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  1. #61
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Io una mia chiave di interpretazione sulle differenze del prossimo, rispetto allo scorso, Inverno l'ho data:

    Inverno 2010/2011: altro NAO altra corsa

    Direi che è anche argomento di attualità in molte discussioni, quindi magari a qualcuno interessa pure

  2. #62
    Burrasca L'avatar di Aliseo
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Citazione Originariamente Scritto da pippy70 Visualizza Messaggio
    cio che è successo lo scorso anno per la AO nel trimestre invernale non ha precedenti negli ultimi 60 anni,quindi in caso di bis bisognera' iniziare a capire cosa sta succedendo!!!!!!Altra cosa strana la nao si apresta ad avere segno - per il 14 mese consecutivo anche questo mai successo sempre negli ultimi 60 anni.
    Su questo punto non trovo altre risposte che l'attività solare, insomma troppe coincidenze per non vederci dei rapporti di causa-effetto a lag 0.
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  3. #63
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Citazione Originariamente Scritto da Il_Priaforà Visualizza Messaggio
    Io una mia chiave di interpretazione sulle differenze del prossimo, rispetto allo scorso, Inverno l'ho data:

    Inverno 2010/2011: altro NAO altra corsa

    Direi che è anche argomento di attualità in molte discussioni, quindi magari a qualcuno interessa pure
    Letto ieri sera: complimenti. Tra l'altro, in fondo in fondo lascia una speranza anche per il sud...

    "We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.

  4. #64
    Burrasca L'avatar di steph
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Citazione Originariamente Scritto da steph Visualizza Messaggio
    Forse c'è un motivo. È pur vero che spesso la Nina tende ad influenzare il settore euroatlantico in una modalità diversa fra fine autunno/inizio inverno e inverno maturo. Poi dipende anche da come sono le SSTA sull'area indo-pacifica e sull'Atlantico tropicale e in zona RM (possono esaltare o smorzare il segnale che l'ENSO induce sul nostro settore).

    Tuttavia ho come il sospetto che l'amplificazione termica autunnale delle regioni artiche possa influenzare lo scacchiere teleconnettivo generale, agendo sia su scala temporale pluriennale (alla maniera dei predittori spiegati da cloover qualche post fa), sia però anche su scale più brevi, interannuali. Forse è in atto un climate shift di quelli che, solitamente, avvengono abbastanza improvvisamente.

    Tempo fa lessi diversi studi molto interessanti a riguardo. Qui e qui ci sono 2 ottime schede riassuntive sull'influenza che le anomalie termiche e bariche nell'Artico possono produrre sulle medie latitudini.

    In sostanza, la forte riduzione dei ghiacci marini estivi permette all'oceano di assorbire molto calore, energia che viene poi restituita dalle porzioni ancora libere da ghiaccio (e persino da sotto i sottili ghiacci giovani) in autunno. Questo flusso extra di calore che l'oceano restituisce all'atmosfera provoca un'innalzamento delle T della bassa troposfera artica e, quindi, ha buon gioco nell'irrobustire lo spessore fra le superfici isobariche e quindi nell'innalzare i gpt. Le conseguenze sono un mutamento nella circolazione emisferica che - nonostante la variabilità interna data da molti processi dinamici a bassa frequenza - tende a ripercuotersi nella vicina stagione invernale. Queste conseguenze possono essere una maggior propensione/maggior potenzialità ad avere un VP disturbato, contorto e plurilobato, AO- e dunque maggior invasione di sistemi depressionari e di aria fredda sulle medie latitudini (mentre magari regioni polari poste molto a nord subiscono invasioni di mite aria oceanica, vedi il didattico inverno scorso).

    Domani proverò ad esplicitare questo discorso mostrando alcune mappe.

    Prima parlavo di climate shift: guardate le T in bassa troposfera nelle regioni artiche fra settembre e dicembre. L'andamento mi pare abbastanza chiaro, al di là delle fluttuazioni interannuali e del trend sovrimposto, io ci noto un possibile cambio di regime con l'inizio degli anni 2000.

    Immagine


    Ed è proprio da qui che ripartirò domani con l'aggiornamento del post.
    La prima cosa che ho fatto - per vedere se e come ci sia un possibile effetto fra anomalie termiche autunnali nella bassa troposfera polare e successivi inverni europei - è il plotting dei compositi delle anomalie termiche polari a 850 hPa in ottobre e novembre (ho scelto i 2 mesi centrali del periodo sett-dic) che precedevano (A) 10 inverni europei particolarmente miti risp. (B) freddi, tutti più o meno connotati da AO/NAO+ risp. AO/NAO- (c'è una forte correlazione fra l'AO e la NAO e fra questi 2 indici e le anomalie termiche su scala continentale europea). Ho deliberatamente escluso gli anni post-2000, in ragione del possibile climate shift accennato.

