Non li asfalterà, o, almeno, non credo proprio.
L'Isis ha i suoi centri principalmente in contesti urbani, non sono scemi (tutt'altro) e sono ben addestrati. Se hanno un carrarmato lo nascondono nel garage di un condominio: per colpirlo devi buttare giù il palazzo. Ho visto (in foto, ovviamente) una batteria di mortai alloggiata nel cortile di un asilo. Vuoi colpire quella batteria? Accomodati.
Per ciò che con i bombardamenti puoi fare poco, molto poco. L'unica volta in cui sono serviti era a Kobane, un anno fa. Ma lì la situazione era diversa: i curdi erano asserragliati dentro le rovine, alle spalle il confine, chiuso, con la Turchia. Davanti l'Isis che riceveva continuamente, da Raqqah e altre città della Siria, convogli con armi pesanti. I curdi erano isolati, insomma, e l'Isis riceveva fiumi di armi. Gli americani cominciarono a bombardare i convogli e a paracadutare armi ai curdi. In breve tempo la situazione si ribaltò: l'Isis divenne isolata e perse. Ma, a parte quello, l'aviazione e i missili possono poco. L'Isis ha capito la lezione.
Quindi, o fai come i Russi in Cecenia (asfalti tutti, civili compresi) oppure devi rassegnarti a mandare truppe di terra, che entrino in quel cavolo di garage, tirino fuori il carrarmato e lo distruggano.
Leggo oggi su Repubblica che la prima offensiva di terra, quella condotta dai siriani l'altro ieri in seguito ai bombardamenti russi, si è rivelata un disastro. Sarà il primo di una serie di disastri.
Ieri sera è stata bombardata Raqqah. Si parla, come al solito di campi di addestramento distrutti e depositi di munizioni. Conoscendo i miei polli sono convinto che non hanno distrutto quasi nulla se non un campo di calcio dove correvano le reclute e qualche magazzino. In compenso leggo che la popolazione civile di Raqqah è terrorizzata. Se un giorno centreranno una casa di civili, la Russia, la Francia o chi per lei, avrà ottenuto solo l'effetto di rafforzare l'Isis.
Comunque, ribadisco, a Putin dell'Isis interessa poco o nulla. Unico obiettivo è mantenere Assad e le basi di Latakia e Tartus. L'Isis è lontano molti chilometri.
Solita piantina, con indicate le basi di Latakia e Tartus:
Syria-30-sept-2015-HD.jpg
e qui i bombardamenti russi
151008091613-syria-russia-strike-map-large-169.jpg
la Russia sta colpendo le zone verdi, non le nere. Le verdi sono zone di ribelli anti Assad ma anche anti Isis, contro i quali hanno combattuto nei mesi scorsi. Ma alla Russia dell'Isis non frega nulla: loro vogliono proteggere le loro basi e, avendo visto che questi ribelli stavano prendendo Aleppo (seconda città) e Homs (decisiva perché si controlla la strada Damasco-basi russe), hanno cominciato a bombardarli spacciando al mondo la balla che stanno combattendo l'Isis. Diciamolo chiaramente: stanno combattendo persone che nei mesi scorsi hanno mitragliato l'Isis che, infatti, sulla costa ancora non è arrivato. Poi, per farsi belli, mandano dal Caspio qualche missile alla 'ndo cojo cojo (e qualcuno cade in Iran) che, vedi sopra, non ha nessuna efficacia.
La lotta all'Isis, qui hanno ragione gli americani, sarà lunga.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
http://www.lastampa.it/2015/10/09/es...WI/pagina.html
Considerando che è stato ucciso un generale iraniano forse stanno proprio pensando ad un intervento terrestre con truppe di Assad, volontari iraniani e consiglieri russi
NOn bastano alcuni consiglieri da aggiungere a volontari
, milizie di Assad e Hezbollah. Queste forze (e anche di più) sono in campo da parecchio. servono truppe, e non poche centinaia, ma parecchie migliaia. Le quali truppe, qualora dovessero conquistare Raqqh, sarebbero al 10% del lavoro. Il rimanente 90% è tenere Raqqah. Gli americani ci misero due settimane a conquistare Baghdad sotto Saddam. Persero pochi uomini, pochissime decine. Poi cominciò la carneficina. Queste sono cose che sanno tutti, in particolare gli americani che in Irak hanno finito per perdere, dopo la conquista, circa 4.500 uomini.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
E intanto, almeno da una parte, l'Isis continua ad avanzare..
