un paio di confronti pre e post frana
di che anni saranno le morene con il ?
si hai ragione...6 daccordo con me sulle morene della PEG (1818) (1860)???
ma come fai a 16 anni ad avere una documentazione cosi' amplia sul Ghiacciaio della Brenva, tipica di un topo da Bilbioteca? Incredibile come sul Bianco ci siano documenti fotografici cosi' numerosi di oltre 100 anni! Qui da noi gia anteriori al 1930 è un miracolo!
nuova cartolina!!che ne pensi Enrico?? Guarda il ghiacciaio quanto è più alto della morena!!!!)O/O(
oggi magari ne metto altre ante frana
o se no ne metto anche dei ghiacciai di tutta le catena!!!
quando hai tempo ne riesci a mettere ancora???anche della catena del Bianco
Ultima modifica di brenva'20; 10/08/2008 alle 08:41
ecco perche non esiste più la morena della PEG e quella degi anni '40 è irriconoscibile....questo è ciò che scrive la prof. Cerutti
1986
La zona periglaciale è sconvolta dalle ruspe delle sabbiere che captano i torrenti subglaciali dalle stesse « porte » e li deviano nelle vasche di decantazione. A seguito di queste opere è stato completamente smantellato l'arco frontale dell'espansione 1940 ed anche la maggior parte di quello della massima espansione storica (1820) con grave danno per le indagini glaciologiche. Di quest'ultima cerchia si sono salvati, per ora, due grandi massi posti l'uno sulla destra l'altro sulla sinistra idrografica frontale. Il primo è stato segnalato con la scritta «1820» R. Il caposaldo AVC 1985 (df) e attualmente dista dalla fronte 42 m. II secondo, sulla sinistra frontale e, probabilmente, il famoso Masso Valbusa (anch'esso segnalato in vernice blu con la scritta « Valbusa q. 1400»; dista attualmente 42 m dalla fronte). Visto il rapido avanzamento soprattutto della zona centrale, si è provveduto a porre nuovi segnali a valle dei caposaldi AVC 1983 (dfl e AVC 1985 (cf). Essi sono rispettivamente indicati con le sigle S '86 AVC (dalla fronte 56 m) e 1986 AVC (dalla fronte 48 m). Quota min. fronte: 1 390 m
1987
è stata abbattuta dalle ruspe dell'impresa a cui la morena della Brenva è stata data in concessione come cava di pietrame e che ha quasi completamente smantellato la morena storica frontale costruita dall'avanzamento del 1820. Il fatto nuovo più importante è l'allargamento della lingua valliva che dalla scorsa primavera ha scavalcato il corso della Dora della Val Veni per un tratto di circa quattrocento metri fra Planponquet (Stazione fotografica Lesca F3) e la Rupe del Belvedere (Stazione fotografica Capello F XII). L'estremita della lingua valliva e ora a meno di 60 metri dai piedi della Rupe. La Dora di Val Veni scorre ora in un tunnel sub-glaciale. Nel mese di Agosto parte della volta e crollata, lasciando in riva destra una specie di lungo e potente argine di ghiaccio grigio. Il 31 Ottobre la scrivente, con i geometri D'Agostino e Fruttaz, ha fatto un accurato rilevamento della fronte e della lingua valliva, che si presenta tutta solcata di crepacci beanti, molto gonfia e ripida. Per il rilevamento è stato usato un tacheometro dotato di distanziometro a onde che consente risultati assai soddisfacenti. Le misure verranno cartografate e saranno oggetto di una relazione a parte, che metterà a confronto questo rilievo con quelli del 1959, 1971 e 1985. Quota min. fronte: 1 390 m
Ultima modifica di brenva'20; 15/08/2008 alle 18:30
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