Io avevo 16 anni e frequentavo la prima Liceo classico e quello che ricordo volentieri di quell'inverno (1990/91), fu la precocità del freddo già nel tardo autunno, con la prima nevicata che sfiorò casa mia (accumulo dai 450 m in su, io sto a 290 m) il 17 novembre 1990 e la prima nevicata davvero abbondante (circa 30 cm) il 9 di dicembre..., comunque nell'autunno 1990 il freddo arrivò ancora prima, già all'inizio della seconda settimana di novembre... quello fu anche il periodo dell'ultima importante protesta studentesca (la cosiddetta "Pantera") che iniziò proprio tra fine ottobre e novembre (noi fummo, come era ovvio, gli ultimissimi ad occupare e l'"autogestione" durò giusto un paio di giorni
).
Comunque sia novembre 1990 sia dicembre furono mediamente freddi, novembre 1990 dovrebbe essere a livello ligure il secondo più freddo degli ultimi 30 anni, preceduto dal novembre 1988 e seguito da quello 1998, mentre dicembre risulterebbe terzo o quarto a seconda delle zone (preceduto dal dicembre 2006, dal dicembre 2008 e in alcune aree dal dicembre 1981). Per la verità l'inverno 1990/91 fu freddo in generale, ma con due fasi piuttosto lunghe in controtendenza, in cui dominarono correnti occidentali, la prima fu compresa tra il 27 dicembre 1990 e il 13-14 gennaio 1991 e fu contraddistinta da un pattern tendenzialmente zonale, debolmente ondulato, con blando dominio altopressorio, alternato a un paio di deboli cavi e saccature, la seconda iniziò invece il 17 febbraio 1991 e si concluse con l'inverno meteorologico, fu invece dominata dall'anticiclone delle Azzorre e fu invece particolarmente secca (a tratti anche calda, soprattutto in seconda decade di marzo).
Venendo invece all'episodio gelido che viene ricordato nella discussione: dopo le prime due settimane di gennaio, davvero miti, si aprì un periodo piuttosto lungo dominato da correnti settentrionali, seppure in un contesto spesso anticiclonico, verso la seconda metà della terza decade di gennaio 1991 vi furono un paio di giornate uggiose e fredde, dovute all'interazione tra aria umida e temperata, in risalita dal Mediterraneo sud-occientale e aria fredda proveniente da ENE, poi arrivò la prima vera bordata artica (marittima-continenzalizzata), che aprì una breve fase fredda e molto secca con correnti di provenienza nord-orientale (scandinave), forte tramontana, minime attorno ai -3/-4°C con cielo terso, vento di tramontana e aria secchissima, insomma belle giornate di sole ma con massime che da me faticavano a valicare lo 0°C nel primo pomeriggio, scenendone bene al di sotto la notte, il tutto durò fino al 3 febbraio, la mattina del 4 febbraio registrai una minima di quaasi -6°C, ma la massima, complice il calo della tramontana, risalì fino a +4/+5°C; nel quartiere genovese di Sampierdarena, dove frequentavo il liceo, all'uscita dalle lezioni (alle 13.00) mi sembrò di vivere una giornata primaverile, se confrontata con i giorni precedenti: tersa, con pochissimo vento e con temperatura attorno agli 8°C (che rispetto alle medie massime di inizio febbraio sono comunque circa 4°C sotto media); il tempo di arrivare a casa e il cielo cominciò a velarsi, poco prima delle 18.00 mio padre rientrando dal lavoro ci disse che nevicava da Sturla (quartiere orientale a ridosso del centro di Genova) verso Levante... rimasi un attimo perplesso perché quelle sono le zone del Genovesato meno propense ad avere neve in inverno, da noi invece il cielo era ormai quasi coperto per spesse velature, il termometro era appena sopra lo 0°C... Alle 19.30 il TG Regionale mandò in onda un breve servizio, da Genova Nervi, sulla debole nevicata in atto (mostrarono le auto coi parabrezza imbiancati), il giornalista annunciò che le previsioni del tempo parlavano di un ulteriore peggioramento con estensione delle nevicate a tutto l'entroterra e a gran parte della fascia costiera, il giornalista al microfono disse infine che, dalle 19.00 circa, era iniziato a nevicare anche su Savona. Alle 20.00 cominciò a nevicare debolmente e senza vento (fatto non frequente) pure da me, con temperatura attorno a 0°C e aria apparentemente "non fredda", alle ore 23.00 andai a dormire, mentre continuava a nevicare debolmente e cominciava a diffondersi il tipico chiarore da neve... Verso le 3.00 del mattino fui svegliato da violentissime raffiche di vento...
