Il tuo discorso pero' ormai puo' valere per una buona parte della popolazione e non solo per i giovani (penso che intendevi i ragazzi sotto i 25 o 30 anni), tra l'altro è una questione spinosa che riguarda anche tutta la generazione dei trentenni se non anche quella dei quarantenni, se ne parla da anni ormai...
la pensione? ce l'hanno "tolta" a tutti, non crederti che un 35/40 enne di oggi potrà andarci tanto presto (recentemente in un articolo si diceva che uno nato nel 1980, cioè un 37 enne di oggi, ci andrà probabilmente a 75 anni
il tempo indeterminato? (inteso come posto "fisso" e "sicuro") ormai riguarda solo i dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato (quindi per la maggior parte dai 45/50 anni in su), nel privato ormai un tempo indeterminato non è più una garanzia com'era qualche decennio fa.. anzi molto probabilmente un trentacinquenne che lavora a tempo indeterminato nel privato non lavorerà per la stessa azienda fino alla pensione e comunque non ha più quelle certezze che avevano i nostri genitori (basti vedere tutte le aziende che hanno chiuso negli ultimi 10 anni..)
per il resto la piaga del precariato la si vive ormai da un ventennio, tutta la generazione dei trentenni l'ha vissuta e/o la sta vivendo... poi anche chi è libero professionista/lavoratore autonomo non se la passa tanto meglio, gli incassi sono pochi e le spese/tasse sono tante
sposarsi e comprare casa? solo con l'aiuto dei genitori e parenti, e magari ristrutturando la vecchia casa dei nonni... un trentacinquenne di oggi difficilmente puo' fare tutto da solo, negli anni 70-80 i giovani potevano permettersi di farsi un mutuo senza problemi e spesso senza dover neanche chiedere sostegno alla famiglia (anzi in certi casi dovevano aiutare loro i genitori anziani con pensioni basse).
il lottare? neanche la mia generazione e la tua lo hanno fatto credimi, anzi scendevano solo in piazza quando l'Italia vinceva il mondiale o la loro squadra del cuore il campionato.. nei primi anni 2000 quando ci stavano togliendo tanti diritti ( ad esempio con le leggi sul precariato e contratti flessibili) nessuno si è scandalizzato e nessuno è sceso in piazza.... (e stiamo parlando dei 20-25-30 enni di allora, i primi penalizzati rispetto alla generazione precedente)
Per il resto è sicuramente vero che tanti giovani non hanno voglia di fare ma per certe cose posso anche capirli, paghe da fame e un paese che non da grandi prospettive, con un futuro incerto (quindi manca anche la motivazione). Il mondo del lavoro è diventato troppo complesso e competitivo, inoltre anche per chi vuole lavorare in proprio o vuole aprirsi un attività è durissima... d'altro canto però ci sono delle attività che stanno "tornando", ad esempio qua ci sono diversi giovani che stanno riprendendo delle aziende agricole (un lavoro ormai "snobbato" da decenni)
Torgnon (1350 mt) / Chatillon (530 mt) stazione meteo:
https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITORGN6
http://datimeteoasti.it/stazionimete.../realtime.html
Cmq wtrentino ha detto il giusto sulle pensioni, i debiti in cui il paese versa, li ha fatti la generazione degli anni 70, e queste sono le conseguenze.
Le tasse sono alle stelle per cui gli autonomi pure hanno difficoltà ad assumere
a volte è proprio impossibile. adesso stanno demonizzando i voucher, perchè molti se ne sono approfittati come fecero ai tempi coi contratti a progetto.
spero non li tolgano perchè nel mio settore (se uno ha bisogno di una persona 4 o 5 volte l'anno) sono l'unica soluzione che non ti dissangua dal punto di vista amministrativo.
Villar Perosa, B.ta Casavecchia (TO) 630 m
Villanova C.se (TO) 376 m slm
prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
Mi prudono un po' le mani
Ma forse è solo perchè fino a 10 minuti fa ho portato da mangiare sotto il diluvio fin davanti la porta di casa a decine di cinquantenni che dovevano vedersi la partita seduti comodamente in poltrona.
Questo sempre per il discorso che i ragazzi di oggi non hanno voglia di fare niente, come me e molti altri miei amici (anche qui sul forum) che magari durante la settimana studiano e il weekend e nei giorni festivi vi portano da mangiare
Pio, il 1968 è passato da un pezzo...purtroppo c'è stato anzi, visto che ha trasformato un Paese liberale com'era l'Italia del miracolo economico in una fogna socialista in cui i soldi degli altri sembravano non finire mai (e invece sono finiti e il conto oggi tocca pagarlo a quelli che chiami svogliati).
Il 1968 è stato la rovina dell'Occidente ma dell'Italia in primis, ne sono sempre più convinto, specie leggendo questi discorsi sulla "lotta"
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Perfettamente d'accordo!
Viaggio molto per lavoro e devo dire che la mentalità assistenzialista e di tutto dovuto Italiana\Europea è ben difficile trovarla nei paesi in forte sviluppo e crescita economica.
Piaccia o no ci schiacceranno, sono più aggressivi e affamati.
Quando saranno finiti i soldi delle vecchie generazioni ( credo un decennio o due ) anche i paesi come il nostro e buona parte d'Europa torneranno al sano spirito competitivo e liberistico di inizio anni '50.
Molti giovani, direi dai 35 in giù, per ora non hanno "fame" quindi si godono le risorse accumulate da generazioni precedenti. Generazioni che hanno insegnato hai figli che lo stato deve pensare a loro e che la creazione di debito pubblico non è un crimine ma un fatto normale.
