Nessuna regione - sono del Nord-Ovest
Nessuna regione - sono del Nord-Est
Nessuna regione - sono del Centro
Nessuna regione - sono del Sud
Nessuna regione - sono delle Isole
Regioni come adesso - sono del Nord-Ovest
Regioni come adesso - sono del Nord-Est
Regioni come adesso - sono del Centro
Regioni come adesso - sono del Sud
Regioni come adesso - sono delle Isole
Regioni pienamente autonome - sono del Nord-Ovest
Regioni pienamente autonome - sono del Nord-Est
Regioni pienamente autonome - sono del Centro
Regioni pienamente autonome - sono del Sud
Regioni pienamente autonome - sono delle Isole
Occorre un portafoglio molto largo, e di pazienza
Come Ponzio palato nessuno non ha la colpa, si lavano le mani.Le mie foto su Flickr:
http://www.flickr.com/photos/14667436@N02/
Il mio fotoalbum:
http://fotoalbum.virgilio.it/fabrizio.binello
In maniera idiota, peraltro: si tagliano i fondi ma tutti devono essere promossi e soprattutto con voti più alti possibile, altrimenti casca il cielo.
Con il risultato ottimo che ci sono intere generazioni che, alla fine di quinta superiore, non sanno nè parlare nè scrivere correttamente, non hanno la più pallida idea del mondo che li circonda, nessuna conoscenza economico/politica e andranno a fare la classe dirigente del futuro. Siamo a posto.
Lou soulei nais per tuchi
Beh...
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Paradossalmente, essendo per forme di decentramento molto spinto (o meglio sono per l'annullamento progressivo e "pacifico" dei poteri centralizzati) sono contrario al regionalismo che crea centri di potere paralleli a quello nazionale e altrettanto pesanti, anzi più pesanti perché ne assorbono le competenze senza avere adeguata leva fiscale: uno degli effetti perversi della riforma del Titolo V della Costituzione, attuata dai governi D'Alema e Amato è stata la crescita della spesa locale, finanziata prima a debito e poi attraverso la fiscalità regionale; guadate che il mio non è un ragionamento di opposizione sinistra/destra la riforma proposta dalla maggioranza che sosteneva il Governo Berlusconi II e bocciata dagli elettori al referendum costituzionale del 2005 sarebbe risultata addirittura peggiorativa e lo dico pur avendo un orientamento politico (tendenzilamente) di destra o se preferite anarco-capitalista. Personalmente opterei per forme di governo locale di tipo "municipale", anzi trovo che in alcuni casi le dimensioni di alcuni enti locali siano perfino eccessive (penso ai comuni oltre i 200/250.000 abitanti) per garantirne il funzionamento ottimale e sufficientemente grandi per favorire derive di natura clientelare dell'azione amministrativa.
Ovviamente sono anche per uno stato leggero, che limiti la sua potestà a compiti come la difesa del territorio nazionale e al mantenimento dell'ordine pubblico (inteso come difesa dei diritti di vita e proprietà) e per una forte presenza (tendenzialmente esclusiva) del settore privato in ambiti come sanità e previdenza sociale, ma ovviamente sono anche realista e penso che anche proponendosi un obiettivo di questo tipo, una qualsiasi forza politica, anche larghissimamente maggioritaria nel Paese, avrebbe bisogno di alcuni decenni per conseguirlo. Purtroppo tempi ultra-decennali vanno oltre le logiche della politica, soprattutto in questo periodo in cui la politica tende a darsi prospettive di breve e brevissimo periodo, quindi la mia tende ad essere una prospettiva piuttosto "utopistica".
Ultima modifica di galinsoga; 30/09/2016 alle 16:27
quando ho detto industrializzare a passo forzato le zone depresse,intendevo che lo stato dovrebbe ordire dei piani di sviluppo sfruttando le caratteristiche del territorio...turismo ,agricoltura etc etc....ma credere che questo basti per rendere le regioni del sud delle zone ad alto tasso di benessere e' pura utopia..ci vuole l'industria nel vero senso della parola,quella che crea lavoro nell'ordine delle migliaia di unita'...come fare? solo con aziende di stato e' possibile,penso alla cantieristica navale militare,alle fabbriche di munizioni,di divise ,cartiere per fornire gli uffici statali...insomma cose del genere.
non credo si tratti di fare volontariato...ho un idea di stato molto unitario,ogni regione contribuisce per quello che puo'.....ci sono zone dove cadono 400 mm l'anno,beh sicuramente non potranno eccellere nella coltivazione del riso,magari pero' posso fornire energia elettrica alle zone industrializzate del brumoso nord attraverso il fotovoltaico....insomma le strade da percorrere ci sono,nel 2016 nno si puo' pensare al federalismo,quando il mondo ormai va nella direzione opposta....poi parliamoci chiaro,la calabria nno sara' mai come la lombardia,ma questo non basta a mio modo di pensare per invocare uno stato federale.
Ultima modifica di original pio; 30/09/2016 alle 23:30
sono d'accordo sulla valorizzazione delle risorse,ma il turismo di nicchia come quello gastronomico nno puo' bastare a risollevare le sorti di un territorio come il sud che conta oltre 20 milioni di abitanti ....il turismo va cmq sviluppato,ma per creare ricchezza ci vuole l'industria,quella che crea lavoro nno solo sulla materia primaria,ma anche e soprattutto nel cosiddetto indotto,come ho risposto precedentemente ad un altro utente,io sarei per spostare la produzione statale in aree depresse...
quando parlo di industrializzazione forzata,non parlo certo di mettersi a fare automobili o lavatrici,ma ad esempio costruire impianti eolici,centrali idroelettriche,impianti che sfruttato l'energia solare,sarebbero tanti posti di lavoro per il nostro paese e tanti bei soldi risparmiati per le casse dello stato
Comunque, anche se non in maniera perfetta (anzi), ma l'Italia è attualmente uno stato federale (la famosa riforma del titolo V già citata), come lo è la Spagna
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