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  1. #131
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    Predefinito Re: Optimum climatico medievale

    Citazione Originariamente Scritto da Marcoan Visualizza Messaggio
    L'atmosfera terrestre è composta dai seguenti elementi gassosi: 78 % Di azoto (N2) 21 % Di ossigeno (O2) 0,9 % Di argon, 0.012 % di anidride carbonica e tracce di altri elementi .....Sarà pure il 4° ma è pur sempre lo 0,012% !
    In realtà è lo 0,0407%. Comunque è un aumento impressionante se pensiamo alla massa dell'atmosfera. E comunque un aumento anche minimo si riflette su altri gas serra come il vapore acqueo (è un discorso abbastanza lungo sulla struttura chimica dei gas serra e sulla loro capacità di immagazzinare energia e su quanto essi si influenzino a vicenda)

  2. #132
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    Predefinito Re: Optimum climatico medievale

    Citazione Originariamente Scritto da IMade... Visualizza Messaggio
    In realtà è lo 0,0407%. Comunque è un aumento impressionante se pensiamo alla massa dell'atmosfera. E comunque un aumento anche minimo si riflette su altri gas serra come il vapore acqueo (è un discorso abbastanza lungo sulla struttura chimica dei gas serra e sulla loro capacità di immagazzinare energia e su quanto essi si influenzino a vicenda)
    ci sono anche fattori GEOLOGICI a stravolgere alcune Teorie .


  3. #133
    Uragano L'avatar di Marcoan
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    Predefinito Re: Optimum climatico medievale

    Citazione Originariamente Scritto da ldanieli Visualizza Messaggio



    giuro: l'ho letta due tre volte per capire se eri serio.
    sei grande!
    basta con i lavori scientifici finanziati dalle lobby vegane! viva i finanziamenti dalle lobby porcelle, da big oil a big pig!
    A proposito di "vegano" la inviterei a leggere attentamente questo bellissimo articolo:

