Optimum climatico medievale

[Josh]

È una ricerca pubblicata, chissà ora cosa diranno gli AGWisti. ....Io lo scrivo da mo' che l'impatto antropico è Sì è no un 20% , non concordo che sia zero o quasi come sostengono gli studiosi australiani anche per il semplice motivo che ora siamo in 8 miliardi sul pianeta e solo questo costituisce sicuramente un impatto rilevante.

I dubbi riguardano la percentuale,effettivamente. E non credo che potranno essere risolti troppo a breve.

[Josh]

Lasciando perdere le coltivazioni (l'aceto mal riuscito d'epoca con la vite non ha nulla a che vedere col vino odierno) come riferimento più affidabile potrebbero essere prese le specie arboree boschive, con relative differenti diffusioni in altitudine e latitudine rispetto ad oggi.

Inviato dal mio SM-A310F utilizzando Tapatalk

Sì,focalizzare l'attenzione sulla coltivazione della vite lascia davvero il tempo che trova.
Affermava mio nonno,che il vino lo produceva, che può chiamarsi vino anche una bevanda che è più vicina all'aranciata come qualità(ma rimane più buona,diceva lui).
Mi dicevano a Zagabria che esiste una qualità di vino, prodotta sulle Alpi Dinariche a quote alte, che si usa bere come bibita rinfrescante dai tempi della prima guerra mondiale e che è più leggera della Coca Cola.

[elz]

Quella che si vede dappertutto in piemonte (Trachycarpus fortunei) è una palma che resiste fino a -15/-20 e non ha realmente bisogno di un clima caldo anzi non ama il troppo caldo secco ed è pure diventata infestante.

[Ghiacciovi]

Peccato che nella loro serie neppure c'è il riscaldamento recente, infatti è solo una media mobile su 15 anni della ricostruzione di Moberg del 2005 con l'ultimo punto centrato intorno al 1965:
Twitter

Per il resto c'è un intero progetto internazionale (pages2K) che è stato creato apposta per ricostruire il clima degli ultimi 2 millenni e decisamente non è stato dimostrato il caldo rovente dell'MCA anzi...
http://www.pages-igbp.org/ini/wg/2k-network/intro

Elz, data la sicurezza che esterni nelle affermazioni, dovresti prendere parte direttamente alle "peer review" di questi articoli prima che essi vengano pubblicati.
Tuttavia, credo anche che l'articolo in questione sia stato valutato da altri esperti prima che venisse pubblicato. Esiste una divisione nella comunità scientifica?

[Ghiacciovi]

GeoResJ

Volume 14, December 2017, Pages 36-46



The application of machine learning for evaluating anthropogenic versus natural climate change.

Di sicuro questo studio è stato sottoposto a "peer review"! o no?

[alnus]

Argomento molto affascinante, ma che, vista la scarsità di dati, è da prendere con le molle.
Sembra assodato che, nel Basso Medioevo - grossolanamente dall'800 al 1300 - ci fu un periodo più caldo del precedente e del successivo.
Quanto più caldo non è facilissimo da capire.
Nutro il massimo rispetto per la paleoclimatologia, ma essa ha dei limiti: non si potrà mai capire se fece più o meno caldo del periodo odierno. Alcuni dati storici (ad esempio l'estensione della coltura della vite fin nel nord della Gran Bretagna) possono essere male interpretati: la vite, se coltivata, cresceva, ma nulla sappiamo della qualità del vino (probabilmente pessima). Teniamo conto che nel caso di autoconsumo ogni popolazione di ogni luogo tende a produrre tutto, anche con risultati qualitativi decisamente imbarazzanti. In seguito, col miglioramento dei commerci, semplicemente può essere diventato ridicolo coltivare la vite in Galles, poichè buoni vini possono essere importati.
Argomento Groenlandia. Sembra assodato anche qui che, nel PCM, l'isola fu più calda del periodo precedente e quindi venne facilmente colonizzata. Sempre per la storia di cui sopra (autoconsumo) fu coltivata, ma questo non vuol dire che la resa dei raccolti sia stata ottima e abbondante. E' un dato di fatto che, successivamente, fece più freddo. Ma anche qui non si può capire se il PCM fu più o meno caldo di ora..

