11 ottobre 2013: ed è subito inverno

[meTEOlacci]

Meno di un anno fa si raccontava di un evento che entrò di prepotenza e di diritto negli annali meteorologici. Era soltanto la fine di ottobre, quando una nevicata dai tempi di ritorno quasi biblici riempì mezza Valtellina (La memorabile nevicata valtellinese del 28 ottobre 2012). La stessa Sondrio fu colta impreparata, sotto una coltre di dieci centimetri.
Fino a quel giorno, il solo precedente ottobrino che si ricordasse risaliva al 1993, anche se di proporzioni assai più modeste.

Così arrivò anche qest'anno. L'anno senza primavera. L'anno senza estate. L'anno delle solite cialtronerie giornalistiche candidate all'audience.
In un anno così, Sondrio tagliava il traguardo dell'estate con meno di 180 mm in saccoccia (contro una media di quasi 300), e nessun temporale all'attivo degno di tale nome.
Nemmeno l'autunno pareva esserlo. Dal mese di settembre, infatti, ancora il sole e le temperature miti continuavano a spacciarsi per protagonisti. Indispettendo il calendario. Montagne verdi e brulle di neve.
Poi, un bel dì, un po' in sordina, i computeroni americani azzardano la loro porca teoria. Praticamente, da lì a una settimana saremmo piombati dritti in inverno senza passare dal via. Ottimo. Ecco la causa in chiare lettere:




Con un'isoterma di -2°C a circa 1400 metri di quota sopra la media Valtellina nel momento clou dell'invasione fredda, sarebbe di nuovo neve fino a fondovalle. Precipitazioni permettendo, naturalmente. Tuttavia è difficile nascondere lo scetticismo di fronte a una così ghiotta e troppo facile opportunità. Nella più rosea aspettativa, si tratterebbe della nevicata più precoce degli ultimi 70 anni almeno. Meglio non pensarci.

Per giorni grigi e umidi e tiepidi, un po' a fatica, il tempo ci traghetta a giovedì 10 ottobre, all'apertura delle danze. I nervi a fior di pelle.
La pioggia scende al più moderata, alternata a momenti di tregua. La mattina presto, il termometro segna +12,7°C.
Nelle ore successive la colonnina sale, toccando l'apice prima della discesa. Un po' come sulle montagne russe.
La temperatura di partenza è di 14 gradi, contro i 12 dell'anno scorso. Sempre alle soglie dell'evento. Un po' troppi, forse, per sperare nel miracolo valtellinese. Troppa grazia, sarebbe.
La situazione in real time mostra l'incalzante avanzata del fronte freddo da ONO, con le stazioni di montagna sull'alto Ticino e poi della Valchiavenna perdere dagli 8 ai 10 gradi in poche ore, finendo sottozero. Ma qui, il cielo è ancora chiaro, e piove d'autunno.
Frattanto, dalle sponde del lago Maggiore giungono voci di allagamenti e grandine. A quanto sopravvissuto all'acqua e alle palle di ghiaccio ci penserà il vento.
Fuori l'atmosfera si fa vieppiù cupa, mentre i primi boati scuotono la valle. Il cielo s'illumina a giorno come mai è successo durante tutta l'estate. Una corrente gelida trascina la pioggia sempre più orizzontalmente e abbassa la temperatura, che da 10 gradi ne perde altri due in venti minuti all'ora di cena.
Cala la pioggia e scendono i termometri. Dalla tarda sera la bianca signora scavalca la quota dei 1000 metri. Ormai è quasi fatta. Vederla di lì a poco è un attimo.
A mezzanotte stacco una nuova minima: +2,5°C. Meno di 24 ore prima ce n'erano dieci di più. Un bel saltino.
Esco per il consueto controllo pluviometrico, e mi accorgo che qualche bontempone dal piano di sopra si diverte a rovesciare bidoni di granita sui passanti. Poi, a un certo punto, rammento di abitare solo. Così, a malincuore accantono il suggestivo film siciliano. Il pasticcio che ricopre i tetti sfidando l'oscurità della notte è neve. La prima neve di stagione. L'11 ottobre. Wow!

Nelle ore succcessive il mercurio si cimenta in uno sfibrante balletto. Poi, finalmente, l'indomani sembra assestarsi: +0,7°C.
Apro la finestra, e trasalisco. Fiocchi giganti e cotonosi riempiono l'aria ed il cielo. Sono le 7:30. Non mi sembra vero: la stessa scena di un anno fa.
Difatti non lo è. Benché oramai potrebbe nevicare per ore e ore, le precipitazioni sono in via d'esaurimento. Le montagne si svelano.
Riesumati i panni invernali, può avere inizio la caccia. La caccia alla neve.

