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  1. #91
    Vento fresco L'avatar di mikisnow
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    Predefinito Re: Disinformazione meteorologica e mass media: WHY ?

    "Inverno Inferno, Maltempo Killer"

  2. #92
    Uragano L'avatar di albedo
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    Predefinito Re: Disinformazione meteorologica e mass media: WHY ?

    Citazione Originariamente Scritto da Alessandro(Foiano) Visualizza Messaggio
    Guarda che sappiamo già che possano esistere le oasi informative nel deserto, la massa purtroppo non è influenzata dalle eccezioni.
    La "massa" non è influenzata primo perché non sono tutti scemi, secondo perché non esiste la "massa" ma un insieme di individui ciascuno con la propria testa. I realmente "influenzabili" sono una categoria ridottissima e marginale di soggetti psicoloabili, quelli che tirano i sassi dai cavalcavia per emulazione o si fanno esplodere in nome di un dio.
    Casomai poi è la massa che influenza l'informazione, non viceversa. Soprattutto ora con internet che dà la possibilità a tutti, proprio tutti, di dire la propria e fare a suo modo informazione. Nei forum meteo come su Facebook come (un'esigua minoranza) su carta stampata - libri, giornali e riviste - tv, cinema, teatro eccetera.
    "Mass-media", termine efficace ma obsoleto della sociologia anglosassone anni '50, non significa i mezzi che influenzano la massa, ma i mezzi di comunicazione della massa.
    Ultima modifica di albedo; 20/01/2017 alle 14:05

    RECORD PRATO+PRATO EST 1921-2014: Anno + freddo: 13,4° (1940); Anno + caldo 16,4° (1943); Anno + piovoso 1788,1 mm (1937);
    Anno + asciutto 503,8 mm (1945); Min. assoluta - 13,8° (11 gen 1985); Max assoluta 41,0° (7 lug 1952); Mese + freddo 0,2° (feb 1929); Mese + caldo 28,9° (ago 2003)

  3. #93
    Uragano L'avatar di Alessandro(Foiano)
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    Predefinito Re: Disinformazione meteorologica e mass media: WHY ?

    Citazione Originariamente Scritto da albedo Visualizza Messaggio
    La "massa" non è influenzata primo perché non sono tutti scemi, secondo perché non esiste la "massa" ma un insieme di individui ciascuno con la propria testa.
    si ma ragionano, fanno scelte e agiscono per il proprio tornaconto individuale e non collettivo o per la comunità.
    Il discorso è ben più ampio di quello che si creda: il clientelismo è così radicato nella cultura italiana che credere che un editore faccia informazione contro il proprio tornaconto è pura ipocrisia.
    Citazione Originariamente Scritto da albedo Visualizza Messaggio
    Soprattutto ora con internet che dà la possibilità a tutti, proprio tutti, di dire la propria e fare a suo modo informazione. .
    poi se mi parli di Rete stendiamo un velo pietoso su quei social che con la disinformazione meteo hanno fatto tanti guadagni, mettendoci l'articolo "il" davanti e al soldo di grandi marchi internazionali (pubblicità).
    P.s. Fare tanti guadagni, più degli altri, significa che la "maggioranza della gente"(massa) apprezza, sceglie,utilizza e fà da cassa di risonanza a quello strumento di diffusione (dis)informativo, perchè è più diffuso,gratuito e facilmente consultabile.
    Il consumatore non può essere un tuttologo e quindi giocoforza un esigua minoranza sarà meteorologicamente ben informata, il resto, "la maggioranza", dovrà fidarsi del flusso principale informativo o mainstream.
    Ultima modifica di Alessandro(Foiano); 20/01/2017 alle 16:08

  4. #94
    Uragano L'avatar di albedo
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    Predefinito Re: Disinformazione meteorologica e mass media: WHY ?

    Citazione Originariamente Scritto da Alessandro(Foiano) Visualizza Messaggio
    si ma ragionano, fanno scelte e agiscono per il proprio tornaconto individuale e non collettivo o per la comunità.
    Il discorso è ben più ampio di quello che si creda: il clientelismo è così radicato nella cultura italiana che credere che un editore faccia informazione contro il proprio tornaconto è pura ipocrisia.