    Vediamo:
    (A)


    (B)


    Più o meno, direi che la situazione corrisponde a quanto avevo ipotizzato nel precedente post. Anomalie termiche positive (negative) nella bassa troposfera artica tendono ad essere seguite da inverni freddi (miti) in Europa.

    La mappa delle correlazioni fra anomalie termiche autunnali artiche e AO invernale corrobora questa situazione, in particolare è ottobre il mese meglio correlato (con l'AO di gennaio).





    Ora: come interpretare la situazione relativamente nuova dell'ultimo decennio?

    Queste le anomalie termiche:



    Una simile forte ed estesa anomalia va analizzata in dettaglio, magari trovando qualche prerogativa. In effetti, analizzando i singoli autunni (carte non postate), si notano alcuni anni con forte anomalia positiva, spesso sui bordi continentali/insulari adiacenti al mar glaciale artico (2002 e 2003 centro dipolare su Groenlandia/Alaska, 2005 su Russia europea e Siberia centrale, 2006 su Siberia orientale, 2007 fra il mar siberiano orientale e i mari di Kara e Barents, 2008 su Siberia e su Canada con una striscia più fresca fra Alaska e Groenlandia, 2009 fra il core del mar glaciale artico e quello di Barents mentre il 2004 è l'unico anno a non presentare una vera e propria area relativamente uniforme di anomalie +).

    Ques'anno, finora, la configurazione delle anomalie termiche si avvicina maggiormente a quella del 2008, pur se in un contesto più forte.




    Come mai, dunque, nel lotto di questo decennio, a parità di condizione forzante, abbiamo avuto inverni in Europa dalle caratteristiche molto molto diverse, come ad es. 2006/07 e 2007/08 da un lato risp. 2005/06 e 2009/10 dall'altro?
    Prima ipotesi: lo shift climatico ipotizzato è in atto proprio in questi ultimi anni, magari dopo un annata artica estrema come il 2007 (ricordo che l'inverno 2007/08 fu sì molto mite in Europa e quasi da record in Scandinavia ma al contempo fu assai gelido in Asia centrale e magari, in quel caso, gli effetti sono semplicemente "slittati" più all'interno del grande continente euroasiatico; d'altra parte ci sono molti altri fattori che condizionano la variabilità stagionale delle ML). Una sorta di tipping point...

    Seconda ipotesi: altri fattori associati alle temperature troposferiche autunnali polari che fanno "da ponte" fra queste anomalie e la situazione invernale europea.

    Proprio di quest'ultima ipotesi parlerò domani nell'ultimo post.
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  5. #65
    Vento fresco L'avatar di Cloover
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Citazione Originariamente Scritto da steph Visualizza Messaggio
    ..........Come mai, dunque, nel lotto di questo decennio, a parità di condizione forzante, abbiamo avuto inverni in Europa dalle caratteristiche molto molto diverse, come ad es. 2006/07 e 2007/08 da un lato risp. 2005/06 e 2009/10 dall'altro? .........

    Ottimo TD come al solito Domani me lo rileggo con calma.Riguardo al quesito ne avevo discusso qlc giorno fa con 4ecast ed eravamo arrivati alla conclusione che in presenza delle medesime forzanti multidecadali(Ap index)l'evoluzione stratosferica può operare un forcing anche contrario invertendo o rafforzando il pattern.........Non so se ti interessa integrarlo nella tua analisi 'notte
    Filippo Casciani previsore di Meteodue.it/

  6. #66
    Comitato Tecnico Scientifico L'avatar di 4ecast
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Dopo i post di analisi di Steph, Sandro, Cloover e Il Priaforà (su cui ritornerò) quasi mi vergogno ad attualizzare le dinamiche previste, in particolar modo da GFS ma non solo....

    Dopo la fase dal Rodano di venerdì p.v., Atlantico Basso con due depressioni umide che vengono risucchiate sulla linea di convergenza (vedi post precedente) collocata assai più ad est di qualche giorno fa, diciamo sulle coste orientali spagnole.
    La prima riesce, secondo GFS00 di stamattina (ma anche GFS18z), a tirare giù parte del gelo di provenienza artico-siberiano e stazionante tra Francia e UK:



    Siamo ancora ben lontani dall'inquadrare esattamente dove farà sconquassi la linea di convergenza, tanto che altri modelli la vedono più a nord e sono fortemente alluvionali per tirreniche, nord e isole.

