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  1. #51
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: giovani italiani e lavori umili...

    Citazione Originariamente Scritto da original pio Visualizza Messaggio
    questo post va incorniciato ,e' emblematico per spiegare bene la deriva intellettuale di questo paese ,specie fra le giovani generazioni...il paese nno era per niente liberale,prima del 68 le donne non contavano un cazzo,la gente viveva nelle baracche e si ammazzava per 12 ore di lavoro nelle fabbriche e nei campi senza nessuna tutela...se a te piace un mondo cosi,stai tranquillo che grazie al tuo modo di pensare ci stiamo riavvicinando....cosi sarai felice...la seconda chicca poi e' spettacolare,si da la colpa al sistema socialista dei problemi attuali,ignorando che: detto sistema in italia nno e' mai esistito ,anzi e' in antitesi al sistema in corso dagli anni 20 a oggi(la memoria storica umana a volte e' davvero labile)..un sistema socialista e' contro l'immigrazione dei popoli perche mira a creare lavoro nella terra natia ,non fomenta guerre fra poveri perche' predica l'uguaglianza....da retta piu' che lottare dovresti conoscere la storia di questo paese....su youtube ci sono tanti filmati che spiegano bene cosa era il movimento progressista e le sue conquista in italia.... oggi che non esiste piu' questo ideale ,la nostra societa' e' tornata liberista,di piu' medioevale.....ma a te garba cosi'.auguri.
    Il Paese prima del 1968 era in via di sviluppo, è dunque normalissimo che non fosse tutto rose e fiori, ma la strada intrapresa era quella giusta, e a confermarlo ci sono i numeri, che parlavano di una costante riduzione della disoccupazione, della vita sempre più agevole per molti e di un livello di benessere sempre più diffuso. Dopodichè si è deciso di ipotecare il futuro con politiche di spesa e indebitamento a livelli folli.

    Oggi siamo in una società tornata liberista? Come mai allora le partite IVA pagano il 68% di tasse?
    Come mai se guardo alle statistiche sulla spesa pubblica è un continuo crescere e sforare record su record?
    Come mai il debito pubblico cresce inarrestabile nonostante le patetiche quanto infondate lamentele sull'Europa cattiva che non ci consente di fare deficit?
    Siamo oggi a 2377 miliardi, quando solo 7 anni fa eravamo sotto i 2000 miliardi.
    Cifre tipiche di una società liberista in cui ciascuno ha la possibilità di aprire un'attività facilmente

    Questo Paese corre dritto verso l'Unione Sovietica, e chi lo nega non fa altro che accelerarne la corsa...
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  2. #52
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: giovani italiani e lavori umili...

    Citazione Originariamente Scritto da original pio Visualizza Messaggio
    l'assitenzialismo dei paese nordici e' risaputo..e da grandi frutti per i loro popoli,non a caso sono grandi modelli di civilta' per il mondo intero...e questo va sempre ricordato a chi accusa il movimento progressista che permeo' l'europa negli anni 70....in italia i problemi sono altri,di natura finanziaria....ma sembra che il diavolo sia chi ha lavorato per 35 anni in fabbrica....che poi sono i nostri padri e nostri nonni...gli stessi che ti danno i soldi per poterti sposare e avere una casa......forse si fa confusione,ma i responsabili di questo sfacelo si trovano nelle alte classi sociali,dirigono banche,assicurazioni ,mandano stuoli di avvocati come deputati per farsi le leggi e tutelare le loro lobby e affossare le classi piu' deboli...e tra di loro ,nessuno ha simpatie socialiste,ma per friedric 91,la colpa e' di lenin,anzi di marx.
    Tu lo sai vero che i famigerati Paesi nordici negli anni '90 hanno attuato una vigorosa politica di tagli alla spesa pubblica e alle tasse per uscire dal mega-pantano in cui si erano trovati (Come la riduzione dello stato ha messo fine alla grande depressione svedese - Rischio Calcolato | Rischio Calcolato) ?

    Magari prima di dire che il loro era stato/è il modello (fra l'altro sai com'è...avessimo il petrolio che ha la Norvegia non credo faremmo tutta sta fatica) pensiamoci due secondi.
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  3. #53
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: giovani italiani e lavori umili...

