Ehi.. una mia carissima amica è del tuo paese, sono stato a Bernalda nel 2007 per il suo matrimonio con un mio amico d'infanzia.
La cultura mista centro meridionale c'è un po' in tutto ciò che è a Sud di Roma, ma a livello di dialetto la parlata anche quando prevale il Campano è sempre un po' mista.
Nel Molise ci vado ogni tanto per scampagnate, come in altre regioni, e ho appunto notato che nella zona confinante con Lazio e Campania prevale una specie di dialetto casertano e ciociaro, poi andando vs Isernia e Campobasso si sente il vero dialetto molisano, con un sistema vocalico tipo quello pugliese e lucano.
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Il mondo è piccolo! Da allora l'offerta alberghiera è migliorata ancora in paese, anche sulla scia di Matera capitale europea della cultura 2019. Un punto strategico vicino a Matera e a due passi dal mare. Abbiamo ricevuto pure la bandiera blu quest'anno
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Il dialetto campobassano non per niente è molto simile a quello di Potenza, soprattutto nella cadenza. Certe volte li confondo ancora nonostante abbia abitato in entrambe le città, tuttavia i forti elementi lucani del potentino li riconosco dopo poche parole.
Io conosco molti dialetti. Fino al 1998 ne conoscevo già tanti, per via degli amici universitari, ma erano soprattutto meridionali, e qualcuno del centro Nord. Nel 99 ho fatto il militare a Latina : là avevo colleghi dei paesi "pontifici" vicino Latina e rimasi basito dal loro modo di parlare. Parlavano il ciociaro "pontificio " che fino a quel momento non avevo mai sentito, con un cadenza quasi umbra marchigiana. Erano dei primi paesi dello stato della Chiesa, appunto vicino Latina, al confine col regno di Napoli. Anche se c'erano molte parole uguali a quello mio, che sono ai confini con la Campania, avevano poi dei termini strani e incomprensibili (a ecco = qui, ngima o ammonte (su) Bocchi (soldi ), utteri (ragazzi ) ecc.
Ho imparato a parlare e capire anche quello. Poi a fine 99 sono tornato in Toscana e ho ricominciato a frequentare le stesse persone o altre della stessa provenienza.
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Ultima modifica di paxo; 01/06/2018 alle 20:30
Infatti il ciociaro e l'abruzzese sono affini, almeno il ciociaro della zona di Sora e Isola Liri.
Da me sono accane - alloco (nel vecchio dialetto aiessi ) allane per dire qui, costi, là.
Ci sono poi eccoglio - essoglio - eglio per dire eccolo, eccolo costi, eccolo là (femminile eccola, essola, ella ).
Poi sopra si dice "ngoppa", come in Campania, mentre giù è bascio o bballe.
Però a trenta km da casa mia non verso la Costa ma verso l'interno poco dopo Cassino già si sente il ciociaro (ajecche, ngime ecc).
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Ammont e abbal però qui si usano solo in senso di altitudine, per dire vai su o vai giù rispetto al punto in cui ti trovi, però se ad esempio devo dire "prendimi il bicchiere che sta la sopra" non posso usare ammont ma devo dire aess sopr (forse questa forma già si è italianizzata però).
Diciamo che nel basso Lazio del regno di Napoli il campano è un po' dappertutto presente, anche all'interno, ma c'è sempre qualcosa del dialetto laziale e abruzzese a volte anche nel 30-40 per cento dei dialetti (tipo al mio paese ).
Nella parte pontificia, come detto, nelle zone di mare a Terracina e San Felice il dialetto è di transizione (50/50 laziale e campano), anche se in molti tendono a parlare romano. Poi nella zona collinare e montanara (Sezze, Priverno, Sonnino ) dialetto ciociaro a vocali piene con un 10-15 per cento di Campano dovuto al fatto che a pochi km da questi paesi iniziava il regno di Napoli.
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Per far capire la differenza e il miscuglio linguistico prendo ad esempio una frase " lui se n'è andato, c'è sempre un deficiente tra i piedi ".
Al mio paese è "Isso se n'è ito, ci sta sémbe no scémo pé lo mièzo"
A quello confinante è "Issu se ne jétte, cè sta sèmbe nú tamarru dè mèzzu".
Si vede chiaramente il miscuglio ciociaro /Campano nei due dialetti.
Naturalmente questo è il modo di parlare di chi è nato e cresciuto in zona, perché ci sono diverse famiglie di origini napoletane che hanno mantenuto il loro dialetto e magari qualcuno proveniente da altre zone ha incontrato questi "trasferiti " nel Lazio Sud che hanno mantenuto la loro parlata di Napoli e dintorni.
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Ho letto che nel 1500 anche a Roma si parlava un dialetto simile al ciociaro, poi si è toscanizzato subito dopo (forse per i legami culturali con la Toscana?)
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