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  1. #1
    Vento forte L'avatar di Giuliano62
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    Predefinito La "guida Michelin" degli uragani

    Nel quotidiano " La stampa " segnalo articolo molto interessante ...

    La mappa delle tempeste tropicali dei prossimi mesi
    di LORENZO CAIROLI
    Tutti gli anni, di questi tempi, la Colorado State University rende pubblico l'Atlantic Seasonal Hurricane Forecast, che è un po' la guida Michelin degli uragani e delle tempeste tropicali che imperverseranno nei prossimi mesi. E anche questa volta, americani e caribeños, incrociano le dita e vedono le streghe. Secondo gli scienziati che hanno lavorato al Forecast - il mitico William Gray, un pionere nella scienza delle previsioni degli uragani e il suo giovane delfino Philip J. Klotzbach - il 2011 sarà per i Caraibi e per le coste americane un anno da panico, con nove uragani, sedici cicloni, più altre centotrenta tempeste, per cosi dire, minori.

    Il paese più a rischio di tutti è ancora una volta Haiti. Arlène, Bret, Cindy, Don, Emily, Franklin, Gert, Harvey, Irène, Jose, Katia, Lee, Maria, Nate, Ophélia, Philippe, Rina, Sean, Tammy, Vince, Whitney sono i nuovi tonton macoutes che levano il sonno agli haitiani. La deforestazione selvaggia dell'isola, l'alta densità della popolazione (280 abitanti per km²) e un'urbanizzazione semplicemente folle hanno reso Haiti vulnerabile a tutto. Citta' come Gonaïves, Cabaret e Port-au-Prince sono costantemente a rischio inondazione. Senza dimenticare quel milione e rotti di persone che dopo il sisma del 12 gennaio del 2010 sopravvive in campi di fortuna e in tende piccole, luride e ronzanti di mosche. Pétionville, il quartiere più esclusivo di Port-au-Prince è irriconoscibile. Place Saint-Pierre, un tempo cuore dei ristoranti, delle boutiques e delle gallerie d’arte più prestigiose del paese, è diventata un mefitico dormitorio a cielo aperto. Come Place Boyer vicino alla quale c’era l’Ambasciata Brasiliana e alcuni dei migliori ristoranti della capitale – Quartier Latin, Papaye, Souvenance. Adesso Place Boyer è diventata un enorme campo profughi in cui si ammassano più di 4.000 disperati in una promiscuità luciferina. Quando a gestirlo era MSF le cose andavano un po’ meglio. Adesso che a occuparsene e’ lo IOM – International Organization of Migration – la situazione è tracollata. Condizioni igieniche scabrose, latrine intasate, acqua senza cloro, colera. Per fortuna degli haitiani i guru delle previsioni non sempre ci azzeccano. Nel 2006 William Gray annunciò un uragano cosi' devastante che al suo confronto Katrina sarebbe stato ricordato come una puzzetta.

    La previsione, grazie al cielo, si rivelò un colossale abbaglio. Nel 2007 il magnate alberghiero Harris Rosen minacciò di trascinarlo in tribunale. Lo accusò di essere un Osama Bin Laden della meteorologia che con le sue previsioni sballate aveva messo in mutande l'industria turistica della Florida, causato danni per miliardi di dollari, fatto tracollare il flusso dei turisti del 70%. La crociata di Rosen fu condivisa anche da due testate prestigiose come il Miami Herald e l'Orlando Sentinel che si chiesero se valesse la pena continuare a fare previsioni (e a sbagliarle) se poi il paese doveva pagare un prezzo cosi salato. Alla fine si arrivò alla conclusione che prevedere uragani era sicuramente una scienza (poco) esatta dove però il meno inesatto di tutti era proprio William Gray. Che sicuramente aveva sulla coscienza molte previsioni sballate, come gli contestava Rosen, ma in materia di forecast restava il migliore e le vite umane che le sue previsioni avevano contribuito a salvare valevano tutti i fasulli Katrina divinati, le roventi polemiche, lo spettro di cause giudiziarie e la grande impopolarità presso gli albergatori e i politici del Southeast. Anche la Colombia ha letto col fiato sospeso le quarantaquattro pagine della 'Michelin' di Gray e Klotzbach, nonostante quaggiù gli uragani non siano una maledizione come per gli haitiani - l'ultimo uragano che ha messo sossopra il Caribe colombiano è stato Joan, ventitre anni fa. Se lo ricordano bene gli abitanti di Manzanillo, un pueblo alle porte di Cartagena, che nel 1988 videro il loro cimitero spazzato via in un amen.