Sono quasi certo che i futuri giovani tra 10\15 saranno molto più aggressivi e contro il sistema, in quanto saranno molto + affamati di noi oggi.
Odio la nebbia !!!
Viene anche a me da dare la colpa alla tecnologia e a internet, però credo che non stia lì il nucleo della questione.
Sono strumenti, e hanno anche delle potenzialità enormi. Il problema è altrove, le tecnologie lo amplificano solo, rendendolo evidente.
A parità di mezzi, ci sono quelli che chattano di banalità, e quelli che discutono di cose più spesse (cito a caso: meteo, la società attuale, la politica in generale... ma come questo, ci sono altri luoghi in cui si usa internet per scambiare / far circolare idee).
Anche su social e internet si può far funzionare il cervello e pensare, oppure adagiarsi e riposare, così come ci si può sintonizzare su una radio di canzonette oppure su una di notiziari e approfondimenti.
E' un cane che si morde la coda. La spesa pubblica improduttiva/inutile è esplosa negli anni '70-'80 per ragioni politiche (clientelari e assistenzialiste), per poi continuare con un lento, moderato aumento nell'ultimo quarto di secolo. Quindi servono sempre più risorse, avendo finito da 25 anni le possibilità di ulteriore indebitamento. L'economia cresce troppo poco per starci dietro, quindi si aumentano le tasse/imposte (e la burocrazia). Che però così atrofizzano ancora di più l'economia, che quindi non cresce, mentre la spesa pubblica sì: anche se molto meno che nei magici anni '70-'80, in cui la gente lottava e parlava di politica fino a notte fonda, tanto il conto dei posti pubblici, delle cattedrali nel deserto, dei precari della scuola, dei forestali siculo-calabresi, della Milano da bere, delle baby-pensioni, delle pensioni retributive e delle pensioni minime con tredicesima li avremmo pagati noi generazioni successive. In Italia ha capito tutto Homer Simpson:
Io sono convinto che i ragazzi siano il futuro... a meno che non li fermiamo subito! su Aphorism.it
Si obietterà sull'evasione fiscale. A parte che si dimentica, colpevolmente, che anche le grandi aziende e persino molte amministrazioni pubbliche fanno evasione, elusione o almeno non pagano i contributi (vedi buco INPDAP...) Al livello fiscale e burocratico italiano, però, c'è sì chi con false dichiarazioni si fa la villa con piscina e Ferrari, o almeno l'università gratis; ma anche chi senza evadere, non manda avanti l'attività. Conosco ex compagni di liceo di Bologna, grandi comunisti a scuola, ed ora convinti che, senza un po' di nero, nessuno te lo fa fare ad aprire un'attività es. bar per la quale ti rimarrebbe uno stipendio da fame.
E vogliamo poi parlare dei mille e spesso assurdi adempimenti burocratici di ogni attività in Italia?
Abbiamo due realtà e due idealismi contrastanti. Adattarsi a quello che c'è da fare, o aspirare ad un futuro luminoso di stipendi più elevati, i due idealismi. Un'Italia atrofica e dove, dal pubblico impiego a molte aziende private, i giovani vivacchiano senza grandi prospettive, nonostante titoli di studio su titoli di studio; ed una realtà europea, dove chi è preparato e dinamico fa carriera persino prima dei 30 anni (in Italia non è impossibile, persino meritocraticamente, ma è molto raro), e dove in molti paesi si lavora 8 ore al giorno senza straordinari producendo e soprattutto guadagnando più che da noi; le due realtà contrastanti. Mi faccio problemi io ad un livello molto più elevato, quindi capisco bene un giovane che magari ha una buona maturità se non la laurea, davanti alla prospettiva di un lavoro duro e mal pagato: io, per spirito personale e di famiglia, mi adatterei a lavorare ed essere pagato così, piuttosto che non far nulla gratis; ma umanamente capisco bene chi non considera nemmeno quelle offerte di lavoro. Avete voluto il titolo di studio per tutti? Avete voluto mandarli pure in Erasmus? Continuate a puntare sull'autarchia e sui bassi costi, invece che sulla produttività, il profitto ed i salari più alti? Ora non lamentatevi se rifiutano un lavoro simile, per sperare (forse invano) in un lavoro migliore.
Il lavoro di cameriere, in realtà, è mal pagato e duro ovunque, tranne che in Svizzera (duro ma ben pagato): e appunto, a Londra come a Parigi come in Germania, molti sono studenti stranieri o emigrati dal terzo mondo; ovvero, vedi nell'Est Europa, sono magari le persone meno sveglie e meno istruite a farlo. Non è insomma un'anomalia italiana, non trovare personale per questi lavori (certo, se uno fa l'alberghiero 3 anni e poi rifiuta un posto simile, qualche domanda se la dovrebbe porre lui stesso). Fermo restando che all'università ho conosciuto più d'una persona, che si pagava gli studi lavorando in qualche bar o "facendo la stagione" 3-4 mesi l'anno a Jesolo, Caorle ecc. E' anche la legge del mercato: vuoi la qualità, hai scarsa offerta, paghi. L'italiano medio, invece, vuole tutto e a poco prezzo, purtroppo inclusi molti imprenditori. Oppure ti accontenti dell'immigrato, che magari ti ringrazia anche di poter avere un permesso di soggiorno e poter sfamare la sua famiglia, e si evitano discorsi da vecchio bacucco che si stava meglio quando si stava peggio
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