multinazionali, finanziandola quasi interamente attraverso un aumento del deficit. Si possono avere varie opinioni nel merito della riforma (per me è estremamente negativa, farà solo aumentare ancora di più la disuguaglianza del reddito) ma finanziare a deficit un taglio delle tasse mentre l'economia sta crescendo già a ritmi elevati e la FED sta per iniziare un ciclo di rialzo dei tassi di interesse è una pessima idea.
    Gli interventi infrastrutturali tanto sbandierati in campagna elettorale sono rimasti lettera morta. Sul commercio ha fatto tanto baccano per revisionare i trattati commerciali ma alla fine con Messico e Canada ha raggiunto accordi di facciata con poca sostanza, vedremo dove andrà a finire la guerra commerciale con la Cina ma finora ha fatto solo danni, l'unico risultato significativo (positivo o negativo che lo si voglia considerare) è stato affossare TPP e TTIP.

  6. #24826
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Friedrich 91 Visualizza Messaggio
    Trump ha fatto ANCHE ottime politiche (ma anche delle cavolate), soprattutto dal lato tasse e taglio della burocrazia, ma ci sono diversi punti di debolezza che entro non molto tempo verranno al pettine a mio avviso:
    1) politica monetaria ultra-espansiva tra il 2008 e l'inizio del 2017, da lì in avanti i tassi hanno iniziato a rialzarsi sebbene ancora in modo molto graduale;
    2) deficit commerciale, rientrato un po' tra il 2009 e il 2013, che è di nuovo in crescita, e questa è una spia molto più preoccupante di quella del deficit pubblico, infatti ricordo come le maggiori crisi recenti, non ultima quella del 2007, siano state precedute da un pesante deficit commerciale. Ancora sotto quel punto di vista siamo lontani dai valori del 2008, ma ci stiamo avvicinando:

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    Se cresce il deficit commerciale è in gran parte a causa della riforma fiscale fatta a deficit, le politiche fiscali espansive pro-cicliche hanno sempre questo effetto e infatti questo aumento del deficit era ampiamente prevedibile. La forza del dollaro fa il resto, ma d'altra parte quando sei quasi l'unico al mondo che spinge la domanda aggregata e hai tassi di interesse relativamente elevati avere un afflusso di capitali e un disavanzo delle partite correnti è inevitabile.
    Questo non è necessariamente un segno di debolezza, finché non si traduce in una esposizione finanziaria squilibrata e pericolosa (passività in valuta straniera ad esempio). Ma la composizione dell'esposizione finanziaria americana è tale che una eventuale perdita di valore del dollaro andrebbe tutta a loro vantaggio, visto che hanno attività prevalentemente in valuta estera e passività prevalentemente in dollari. Quindi per gli USA quello delle partite correnti è un non-problema a meno che non produca instabilità finanziaria interna al sistema finanziario americano.

    Quanto al punto 1) la politica monetaria ultra-espansiva attuata nell'ultimo decennio circa, che ora sta probabilmente giungendo al termine, ha posto le condizioni per la creazione di bolle speculative in diversi settori. Il motivo è semplice: tasso di interesse artificialmente molto basso = indebitamento facile e distorsione delle scelte individuali, che vengono indirizzate verso un maggiore investimento in beni durevoli rispetto ai beni di consumo (poiché essendo il tasso di interesse artificialmente ribassato questo spinge a ritenere che vi siano maggiori risparmi in circolazione, questo ovviamente significa allungare la struttura temporale delle imprese e investire in beni a lunga durata).
    Mi spieghi perché i bassi tassi di interesse dovrebbero penalizzare i consumi? Dal lato delle famiglie ridurre i tassi di interesse significa rendere più facile l'indebitamento e abbassare gli interessi sui risparmi, quindi favorisce i consumi finali, oltre che l'acquisto di beni durevoli (che sono comunque consumi) o immobili.
    Dal lato delle aziende certamente favorisce l'investimento. Complessivamente non si è vista una particolare debolezza dei consumi in questa ripresa economica, specie se si tiene in considerazione che si veniva da una fase con tasso di risparmio esageratamente basso e quindi una ripresa rispetto ai livelli pre-crisi era assolutamente auspicabile.

    Che ci siano nuove bolle speculative pesanti non sono io a dirlo: La nuova «bolla» del debito Usa - Il Sole 24 ORE

    I prestiti agli universitari mandano in crisi la finanza Usa - La Stampa

    Prova ad immaginare su 1400 miliardi di dollari cosa significa dover pagare l'1% oppure il 3%...cambia tutto = montagne di crediti inesigibili in arrivo per le banche quando la FED alzerà ancora i tassi.

    Qualcuno potrebbe obiettare che la FED ha già alzato un po' i tassi: vero, ma infatti le tempistiche dalla stretta monetaria alla crisi successiva NON sono immediate, c'è sempre un certo lag temporale. Nell'Estate del 2004 per esempio la FED iniziò a restringere nuovamente la politica monetaria dopo il triennio di tassi bassissimi successivo alla bolla dot com e all'11 settembre. La crisi partì solo nel 2007, quando la politica era restrittiva già da 3 anni.