    Volevo solo ritornare un attimo all'argomento "giovani e lavoro".
    Secondo me qui c'è qualcosa di sbagliato per quanto riguarda i "giovani". Faccio 29 anni fra poco, mi includo ancora nella categoria "giovani".
    Ci hanno detto che nella vita bisognava diplomarsi, e poi bisogna laurearsi, perchè "serve il pezzo di carta", "senza laurea non si va da nessuna parte", e allora abbiamo fatto così, ci siamo laureati. Ma non in lettere eh? Economia, ingegneria, ecc.ecc.
    Con quale risultato?
    Che abbiamo sacrificato 5 anni per laurearci (alcuni anche di più...). Che lavoriamo con dei colleghi diplomati (di 10, 20, 30 anni più anziani di noi) e guadagniamo meno di loro. Che i nostri capi hanno la terza media, e sono loro a mandare avanti le aziende con la stessa forma mentis degli anni '60 e '70. Che, ciliegina sulla torta, noi laureati guadagniamo molto meno di chiunque faccia un lavoro che richieda la terza media: che sia esso uno spazzino, un operaio, un logistico, un bracciante.
    Quindi il paradosso è servito: studia di più e guadagnerai di meno. Studia il meno possibile e guadagnerai di più. Per questo sono profondamente pentito di essermi iscritto all'università, di aver dato esami, perso tempo per nulla: tutto buttato al vento, perchè tanto non serve a niente. Avrei dovuto diplomarmi e andare a fare qualsiasi lavoro, avrei guadagnato molto di più. Per questo sto consigliando a tutti i più giovani di me di non laurearsi assolutamente perchè butterebbero all'aria 5 anni della loro vita (e si mangiano 5 anni di pensione.).
    Lou soulei nais per tuchi

  4. #54
    Tempesta L'avatar di alby83
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    Predefinito Re: giovani italiani e lavori umili...

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Volevo solo ritornare un attimo all'argomento "giovani e lavoro".
    Secondo me qui c'è qualcosa di sbagliato per quanto riguarda i "giovani". Faccio 29 anni fra poco, mi includo ancora nella categoria "giovani".
    Ci hanno detto che nella vita bisognava diplomarsi, e poi bisogna laurearsi, perchè "serve il pezzo di carta", "senza laurea non si va da nessuna parte", e allora abbiamo fatto così, ci siamo laureati. Ma non in lettere eh? Economia, ingegneria, ecc.ecc.
    Con quale risultato?
    Che abbiamo sacrificato 5 anni per laurearci (alcuni anche di più...). Che lavoriamo con dei colleghi diplomati (di 10, 20, 30 anni più anziani di noi) e guadagniamo meno di loro. Che i nostri capi hanno la terza media, e sono loro a mandare avanti le aziende con la stessa forma mentis degli anni '60 e '70. Che, ciliegina sulla torta, noi laureati guadagniamo molto meno di chiunque faccia un lavoro che richieda la terza media: che sia esso uno spazzino, un operaio, un logistico, un bracciante.
    Quindi il paradosso è servito: studia di più e guadagnerai di meno. Studia il meno possibile e guadagnerai di più. Per questo sono profondamente pentito di essermi iscritto all'università, di aver dato esami, perso tempo per nulla: tutto buttato al vento, perchè tanto non serve a niente. Avrei dovuto diplomarmi e andare a fare qualsiasi lavoro, avrei guadagnato molto di più. Per questo sto consigliando a tutti i più giovani di me di non laurearsi assolutamente perchè butterebbero all'aria 5 anni della loro vita (e si mangiano 5 anni di pensione.).
    Per me invece bisogna spingere i giovani a studiare, formarsi bene e imparare BENE almeno l'ingese ( l'italiano è perfettamente inutile fuori dall'Italia), se vorranno cambiare il paese dovranno essere ben formati e internazionali!