Concordo.
Inoltre, se nel medioevo facevano il vino in Inghilterra, adesso lo producono in Danimarca fuori serra!

[elz]

Elz, data la sicurezza che esterni nelle affermazioni, dovresti prendere parte direttamente alle "peer review" di questi articoli prima che essi vengano pubblicati.
Tuttavia, credo anche che l'articolo in questione sia stato valutato da altri esperti prima che venisse pubblicato. Esiste una divisione nella comunità scientifica?

Il processo di Peer Review non è perfetto, tantomeno per un giornale che presto neppure esisterà più.
Gli autori, e lo hanno ammesso loro stessi, hanno preso la ricostruzione di Moberg smorzata e la hanno spostata in avanti dando l'impressione che termina al 2000 non c'è molto da discutere su questo.

I dati sono qui, puoi verificare te stesso se c'è o meno il riscaldamento recente nel loro grafico.

ftp://ftp.ncdc.noaa.gov/pub/data/pal...moberg2005.txt

L'originale da Moberg con i dati strumentali fino al 2000:
https://stephenschneider.stanford.ed...rgEtAl2005.pdf



E una più aggiornata, medie mobili su 5 anni(mancano cmq gli ultimissimi anni):


E che l'MCA possa essere stato simile al picco degli anni '40 non lo mette in discussione nessuno.

[Marcoan]

Il punto a mio modesto avviso, non sta tanto se ora il clima sia più o meno caldo del medio evo o anche circa uguale ma capire la percentuale di incidenza antropica rispetto alle forzanti naturali....voglio dire, come mai nel medio evo senza alcun uso di combusibili fossili, una popolazione mondiale di moltissimo inferiore ad oggi, suicuramente con foreste molto più estese di oggi e molta meno urbanizzazione di oggi, il clima era piuttosto caldo, circa/meno/più uguale a quello odierno ??...io la risposta che mi dò è che le forzanti naturali hanno un peso assai maggiore e più incidente rispetto alle forzanti antropiche.

[Ghiacciovi]

Si Marcoan,

io non sono un esperto ma vedo che si torna sempre al solito "mantra". Se per caso di prova a dire che: "...le forzanti naturali potrebbero avere un peso maggiore e più incidente rispetto alle forzanti antropiche...." subito (non qui per fortuna) si viene tacciati di "negazionisti", si erigono "barriere ideologiche" e si viene messi alla gogna. Ciò non è degno dell'onestà intellettuale e del rispetto che dovrebbe essere proprio del mondo scientifico. Come non pensare che dietro noti studi faraonici sul clima non si celino interessi economici legati a finanziamenti che, ove non erogati, decreterebbero la fame per decine e decine di ricercatori?
Il problema risiede nel fatto che se qualcuno decide di finanziare ingentemente determinati studi per dimostrare qualcosa, il conflitto d'interessi è insito fin dal principio.
Nessuno nega il riscaldamento antropico ma l'enfasi eccessiva ed il fanatismo che ne fanno da corollario in tante ricerche "sponsorizzate" e che non permettono uno studio del problema in modio più obiettivo, instillano qualche dubbio.

Il senso della pubblicazione è proprio quello: non quello di focalizzare l'attenzione se clima attuale sia più o meno caldo del medio evo o anche circa uguale, ma capire la percentuale di incidenza antropica rispetto alle forzanti naturali. Perché andare subito a tirare fuori il riscaldamento degli ultimi anni, i grafici sottaciuti, il complottismo, l'imparazialità ecc. ecc. Proviamo ad ampliare gli orizzonti oltre le nostre convinzioni personali! Ci fa bene a tutti.
Leggere qualcosa "fuori dal coro" può anche essere interessante. o no?

[Ghiacciovi]

".....un giornale che presto neppure esisterà più...."

ci spiegheresti per favore?
Quindi non dobbiamo dar retta a quel giornale?