    poi se mi parli di Rete stendiamo un velo pietoso su quei social che con la disinformazione meteo hanno fatto tanti guadagni, mettendoci l'articolo "il" davanti e al soldo di grandi marchi internazionali (pubblicità).
    P.s. Fare tanti guadagni, più degli altri, significa che la "maggioranza della gente"(massa) apprezza, sceglie,utilizza e fà da cassa di risonanza a quello strumento di diffusione (dis)informativo, perchè è più diffuso,gratuito e facilmente consultabile.
    Il consumatore non può essere un tuttologo e quindi giocoforza un esigua minoranza sarà meteorologicamente ben informata, il resto, "la maggioranza", dovrà fidarsi del flusso principale informativo o mainstream.
    Ok, ora poni la questione in modo meno a slogan e più accettabile. Il problema è che non si può ridurre a poche battute sul forum un tema così complesso sul quale si scrivono libri e si fanno convegni da anni. Il discorso si dipana su più livelli che non possono essere confusi e banalizzati con un giudizio-calderone che mette tutto dentro e ne fa assunto quasi dogmatico.
    Se non ho capito male stiamo parlando dell'informazione meteo, che rappresenta lo 0,0001 per cento di tutta l'informazione. Certo, il meteo-appassionato tende ad avere una visione un po' "meteocentrica", allo stesso modo di un tifoso di calcio che giudica solo in base a come viene trattata la propria squadra. Ma esiste l'informazione specializzata, quella non specializzata ma comunque scientifica e quella generalista, che è quantitativamente più consistente. Da quella generalista non si può pretendere la precisione, ma non è che chi affronta una o due volte nella vita professionale l'argomento sia in malafede. Bisogna vedere anche perché ci se ne occupa e l'informazione generalista si occupa di meteo solo in virtù di un accadimento particolare che provoca effetti particolari in una determinata zona, così come si occupa - faccio un esempio - di astronomia, se c'è un'eclisse. Allora si chiama un esperto e si pensa di sintetizzare il suo pensiero. E spesso si sbaglia, ma non perché pioltati da multinazionali o dalla Cia, semplicemente per ignoranza, oppure perché lo scopo dell'articolo è di raccontare una nevicata, un'ondata di caldo, un'alluvione, non di spegarne i motivi o l'eccezionalità dal punto di vista climatico.
    E questo è un aspetto, un livello della questione.
    L'altro a cui accennavi è il tornaconto dell'editore. E' ovvio, l'editore è un imprenditore che decide di investire nell'informazione e non in un'automobile o in profumo. A parte che già per questo sarebbe da elogiare, perché oggi sperare di ricavare denaro dall'informazione è molto ma molto rischioso, essendo un prodotto che per il 99% gira gratuitamente su internet. Quindi una pur piccola componente di follia dettata da una "spinta sociale", se vogliamo chiamarla così, è presente in un editore più che in un produttore di sigarette o di calzini. Ma questo è un altro discorso. In generale, l'editore o il trust di editori perché oggi è raro trovare un'impresa editoriale individuale, tendono a fare profitto e a seguire le regole di mercato, per definizione e se non lo facessero potrebbero stare a casa. Ma come mi insegni, il lavoro "giornalistico" è sganciato dall'editore, lo dicono le stesse regole deontologiche, che sono legge dello Stato non una semplice carta d'intenti. Nel testo unico della deontologia che ha riassunto tutta la legislazione precedente ed è diventata legge nel febbraio 2016, è scritto a chiare lettere che dal direttore in giù chi fa informazione a livello professionistico non deve mai farle l'interesse di aziende, partiti ecc. compreso quello del proprio editore: il contenuto del nostro lavoro deve essere sganciato dagli obiettivi aziendali, sono proprio due cose diverse. Pena una violazione di legge punibile a livello deontologico e, nei casi più gravi, con sanzioni amministrative o addirittura processi penali (per esempio quando si fa insider trading o comunque qualsiasi forma di tornaconto economico derivatro dalle conoscenze della borsa o del mercato).
    Il terzo livello di cui parli è quello della rete e qui concordo con te diciamo all'80%. Il problema è il controllo sulla rete, è un nodo tutto da sciogliere perché non basta una legislazione nazionale, semplicemente perché internet è globalizzato.
    Però tieni conto che il consumatore "medio" non distingue un sito meteorologico dalle mille informazioni che arrivano sulla rete in varie forme, soprattutto attraverso i social. Quante castronate leggiamo su questo forum e pensiamo di essere "quattro amici al bar"? Anche questa è disinformazione e la mia vicina di casa non sa che un utente che scrive o posta mappe e previsioni su un forum o su Facebook è diverso da un sito più o meno specializzato: semplicemente assorbe come una spugna quello che legge. Quindi non c'è bisogno di andare tanto lontano o scomodare le multinazionali o il mainstream o i guru della nuova sociologia: l'informazione e la disinformazione deriva da tutti noi.