    La laurea serve principalmente per se stessi, quello che ci hanno raccontato purtroppo si è rivelato falso a causa del declino Italiano da paese di serie A a B e ...
    Cmq all'estero un buon laureato Italiano è ben corteggiato, specialmente se ha il ciclo competo (5 anni).
    Anche io come te e molti laureati avevo il tuo stesso problema, per risolverlo ho imparato 2 lingue che mi servivano e mi sono affacciato fuori dal cortile di casa

    Alla fine la laurea serve a quello, avere il pezzo di carta per cercare le migliori occasioni in patria o all'estero, poi fare carriera o no dipende dalla persona indipendentemente dal pezzo di carta o no.
    Odio la nebbia !!!


  5. #55
    Burrasca L'avatar di wtrentino
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    Predefinito Re: giovani italiani e lavori umili...

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Volevo solo ritornare un attimo all'argomento "giovani e lavoro".
    Secondo me qui c'è qualcosa di sbagliato per quanto riguarda i "giovani". Faccio 29 anni fra poco, mi includo ancora nella categoria "giovani".
    Ci hanno detto che nella vita bisognava diplomarsi, e poi bisogna laurearsi, perchè "serve il pezzo di carta", "senza laurea non si va da nessuna parte", e allora abbiamo fatto così, ci siamo laureati. Ma non in lettere eh? Economia, ingegneria, ecc.ecc.
    Con quale risultato?
    Che abbiamo sacrificato 5 anni per laurearci (alcuni anche di più...). Che lavoriamo con dei colleghi diplomati (di 10, 20, 30 anni più anziani di noi) e guadagniamo meno di loro. Che i nostri capi hanno la terza media, e sono loro a mandare avanti le aziende con la stessa forma mentis degli anni '60 e '70. Che, ciliegina sulla torta, noi laureati guadagniamo molto meno di chiunque faccia un lavoro che richieda la terza media: che sia esso uno spazzino, un operaio, un logistico, un bracciante.
    Quindi il paradosso è servito: studia di più e guadagnerai di meno. Studia il meno possibile e guadagnerai di più. Per questo sono profondamente pentito di essermi iscritto all'università, di aver dato esami, perso tempo per nulla: tutto buttato al vento, perchè tanto non serve a niente. Avrei dovuto diplomarmi e andare a fare qualsiasi lavoro, avrei guadagnato molto di più. Per questo sto consigliando a tutti i più giovani di me di non laurearsi assolutamente perchè butterebbero all'aria 5 anni della loro vita (e si mangiano 5 anni di pensione.).
    Boh, io sto facendo un anno di specializzazione post diploma e dopo provo a cercare lavoro. Non mi escludo una via universitaria ma a quel punto penserei seriamente alla via estera (non che adesso non ci pensi, più ci ragiono e più mi vien voglia di andarmene)

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    prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....

  6. #56
    Vento moderato L'avatar di virganevosa
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    Predefinito Re: giovani italiani e lavori umili...

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Volevo solo ritornare un attimo all'argomento "giovani e lavoro".
    Secondo me qui c'è qualcosa di sbagliato per quanto riguarda i "giovani". Faccio 29 anni fra poco, mi includo ancora nella categoria "giovani".
    Ci hanno detto che nella vita bisognava diplomarsi, e poi bisogna laurearsi, perchè "serve il pezzo di carta", "senza laurea non si va da nessuna parte", e allora abbiamo fatto così, ci siamo laureati. Ma non in lettere eh? Economia, ingegneria, ecc.ecc.
    Con quale risultato?
    Che abbiamo sacrificato 5 anni per laurearci (alcuni anche di più...). Che lavoriamo con dei colleghi diplomati (di 10, 20, 30 anni più anziani di noi) e guadagniamo meno di loro. Che i nostri capi hanno la terza media, e sono loro a mandare avanti le aziende con la stessa forma mentis degli anni '60 e '70. Che, ciliegina sulla torta, noi laureati guadagniamo molto meno di chiunque faccia un lavoro che richieda la terza media: che sia esso uno spazzino, un operaio, un logistico, un bracciante.
    Quindi il paradosso è servito: studia di più e guadagnerai di meno. Studia il meno possibile e guadagnerai di più. Per questo sono profondamente pentito di essermi iscritto all'università, di aver dato esami, perso tempo per nulla: tutto buttato al vento, perchè tanto non serve a niente. Avrei dovuto diplomarmi e andare a fare qualsiasi lavoro, avrei guadagnato molto di più. Per questo sto consigliando a tutti i più giovani di me di non laurearsi assolutamente perchè butterebbero all'aria 5 anni della loro vita (e si mangiano 5 anni di pensione.).