    Si salvarono solo due lapidi che oggi affiorano dalla sabbia della spiaggia come due totem incongrui. Le hanno messe li' gli anziani per ricordare ai giovani di cosa è capace la natura quando dichiara guerra al genere umano. Se in Colombia gli uragani sono mosche bianche, le piogge, invece, devastano come un flagello biblico. Qui, non appena cade una goccia, ci si fa il segno della croce. Perchè la vera guerriglia che il presidente Santos e il suo governo combattono ogni giorno non è tanto contro le FARC ma contro la spietata meteorologia di questo paese. Ieri, il notiziario di Caracol TV prima di occuparsi del caso Strauss-Kahn e delle ore contate di Gheddafi, ha raccontato 35 minuti di piogge torrenziali, frane, esondazioni, arroyos da tregenda a Barranquilla, università, aereoporti e autostrade che rischiano di essere inghiottite dal Rio Bogotà, ponti crollati, strade impraticabili, pueblos allagati, sfollati a migliaia. Ad aprile la popolaritaà del presidente è scesa di quasi sei punti. Colpa certamente dei recenti scandali, delle sue polemiche con Uribe, della sua amicizia un po' troppo affettuosa con Chavez, ma anche - e per molti, soprattutto - perche'ogni volta che inizia la stagione delle piogge la Colombia affoga.

    Ecco la "guida Michelin" degli uragani- LASTAMPA.it



    Giuliano Nardin

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  2. #2
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    Predefinito Re: La "guida Michelin" degli uragani

    Citazione Originariamente Scritto da Giuliano62 Visualizza Messaggio
    Nel quotidiano " La stampa " segnalo articolo molto interessante ...

    La mappa delle tempeste tropicali dei prossimi mesi
    di LORENZO CAIROLI
    Tutti gli anni, di questi tempi, la Colorado State University rende pubblico l'Atlantic Seasonal Hurricane Forecast, che è un po' la guida Michelin degli uragani e delle tempeste tropicali che imperverseranno nei prossimi mesi. E anche questa volta, americani e caribeños, incrociano le dita e vedono le streghe. Secondo gli scienziati che hanno lavorato al Forecast - il mitico William Gray, un pionere nella scienza delle previsioni degli uragani e il suo giovane delfino Philip J. Klotzbach - il 2011 sarà per i Caraibi e per le coste americane un anno da panico, con nove uragani, sedici cicloni, più altre centotrenta tempeste, per cosi dire, minori.

    Il paese più a rischio di tutti è ancora una volta Haiti. Arlène, Bret, Cindy, Don, Emily, Franklin, Gert, Harvey, Irène, Jose, Katia, Lee, Maria, Nate, Ophélia, Philippe, Rina, Sean, Tammy, Vince, Whitney sono i nuovi tonton macoutes che levano il sonno agli haitiani. La deforestazione selvaggia dell'isola, l'alta densità della popolazione (280 abitanti per km²) e un'urbanizzazione semplicemente folle hanno reso Haiti vulnerabile a tutto. Citta' come Gonaïves, Cabaret e Port-au-Prince sono costantemente a rischio inondazione. Senza dimenticare quel milione e rotti di persone che dopo il sisma del 12 gennaio del 2010 sopravvive in campi di fortuna e in tende piccole, luride e ronzanti di mosche. Pétionville, il quartiere più esclusivo di Port-au-Prince è irriconoscibile. Place Saint-Pierre, un tempo cuore dei ristoranti, delle boutiques e delle gallerie d’arte più prestigiose del paese, è diventata un mefitico dormitorio a cielo aperto. Come Place Boyer vicino alla quale c’era l’Ambasciata Brasiliana e alcuni dei migliori ristoranti della capitale – Quartier Latin, Papaye, Souvenance. Adesso Place Boyer è diventata un enorme campo profughi in cui si ammassano più di 4.000 disperati in una promiscuità luciferina. Quando a gestirlo era MSF le cose andavano un po’ meglio. Adesso che a occuparsene e’ lo IOM – International Organization of Migration – la situazione è tracollata. Condizioni igieniche scabrose, latrine intasate, acqua senza cloro, colera. Per fortuna degli haitiani i guru delle previsioni non sempre ci azzeccano. Nel 2006 William Gray annunciò un uragano cosi' devastante che al suo confronto Katrina sarebbe stato ricordato come una puzzetta.