Siria, l'Isis alla conquista di Aleppo: presi due villaggi. Iran: "Ucciso un nostro generale". Francia: "Nuovi raid su Raqqa" - Il Fatto Quotidiano
E' a 2km da Aleppo.. che poi riesca a prenderla è un altro discorso, ma tant'è..
Sempre più convinto che senza un intervento di terra non si possa andare da nessuna parte.
Lou soulei nais per tuchi
Ecco, questa è una buona domanda.
Ma anche qui una digressioncina. Come noto l'Irak è fatto da circa il 60% di sciiti, il 30% di sunniti e il resto curdi. Più o meno. Gli americani, lasciando il Paese, speravano che si formasse un governo di unità nazionale che mettesse d'accordo tutti. Sulle prime ci hanno provato, almeno di facciata. Il premier era sciita e alcuni ministri sunniti. Tra questi, sunnita era il ministro della Difesa, mentre sciita era il ministro degli Interni.
Arriva l'Isil a Mosul e le forze armate irachene, lì presenti e ben armate, si tolgono l'uniforme e lasciano armi, mezzi e vestiario (sì, pure quello) ai ribelli Isis (sunnitissimi). Per paura? Codardia? Corruzione? Un po' tutto. Una delle storielle più divertenti, per far capire l'antifona, era quella che riguardava i soldati. Questi dovevano prestare servizio obbligatorio. Per non farlo, era prassi pagare una sommettina al comandante il quale faceva figurare la presenza di uomini sul campo quando, in realtà, se ne stavano a casa. Quando arriva l'Isis, la sproporzione tra truppe presenti e truppe teoriche era immensa.
Vabbé, questo era l'esercito iracheno. Vista la debacle, a questo punto il governo iracheno si mobilita ma, data la divisione dei ministeri, i volontari sciiti che vogliono combattere l'Isis non vengono arruolati nell'esercito (ministro sunnita) ma in truppe paramilitari del ministero degli Interni (sciita). Si formano così truppe armate ma non forze armate. A comandare queste arrivano generali iraniani, in particolare il Gran capo dei Pasdaran Qasem Solemaini, una leggenda in Iran.
General Qasem Soleimani: Iran’s rising star - BBC News
del tutto improbabile che Solemaini non si sia trascinato dietro qualche centinaio di pasdaran volontari. Forse anche qualche migliaio. Ma le truppe vere e proprie no: sarebbe, di fatto, un'invasione. Sarebbe la vittoria dell'Iran a decenni di distanza dalla guerra Iran Irak (un milione di morti). In Siria peggio che mai perché per arrivarci bisogna passare per l'Irak.
Conclusione: le truppe iraniane già operano in Irak, e da quel dì. Ma operano un po' mascherate. Se operassero alla luce del sole vorrebbe dire che Irak e Siria sono diventate province iraniane. Il che, se vedi la piantina che pubblicai nel primo post, quella della shia crescent, non mancherebbe di suscitare, in pochi nanosecondi, una reazione (armata) da parte di Arabia e Turchia. Oltre che, ovviamente, di tutti i sunniti di Irak e e Siria.
Insomma, quello che succede in Yemen (dove l'Arabia è scesa in campo militarmente contro gli sciiti appoggiati dall'Iran) si riproporrebbe su scala ingigantita.
Anche qui si va coi piedi di piombo: una volta che inizi non sai come uscirne perché non c'è nessun piano B all'orizzonte.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
anche il patriarca di Antiochia la pensa nella stessa maniera
Siria, il patriarca di Antiochia: "La Russia fa bene a intervenire" - Repubblica Tv - la Repubblica.it
you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen
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