Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
    Bava di vento L'avatar di Verkho
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    Predefinito Rapporto monitoraggio doline su Dolomiti e Prealpi venete

    Segnalo questo rapporto, a conclusione della parte sperimentale del monitoraggio delle doline sulle Dolomiti e sulle Prealpi venete
    (cliccando inizia il download, dal sito dell'ARPAV, di circa 8 mega di materiale):

    http://www.arpa.veneto.it/cmt/clima/...oni_fredde.pdf

    Questo è il Sommario:

    Viene descritta l’attività di monitoraggio del microclima delle conche carsiche montane, intrapresa da qualche anno dal Centro Valanghe di Arabba dell’ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto) sul territorio dolomitico e sulle Prealpi venete, nell’ambito del progetto “Monitoraggio ambientale degli ambienti dolomitici d’alta quota” e sulla scia di ricerche analoghe effettuate in altri paesi, come Austria, Germania, Slovenia, Stati Uniti e Giappone.

    A tale scopo sono state individuate alcune depressioni o doline montane e monitorate con dei registratori di temperatura ed umidità, posti generalmente sul fondo di esse.

    Dai primi risultati è emerso che anche nelle conche del versante meridionale delle Alpi orientali si verificano spesso particolarissime condizioni micro-climatiche, caratterizzate da temperature minime estreme, con valori anche inferiori a -40°C, fortissime inversioni termiche, improvvise oscillazioni della temperatura, soprattutto nelle ore notturne, e marcate escursioni termiche giornaliere, tipiche delle zone desertiche.


  2. #2
    Burrasca L'avatar di Borat
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    Predefinito Re: Rapporto monitoraggio doline su Dolomiti e Prealpi venete

    Se ci ho capito qualcosa, il problema della radiazione del cielo come ostacolo al raffreddamento nelle doline dovrebbe essere tanto maggiore quanto maggiore è lo sky view factor, o sbaglio? (se dalla dolina si vede tanto cielo, simmetricamente dal cielo "si vede tanta dolina")
    Ma è un meccanismo che possiamo considerare attivo sempre e comunque o ci sono circostanze e fattori esogeni variabili in virtù dei quali a volte c'è questo ostacolo e a volte non c'è o ha entità ridotta? Quella parte di rapporto non è molto estesa e dettagliata, per cui il profano come me non capisce chiaramente come funziona il fenomeno.

    Poi, mi sto chiedendo come si potrebbe immaginare di testare empiricamente la teoria delle valanghe d'aria. Forse costruendo un anello di fumogeni all'interno di una dolina e poi restando ad aspettare che una massa di fumo si stacchi e scenda; solo che di notte tipicamente è buio e non ci si vede molto bene. Ci vorrebbero fumi fluorescenti, luminosi.

  3. #3
    Bava di vento L'avatar di Verkho
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    Predefinito Re: Rapporto monitoraggio doline su Dolomiti e Prealpi venete

    Si, la cosiddetta "sky radiation" è tanto maggiore quanto più elevato è lo sky-view factor e quanto più alta è la temperatura dello strato d'aria che sovrasta la dolina.
    Si tratta si un meccanismo sempre attivo ma di entità molto ridotta, direi quasi trascurabile rispetto agli altri fattori che entrano in gioco negli scambi conduttivi, convettivi e radiativi fra suolo/neve e aria. Tuttavia in caso di equilibrio e di situazione stabilizzata (tipica nella seconda parte di una serena e calma notte invernale) può far sentire la sua influenza, contribuendo a rallentare o fermare il raffreddamento.

    Per quanto riguarda le "valanghe di aria fredda", che si innescano di solito di notte su un pendio innevato avente una pendenza superiore al 25%, non mi risulta siano stati fatti degli esperimenti atti a "materializzarle" o monitorarle. Individuato il pendio capace di generare questi moti gravitativi, bisognerebbe piazzarci una serie di anemometri e di termometri con lo scopo di misurare il periodico carico-scarico dello strato d'aria gelida a contatto con la superficie innevata.
    Oppure utilizzare, come dici tu, dei fumogeni in una bella notte di luna piena e riprendere la scena.

  4. #4
    Burrasca L'avatar di Borat
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    Predefinito Re: Rapporto monitoraggio doline su Dolomiti e Prealpi venete

    Eh ma in base alla legge di murphy durante una stagione di monitoraggio, se si rimane di notte in dolina a guardare, tutte le notti di luna piena saranno nuvolose. Probabilmente la soluzione è costruire un anello (anzi due anelli, ad altitudini diverse) di datalogger anemometrici.
    Uno solo sul fondo rileverebbe la brezza ma non saprebbe dire da dove viene, e un anello solo rileverebbe il suo flusso ma non saprebbe dire se c'è anche sopra. Un anello poco più alto del fondo e uno più in alto, poco sotto la sella di tracimazione, potrebbero dire se c'è una massa d'aria in discesa, da dove viene, e distinguere una massa d'aria che si genera dentro la dolina da una che viene da fuori.

    Se si trova uno sponsor generoso si può anche fare.
    Ultima modifica di Borat; 17/09/2011 alle 10:40

  5. #5
    Bava di vento L'avatar di Verkho
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    Predefinito Re: Rapporto monitoraggio doline su Dolomiti e Prealpi venete

    Siccome si presume di avere a che fare con un "lastrone" abbastanza grande di aria fredda (il dubbio semmai riguarda la sua altezza) e sapendo qual'è il pendio che lo genera, sarebbero forse sufficienti due-tre punti di misura lungo tale pendio, disposti sulla linea teorica di scivolamento della "valanga". Ogni punto potrebbe essere dotato di un anemometro con intervalli di acquisizione di pochi secondi e di due termometri, uno a 10-20 cm dalla neve, l'altro a 2 m (in fase di formazione del lastrone la temperatura dovrebbe diminuire, per poi aumentare di colpo quando il lastrone si stacca).

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