ma solone sarai tu, non è che sono spariti, fanno semplicemente quanto giusto fare quando si parla di queste cose: ci si prova, si dice la propria poi quando c'è uno ottuso di mezzo si levano le tende perché è inutile discutere.
Ma dimostrazione di che? pensi di aver dimostrato qualcosa parlando di statuto?
ma che sono sti toni da testimoni di Geova:"Oggi ne avete avuto la dimostrazione nei fatti e nella realtà" ma di che cosa?
Si vis pacem, para bellum.
o in base al fatto che sia obbiettivamente una lingua oppure in base a quanto e quanti rompono i cosiddetti per ottenere il riconoscimento di lingua ufficiale nei casi ladino, meneghello e sardo vale la prima, nel caso veneto più la seconda
Anche i bergamaschi e bresciani parlano un dialetto completamente diverso dalle province (neanche dalle regioni...) circostanti, eppure... Non viene riconosciuto come lingua ufficiale il napoletano, vedi tu
Si vis pacem, para bellum.
Discutibile. Del resto molti degli idiomi parlati nella penisola di cosa sarebbero dialetti? Un dialetto non può appartenere ad una famiglia diversa da quella della lingua di riferimento (es. a caso: il ligure appartiene al ceppo gallo italico, l'italiano al ceppo italo dalmato). Quindi se il ligure fosse un dialetto, di che lingua sarebbe dialetto?
Certamente. Il veneto infatti è classificato nel ceppo italo occidentale, non nel ceppo gallo italico.
Ci sono secondo me da fare delle distinzioni. Il veneto, così come tutte le altre parlate locali, attraversa un processo di italianizzazione, che porta a perdere via via le caratteristiche proprie; Questo è accentuato, se non dovuto, al fatto che non viene più parlato costantemente anche nelle famiglie, per cui la trasmissione diviene lacunosa. Chi continua a parlare in localese, avendo perso la traccia di molti termini autoctoni, li sostituisce con l'adattamento fonotattico dei termini corrispondenti italiani, questo perché l'italiano è ormai diventato la prima lingua. Una volta invece avveniva il contrario.
Quindi esiste un veneto diciamo imbastardato con l'italiano, molto corrente e facile da trovarsi in giro, e molto comprensibile proprio perché è un veneto di ritorno, e il veneto originale, che molti ancora conoscono e che ha sinonimi dei termini italiani completamente diversi. Questo è molto meno comprensibile dall'esterno.
A me comunque è capitato di essere a teatro con amici bergamaschi a vedere una commedia di Goldoni, io ridevo a certe battute poi le spiegavo agli altri perché non erano chiare. E si che Goldoni usa già una lingua standard, piuttosto chiara.
Alexeia io cmq mi riferisco al dialetto puro e tra una persona che parla emiliano stretto ed uno che parla veneto stretto di provincia io il secondo lo capisco senza troppi problemi mentre sul primo faccio fatica (cercando di avvalermi delle reminiscenze del dialetto ligure che ha cmq. molte influenze gallo italiche).
Per il veneto mi basta l'italiano.
Secondo me tutto quello che stiamo dicendo, a livello linguistico, ha radici preromane e più precisamente rimanda alle macroaree linguistiche preromane che sono poi state latinizzate.(area osca,area umbra,area etrusca,area gallica ecc)
Dalla commistione tra latino e lingua precedente è nato inizialmente il modo di pronunciare il latino da zona a zona, in modo differente portando l'eco della lingua scomparsa.
Poi con la frammentazione della penisola in entità amministrative indipendenti si è persa l'unità linguistica e si sono sviluppati i dialetti.
Questo processo avvenuto 2000 anni fa lo possiamo sperimentare anche oggi: l'italiano diffuso in modo standard dalla televisione a cominciare dagli anni 60 viene comunque pronunciato in modo diverso da un milanese da un romano da un napoletano.(perché la lingua precedente, pur scomparendo, influenza la pronuncia di quella nuova).
Allo stesso modo 2000 anni fa c'era un latino pronunciato alla gallica, oppure con accento osco, oppure etrusco ed anche allora la cosa era molto avvertibile, anche quando lecnuove generazioni avevano abbandonato l'uso delle lingue antiche.
Alla stessa maniera
Vabbè, posso dire la stessa cosa del francese e dei francesi, li capisco molto più che un bergamasco... io il francese non l'ho mai studiato, però riesco a leggere i testi che mi servono per la tesi, e riesco a capire abbastanza di quello che dicono. Eppure è una lingua.
Comunque definire dialetti quelli toscani e dell'Alto Lazio è un po' una forzatura. Per me si potrebbero definire come italiano regionale, che tra l'altro è presente in tutte le regioni. Solo che nelle altre regioni all'italiano regionale è affiancato anche il dialetto.
P.S. volevo rispondere ad Alexeia che secondo me ha centrato il punto, tutti i dialetti italiani si imbastardiscono sotto l'influenza dell'italiano, semplicemente perchè ormai non avrebbe più senso continuare a parlare con delle parole la cui radice non ha nulla a che fare con l'italiano. Viceversa c'è da dire che diversi termini di origine latina, greco-bizantina, francese, spagnola e araba ancora continuano a sopravvivere nel mio dialetto perchè il corrispettivo italiano sarebbe comunque una forzatura, e sarebbe decisamente fuori luogo.
Il dialetto della mia zona conserva ancora la cantilena dell'antica lingua greco-ionica, questa per me è una particolarità incredibile.
Ultima modifica di Julio; 17/10/2018 alle 18:15
Se volete parlare di lingue e di dialetti questa immagine secondo me è ben fatta..
Dialetti_e_lingue_in_Italia.jpg
Lou soulei nais per tuchi
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