    È il 2017. Secondo tutti i film prodotti quando l’umanità pensava di poter curare gli omosessuali con gli schiaffi viviamo in un futuro da fantascienza. Certo, non abbiamo macchine volanti, non viviamo in un’era post-razziale o nelle colonie su Marte, però abbiamo l’etica. E una bussola morale formata dalle gif di Beyoncé che ci spiegano come navigarla.Etica, infatti, è la parola del futuro. E quindi del nostro presente. Il lavoro è etico. La musica è etica. Lo sono le tasse. Anche le banche, ormai, sono etiche.“Etica” è diventata la parola con cui definire noi stessi e chi ci circonda. Dividiamo le persone in buone o cattive a seconda di quanto rispecchiano la nostra idea di “etica”. Ma cosa si intende esattamente con “etica”? Tutti i più grandi pensatori della storia hanno scritto e dibattuto sul suo significato. Da Aristotele a Socrate, fino a Confucio. Da Tommaso D’Aquino a Kant, fino a Giulia Innocenzi. Nessuno, prima di lei, aveva però mai trovato una definizione precisa e sintetica di “etica”.Etica, sostiene la collaboratrice di Santoro nel suo libro “Tritacarne”, significa non uccidere gli animali.Sarebbe intellettualmente disonesto, però, attribuire quest’idea esclusivamente alla giornalista de Il Fatto Quotidiano; una riflessione così complessa richiede un’estensione computazionale non ascrivibile singolarmente a Giulia Innocenzi. Per arrivare a questa epifania intellettuale sono stati necessari milioni di vegani nel mondo.I vegani sono infatti ossessionati dalla parola “etica”. È quella a cui ricorrono quando viene chiesto loro che cosa li abbia spinti a cambiare dieta. È come definiscono loro stessi. Persone con etica.Hanno pure creato il “Parma Etica Festival”, una rassegna in cui si celebrano culture, tradizioni e usanze alimentari allogene con il nobile scopo d’aiutare le persone a dimenticare di vivere a Parma. Tre giorni di talk, workshop e seminari sull’etica vegan e vegetariana. E sulla “psicogenealogia transgenerazionale”, una branca della psicologia che unisce le esperienze traumatiche dei tuoi avi del Rinascimento con le difficoltà di ricezione di Lifegate.Ospite speciale del festival? Giulia Innocenzi.Altro esempio di questa ossessione si può trovare nel ricettario-bibbia della comunità vegana italiana dal titolo “La cucina etica”. Scopo dei suoi tre autori è quello di proporre ricette “etiche, salutiste, ecologiche, spirituali, legate allo sviluppo sostenibile”. Uno dei primi capitoli è dedicato alla quinoa.La quinoa è considerata uno degli alimenti più nutrienti in natura ed è utilizzata di frequente nelle diete vegane per l’alta concentrazione di proteine che contiene; viene coltivata nei due Paesi più poveri del Sud America – Perù e Bolivia – e da quando è stata scoperta nelle “diete etiche” ha completamente stravolto l’esistenza degli abitanti di entrambi i Paesi. Dal 2006 al 2011 il prezzo della quinoa è triplicato, fino a raggiungere i 3mila euro la tonnellata, ma alcune varietà più pregiate –rossa real e nera – possono superare i 4mila e gli 8mila euro.Per questo motivo in Bolivia, un Paese in cui il 45% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno, gli agricoltori hanno cambiato la loro dieta, immutata per oltre 5mila anni. La quinoa, ormai troppo preziosa per essere consumata localmente, viene quasi interamente venduta o scambiata per Coca-Cola, dolciumi industriali e altri prodotti della dieta occidentale.La situazione è così grave da aver creato un inedito banditismo locale, che lotta a colpi di rapimenti e di candelotti di dinamite per la conquista di terreni coltivabili a quinoa. La diversità biologica delle coltivazioni è stata inoltre quasi completamente distrutta per essere convertita in una monocoltura di questa pianta. Per gli agricoltori non avrebbe senso fare diversamente.In Perù, dove il 22% della popolazione vive in povertà, la situazione non è migliore. Un chilo