Eccolo il bollettino Meteomont di oggi!
Pochi i rilevamenti presenti, ma tra questi troviamo 213 cm a Prati di Tivo e 205 a Campitello Matese.
Buoni anche gli spessori nella "tirrenica" Campo Felice, con 180 cm a colle del Nibbio e 170 cm alla Brecciara.
Sono ripartite due webcam di Campo Imperatore.
Dalle Fontari si intuiscono accumuli spettacolari!
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E adesso che arrivi un po' di caldo ( il giusto ) che compatti il tutto.
Nuova neve da est in arrivo, in contesto continentale abbastanza freddo, invece.
Ho riscritto il tutto. sintetizzandolo
Procediamo con ordine
Dal 1980 a oggi, gli anni in cui l'accumulo è stato consistente sono stati: 1983-84, 1990-91, 2003-04, 2004-05, 2005-06, 2012-13, 2013-14. E' evidente il buco notevole degli
anni '80-'90.
Anni positivi: 1962 (forse), 1963, 1965, 1979, 1980 (molto)
Anni negativi: 1967, 1973 (forse), 1981 (molto)
Il 1979-80 non conta perché totalmente falsato dalle ceneri del St. Helens. Il 1978-79 fu un anno equilibrato e questo lo dico perché a fine stagione l'innevamento residuo era abbondante su tutti i monti appenninici, sia tirrenici che adriatici. Tuttavia, a settembre il Calderone, nonostante fosse in aumento volumetrico, presentava tratti di ghiaccio scoperto in dx idrografica (vedi foto sul sito). Quello che è interessante è che nello stesso periodo c'erano molti nevai residui sui monti del PNALM (visti personalmente) e ce n'erano di abbondanti anche sul G.Sasso e sulla Majella. Ad agosto 1979 c'era ancora neve sulla Terratta....
L'anno di maggior innevamento del Calderone è stato registrato nel 1977-78, anno in cui i monti tirrenici vennero sepolti dalla neve e fino ad agosto erano presenti nevai residui su tutti i monti abruzzesi oltre i 2000 metri (vedi foto aeree sul portale abruzzese) ed il 21 maggio la neve scendeva ancora compatta ai piani di pezza. Quell'anno lo ricordo benissimo, così come ricordo la poca neve residua ad aprile del 1977, che invece rimase copiosa fino a settembre, determinando una buon incremento di massa per il ghiacciaio.
Ti porto anche l'esempio di un anno che non hai citato perché troppo lontano da noi: l'inverno 1939-40, che mi sono studiato attraverso le foto dell'archivio del CAI di Roma. E' stato un anno particolarmente positivo per il ghiacciaio ed anche famoso per le nevicate su Roma. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, fino al mese di marzo l'innevamento sul G.Sasso era mediocre se non scadente. Era tutta neve ventata e ghiacciata. Il grosso della neve la fece ad aprile e l'estate clemente permise alla neve residua di conservarsi benissimo fino all'autunno successivo. Quindi, nonostante la neve tardiva il Calderone ebbe un "utile finale" decisamente abbondante. La morale ? Le grecalate invernali non portano mai neve abbondante in quota e comunque la differenza alla fine la fa sempre la stagione di ablazione. Non c'è accumulo che tenga se poi arriva il cammello infuocato e persistente oppure l'estate piovosa.
In merito alla questione del garbino adriatico, ti posso dire che il fenomeno si è accentuato negli ultimi 20-30 anni perché in passato, anche quando i fronti giungevano da W, le nevicate raggiungevano i versanti adriatici. Non sono un fisico dell'atmosfera e quindi non sono in grado di spiegarlo scientificamente, ma quest'anno si è verificato una volta. Aggiungo un fattore a mio avviso essenziale e cioè che tutte le osservazioni che facciamo sono tutte inserite in un periodo di regresso secolare. Se analizzi il Calderone su base decennale (1900, 1910, 1920, 1930, ecc.) ti accorgerai che il ghiacciaio è sempre regredito, senza alcuna sosta.
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