    Impressionante questa, la metto più per folklore che altro perchè si intravede una bomba atlantica ormai sul sud-ovest Mediterraneo che potrebbe intercettare il gelo artico-continentale (ancora visibile la -40°) su nord Francia:

    I'm hoping you are reading this blog outside enjoying the wonderfulness of the weather wherever you may be.
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  7. #67
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Io spero vivamente che questa carta sia lontana dalla realtà perchè significherebbe avere un esasperato maltempo su alcune zone dell'Italia. Preferisco una +20° e una cupola tropicale che sta roba. Abbiamo già abbastanza problemi in questo momento, questo tipo di evoluzione farebbe veramente dei danni. Da notare l'ipotetica linea di convergenza e la conseguente formazione di un minimo chiuso e molto ma molto intenso quasi a livello di uragano tra Marocco ed Algeria. Io cmq credo che non sia molto realizzabile questa carta anche se ormai bisogna aspettarsi di tutto. Siamo di fronte al contrasto tra aria artica-continentale ed aria tropicale direttamente proveniente dal basso Atlantico tropicale. MONITORIAMO!

    Citazione Originariamente Scritto da 4ecast Visualizza Messaggio
    Dopo i post di analisi di Steph, Sandro, Cloover e Il Priaforà (su cui ritornerò) quasi mi vergogno ad attualizzare le dinamiche previste, in particolar modo da GFS ma non solo....

    Dopo la fase dal Rodano di venerdì p.v., Atlantico Basso con due depressioni umide che vengono risucchiate sulla linea di convergenza (vedi post precedente) collocata assai più ad est di qualche giorno fa, diciamo sulle coste orientali spagnole.
    La prima riesce, secondo GFS00 di stamattina (ma anche GFS18z), a tirare giù parte del gelo di provenienza artico-siberiano e stazionante tra Francia e UK:

    Immagine


    Siamo ancora ben lontani dall'inquadrare esattamente dove farà sconquassi la linea di convergenza, tanto che altri modelli la vedono più a nord e sono fortemente alluvionali per tirreniche, nord e isole.

    Impressionante questa, la metto più per folklore che altro perchè si intravede una bomba atlantica ormai sul sud-ovest Mediterraneo che potrebbe intercettare il gelo artico-continentale (ancora visibile la -40°) su nord Francia:

    Immagine

  8. #68
    Uragano L'avatar di Alessandro(Foiano)
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Citazione Originariamente Scritto da 4ecast Visualizza Messaggio


    Siamo ancora ben lontani dall'inquadrare esattamente dove farà sconquassi la linea di convergenza, tanto che altri modelli la vedono più a nord e sono fortemente alluvionali per tirreniche, nord e isole.
    Era il mio monito del 12 novembre sul thread di Novembre:

    Citazione Originariamente Scritto da Alessandro(Foiano) Visualizza Messaggio
    ... imho ormai si vedono carte del genere con continuità, non

    voglio fare l'allarmista, ma queste carte difficile che cambino, aggiungi una certa

    persistenza delle stesse condizioni in questo periodo e l'allarme idrogeologico per il bacino

    Mediterraneo diviene diffuso :


    Allegato 182851 Allegato 182852




    Inoltre la proiezione "esce" da un mio piccolo studio NAM, QBO, attività solare,

    SST globali e incrociate alle attuali osservazioni atmosferiche.

  9. #69
    Uragano L'avatar di Alessandro(Foiano)
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Citazione Originariamente Scritto da steph Visualizza Messaggio
    Proprio di quest'ultima ipotesi parlerò domani nell'ultimo post.
    Stefano, quindi, secondo te, è opportuno analizzare tutte le osservazioni storiche che

    abbiamo (anche precedenti gli anni '50) visto che siamo davanti ad uno shift

    climatico e ad analisi di variabili pluridecennali?


    Ultima modifica di Alessandro(Foiano); 23/11/2010 alle 12:01

  10. #70
    Vento teso L'avatar di Sandro58
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Ottimo il contributo di Stefano !!!
    Riguardo al 2007 (ma anche il 2010 per esempio) andrei a guardare il fatto che gli accadimenti ENSO hanno senz'altro avuto un forte impatto slla zona artica. Quell'anno ci fu Nino veloce e fortino e QBO positiva e la zonalita' ne risulto' accentuata. Al contrario il Nino 2010 sincrono a QBO negativa e minimo solare ancora notevole ha dettato un approfondimento (inimmaginabile per altro) della AO.

    Tornano anche a me le maggiori correlazioni tra AO di ottobre e AO invernale rispetto che novembre. Il busillis secondo me va cercato li, quel mese e' immediatamente seguente i minimi artici di settembre e quindi ha le anomalie al top e l'ingerenza sulla bassa troposfera al top .... in novembre si comincia a calare, quindi credo che l'azione + forte e anomala di questi anni sia in quel mese e questo POSSA determinare una spina durante la crescita del VP e quindi un indebilimento verso la fase invernale.

    Stefano, un occhio al 1998, l'accellerazione artica e' nata li, li il vero climate step, credo dovuto alla concomitante andata in fase di massima della AMO.

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