Il precedente libico è tutta colpa della Francia, la quale dovrebbe sostenere tutti gli oneri che ne sono conseguiti (nonchè tutti i costi di accoglienza di tutti i profughi che ha generato) Vero che ogni Stato ha interessi diversi, ma non sarebbe male trovare quelli in comune ed agire in base ad essi... Una Siria instabile ha generato e genererà centinaia di migliaia di profughi. Chi ha interesse ad accoglierli, mi chiedo? Un pò la Germania, come ha fatto, ma ad un certo punto chiuderà ben le porte. E poi?
Lou soulei nais per tuchi
Mah, non ne sarei così sicuro. la storia non si fa coi se, e siamo d'accordo, ma la mia sensazione è che se Gheddaffi fosse rimasto al potere si sarebbe sirizzato. In fondo anche Assad sembrava saldissimo, e vediamo cosa è successo. Gheddafi cominciava a perdere colpi. Ricordate lo sconsiderato calderoli e la maglietta? La rivolta che scoppiò contro la nostra ambasciata fu spontanea e fu un segnale che qualcosa in Libia si muoveva anche al di fuori della volontà di Gheddafi.
Non si fa coi se, ripeto, ma sono convinto che la Libia, come la Siria, si sarebbe divisa in guerra civile, con Gheddafi saldo tra le sue tribù e le altre a contendersi il territorio.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Molto colpito dall'ottima analisi di Jadan.
Rifletto sul fatto che gli altri si spartiscono le torte,e a noi europei toccano i profughi.
A me dispiace soprattutto per i danni infiniti alle opere storico-artistiche della Siria, che sono un patrimonio inestimabile che non tornerà più, e non riesco a capacitarmi come,ancora nel 2015 si possano sopportare l'ignoranza violenta di questi nuovi barbari dell'isis.
Ognuno ha ciò che si merita.
Una buona fetta dei siriani tacitamente li appoggia. Pensiamo mica che qualche migliaio di esaltati riesca a tenere sotto scacco un popolo intero grazie ai mortaretti che tengono in mano? Balle. Se i siriani non volessero l'Isis, l'avrebbero già soffocato da tempo. E' che evidentemente a loro sta bene così, o perlomeno non "sta bene", ma sopportano. Alcuni, per non sforzarsi troppo di capire da che parte stare, han preferito scappare, abbandonando il proprio Paese alla guerra, alla fame, e ai potentati stranieri, e via, si va a fare i profughi in Europa.
Lou soulei nais per tuchi
Sono d'accordo, storicamente sarebbe successo, presto o tardi, magari anche solo qualche mese dopo. Il problema è stato il danno d'immagine di una Europa ridicola, dove l'Italia appoggiava Gheddafi (e aveva accordi per le imprese italiane operanti in Libia, nonchè facilitazioni sull'importazione di gas) e dove la Francia lo bombardava, con buona pace degli altri Stati. Una cosa del genere ha fatto precipitare la situazione..
Lou soulei nais per tuchi
oddio, mi sembrano esagerate le tue parole. col piffero che ai siriani va bene così. è appena stato ribaltato un regime, l'ISIS li attacca e sono meglio organizzati di quanto si pensi (altro che mortaretti...). ci sono città interamente DEVASTATE. mi sembra un po' semplicistica la tua visione...
Si vis pacem, para bellum.
Insomma. Diciamo che devono scegliere tra ergastolo e sedia elettrica, e molti scelgono ergastolo. Da questo a dire che vogliono l'ergastolo il passo è lungo.
La realtà è che i sunniti in Siria sono sempre stati discriminati dall'alewita Assad e quindi non hanno mai avuto la possibilità di esprimere in libertà un loro regime politico.
