Ciao Valerio. Nel breve termine conviene sicuramente consultare i modelli a scala locale (come Lamma, che è un tipo di WRF) anche se, come hai già notato, alcune volte sottostimano le piogge e, aggiungo, possono anche sovrastimare rispetto ad un modello globale. Questa apparente carenza, chiamiamola così, dei modelli locali è dovuta anche -ma non solo - al fatto che le precipitazioni sono rappresentate meno grossolanamente rispetto al modello a scala globale che, avendo una risoluzione orizzontale minore, ci fa sembrare che è andato più vicino alla realtà. A favore dei modelli a scala locale vanno, invece, parametri fisici che permettono calcoli -e quindi rappresentazione grafica- più dettagliati (l'orografia oppure la condizione non-idrostatica per esempio). Insomma, non c'è paragone... io guarderei il modello locale.
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Grazie mille, davvero chiarissimo!
Sapreste spiegarmi quale parametro shear devo considerare per prevedere possibili temporali?
Ne trovo diversi: ad esempio bulk shear 0-1 km, bulk shear 0-6 km..
Grazie
Di niente Valerio. Come forse già saprai, prevedere un temporale non è per niente facile. Se dovessi elencare degli elementi necessari a far partire un temporale allora mi verrebbero in mente: umidità, un'atmosfera instabile e qualcosa che provochi il sollevamento di questa aria umida. Valori/indici utili possono essere LI CAPE Bulk Shear , tanto per citarne qualcuno. Il nostro Stivale e più in generale il Mediterraneo rendono non facile la loro interpretazione, per esempio possono capitare temporali abbastanza forti anche con CAPE relativamente bassa. Tenere presente, quindi, gli indici temporaleschi (per esempio sui Modelli MNW c'è proprio la voce apposita) e conoscere il territorio sono i primi passi. Ovviamente più ci spingiamo nel dettaglio (per il tempo e per lo spazio) e più è facile sbagliare.
Questa la mia idea molto in breve, magari qualcuno più esperto potrà essere più chiaro/completo.
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Qual è la differenza tra le carte ENS e le singole corse giornaliere?
Grazie
In una corsa giornaliera vengono presi i dati iniziali e poi elaborati, nelle Ensemble vengono modificate leggermente le condizioni iniziali ed aggiunte delle perturbazioni per ogni spago che compone l'Ensemble eccetto per la corsa di controllo, dove non viene praticata nessuna perturbazione.
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Piccola (grande) domanda: sento sempre dire che le precipitazioni dipendono dalla posizione del minimo. Ora chiedo: semplicemente guardando la posizione del minimo su una carta di analisi sinottica, come faccio a capire le zone che vedranno più precipitazioni?
Ad esempio: dicono tutti che per la mia zona(Puglia centrale) la miglior configurazione sinottica per vedere molte precipitazioni sia un minimo tirrenico che trasla lentamente sullo Ionio. Come mai?
Grazie
Quando si parla di forte windshear, in riferimento allo sviluppo di temporali, si intende la variazione del vento alle varie quote in intensità oppure in direzione??
Grazie
Se restano solo ipotesi o come analisi iniziale e se non viene presa in esame una sola carta (di fatto statica, cosa che già saprai), si può giocare sul fatto che, in generale, le correnti tendono a stringersi intorno al minimo di pressione interagendo con i possibili ostacoli, che siano orografici, termici o di altra natura, ma un minimo al suolo, da solo, non è sufficiente per arrivare ad una conclusione.
Quindi il minimo che viaggia dal Tirreno allo Jonio può essere favorevole perché si trova all'interno di una vera e propria perturbazione che coinvolge, per esempio, anche altre porzioni della terra-atmosfera .
Sia intensità che direzione.
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Buongiorno,
Sapreste dirmi dove posso trovare le carte theta-E a 700 hpa?
Grazie
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