ho scritto questo "breve" testo che può esservi utile

La corrente a getto(in inglese “Jet Stream”) è un flusso d’aria si sezione relativamente piccola sito a 11 km circa dalla superficie terrestre(appena al di sotto della tropopausa) e che si origina in presenza di un forte gradiente termico dunque nelle due regioni polari(emisfero nord e sud) e nelle due regioni subtropicali.La corrente a getto fluisce da ovest a est a causa dell’influenza della forza di Coriolis e assume la classica forma a meandro.Le correnti a getto vennero individuate già a partire dal diciannovesimo secolo tramite osservazioni con aquiloni e palloni aerostatici ma chi contributi seriamente alla loro scoperta fu uno scienziato inglese di nome Wasaburo Ooishi che osservo la presenza di queste sopra il Giappone in tutte le stagioni ma poiché scrisse questa scoperta in Esperanto(lingua poco apprezzata internazionalmente) non ebbe un gran successo.Chi invece viene accreditato come il vero scopritore della corrente a getto è un aviatore di nome Wiley Post che effettuando un volo di prova a 6000 metri incontrò un fortissimo vento di coda che lo portò ad effettuare un volo effettivamente lungo in breve tempo.L’utilizzo delle correnti a getto è tutt’ora importante nell’aviazione poiché sfruttando i forti venti in coda(o evitando quelli frontali) si possono ridurre i tempi necessari a una tratta aerea.Nell’introduzione ho detto che la corrente a getto si muove in direzione ovest-est ma ho anche specificato che lo fa con un andamento a meandro.Che cosa determina però questo andamento della Jet Stream?.Ci sono vari fattori che portano la corrente a getto a deviare ma quello più importante sono sicuramente le SSTA(sea surface temperatures anomalies) ovvero le anomalie superficiali delle acque di tutto il mondo.Nell’immagine a destra notiamo come le temperature dei nostri mari(che sono un fluido) non siano omogenee a cause di dinamiche di convezione attuate per lo scambio di calore all’interno dell’oceano ma anche con l’aria.Ma come fanno le temperature dei nostri mari a influenzare i venti al limite della tropopausa?.Ci sono varie dinamiche che influenzano l’atmosfera tra cui la pressione,il volume,la temperatura,la densita,la composizione chimica,etc… ma se semplifichiamo il discorso possiamo capire che se acque più calde della norma rilasciano più calore portano la massa d’aria sovrastante a espandersi ma non potendo questa farlo a causa di un volume “costante” provocano un aumento di pressione e poiché i venti attorno alle alte pressioni(anticicloni) ruotano in senso orario tendono a far ruotare anche la corrente a getto in senso orario attorno ad esse.Per le acque più fredde della norma invece il discorso si inverte.infatti acque più fredde della norma tendono ad assorbire calore dall’atmosfera portando a una diminuzione della pressione che varia linearmente con la temperatura generando basse pressioni(cicloni) attorno cui i venti girano in senso antiorario e portando la Jet Stream a seguire questa tendenza.Ma le anomalie delle temperature marine superficiali non variano casualmente come molti sono portati a pensare infatti sono stati sviluppati indici teleconnettivi(che mettono in relazione diverse zone della terra) e che possono dare un’idea di come le anomalie superficiali si disporranno.Uno di questi indici è sicuramente la PDO(pacific decadal oscillation) che è contraddistinto da due fasi che si alternano per periodi che vanno da 10 a 40 anni.Nella prima fase(fase calda o fase di PDO+) troviamo temperature marine più calde della norma a ridosso della costa occidentale degli stati uniti mentre più fredde a ovest.Nella seconda fase(fase fredda o fase di PDO-) troviamo temperature marine più basse della norma sulla costa occidentale degli stati uniti e più alte a ovest.In una fase di PDO+ la corrente a getto tende ad aggirare in senso orario le anomalie positive sulla costa statunitense portando all’affermazione frequente di anticicloni mentre in una fase di PDO- la corrente a getto tende ad aggirare in senso antiorario le anomalie negative sulla costa statunitense portando alla formazione di frequenti depressioni.Un altro indice importante è l’AMO(Atlantic Multidecadal Oscillation) che misura la media delle temperature superficiali del tratto di Atlantico compreso tra Equatore e Groenlandia e che si divede in due fasi che si alternano ogni 2/4 decadi.Tali anomalie variano anche in funzione dell’attività della Corrente del Golfo.Ovviamente anche nell’Atlantico vale sempre la regola della Jet Stream che aggira le anomalie positive in senso orario e quelle negative in senso antiorario.Come già detto in precedenza la corrente a getto divide aria fredda da aria calda e inoltre in base a come ruota è in grado di generare alte pressioni o basse pressioni ma come riusciamo a capire come le ondulazioni della Jet Stream