    stra-quoto! Ne discutevo pochi giorni fa alla cena di classe con i coscritti 31enni del mio paese.
    I più realizzati e contenti delle proprie scelte sono quelli che si sono fermati alla terza media (ottimi stipendi, famiglia con figli, prospettive di lavoro in proprio...), poi i diplomati, i laureati triennali e all'ultimo posto il sottoscritto unico laureato 3+2 della mia classe. Ho cambiato lavoro da poco (soliti 1200 euro/mese) e sono l'unico ing. tra periti più giovani e competenti di me. Ancora mi chiedo perchè non mi sono fermato dopo il diploma visto che il mio lavoro lo possono fare egregiamente anche i periti. D'altronde il valore aggiunto lo dà l'esperienza, non il foglio di carta, quindi meglio cominciare giovanissimi, 18 anni max. A me la laurea ha rovinato la vita, altrochè.
    Ultima modifica di virganevosa; 08/02/2017 alle 22:00

  7. #57
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    Predefinito Re: giovani italiani e lavori umili...

    Citazione Originariamente Scritto da alby83 Visualizza Messaggio
    Perché in molti paesi (specialmente quelli di mentalità latina come il nostro) con l'assistenzialismo si crea un livellamento verso il basso e parassitismo sociale.

    Per me lo stato dovrebbe essere minimo :
    Giustizia, Sicurezza, Scuola, Minima assistenza sanitaria ( giusto in caso di pericolo di vita o aiuto a persone affette da malattie invalidanti) e minimo Welfare per i casi di indigenza non volontaria ( malattie o disgrazie).
    Pensioni ognuno si arrangia da se!, non vedo perché devo buttare soldi per una cosa che non userò mai ( la mia generazione dovrebbe andare in pensione sui 70anni).

    Cosi facendo si avrebbe poca burocrazia e tasse al 20% e ogni persona sarebbe libera e quindi RESPONSABILE della gestione del proprio denaro e pianificazione futura ( piani di accumulo. previdenza complementare, ecc.)
    Se poi qualcuno usa i suoi soldi in cose inutili o spese futili sono xx suoi, lavorerà fino alla morte o farà il barbone, comodo pensare che tanto lo stato interviene con i soldi degli altri.

    Cmq sono 2 scuole di pensiero; stato come la madre ( come da noi) Vs stato minimo.
    Nello scorso secolo a vinto il 1° modello e sinceramente in molti paesi il risultato è stato pessimo, vedremo cosa succede in questo.

    PS: Le banche non hanno soldi veri accatastati ma cartaccia e numeri elettronici.
    Da quando è stato abbandonato il sistema aureo ( per finanziare guerre inutili e spese pubbliche folli) i soldi valgono il valore della carta o materiale che li compongono, sta tutto in piedi come un grande bluff.
    allora non e' l'assistenzialismo di stato che e' sbagliato,ma i popoli latini? perche' se cosi' fosse,qualsiasi sistema vigente nel sud europa sarebbe destinato a fallire,giusto?......io credo invece che e' il sistema che si sceglie che poi determina lo stile di vita di ogni singolo paese...le banche comprano il debito e attraverso esso influenza le politiche economiche e sociali,arrivando alla bisogna a imporre direttamente i propri uomini...ciampi,monti,che per la gioia di fridrich sono tutti noti stalinisti
    Ultima modifica di original pio; 08/02/2017 alle 23:15

  8. #58
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    Predefinito Re: giovani italiani e lavori umili...

    Citazione Originariamente Scritto da Friedrich 91 Visualizza Messaggio
    Il Paese prima del 1968 era in via di sviluppo, è dunque normalissimo che non fosse tutto rose e fiori, ma la strada intrapresa era quella giusta, e a confermarlo ci sono i numeri, che parlavano di una costante riduzione della disoccupazione, della vita sempre più agevole per molti e di un livello di benessere sempre più diffuso. Dopodichè si è deciso di ipotecare il futuro con politiche di spesa e indebitamento a livelli folli.