Se in centro a Montagna, a poco più di 500 metri, è solo un velo qua e là, sui tetti e sulle auto, basta salire di qualche tornante per calpestare i prati imbiancati.
Appena fuori dal paese, le piante cominciano ad affacciarsi inquietantemente sulla strada.



Abbracci stagionali in località ca' Benedetti (770 m): il verde e il bianco, l'estate e l'inverno.



Come suonava una vecchia canzone, "voglio salire ancora". Ogni passo verso l'alto è un secondo in più sotto il fuoco nemico. Scricchiolii sinistri precedono il botto. È un'altra che è venuta giù. Ogni anno, sempre più spesso, di primavera e d'autunno, la dama bianca diventa sterminatrice di piante.
Uno scorcio di ca' Bongiascia (875 m). In lontananza sono il castel Grumello a Montagna e l'insediato fondovalle, ancora verdeggiante.



Giunto a quota 1000, in località San Giovanni, l'estate sembra più lontana. La neve bagnata dei metri che ho sotto i piedi lascia posto a un manto più asciutto e consistente, che in questo punto misura circa 10 cm.



Vedo ormai terra. Carnale, 1200 metri di altezza. Con la sua candida, soffice copertina di 20 cm il paesaggio sembra invernale. Una neve di qualità, che non tradisce il passo. Caduta con buona probabilità a una temperatura di -1°C, è anche meglio di quella s'incontra comodamente in inverno.



Uno scampolo d'autunno nella lotta fra le stagioni.



La strada piega verso la Valmalenco e mi porta dritto per dritto in inverno. Tutto il resto è passato. Meta!



Il cielo schiarisce ampiamente. La prospettiva scopre, sulla destra, la mia corna Mara (2807 m).



È mezzogiorno passato, e comincio a sentire l'odore del pranzo nel cervello. Accidenti, m'hanno fatto strano forte, però...! È tempo di ridiscendere a tuono.

Per concludere ed archiviare definitivamente anche questo peggioramento, ecco un po' di dati.
In meno di 36 ore sono caduti 56,5 mm: 38,0 mm giovedì e 18,5 mm venerdì 11 ottobre.

Questi i bilanci nelle stazioni limitrofe (tra parentesi quelli riferiti a giovedì):
Sondrio Sud 63,2 mm (44,7 mm)
Piateda 75,2 mm (53,8 mm)
Montagna Piano 42,9 mm (27,7 mm)

Com'è evidente e spesso accade, il versante orobico e più occidentele della vallata è stato quello maggiormente bersagliato dalle precipitazioni (oltre i 2000 metri è caduto fino a un metro di neve).
Ad avvalorare questa tesi, infine, qualche dato d'innevamento (valori approssimati). Si evince, tuttavia, come questa volta anche l'alta Valtellina risulta particolarmente interessata:

Pescegallo (1850 m, Valgerola) 60 cm
Campo Franscia (1550 m, Valmalenco) 20 cm
Campo Moro (2000 m, Valmalenco) 30 cm
Prato Valentino (1950 m) 20 cm
Aprica Magnolta (1950 m) 30 cm
Monte Masuccio (1700 m) 20 cm
Valgrosina (diga AEM, 1600 m) 20 cm
Livigno (1800 m) 55 cm
La Vallaccia (2650 m, Livigno) 70 cm
Sce' di sotto (1750 m, valfurva) 45 cm

[the_pise]

applausi

[zione]

Stupendo Theo, complimenti !

Aggiungo, x dover di cronaca, che x un breve tratto in nottata (verso le 2 di notte) ha fatto un breve momento di neve anche qui a Sondrio con la T che è calata a +1.7°, dopo che a mezzanotte era ancora a +4.5° !

Dando uno sguardo agli archivi meteo di Sondrio in mio possesso (presi dagli annali dell'Apat) trattasi quindi dell'episodio nevoso più precoce almeno dal 1942 ad oggi, ma forse si può andare ancora più indietro !

Insomma, ciò che quindi non è riuscito a fare ad esempio nel trentennio "freddo" 1961-70 è invece accaduto nel periodo mediamente più caldo del secolo: scherzi della natura, insomma !

[EnnioDiPrinzio]

Bellissime foto,complimenti.Paesaggi veramente incantevoli(con e senza neve).
Da noi invece i monti sono ancora a digiuno.Non è raro di veder neve sui miei monti anche a inizio settembre;ma a quote basse (270 m.)il record della mia città per la prima neve è 24 ottobre (1891).

[dan cast83]

Bravo Teo, ottimo reportage

[Fede85]

Le ultime 3 sono da incorniciare non che le altre siano da meno complimenti davvero