di quinoa costa dieci soles, circa 2,70 euro: più del pollo e quattro volte il riso. Secondo le statistiche governative il consumo è crollato a livello nazionale per questo motivo. Una notizia preoccupante, visto che proprio per le eccezionali proprietà nutritive la quinoa risultava fondamentale per sostenere la popolazione nelle zone più povere del Paese, colpite da un livello di malnutrizione infantile fra i più alti in Sud America. Secondo l’UNICEF il 19.5% dei bambini peruviani soffre oggi di malnutrizione cronica.Il paradosso è evidente: mentre nei Paesi d’origine è diventato più conveniente mangiare l’hamburger di una multinazionale, i ricchi europei e americani possono consumare l’etico, salutista e sostenibile burger vegano di quinoa.Magari con una maionese di anacardi, altro alimento necessario per mantenersi etici e che nei piatti vegani risulta fondamentale per simulare ricette realizzabili tradizionalmente solo attraverso il latte animale, come la besciamella, i “formaggi” da spalmare, il ripieno della cheesecake, i gelati e le mousse.Ma da dove arrivano gli anacardi che finiscono nei dolci cruelty free?Per il 40% dal Vietnam, Paese che ha deciso di adottare per la loro raccolta una filiera produttiva che ricorda le dittature più tiranniche della storia, tipo la Corea del Nord di Kim Jong Un, la Romania di Ceaușescu o la Apple di Steve Jobs.Secondo un dettagliato reportage di Human Rights Watch, gli anacardi vietnamiti provengono infatti quasi totalmente dal lavoro forzato nei centri di recupero per tossicodipendenti condannati. Moltissimi detenuti arrivano in questi centri senza essere stati difesi da un avvocato e senza un regolare processo e sono costretti a lavorare otto ore al giorno, sei giorni alla settimana, a un ritmo di estrazione di un anacardo ogni sei secondi. Chi non rispetta questi standard subisce svariate punizioni corporali: viene picchiato con bastoni chiodati, rinchiuso in celle d’isolamento, costretto al digiuno e privato dell’acqua. In molti casi torturato con l’elettroshock.Per questo motivo Human Rights Watch li ha definiti “anacardi insanguinati”, come i diamanti africani.La filiera però non termina in Vietnam: il 60% degli anacardi viene processato nel Sud dell’India, nelle zone più povere del Paese. Il guscio, spesso e resistente, viene spaccato a mano da donne che lavorano sedute nella stessa posizione per dieci ore al giorno. Ma non è la fatica il vero problema. Gli anacardi sono protetti da due gusci interni che rilasciano un olio caustico formato da acidi anacardici, cardolo e metilcardolo: queste sostanze bruciano in modo profondo e permanente la pelle delle lavoratrici che non possono permettersi dei guanti di protezione. Per la loro mansione vengono infatti pagate appena 2,20 euro al giorno. In India gli anacardi sono considerati un lusso da consumare solo durante le feste più importanti. Così, alla fine dei turni, le operaie vengono anche perquisite, come le donne in reggiseno e slip che tagliavano la cocaina per Pablo Escobar.Ma è facile dimenticare tutto questo quando ogni nervo nella tua lingua vibra dopo aver assaporato questa cheesecake vegana crudista con fragole, mandorle e anacardi. Riesce a farti pensare nello stesso momento “non riesco a credere che la dolce cremosità non sia data da Philadelphia” e “fanculo le donne nel terzo mondo”.