E' successa la stessa cosa con il dialetto lucano che parlo io. Ormai quello "puro" non lo parla più nessuno, le nuove generazioni ricavano i termini elidendo la vocale a fine parola. Ad esempio la parola "crà" (che significa "domani") è stata sostituita con un banale "domànə", eccetera eccetera... Un imbastardimento che non avrà mai fine
Questa volta parliamo di uomini - Manfredi da indicazioni stradali - YouTube
Ciociaro = "Và semb dritt fin ar crucevìa [...] Non t pò shbaglià che ce shtà 'na fundana, ca prima ngi stèva po c l'hann luàt e pò c'hann r'mis"...
Lucano = "Và semb dritt fin 'o crucevìə [...] Non t può sbaglià ca stà 'na fundàn, ca prim non c stèv, po l'hann luàt e po' l'hann r'mis"...
Ho fatto una specie di trascrizione , e anche un confronto tra il mio dialetto e quello del video. Li trovo quasi del tutto sovrapponibili. Si può dire che siano praticamente due varianti della stessa lingua.
Ultima modifica di Julio; 21/05/2018 alle 15:47
I dialetti mediani e quelli meridionali hanno affinità strutturali. Ma la frase che hai tratto dal film di Manfredi (nella quale non dice "luat" per dire levata, bensì "luvata") e del ciociaro intermedio (Castro dei Volsci, ceccano ecc) dove comunque ci sono termini mediani che in quella frase non si sentono.
Sui monti lepini, versante "pontificio " della provincia di Latina e poco distante da Castro dei Volsci, ad esempio, la parola "r'mess" per dire rimessa (riguardo alla fontana citata nel film) si dice "aremessa".. ci sono espressioni tipo "aremettila n'moto". (Rimettila in moto ). Ci sono tutte le vocali, rispetto a Castro dei Volsci e ceccano..
M
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Questo accade però un po' ovunque penso.
Anche a Roma, si parla un italiano romanizzato, il romanesco di 80-90 anni fa era diverso.
Anche per il fatto, che la città, come Milano, Torino, Genova ecc., ha avuto una massiccia immigrazione (e la ha tuttora) dalle altre regioni, infatti sono ormai pochissimi a potersi dire, come si dice qui, "romani di 7 generazioni"
Infatti ci sono differenze rispetto a come parlava ad esempio Aldo Fabrizi e come si parla oggi. Nel vecchio romanesco, mi è stato ad esempio detto dai miei colleghi quando ero là, "una spremuta d'arancia " sì diceva "na sfranta de pertoallo", più o meno, mentre ora non credo che venga più usato un termine del genere
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Se tua madre è di L'Aquila e provincia, il suo dia. letto ha molti punti di contatto con quello del mio paese, che si trova ai confini con la Campania in una zona più interna rispetto a Gaeta.
Come ho scritto su da me il dialetto è Campano a vocali piene, ma ha un 30/40 per cento di abruzzese-romano. Da me ad esempio la testa è "còccia" e la lumaca "ciammarrùca" che sono termini che ho sentito anche nell' Abruzzo confinante col Lazio.
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
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