Franco Carraro è stato per tre volte ministro del Turismo, Sport e Spettacolo (dal
luglio 1987 al
novembre 1989) nei governi
Goria,
De Mita e
Andreotti VI. La sua nomina fu una conseguenza dell'imminenza dei
Mondiali di calcio del
1990: ma non fu Carraro a tagliare i nastri dei nuovi impianti sportivi.
All'inizio del 1989, il segretario del
PSI Bettino Craxi e quello della
DC Arnaldo Forlani strinsero un accordo (il "patto del camper"), che prevedeva, tra l'altro, che il sindaco di
Roma sarebbe toccato ad un socialista. È infatti, alle elezioni amministrative dell'ottobre di quell'anno Carraro è praticamente il candidato in pectore allo scanno più alto del
Campidoglio ed il mese successivo è eletto sindaco senza difficoltà dal consiglio comunale di Roma.
Dal novembre 1989 all'
aprile 1993 guida tre giunte: la prima di pentapartito, la seconda allargata agli indipendenti (il cosiddetto "ottovolante") e la terza, durata solo 24 ore, composta dai soli laici senza la partecipazione della
Democrazia Cristiana.
La seconda giunta Carraro, infatti, si trovò nell'impossibilità di operare a causa dei continui arresti e incriminazioni dei suoi assessori. Di qui il tentativo di costituire una giunta formata da personalità che fino a quel momento non fossero mai state implicate nell'amministrazione cittadina. Tuttavia, le dimissioni della quasi totalità dei consiglieri comunali dell'opposizione comportarono la conseguenza dello scioglimento dell'assemblea capitolina, con la nomina di un commissario prefettizio.
Passate le consegne al commissario, Carraro decise di abbandonare la politica attiva e di rivolgere la sua attenzione ad altri campi, dedicandosi in particolare al management di banche ed imprese. Dal
1994 al
1999 è presidente del colosso
Impregilo e ne è direttore fino al
2002. Dal
1995 al
2000 è presidente anche di
Venezia Nuova Consortium. Tra il
1999 ed il
2000, è vicepresidente di
Mediocredito (la
merchant bank della ex
Banca di Roma, ora
Capitalia), di cui è presidente dall'aprile del
2000.
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