È utile parlare anche della base di questo dolce, capace di innalzare lo spirito di chiunque da “crudo” a “etico”: è fatta di mandorle, l’ennesimo alimento esploso in popolarità – con un prezzo triplicato in 5 anni –, grazie al suo apporto naturale di calcio, essenziale nella dieta vegana. Da questi frutti si ricava un latte utilizzato per realizzare mozzarella, ricotta e molti altri tipi di formaggi e creme. La richiesta è aumentata a tal punto da costringerci a importarle quasi totalmente dall’estero, nonostante le nostre millenarie tradizioni legate al loro consumo. Principalmente dalla California, responsabile dell’82% della produzione mondiale. Un quasi-monopolio in crescita costante, che ha messo lo stato americano in ginocchio per il prosciugamento delle riserve idriche. Per produrre una singola mandorla sono necessari infatti oltre 4 litri d’acqua – e la California ne produce ogni anno più di 950mila tonnellate. Le ripercussioni della siccità sulla fauna sono devastanti: sono morti oltre 4mila cervi in un anno; alci, linci, volpi, coyote e orsi sono talmente assetati da spingersi con sempre maggiore frequenza nelle zone abitate dall’uomo. Diverse tribù di Nativi Americani stanno cercando di salvare il salmone Chinook, un pesce fondamentale per la loro storia e cultura: peccato che l’acqua che potrebbe evitarne l’estinzione venga deviata per centinaia di km per essere usata nei frutteti di mandorle.Ma a contribuire all’aridità dei terreni non sono solo le mandorle. L’altro grande responsabile è forse l’alimento più rappresentativo della moderna narrativa del cibo, passato da nutrimento a status symbol politico per food stylist: l’avocado. Per produrre mezzo kg di avocado vengono mediamente impiegati 270 litri d’acqua. Il risultato sono i quattro anni consecutivi in cui la California registra la peggior siccità della storia. Brindiamo con questo avocado alle mandorle offerto da “La cucina etica”!Certo, c’è chi se la passa peggio.Il vicino Messico in meno di 10 anni ha decuplicato gli export di avocado – conosciuto ormai da quelle parti come “oro verde”– diventandone il primo produttore al mondo. L’offerta, però, non riesce a soddisfare la domanda. I prezzi in continua salita stanno portando a una deforestazione che tocca i 700 ettari all’anno; in dieci anni, per lasciare spazio ai frutteti di avocado, è svanita un’area di foresta grande quattro volte la Lombardia. Come per la California, questa perdita sta trasformando radicalmente la vita di flora e fauna. Milioni di farfalle monarca scelgono per la riproduzione e lo svernamento proprio le aree in deforestazione del Michoacan, la capitale mondiale dell’avocado: senza vegetazione il loro destino è l’estinzione. L’enorme quantità di pesticidi e fertilizzanti necessari per la coltivazione degli avocado stanno inoltre avvelenando le riserve acquifere da cui si abbeverano animali e popolazione locale. Il controllo di questo enorme business è in mano al cartello dei “Cavalieri Templari”, l’organizzazione criminale responsabile della distribuzione di crystal meth negli Stati Uniti, che ha scoperto un inedito pollice verde da quando i ricavi della vendita di avocado sono passati dai 90milioni di dollari del 2000 agli 1.3 miliardi del 2012.Le tattiche sono le stesse usate da tutti i mafiosi del mondo. Chi non paga il pizzo si trova i frutteti bruciati. Chi prosegue nel non assecondare i taglieggiatori va incontro alla morte o a quella dei propri cari. Molteplici i casi di stupro. Un giornalista di Vocativ racconta la storia del rapimento di due figli di un agricoltore. Per il riscatto da 1.5 milioni di dollari ha venduto tutto ciò che possedeva. I figli non li ha mai più rivisti.Per questo motivo si parla di “avocado insanguinati”. Come i diamanti. Come gli anacardi.Ma persino gli avocado non sono nulla in confronto al più grande distruttore di foreste del mondo: la soia. Per questo legume ogni anno viene raso al suolo il 3% della foresta pluviale Argentina, situata nella provincia di Cordoba. Otto milioni di ettari – un’area grande quanto il Portogallo. In Brasile, dal 1978 a oggi, sono sparite invece Italia e Germania.Ma a chi importa, no? Del resto la foresta pluviale serve solo a produrre il 28% dell’ossigeno che respiriamo e a stabilizzare il surriscaldamento globale attraverso l’assorbimento di anidride carbonica. Certo, uccidere miliardi di persone facendo innalzare il livello degli oceani a causa