    Anche la gradualità con cui la FED sta alzando i tassi mi fa pensare che qualche dubbio se lo stiano ponendo anche loro...tuttavia prima o dopo dovranno farlo, quando l'inflazione dei beni al consumo salirà non ci sarà modo di evitare una risalita dei tassi. A quel punto i nodi verranno al pettine in modo INEVITABILE.

    Chi nel frattempo sarà pronto e avrà reso più competitiva la propria economia tutto sommato non avrà molto di che preoccuparsi: le economie competitive in poco tempo si riprendono, vedi la Germania che nel 2010 segnava già un +3% di PIL per esempio, a un solo anno dalla crisi.

    Chi deve davvero preoccuparsi sono le economie in cui in questi anni di espansione si è buttato via tempo e risorse...ogni riferimento, purtroppo, è puramente casuale
    Tutte queste paranoie sul debito degli studenti sono veramente gonfiate. C'è un maggiore tasso di insolvenze (soprattutto a causa dell'inflazione dei costi delle università che ha raggiunto livelli assurdi) ma queste vanno a ricadere per lo più su soggetti pubblici che hanno offerto le garanzie sui prestiti. Anche se qualcosa andasse a carico delle banche questo andrebbe solo a limare i loro margini di profitto, in valore assoluto sono cifre contenute. Rispetto ai mutui sugli immobili, in cui i prestiti erano concessi a fronte di una garanzia il cui valore si è rivelato inferiore alle previsioni (anche perché è i prezzi sono crollati durante la crisi) in questo caso un aumento delle insolvenze non si propagherebbe immediatamente ad altri mercati.

    In sostanza stai descrivendo un normalissimo ciclo del credito, come ne sono sempre avvenuti. Quando l'inflazione sale la banca centrale aumenta i tassi, il costo del credito aumenta, le sofferenze sui crediti aumentano, i consumi calano e l'inflazione scende di nuovo. Se questo non arriva a pregiudicare la stabilità del sistema finanziario nel suo complesso come avvenne nel 2008/2009 le conseguenze si limiteranno ad un rallentamento della crescita o al più una recessioncina ciclica come se ne sono viste tantissime in passato.
    Ultima modifica di snowaholic; 19/10/2018 alle 20:16

  7. #24827
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Josh Visualizza Messaggio
    Tornando all'Italia...dai,con Borghi vedremo finalmente che belle cose ci porta una soluzione all'argentina, tipo quella che ti è piaciuta tanto
    Intanto la Spagna dal 2014 è crescita la media del 2,3%. Saranno usciti dall'euro ed avranno svalutato la peseta mentre ero distratto
    Nel nostro caso sarebbe molto peggio dell'Argentina, loro avevano una loro valuta e noi no, il livello di integrazione finanziaria internazionale nella zona Euro è molto maggiore di quello argentino e quindi lo shock finanziario sarebbe maggiore, inoltre noi siamo troppo grandi e rischieremmo di devastare l'intera economia europea quindi di vanificare almeno in parte i vantaggi della svalutazione. Per la Spagna varrebbe lo stesso, uscire dalla moneta unica è molto più difficile che fare default e svalutare quando hai una tua moneta (default e svalutazione che erano inevitabili già nel 1998, non lo hanno scelto gli argentini).

    Sulla Spagna non ha senso che continui a ripetere le stesse cose, la Spagna ci ha messo 10 anni per recuperare un calo del PIL del 10% mentre il debito è esploso dal 35% al 100% del PIL, puoi continuare a chiamarlo successo ma non lo diventa. Una crescita del PIL pro-capite su scala decennale pari a zero per me è un decennio perduto. L'Argentina a dieci anni dall'inizio della crisi aveva aumentato il PIL pro capite del 16% rispetto al picco pre-crisi e il debito era al 52% del PIL rispetto al 35% del 1998. Per la Spagna era comunque il meglio che potessero fare vista l'oscena governance europea, non ho mai detto che l'euro sia necessariamente portatore di morte e distruzione, si può andare avanti anche se si nuota controcorrente specie quando alternative valide non ci sono.

  8. #24828
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Beh dai, negli ultimi anni le FS iniziavano a funzionare bene, occorre rimediare ASAP:

    Alitalia, la mossa di Fs: subito la proposta di acquisto del 100%


  9. #24829
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da FunMBnel Visualizza Messaggio
    Abbiamo la borsa ora a 18800 punti (-1.5%, decimo più decimo meno) e spread decennale a 340 punti.
    Con rendimenti con salita ancora più ripida sui rendimenti a più breve termine.
    Sì... Va benissimo...
    E d'altra parte si son dipinti in fronte il bersaglio dei 400 punti, guarda caso c'è qualcuno che ci ha creduto...
    La Grecia è a soli 70 punti
    " Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo,
    fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI
    - In avatar, il mio mondo : Omar, Sarah, il cantiere e .... la neve!

  10. #24830
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da NoSync Visualizza Messaggio
    Beh dai, negli ultimi anni le FS iniziavano a funzionare bene, occorre rimediare ASAP:

    Alitalia, la mossa di Fs: subito la proposta di acquisto del 100%
    Questo è un altro modo in cui butteranno nel pozzo un'altra manciata di miliardi, resta solo da capire come li butteranno. Ma temo che anche con una maggioranza diversa l'epilogo sarebbe stato simile, dopotutto il governo precedente ha buttato 600 milioni solo per passare la patata bollente alla legislatura successiva.

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