    RECORD PRATO+PRATO EST 1921-2014: Anno + freddo: 13,4° (1940); Anno + caldo 16,4° (1943); Anno + piovoso 1788,1 mm (1937);
    Anno + asciutto 503,8 mm (1945); Min. assoluta - 13,8° (11 gen 1985); Max assoluta 41,0° (7 lug 1952); Mese + freddo 0,2° (feb 1929); Mese + caldo 28,9° (ago 2003)

  5. #95
    Uragano L'avatar di Alessandro(Foiano)
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    Predefinito Re: Disinformazione meteorologica e mass media: WHY ?

    Citazione Originariamente Scritto da albedo Visualizza Messaggio
    Il problema è che non si può ridurre a poche battute sul forum un tema così complesso sul quale si scrivono libri e si fanno convegni da anni. Il discorso si dipana su più livelli che non possono essere confusi e banalizzati con un giudizio-calderone che mette tutto dentro e ne fa assunto quasi dogmatico.
    Se non ho capito male stiamo parlando dell'informazione meteo, che rappresenta lo 0,0001 per cento di tutta l'informazione.
    Ti stai contraddicendo:se si fanno convegni e si scrivono libri da anni non può rappresentare lo 0,0001%.
    Il dogmatico in questo caso mi sembri tu, perchè in realtà dovresti fare una statistica sul numero di articoli riguardanti la meteorologia, o almeno dovresti trovare uno studio che si occupi di vedere quale sia la frequenza di articoli che contengono "frasi meteo".
    Io ho trovato per esempio questo grafico che credo sia molto correlato con il movimento "ambientalista":
    Alm_fig_6.jpg

    che il "polverone degli eventi estremi" sia un'opportunità per le grandi società assicurative è di pubblico dominio:
    http://www.lse.ac.uk/CATS/ResearchGr...tive-FINAL.pdf
    Ultima modifica di Alessandro(Foiano); 21/01/2017 alle 11:43

  6. #96
    Vento fresco L'avatar di mikisnow
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    Predefinito Re: Disinformazione meteorologica e mass media: WHY ?

    Informazione o Disinformazione?!!....

    "Orientativamente verso la conclusione della prima decade di febbraio. Sono ipotesi, è vero, ma vorremmo ricordare agli scettici che l'analisi teleconnettiva è capace di fornire elementi indispensabili nello stilare trend evolutivi affidabili. Anche a distanze siderali. E quanto scritto in data 2 dicembre, dopo un intero autunno d'attente analisi"

  7. #97
    Uragano L'avatar di jack9
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    Predefinito Re: Disinformazione meteorologica e mass media: WHY ?

    Citazione Originariamente Scritto da mikisnow Visualizza Messaggio
    Informazione o Disinformazione?!!....

    "Orientativamente verso la conclusione della prima decade di febbraio. Sono ipotesi, è vero, ma vorremmo ricordare agli scettici che l'analisi teleconnettiva è capace di fornire elementi indispensabili nello stilare trend evolutivi affidabili. Anche a distanze siderali. E quanto scritto in data 2 dicembre, dopo un intero autunno d'attente analisi"
    disinformazione.
    Si vis pacem, para bellum.

  8. #98
    Vento fresco L'avatar di mikisnow
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    Predefinito Re: Disinformazione meteorologica e mass media: WHY ?

    Citazione Originariamente Scritto da mikisnow Visualizza Messaggio
    Informazione o Disinformazione?!!....

    "Orientativamente verso la conclusione della prima decade di febbraio. Sono ipotesi, è vero, ma vorremmo ricordare agli scettici che l'analisi teleconnettiva è capace di fornire elementi indispensabili nello stilare trend evolutivi affidabili. Anche a distanze siderali. E quanto scritto in data 2 dicembre, dopo un intero autunno d'attente analisi"

    Ogni giorno un articolo che smentisce quello del giorno prima. Insomma, praticamente un articolo a seconda di cosa vedono i modelli. Fin qui nulla di eccezionale, ma quando si legge "è capace di fornire elementi indispensabili nello stilare trend evolutivi affidabili", rimango scettico. Attendo il periodo sottolineato.

  9. #99
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    Predefinito Re: Disinformazione meteorologica e mass media: WHY ?

    PROSSIMA SETTIMANA: confermato il passaggio di un fronte tra il 31 gennaio ed il 2 febbraio con tempistica da definire ma con maggiore interessamento per il nord e le regioni centrali tirreniche. Neve solo sulle Alpi dalle quote medie. Attendibilità: 50-60%.

  10. #100
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    Predefinito Re: Disinformazione meteorologica e mass media: WHY ?

    Vanno avanti comunque anche con la crisi delle vendite:
    Quotidiani, il 2017 sara l’anno della verita sulle vendite - Il Fatto Quotidiano

    Le motivazioni le ho gia scritte poco sopra con tutto il rispetto per chi porta la propria pagnotta a casa e vive di questo lavoro eh

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