Originariamente Scritto da
alexeia
D'accordo. La mia è sicuramente una visione viziata dal fatto di lavorare su quello che si deduce delle variazioni climatiche passate dalle tracce che hanno lasciato. Che il clima si stia riscaldando non ci piove, è un dato rilevato con strumenti di precisione e indiscutibile.
Sul confronto e interpretazione dei dati a livello per così dire "storico", vedo le cose un po' meno nitide. Attualmente abbiamo moltissimi dati su come si sviluppa un ciclo climatico, sappiamo che le "glaciazioni" non sono state solo le tre o quattro canoniche, ma che ci sono - parlo per il versante nostro delle Alpi che è quello che conosco - state un numero maggiore di avanzate nettamente separate da evidenze di clima caldo, e che all'interno di quelle più recenti, quindi meglio dettagliabili, la curva presenta fluttuazioni di ordini minori. Non riesco però a essere così convinta che sappiamo esattamente in quale punto dell'attuale interglaciale ci troviamo, ovvero, dovremmo avere già superato il massimo di caldo e avviarci verso un raffreddamento e invece ciò non si verifica? Oppure siamo ancora nella fase di riscaldamento, ma ciò avviene più velocemente di quanto ci aspettassimo? Già qui abbiamo a che fare con interpretazioni e non dati precisi, perché in effetti il fenomeno in sé non è ancora completamente spiegato. E quindi, in attesa di dati più precisi, lascio il campo aperto a tutte le possibilità.
Nei cicli passati, da noi si formavano suoli che oggi non sono più in equilibrio con le condizioni attuali, per formarsi dovremmo andarli a cercare nella fascia tropicale; ci sono stati cioè interglaciali più caldi dell'attuale. Quello in corso, come sarebbe dovuto essere? e come sarà? L'azione antropica si inserisce nello spazio fra le due domande. Sicuramente influisce, ma quanto il sistema è in grado di reagire? E a che livello? a scala di pianeta, potremmo risultare gravemente danneggiati noi come specie - e questo è il punto cruciale per noi e su cui occorre fare leva - ma il sistema nel suo complesso riassestarsi su nuovi equilibri, che non comprendano più quella fastidiosa infestante specie di piccoli bipedi spelacchiati... insomma, non dimenticarti che la visione del geologo è: si sono estinti anche i dinosauri, quindi...
Dal dato scientifico e dai modelli, si passa gioco forza alla fine a considerazioni che sono solo possibili ipotesi o scenari di rischio, e in questo caso subentra il "secondo me" dello scienziato, quel "secondo me" da cui partono nuove domande, ipotesi e filoni di ricerca.
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