saranno disposte e come influenzeranno il clima mediterraneo?.Per capire come la corrente a getto si disporrà più frequentemente vengono usanti molti indici tra cui la PDO e l’AMO di cui si è già parlato ma anche altri indici come la QBO(Quasi-Biennal Oscillation),l’attività solare e l’ENSO(El Nino Southern Oscillation).partendo dalla PDO si può affermare che una fase positiva di questo parametro favorisce un raffreddamento delle acque superficiali in zona RM(isola di Terranova) dovuta alla ciclogenesi di un sistema perturbato che porta alla conseguente affermazione dell’anticiclone Atlantico(dovuto alla precedente rotazione forzata in senso antiorario della Jet Stream attorno all’anomalia negativa in fase RM) che ergendosi in posizione di blocco può portare alla dicesa di correnti più fredde(a causa della successiva rotazione oraria della Jet Stream attorno all’anomalia positiva che si viene a creare in atlantico e che obbliga poi la Jet Stream a ruotare in senso antiorario proprio in corrispondenza del Mediterraneo).Al contrario una fase negativa porta al riscaldamento delle acque in zona RM con conseguente affermazione di un anticiclone seguito poi da una intensa attività depressionaria in atlantico dovuta all’anomalia negativa sita qui e che porta spesso una rimonta anticiclonica sulla penisola.Dunque sintetizzando tutto il discorso una PDO+ favorisce la prevalenza di discese di aria fredda smorzate a tratti dall’anticiclone Atlantico mentre una PDO- favorisce la prevalenza dell’anticilone Atlantico che si alterna però a perturbazioni atlantiche data l’attività depressionaria intensa in Atlantico.Per quanto riguarda l’AMO è dimostrato che fasi negative di questo indice portano all’affermazione di un pattern di NAO- ovvero di maltempo sulla penisola italiana con le masse di aria calda relegate più a sud e anticiclone in sede islandese.al contrario una fase di AMO+ favorisce l’affermazione di un pattern di NAO+ con anticiclone posizionato in Mediterraneo e depressione in sede islandese.Ma ci sono appunto altri indici oltre a questi già analizzati che servono a definire le ondulazioni della corrente a getto come l’accoppiata attività solare-QBO.La QBO(quasi-biennal oscillation) indica la direzione dei venti stratosferici alla pressione di 30hpa e 50hpa sulla verticale di Singapore(se provengono da ovest vengono chiamati westerlies o QBO+ mentre se provengono da est vengono chiamati easterlies o QBO-).Ma la QBO non viene analizzata da sola ma in funzione dell’attività solare presente infatti è stato dimostrato che con delle accoppiate QBO+_Sole+ o QBO-_Sole – la BDC(Brewer Dobson Circulation),ovvero il meccanismo che serve a portare l’ozono al polo funziona meglio mentre con accoppiate come QBO+_Sole- o QBO-_Sole+ tende a calare di attività e l’ozono è un fattore fondamentale per capire la compattezza del vortice polare(figura depressionaria posta al polo durante la stagione invernale) e le conseguenti ondulazioni della corrente a getto.Infatti se troviamo una grande concentrazione di ozono(fasi con QBO e attività solare entrambe positive o entrambe negative) questo a contatto con i raggi UV-C/UV-B viene scisso in O2+O liberando calore e portando a un riscaldamento stratosferico nella zona del polo che poi si trasferirà se abbastanza intenso in troposfera nell’arco di quindici giorni portando all’affermazione di un anticiclone al polo e alla dislocazione(o alla divisione in due lobi o più) del vortice polare con conseguenti ondulazioni della corrente a getto molto accentuate e colate di aria fredda che potrebbero raggiungere anche il mediterraneo.Al contrario con una bassa concentrazione di ozono viene liberato meno calore e dunque non avvengono riscaldamenti stratosferici ma al contrario dei raffreddamenti che portano,propagandosi in troposfera,all’intensificazione del vortice polare con ondulazioni della corrente a getto ridotte al minimo e prevalenza di figure bariche a stampo anticiclonico sul mediterraneo.Un ultimo fattore da considerare è l’ENSO.In sostanza un episodio di nino in inverno disturba frequente il VP portando ondate fredde alle basse latitudini a causa di un irrobustimento degli anticicloni mentre in estate porta a ondate calde frequenti dal nord africa per lo stesso motivo ma il periodo in cui el nino ha più influenza sul nostro clima è l’autunno quando può intensificare di molto le precipitazioni in Italia.La nina invece è capace di influenzare il nostro clima andando a rafforzare il vortice polare(specie in concomitanza di una PDO-) portando così a inverni particolarmente secchi in Italia a causa di una Jet Stream particolarmente tesa da ovest a est.Ultima cosa da segnalare è che sono presenti più "zone" ENSO e quella che influenza maggiormente il nostro clima è la 3.4 ed è dunque quella da seguire più attentamente per capire l’evoluzione nella nostra penisola