Andai alla finestra e vidi la più incredibile bufera di vento e neve cui avessi mai assistito, non era in sé la precipitazione nevosa ad essere eccezionale, anzi era di molto inferiore alle grandi nevicate del febbraio 1986 e del gennaio 1987, ma era l'abbinamento neve/vento che era qualcosa di incredibile... Arrivata la mattina (5 febbraio) andai ad attendere il treno alla stazione di Mele-Fado sotto un tempo da tregenda: neve in faccia, scaccianeve violentissimo, vento che scuoteva l'ampia tettoia, sul retro dell'edificio sollevandone le lamiere (saltarono anche alcuni rivetti), termometro inchiodato tra i -7 e i -8°C, una sensazione di freddo incredibile e per me quasi inedita (l'ho provata nuovamente nel febbraio 2012), il treno arrivò con circa 40 minuti di ritardo (oggi non arriverebbe proprio) e giunsi a Sampierdarena attorno alle 8.20, rimasi in parte deluso, a parte il freddo, davvero considerevole per la fascia costiera genovese (sui -3°C) il cielo era solo in parte nuvoloso, filtrava un debole sole e non stava nevicando, anche se c'erano accumuli di qualche centimetro di neve, farinosa ed asciuttissima (tipo quella che si vede in alta montagna), caduta nella notte... A metà mattinata il cielo era ormai quasi sereno, all'uscita da scuola mi aspettavo che la poca neve fosse scomparsa, invece era ancora tutta lì, l'aria era infatti freddissima...
Quando rientrai a casa ebbi la sorpresa di scoprire come nel Voltrese continuasse a nevicare sebbene con un po' meno di vento, ricordo che andai ad attendere l'arrivo del pulmino che riportava a casa mio fratello, alle 16.30, faceva freddissimo e la temperature non era mai salita sopra i -5°C, mentre cadeva una neve molto farinosa, che formava turbini velocissimi lungo la strada...
La giornata del 6 febbraio 1991 fu una sorta di festival della neve: presi la corriera perché i treni nella notte erano rimasti bloccati, il cielo era coperto e nevicava bene, seppure il continuo scaccianeve, dovuto a un vento nuovamente rinvigorito, impedisse di capire quanta neve ci fosse al suolo (in verità gli accumuli non furono eclatanti: sui 30-32 cm in circa 3 giorni di precipitazioni nevose intermittenti e alternate a lunghe pause in cui non nevicò), nei circa 8 Km di strada del Turchino prima di Voltri e nei circa 12 Km di Aurelia, all'interno dell'area urbana genovese, che percorsi in autobus in direzione di Sampierdarena, non smise mai di nevicare; ricordo che guardavo i termometri digitali delle farmacie (un po' meno numerosi di oggi, ma già diffusi) con curiosità... mi colpivano quei valori costantemente sui -3/-4°C anche nelle aree più miti della fascia costiera urbana, come Pegli e Multedo). Giunte le 13.00 terminarono le lezioni e uscimmo da scuola, il tempo era rimasto lo stesso, sempre neve, sempre gelo (il 6 febbraio 1991 la stazione meteorologica dell'Aeroporto di Genova Sestri Ponente registrò un valore massimo di -3,0°C, che è il più basso da quando è i funzione, ossia dalla primavera del 1963), arrivai a casa attorno alle 14.20 con neve che in quel momento cadeva copiosa e termometro che lambiva i -9°C.