dello scioglimento dei ghiacciai è un equo sacrificio rispetto alla vita di una quaglia del Molise, peccato che la foresta contenga anche il 40% delle specie animali viventi.Questo però non intacca lo status della soia come alimento principe della dieta vegana – il sito de “La cucina etica” contiene 952 ricette basate su questo ingrediente. Secondo una ricerca dell’università di Oxford, il 73% dei vegani consumerebbe ogni giorno almeno 11 grammi di proteine provenienti dalla soia, ricca inoltre di fibre e minerali che altrimenti verrebbero a mancare nell’organismo di una persona che non mangia carne.Ora so cosa staranno pensando i vegani. “La maggior parte della soia viene coltivata come mangime animale, non per l’uomo!”. È vero, il 70% della produzione mondiale di questo legume è destinata agli allevamenti di bestiame, ma la nota lobby dell’industria della carne, conosciuta anche come WWF, ha commissionato nel 2009 una ricerca alla Cranfield University che riflette proprio su questo dettaglio. Lo scopo dello studio è immaginare scenari che potrebbero ridurre del 70% l’emissione di gas serra. I ricercatori giungono a questa conclusione: “sostituire latte e carne con analoghi alimenti raffinati come il tofu potrebbe aumentare la quantità di terreno arato necessario per soddisfare il fabbisogno alimentare”.Infine, se la propaganda “etica” funzionasse veramente e smettessimo tutti di consumare prodotti animali, la deforestazione e il surriscaldamento terreste aumenterebbero. Questo perché una vasta quantità di alimenti consumati dai vegani richiede una lunga filiera di lavorazione, dalla coltivazione a migliaia di km ai numerosi processi necessari per trasformare la soia nell’unico alimento più insapore del pollo: il tofu.Provate a cercare un ristorante vegano interamente a km.0 nella vostra città. Non esiste. Il massimo che potete trovare è un ristorante possibilmente a km.0. La verità, come ipotizza la ricerca del WWF, è che una cucina vegana equilibrata non è sostenibile per l’ambiente. Certo, esiste chi si ciba solo di frutti autoctoni, ma i rischi cui si va incontro sono una carenza di calcio, una pericolosa mancanza di acidi grassi essenziali e una predisposizione ad ascoltare Enya.Perché, quindi, la giunta Appendino, dopo essersi insediata, ha parlato di “promozione della dieta vegana sul territorio comunale come atto fondamentale per salvaguardare l’ambiente, la salute e gli animali”?Perché l’unica critica rivolta ai vegani è quella di essere vegani. Basti pensare che negli ultimi anni hanno avuto come principale antagonista intellettuale Giuseppe Cruciani, il conduttore di uno Zoo di 105 per uomini che scrivono “Liceo Classico” nella bio di Tinder.Ma non c’è nulla di sbagliato nell’essere vegani, è una scelta personale, come tante altre.Il problema nasce quando si passa da una scelta di vita a una presunta scelta etica, motivata dal voler salvare l’ambiente o gli animali. Questo significa mettersi in una posizione di superiorità morale che semplicemente non trova corrispondenza nei fatti. È solo un voler apparire ecologisti.Il movimento vegano usa la parola “specista” per apostrofare chi secondo gli adepti non mette vita animale e umana sul medesimo piano di importanza. Quale parola dovremmo usare per identificare chi sceglie di dare priorità alla propria coscienza piuttosto che alla vita, alla salute e alla serenità di altri esseri umani? Soprattutto quando parliamo di persone che vivono nei Paesi in via di sviluppo, mentre la coscienza risiede in un corpo con un taglio asimmetrico che vive tra Berlino, Milano o Londra.Nessuno lo può sapere. L’unica cosa che possiamo fare, la prossima volta che ci troveremo a mangiare in una hamburgheria artigianale con un amico vegano, è aiutare chi ci sta di fronte a scegliere. Fra il burger di quinoa con guacamole e mayo di mandorle e l’unica scelta etica possibile: il digiuno.