    Oggi siamo in una società tornata liberista? Come mai allora le partite IVA pagano il 68% di tasse?
    Come mai se guardo alle statistiche sulla spesa pubblica è un continuo crescere e sforare record su record?
    Come mai il debito pubblico cresce inarrestabile nonostante le patetiche quanto infondate lamentele sull'Europa cattiva che non ci consente di fare deficit?
    Siamo oggi a 2377 miliardi, quando solo 7 anni fa eravamo sotto i 2000 miliardi.
    Cifre tipiche di una società liberista in cui ciascuno ha la possibilità di aprire un'attività facilmente

    Questo Paese corre dritto verso l'Unione Sovietica, e chi lo nega non fa altro che accelerarne la corsa...
    non corre,galoppa verso il socialismo reale

  9. #59
    Uragano
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    Predefinito Re: giovani italiani e lavori umili...

    Guardate, che in futuro non è detto che i realizzati saranno solo quelli con il diploma.
    Poi abbiamo tra le eprcentuali più basse di laureati nel continente.
    Può essere un ragionamento a breve termine perchè oggi sembra così, ma il mondo del lavoro di oggi in tanti settori richiede più competenze rispetto a 70 anni fa

  10. #60
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: giovani italiani e lavori umili...

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Volevo solo ritornare un attimo all'argomento "giovani e lavoro".
    Secondo me qui c'è qualcosa di sbagliato per quanto riguarda i "giovani". Faccio 29 anni fra poco, mi includo ancora nella categoria "giovani".
    Ci hanno detto che nella vita bisognava diplomarsi, e poi bisogna laurearsi, perchè "serve il pezzo di carta", "senza laurea non si va da nessuna parte", e allora abbiamo fatto così, ci siamo laureati. Ma non in lettere eh? Economia, ingegneria, ecc.ecc.
    Con quale risultato?
    Che abbiamo sacrificato 5 anni per laurearci (alcuni anche di più...). Che lavoriamo con dei colleghi diplomati (di 10, 20, 30 anni più anziani di noi) e guadagniamo meno di loro. Che i nostri capi hanno la terza media, e sono loro a mandare avanti le aziende con la stessa forma mentis degli anni '60 e '70. Che, ciliegina sulla torta, noi laureati guadagniamo molto meno di chiunque faccia un lavoro che richieda la terza media: che sia esso uno spazzino, un operaio, un logistico, un bracciante.
    Quindi il paradosso è servito: studia di più e guadagnerai di meno. Studia il meno possibile e guadagnerai di più. Per questo sono profondamente pentito di essermi iscritto all'università, di aver dato esami, perso tempo per nulla: tutto buttato al vento, perchè tanto non serve a niente. Avrei dovuto diplomarmi e andare a fare qualsiasi lavoro, avrei guadagnato molto di più. Per questo sto consigliando a tutti i più giovani di me di non laurearsi assolutamente perchè butterebbero all'aria 5 anni della loro vita (e si mangiano 5 anni di pensione.).
    Per come la vedo io, ma poi posso sbagliarmi, la laurea non serve per trovare lavoro; serve per "emergere" meglio di altri una volta che si è già trovato il lavoro. Trovare il lavoro è questione soprattutto di fortuna (nella quale è incluso anche e soprattutto il fatto di avere conoscenze di vario tipo, senza raccontarci balle oggi è essenzialmente questo che serve x trovare lavoro !). Ma una volta che sei dentro al mondo del lavoro, almeno per come la vedo io, le competenze che ti da una laurea, soprattutto una laurea in cui impari bene l'inglese, ti vengono utili per fare un salto di qualità rispetto ad altri. E passare dall'essere un impiegatuccio come tanti ad essere qualcosa di più (e dunque anche a guadagnare qualcosa di più).

    In definitiva, benchè le statistiche dicono che le probabilità di trovare lavoro per un laureato sono più elevate che per un non laureato, sono convinto che nel momento di entrata nel mondo del lavoro la laurea non faccia quasi alcuna differenza. La fa dopo.
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

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