Ciò detto, prima o poi bisognerà affrontare la questione delle questioni. Vale a dire: Iraq, Siria, Libano e Giordania sono entità artificiali nate dalla disgregazione dell'impero ottomano negli anni successivi alla prima guerra mondiale. Iraq, Siria e Giordania furono le ricompense degli inglesi alla dinastia Ascemita, che la GB aveva appoggiato nella speranza che prendesse il potere in Arabia durante il potere ottomano (ricordate Lawrence d'Arabia?). Ma gli Ascemiti furono sconfitti dai Sauditi che si impossessarono della penisola araba e li estromisero. A quel punto, la GB, per ricompensa, creò questi stati per padre e figli. In Iraq e Siria le monarchie furono presto abbattute, mentre in Giordania siamo ormai alla terza generazione. Il Libano fu un protettorato che i francesi crearono dal nulla per regalare uno stato ai cristiani (maroniti) e non lasciarli in mano agli arabi. E così via, trovate tutto in un meraviglioso libro: a peace to end all peace (pace senza pace, in italiano). Oppure in rete saltando qua e là. Quello a cui voglio arrivare è che questi stati non hanno una storia in quanto nazioni ma sono tribù sparse messe assieme dentro a confini disegnati sulla sabbia da francesi e inglesi un secolo fa.
La grande questione, che nessuno osa sollevare ma che va posta, è ridisegnare quei cavoli di confini. Possibilmente non per mano mia o vostra, ma per mano di chi ci abita.
Quanto infine ai curdi. Partiamo da un presupposto aureo: in quella fetta di mondo non esistono buoni o cattivi, non esistono perseguitati o oppressi di lungo periodo. Esistono popolazioni oggi oppresse ma che, ieri, magari erano oppressori. I curdi, per esempio. Oggi rivendicano secoli di lotta di minoranza contro la prepotenza turca. Ma le cose non sono sempre andate così.
I curdi, musulmani, hanno diviso per secoli il loro territorio con i cristiani armeni. Nella stessa regione un villaggio musulmano (curdo) confinava con uno cristiano (armeno). Scoppia la prima guerra mondiale, crolla l'impero ottomano e i nuovi governanti entrano, per l'ennesima volta in guerra contro la Russia. Al confine c'è quella popolazione cristiana, gli armeni, e i turchi temono che possano passare dalla parte del nemico. Ne ordinano quindi lo sradicamento dai territori di confine (quella che era la Grande Armenia di un tempo) e la deportazione altrove. La storia la conoscete: finì in massacro o genocidio. Non mi impicco sulla parola massacro o genocidio: fu una carneficina.
Bene: chi furono i zelanti esecutori del massacro? Chi andò casa per casa a rastrellare i vicini armeni? Chi li seviziò, torturò, uccise e ne prese case e beni? Chi ereditò la terra nella quale vivevano da millenni? Chi trasformò la deportazione in carneficina? Indovinato: i curdi, i quali, andati via gli scomodi vicini si inventarono l'esistenza del Kurdistan (falso, era Armenia), rivendicano l'indipendenza e si procalmano martiri oppressi.
Ora, i curdi di oggi sono certamente oppressi. Ma ricordiamoci sempre che la storia pesa.
Soprattutto quando poi la storia diventa presente. In Occidente sae ne parla poco, ma qua e là si legge delle pulizie etniche che i curdi hanno condotto nei confronti dei sunniti i mesi scorsi. Noi leggiamo di vittorie dei curdi contro l'Isis, e tutti a battere le mani. Vero e giusto. Peccato che quando i curdi arrivano in un villaggio sunnita, oltre a all'Isis ne scaccino anche gli abitanti. I quali, ovviamente, se non scappano in Turchia (con la speranza di arrivare poi in Europa) cercano di ripararsi dietro le insegne di quelli che promettono di aiutarli: l'Isis. E si torna al consenso malato di cui parlavo nel primo post.
https://www.middleeastmonitor.com/ar...rth-east-syria
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Credo che se a loro non andasse bene così avrebbero scelto da che parte stare. Non che sia una scelta "d'amore", ma una scelta di "meno peggio", e poi si vedrà. Scegliere da che parte stare. Qual'è il nemico comune? L'Isis o Assad? Gli americani o i Curdi? Che cosa vogliono i siriani? E' bene che lo capiscano alla svelta e agiscano di conseguenza, prima che, come dicevo, arrivino mani straniere a scegliere per conto loro
Lou soulei nais per tuchi
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