  4. #134
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    Predefinito Re: Optimum climatico medievale

    Citazione Originariamente Scritto da robertino Visualizza Messaggio
    ci sono anche fattori GEOLOGICI a stravolgere alcune Teorie .
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    Sai chi è arthur viterito? E' lo zimbello dei climatologi statunitensi.
    Innanzitutto non ha compiuto alcuno studio nella materia, è semplicemente un professore di geografia del college of southern Maryland e ha pubblicato sul sito Omics e sull'Heartland insitute questa sedicente teoria e altre teorie che tentavano di negare l'AGW.

    Sai come è finita? Si è scoperto che l'Heartland Institute, creato per combattere la disinformazione dell'AGW, ha ricevuto dal 1998 fondi per 700 mila dollari dalla exxon mobil.
    Guarda caso la exxon mobil è una delle principali compagnie petrolifere statunitensi di importanza mondiale ed opera sul mercato europeo col marchio Esso.
    Coincidenze è?

    Ti consiglio di leggere solamente articoli peer-reviewed e non queste cavolate.
    Ciao robert

  5. #135
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    Predefinito Re: Optimum climatico medievale

    Comunque ecco un articolo peer-reviewed per ritornare in tema optimum medievale. Se non capite l'inglese ditemelo e lo traduco

    "The Medieval Warm Period spanned between the 10th and 15th centuries, and corresponded with warmer temperatures in certain regions around the world. During this time, ice-free seas allowed the Vikings to colonize Greenland. North America experienced prolonged droughts. Just how hot was the Medieval Warm Period? Was the globe warmer than now? To answer this question, one needs to look beyond warming in a few regions and view temperatures on a global scale.Prior temperature reconstructions tend to focus on the global average (or sometimes hemispheric average). To answer the question of the Medieval Warm Period, more than 1,000 tree-ring, ice core, coral, sediment and other assorted proxy records spanning both hemispheres were used to construct a global map of temperature change over the past 1,500 years (Mann 2009). The Medieval Warm Period saw warm conditions over a large part of the North Atlantic, Southern Greenland, the Eurasian Arctic, and parts of North America. In these regions, temperature appears to be warmer than the 1961–1990 baseline. In some areas, temperatures were even as warm as today. However, certain regions such as central Eurasia, northwestern North America, and the tropical Pacific are substantially cooler compared to the 1961 to 1990 average.
    Temperature_Pattern_MWP.gif
    Figure 1: Reconstructed surface temperature anomaly for Medieval Warm Period (950 to 1250 A.D.), relative to the 1961– 1990 reference period. Gray areas indicates regions where adequate temperature data are unavailable.How does the Medieval Warm Period compare to current conditions? Here is the temperature pattern for the last decade (1999 to 2008). What we see is widespread warming (with a few exceptions such as regional East Antarctic cooling)
    Temp_Pattern_1999_2008_NOAA.jpg

    Figure 3: Surface temperature anomaly for period 1999 to 2008, relative to the 1961– 1990 reference period. Gray areas indicates regions where adequate temperature data are unavailable (NOAA).The Medieval Warm Period was not a global phenomenon. Warmer conditions were concentrated in certain regions. Some regions were even colder than during the Little Ice Age. To claim the Medieval Warm Period was warmer than today is to narrowly focus on a few regions that showed unusual warmth. However, when we look at the broader picture, we see that the Medieval Warm Period was a regional phenomenon with other regions showing strong cooling. What is more, and as can be seen in Figure 4, globally, temperatures during the Medieval Period were less than today.
    mann08_s6e_eivGLlandocean.png
    Figure 4: Global surface temperature reconstruction from Mann et al. (2008)
    A seminal paper on this subject was published in Nature Geoscience in 2013 by the PAGES 2k team, with 78 researchers contributing as co-authors from 60 separate scientific institutions around the world. PAGES (Past Global Changes) is a scientific network which supports research aimed at understanding the Earth’s past environment in order to make predictions for the future. It's funded by the U.S. and Swiss National Science Foundations, and the National Oceanic and Atmospheric Administration.In 2006, scientists in the PAGES network decided to organize an initiative to reconstruct the climate of the last 2,000 years, which they called The PAGES 2k Network. This network consists of scientists from 9 regional working groups, each of which collects and processes the best paleoclimate (past climate change) data from their respective region. It's a clever approach because it allows the experts in their local proxy data to contribute to a much larger global project.
    The PAGES 2k team found that a global surface cooling trend over the past 2,000 years has been erased by the global warming over the past century. Current temperatures are hotter than at any time in the past 1,400 years, including during the Medieval Warm Period(Figure 5).
    Ahmed_2013_paleo_fig4.jpg
    Figure 5: a) Previously published Northern Hemisphere 30-year-mean temperature reconstructions relative to the 1961–1990 reference period. b) Standardized 30-year-mean temperatures averaged across all seven continental-scale regions. Blue symbols are area-weighted averages, and bars show 25th and 75th unweighted percentiles to illustrate the variability among regions; open black boxes are unweighted medians. The red line is the 30-year-average annual global temperature from the HadCRUT4 instrumental time series relative to 1961–1990, and scaled visually to match the standardized values over the instrumental period.They also found that the warming occurred at different times in different geographical areas."the period from around AD 830 to 1100 generally encompassed a sustained warm interval in all four Northern Hemisphere regions. In South America and Australasia, a sustained warm period occurred later, from around AD 1160 to 1370.""Our regional temperature reconstructions also show little evidence for globally synchronized multi-decadal shifts that would mark well-defined worldwide MWP and LIA intervals. Instead, the specific timing of peak warm and cold intervals varies regionally, with multi-decadal variability resulting in regionally specific temperature departures from an underlying global cooling trend."

