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Discussione: vorticositÃ*

  1. #1
    rafmerli
    Ospite

    Predefinito vorticositÃ*

    Da principainte, sto ora affrontando il problena della vorticositÃ*, ma non mi è molto chiaro.

    Se ho capito bene, si tratta dell'aumento/diminuzione della velocitÃ* che una particella d'aria subisce andando verso o uscendo dalle saccature/promontori che delineano le isoipse.

    Provo a speigarmi.

    In un promonorio o in una saccatura, le isoipse sono ondulate e seguono la conformazione del promontorio/saccatura. Le molecole d'aria che seguono la direzione ondulata delle isoipse, avranno vortice ciclonico/anticiclonico.

    La loro vorticitÃ* aumenterÃ*/diminuirÃ* a secondo che la molecola di aria stia entrando o uscendo dalla saccatura/promontorio, perchè avrÃ* la stessa vorticitÃ* nelle fasi in cui le isoipse hanno andamento ciclonico e viceversa. Quindi a destra della bassa pressione, ad esempio, si intaurerÃ* un'avvezione che rinforzerÃ* la bassa a scapito dell'alta alla sua destra.

    Tale vorticitÃ*, spiega anche la dinamica delle saccature/promontori

    Mi sono capito?

    Qualcuno di voi, di buona volontÃ*, l'ha capito e mi aiuta?

    e grazie


    Raffaello

  2. #2
    Vento moderato L'avatar di francesco.nucera
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    Predefinito Re: vorticositÃ*

    Brevemente...
    Il concetto di VORTICITA’, in fluidodnamica, &#232; un aspetto cruciale per una serie di conseguenze per la comprensione della dinamica di un fluido. Da un punto di vista strettamente matematico, la vorticit&#224; &#232; un PRODOTTO VETTORIALE tra l'operatore "nabla" e il campo di velocit&#224; V ed &#232; la tendenza che ha l'aria a ruotare su se stessa. Per cui con vorticit&#224; si intende il rotore di V (rotV). Esiste un bel teorema sul rotore che dice che " la circolazione &#232; uguale al flusso del rotore di v attraverso una superificie che ha come bordo una linea chiusa". Altro bel teorema &#232; il Teorema di Kelvin che ti mostra come la circolazione &#232; una quantit&#224; conservata...I fluidi bidimensionali godono di una caratteristica importante legata alla vorticit&#224; ovvero a differenza del teorema di Kelvin, la vorticit&#224; non &#232; conservata localmente lungo una linea di corrente ma, &#232; conservata globalmente (d”omega”/dt=0; omega= vorticit&#224. In tre dimensioni le cose cambiano (vedi stiramento dei vortici). In atmosfera, che vuol dire? Il vento geostrofico, come ben saprai, &#232; un equilibrio tra gradiente di pressione e forza deviante, quindi, il campo di vorticit&#224; lo puoi calcolare direttamente facendo appunto il rot(Vg) con Vg =vento geostrofico. In particolare, in atmosfera, la componente della vorticit&#224; pi&#249; importante &#232; quella lungo l'asse z (questo deriva dal fatto che le velocit&#224; verticali sono piccole a confronto con quelle sul piano orizzontale su moti a grandi scala, per cui i gradienti di un qualcosa piccolo possono essere trascurati. Ma questo non vuol doire che sono nulli!!)Dalle equazioni di Navier-Stokes, che sono alla base della dinamica di un fluido viscoso, si pu&#242; trovare una bella equazione sulla vorticit&#224;. In forma compatta essa assume la seguente forma: d/dt("zita" + f)=-("zita" +f)div V con zita = componente della vorticit&#224; lungo z, f forza di Coriolis. Si ricorda che d/dt sta a significare la derivata totale. Da qui &#232; possibile vedere come fa a generarsi vorticit&#224; in atmosfera…dal nulla. Infatti, se parti dal caso iniziale in cui "zita " &#232; nullo, dall'equazione noterai che se la divV<0 allora "zita" cresce nel tempo. Ma "zita" positiva significa che il vento ruota in senso antiorario (bassa pressione). Se in un punto la velocit&#224; verticale &#232; positiva, allora la divV<0, se &#232; negativa div(V)>0. Quindi la vorticit&#224; CRESCE laddove le velocit&#224; verticali sono positive. Le basse pressioni sono caratterizzate, da velocit&#224; verticali <0 (b&#232; non dappertutto, come dici te, c'&#232; una settore dove questo avviene..). Essendo w di qualche cm/sec come ordine di grandezza, a 5000 metri &#232; ordine di (10^-6)/sec. La crescita della vorticit&#224; avviene dunque nell’ordine di grandezza di un giorno. Se trascuri la velocit&#224; verticale, trascuri il meccanismo di crescita della vorticit&#224;. E questo sarebbe un grosso guaio in atmosfera!! Se consideri il moto geostrofico, essendo la div (Vg)=0, dall’equazione scritta qualche rigo sopra troverai che d/dt(“zita” +f)=0 cio&#232; la Vorticit&#224; assoluta &#232; costante (“zita” +f=kost). In questo modo puoi fare il discorso che dicevi te, ovvero se prendi la massa d’aria e la fai scendere da una certa latitudine, dal momento che f diminuisce, “zita” cresce., in modo tale che la vorticit&#224; assoluta si conservi. Ma come ti dicevo prima, devi tenere conto delle velocit&#224; verticali che non possono essere trascurate e grazie alle quali, le cose in atmosfera cambiano. E allora, il vento NON E’ solo geostrofico ma &#232; la somma di una parte geostrofica “Vg” e di una parte non geostrofica “Va” (piccola). Cos&#236; troverai l’equazione di continuit&#224; ovvero che la div(Va) non &#232; nulla ma &#232; legata, fortunatamente alle velocit&#224; verticali. Invece se tu avessi preso SOLO la componente geostrofica allora div(Vg)=0. E saremmo fregati!!. In meteorologia, infatti, si fa uos di una approssimazione che va sotto il nome di “APPROSSIMAZIONE QUASI-GEOSTROFICA” e che ti permette di scrivere l’equazione di vorticit&#224; in approssimazione quasi geostrofica, dunque la Vorticit&#224; Potenziale isentropica, quantit&#224; che si conserva, e che, per l’equazione di vento termico, collega la vorticit&#224; con la stratificazione.
    ciao
    Ultima modifica di francesco.nucera; 06/10/2005 alle 07:56