    La previsione, grazie al cielo, si rivelò un colossale abbaglio. Nel 2007 il magnate alberghiero Harris Rosen minacciò di trascinarlo in tribunale. Lo accusò di essere un Osama Bin Laden della meteorologia che con le sue previsioni sballate aveva messo in mutande l'industria turistica della Florida, causato danni per miliardi di dollari, fatto tracollare il flusso dei turisti del 70%. La crociata di Rosen fu condivisa anche da due testate prestigiose come il Miami Herald e l'Orlando Sentinel che si chiesero se valesse la pena continuare a fare previsioni (e a sbagliarle) se poi il paese doveva pagare un prezzo cosi salato. Alla fine si arrivò alla conclusione che prevedere uragani era sicuramente una scienza (poco) esatta dove però il meno inesatto di tutti era proprio William Gray. Che sicuramente aveva sulla coscienza molte previsioni sballate, come gli contestava Rosen, ma in materia di forecast restava il migliore e le vite umane che le sue previsioni avevano contribuito a salvare valevano tutti i fasulli Katrina divinati, le roventi polemiche, lo spettro di cause giudiziarie e la grande impopolarità presso gli albergatori e i politici del Southeast. Anche la Colombia ha letto col fiato sospeso le quarantaquattro pagine della 'Michelin' di Gray e Klotzbach, nonostante quaggiù gli uragani non siano una maledizione come per gli haitiani - l'ultimo uragano che ha messo sossopra il Caribe colombiano è stato Joan, ventitre anni fa. Se lo ricordano bene gli abitanti di Manzanillo, un pueblo alle porte di Cartagena, che nel 1988 videro il loro cimitero spazzato via in un amen.

    Si salvarono solo due lapidi che oggi affiorano dalla sabbia della spiaggia come due totem incongrui. Le hanno messe li' gli anziani per ricordare ai giovani di cosa è capace la natura quando dichiara guerra al genere umano. Se in Colombia gli uragani sono mosche bianche, le piogge, invece, devastano come un flagello biblico. Qui, non appena cade una goccia, ci si fa il segno della croce. Perchè la vera guerriglia che il presidente Santos e il suo governo combattono ogni giorno non è tanto contro le FARC ma contro la spietata meteorologia di questo paese. Ieri, il notiziario di Caracol TV prima di occuparsi del caso Strauss-Kahn e delle ore contate di Gheddafi, ha raccontato 35 minuti di piogge torrenziali, frane, esondazioni, arroyos da tregenda a Barranquilla, università, aereoporti e autostrade che rischiano di essere inghiottite dal Rio Bogotà, ponti crollati, strade impraticabili, pueblos allagati, sfollati a migliaia. Ad aprile la popolaritaà del presidente è scesa di quasi sei punti. Colpa certamente dei recenti scandali, delle sue polemiche con Uribe, della sua amicizia un po' troppo affettuosa con Chavez, ma anche - e per molti, soprattutto - perche'ogni volta che inizia la stagione delle piogge la Colombia affoga.

    Ecco la "guida Michelin" degli uragani- LASTAMPA.it
    Molto interessante complimenti
    Tacque,e dato di piglio al gran tridente i nembi raduno',sconvolse l'onde,tutte incito'le raffiche dei venti,e di nuvole empi'la terra ed il mare;e giu'dal Ciel precipito' la Notte!
    Omero-Odissea
    W il Libeccio!!!
    Il mio sogno?Vedere la +32°c ad 850 hpa su Roma.
    W il caldo!!!

  3. #3
    Brezza tesa L'avatar di simone
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    Predefinito Re: La "guida Michelin" degli uragani

    mah.... non mi sembra che gli outlook influenzino le scelte commerciali e non di alcune zone. solitamente le performance non sono poi cosi attendibili....
    e comunque non ci sono solo loro a fare gli outlook....
    semplice appassionato di meteorologia.socio Meteopassione e Bresciameteo.it



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