  6. #136
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    Predefinito Re: Optimum climatico medievale

    Citazione Originariamente Scritto da Marcoan Visualizza Messaggio
    A proposito di "vegano" la inviterei a leggere attentamente questo bellissimo articolo:
    Secondo me ognuno dovrebbe poter mangiare quello che vuole (specie in estinzione a parte ).
    Questo credersi superiori che si può riscontrare in alcuni (molti?!) vegani è insensato...

  7. #137
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    Predefinito Re: Optimum climatico medievale

    Nel 1993 un team di Geofisici marini hanno scoperto molti vulcani sottomarini , mai rilevati prima , in una area a circa 1000 km. dall Isola di Pasqua che dista circa 3600 km. ad est del Cile.
    Una delle zone del globo con maggiore concentrazione di Vulcani sottomarini attivi, che in parte potrebbero condizionare e alterare le temperature marine , influire sulle correnti Oceaniche e contribuire a generare eventi El Nino ,
    come sostiene il Geofisico Daniel A. Walker.

    " Il
    maggior numero di Vulcani attivi sono negli Oceani , secondo stime , il Vulcanismo sottomarino rappresenta l' 80 % dell attività vulcanica globale che puo influire sulle temperature dei mari e Oceani ,
    il restante 20 % è Vulcanismo terrestre."

    El Nino si forma in una zone del Oceano Pacifico dove risulta essere una area ad alta intensità Vulcanica sottomarina in cui si incontrano tre placche Tettoniche .

    Ricerche scientifiche del NOAA e di Geofisici marini rilevano che il riscaldamento delle profondità Oceaniche in media tra i 300 e 3000 m. precede il riscaldamento in superficie .

  8. #138
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    Predefinito Re: Optimum climatico medievale

    Citazione Originariamente Scritto da IMade... Visualizza Messaggio
    Comunque ecco un articolo peer-reviewed per ritornare in tema optimum medievale. Se non capite l'inglese ditemelo e lo traduco

    "The Medieval Warm Period spanned between the 10th and 15th centuries, and corresponded with warmer temperatures in certain regions around the world. During this time, ice-free seas allowed the Vikings to colonize Greenland. North America experienced prolonged droughts. Just how hot was the Medieval Warm Period? Was the globe warmer than now? To answer this question, one needs to look beyond warming in a few regions and view temperatures on a global scale.Prior temperature reconstructions tend to focus on the global average (or sometimes hemispheric average). To answer the question of the Medieval Warm Period, more than 1,000 tree-ring, ice core, coral, sediment and other assorted proxy records spanning both hemispheres were used to construct a global map of temperature change over the past 1,500 years (Mann 2009). The Medieval Warm Period saw warm conditions over a large part of the North Atlantic, Southern Greenland, the Eurasian Arctic, and parts of North America. In these regions, temperature appears to be warmer than the 1961–1990 baseline. In some areas, temperatures were even as warm as today. However, certain regions such as central Eurasia, northwestern North America, and the tropical Pacific are substantially cooler compared to the 1961 to 1990 average.
    Temperature_Pattern_MWP.gif
    Figure 1: Reconstructed surface temperature anomaly for Medieval Warm Period (950 to 1250 A.D.), relative to the 1961– 1990 reference period. Gray areas indicates regions where adequate temperature data are unavailable.How does the Medieval Warm Period compare to current conditions? Here is the temperature pattern for the last decade (1999 to 2008). What we see is widespread warming (with a few exceptions such as regional East Antarctic cooling)
    Temp_Pattern_1999_2008_NOAA.jpg