  3. #3
    rafmerli
    Ospite

    Predefinito Re: vorticositÃ*

    Citazione Originariamente Scritto da francesco.nucera
    Brevemente...
    Il concetto di VORTICITA’, in fluidodnamica, è un aspetto cruciale per una serie di conseguenze per la comprensione della dinamica di un fluido. Da un punto di vista strettamente matematico, la vorticitÃ* è un PRODOTTO VETTORIALE tra l'operatore "nabla" e il campo di velocitÃ* V ed è la tendenza che ha l'aria a ruotare su se stessa. Per cui con vorticitÃ* si intende il rotore di V (rotV). Esiste un bel teorema sul rotore che dice che " la circolazione è uguale al flusso del rotore di v attraverso una superificie che ha come bordo una linea chiusa". Altro bel teorema è il Teorema di Kelvin che ti mostra come la circolazione è una quantitÃ* conservata...I fluidi bidimensionali godono di una caratteristica importante legata alla vorticitÃ* ovvero a differenza del teorema di Kelvin, la vorticitÃ* non è conservata localmente lungo una linea di corrente ma, è conservata globalmente (d”omega”/dt=0; omega= vorticitÃ*). In tre dimensioni le cose cambiano (vedi stiramento dei vortici). In atmosfera, che vuol dire? Il vento geostrofico, come ben saprai, è un equilibrio tra gradiente di pressione e forza deviante, quindi, il campo di vorticitÃ* lo puoi calcolare direttamente facendo appunto il rot(Vg) con Vg =vento geostrofico. In particolare, in atmosfera, la componente della vorticitÃ* più importante è quella lungo l'asse z (questo deriva dal fatto che le velocitÃ* verticali sono piccole a confronto con quelle sul piano orizzontale su moti a grandi scala, per cui i gradienti di un qualcosa piccolo possono essere trascurati. Ma questo non vuol doire che sono nulli!!)Dalle equazioni di Navier-Stokes, che sono alla base della dinamica di un fluido viscoso, si può trovare una bella equazione sulla vorticitÃ*. In forma compatta essa assume la seguente forma: d/dt("zita" + f)=-("zita" +f)div V con zita = componente della vorticitÃ* lungo z, f forza di Coriolis. Si ricorda che d/dt sta a significare la derivata totale. Da qui è possibile vedere come fa a generarsi vorticitÃ* in atmosfera…dal nulla. Infatti, se parti dal caso iniziale in cui "zita " è nullo, dall'equazione noterai che se la divV<0 allora "zita" cresce nel tempo. Ma "zita" positiva significa che il vento ruota in senso antiorario (bassa pressione). Se in un punto la velocitÃ* verticale è positiva, allora la divV<0, se è negativa div(V)>0. Quindi la vorticitÃ* CRESCE laddove le velocitÃ* verticali sono positive. Le basse pressioni sono caratterizzate, da velocitÃ* verticali <0 (bè non dappertutto, come dici te, c'è una settore dove questo avviene..). Essendo w di qualche cm/sec come ordine di grandezza, a 5000 metri è ordine di (10^-6)/sec. La crescita della vorticitÃ* avviene dunque nell’ordine di grandezza di un giorno. Se trascuri la velocitÃ* verticale, trascuri il meccanismo di crescita della vorticitÃ*. E questo sarebbe un grosso guaio in atmosfera!! Se consideri il moto geostrofico, essendo la div (Vg)=0, dall’equazione scritta qualche rigo sopra troverai che d/dt(“zita” +f)=0 cioè la VorticitÃ* assoluta è costante (“zita” +f=kost). In questo modo puoi fare il discorso che dicevi te, ovvero se prendi la massa d’aria e la fai scendere da una certa latitudine, dal momento che f diminuisce, “zita” cresce., in modo tale che la vorticitÃ* assoluta si conservi. Ma come ti dicevo prima, devi tenere conto delle velocitÃ* verticali che non possono essere trascurate e grazie alle quali, le cose in atmosfera cambiano. E allora, il vento NON E’ solo geostrofico ma è la somma di una parte geostrofica “Vg” e di una parte non geostrofica “Va” (piccola). Così troverai l’equazione di continuitÃ* ovvero che la div(Va) non è nulla ma è legata, fortunatamente alle velocitÃ* verticali. Invece se tu avessi preso SOLO la componente geostrofica allora div(Vg)=0. E saremmo fregati!!. In meteorologia, infatti, si fa uos di una approssimazione che va sotto il nome di “APPROSSIMAZIONE QUASI-GEOSTROFICA” e che ti permette di scrivere l’equazione di vorticitÃ* in approssimazione quasi geostrofica, dunque la VorticitÃ* Potenziale isentropica, quantitÃ* che si conserva, e che, per l’equazione di vento termico, collega la vorticitÃ* con la stratificazione.
    ciao



    Ti ringrazio molto per il tempo che hai impegnato per rispondermi.
    Studierò la tua risposta con molta attenzione

    Raffaello

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