    Figure 3: Surface temperature anomaly for period 1999 to 2008, relative to the 1961– 1990 reference period. Gray areas indicates regions where adequate temperature data are unavailable (NOAA).The Medieval Warm Period was not a global phenomenon. Warmer conditions were concentrated in certain regions. Some regions were even colder than during the Little Ice Age. To claim the Medieval Warm Period was warmer than today is to narrowly focus on a few regions that showed unusual warmth. However, when we look at the broader picture, we see that the Medieval Warm Period was a regional phenomenon with other regions showing strong cooling. What is more, and as can be seen in Figure 4, globally, temperatures during the Medieval Period were less than today.
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    Figure 4: Global surface temperature reconstruction from Mann et al. (2008)
    A seminal paper on this subject was published in Nature Geoscience in 2013 by the PAGES 2k team, with 78 researchers contributing as co-authors from 60 separate scientific institutions around the world. PAGES (Past Global Changes) is a scientific network which supports research aimed at understanding the Earth’s past environment in order to make predictions for the future. It's funded by the U.S. and Swiss National Science Foundations, and the National Oceanic and Atmospheric Administration.In 2006, scientists in the PAGES network decided to organize an initiative to reconstruct the climate of the last 2,000 years, which they called The PAGES 2k Network. This network consists of scientists from 9 regional working groups, each of which collects and processes the best paleoclimate (past climate change) data from their respective region. It's a clever approach because it allows the experts in their local proxy data to contribute to a much larger global project.
    The PAGES 2k team found that a global surface cooling trend over the past 2,000 years has been erased by the global warming over the past century. Current temperatures are hotter than at any time in the past 1,400 years, including during the Medieval Warm Period(Figure 5).
    Ahmed_2013_paleo_fig4.jpg
    Figure 5: a) Previously published Northern Hemisphere 30-year-mean temperature reconstructions relative to the 1961–1990 reference period. b) Standardized 30-year-mean temperatures averaged across all seven continental-scale regions. Blue symbols are area-weighted averages, and bars show 25th and 75th unweighted percentiles to illustrate the variability among regions; open black boxes are unweighted medians. The red line is the 30-year-average annual global temperature from the HadCRUT4 instrumental time series relative to 1961–1990, and scaled visually to match the standardized values over the instrumental period.They also found that the warming occurred at different times in different geographical areas."the period from around AD 830 to 1100 generally encompassed a sustained warm interval in all four Northern Hemisphere regions. In South America and Australasia, a sustained warm period occurred later, from around AD 1160 to 1370.""Our regional temperature reconstructions also show little evidence for globally synchronized multi-decadal shifts that would mark well-defined worldwide MWP and LIA intervals. Instead, the specific timing of peak warm and cold intervals varies regionally, with multi-decadal variability resulting in regionally specific temperature departures from an underlying global cooling trend."
    sembra che il riscaldamento , aumento delle temp. , c' e stato tra l 800 e 1200 Warm Medieval Period , come riportano tante altre " Ricostruzioni Climatiche " .

  9. #139
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    Predefinito Re: Optimum climatico medievale

    Citazione Originariamente Scritto da robertino Visualizza Messaggio
    sembra che il riscaldamento , aumento delle temp. , c' e stato tra l 800 e 1200 Warm Medieval Period , come riportano tante altre " Ricostruzioni Climatiche " .
    Esatto

  10. #140
    Uragano L'avatar di zione
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    Predefinito Re: Optimum climatico medievale

    Citazione Originariamente Scritto da Marcoan Visualizza Messaggio
    A proposito di "vegano" la inviterei a leggere attentamente questo bellissimo articolo:
    Molto interessante !

    Marco, fonte di questo articolo ?

    Grazie !


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    Ciao Alessandro......

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