Fino alla fine della settimana le scuole rimasero chiuse, ma "ovviamente" smise di nevicare, nella notte del 7 febbraio 1991 (avevo un termometro a mercurio di quelli con massima e minima in una capannina rudimentale fatta con vecchie persiane) il termometro sfiorò i -10°C (valore mai più avvicinato: -7,6°C il 29 dicembre 1996 e -7,7°C il 6 febbraio 2012 sono le temperature più basse registrate nei 25 anni successivi, mentre nel gennaio 1985 il termometro "ufficiale" della stazione ARPAL rimase di qualche decimo di grado sopra i -12, la barriera dei -10°C fu di pochissimo superata anche nel febbraio 1986); al mattino quando mi alzai, attorno alle 8.30, la temperatura era però risalita (anche se si manteneva sui -5°C) e il cielo si rannuvolò rapidamente e rimase tra il molto nuvoloso e il coperto per tutto il giorno, col termometro che risalì fino a valicare di pochissimo gli 0°C alle 12.00, per poi raggiungere i +2°C entro le 15.00). Nei due giorni successivi la neve sparì dal litorale e dai quartieri cittadini, ma bastava spostarsi di uno o due chilometri all'interno per osservare ancora tetti e prati bianchi, le temperature si mantenevano attorno allo 0°C la notte per poi raggiungere i +2/+3°C nel primo pomeriggio, continuava a fare quindi decisamente freddo, ma il gelo, almeno quello vero, era cessato...
Il 9 febbraio 1991 ci fu però una sorpresa inaspettata: dopo un pomeriggio solo parzialmente nuvoloso e una massima che da me aveva toccato i +4°C, alle 22.00 cominciò a nevicare forte, nel giro di 5 ore caddero altri 20-25 cm di neve, questa volta molto umida, che fece anche qualche danno (rami rotti e un paio di alberelli letteralmente stroncati). La mattina di domenica 10 febbraio 1991 al suolo c'erano circa 33/35 cm di neve, di cui una decina risalenti alle nevicate di inizio settimana, i restanti caduti nella notte precedente; quella domenica vide cielo coperto in mattinata, poi parzialmente nuvoloso, infine nel tardo pomeriggio prevalse il sereno...
Il giorno dopo (11 febbraio) mi svegliai, mi preparai a tornare a lezione, presi il solito trenio alle 6.55 con -5°C e le strade trasformate in piste di pattinaggio... questa situazione di freddo secco, simile a quella che avevamo vissuto nei primissimi giorni di febbraio rimase immutata fino alla giornata di venerdì 15, cielo sereno, tramontana vivace ma non intensa, temperature notturne sempre bene al di sotto dello 0°C (tra -3 e -5°C) e massime attorno ai +6/+7°C, la neve fondeva di giorno e rigelava la notte, formando croste di ghiaccio ovunque, anche il sale gettato dai mezzi del comune e dell'ANAS non riusciva a fare più di tanto...
La mattina di sabato 16 febbraio cambiò qualcosa, nella notte la temperatura era infatti scesa meno che nelle precedenti e c'era ghiaccio "nuovo" solo in alcuni tratti della strada che porta alla stazione, quando terminarono le lezioni alle 12.00 a Sampierdarena sembrava arrivata la primavera: 13-14°C cielo parzialmente nuvoloso per i soliti stratocumuli "maccaiosi"; giunto a casa la neve era ancora ben presente e ghiacciata nei punti in ombra, ma dove il sole riusciva a scaldare il terreno cominciavano ad affiorare ciuffi di erba bruciata, la temperatura era ormai "primaverile" anche da me, superando i +10°C, il giorno successivo (domenica 17 febbraio 1991) piovve con temperatura tutto il giorno compresa tra i +1 e i +3°C, a un certo punto, per alcuni minuti, si videro anche fiocchi bagnati in mezzo alla pioggia, c'era ancora molta neve, ma ormai il manto era eroso e pieno di "buchi". Il 18 febbraio 1991 tornai a scuola, era una bella giornata, davvero primaverile, con mattinata fresca (da me temperatura minima attorno ai +4°C) e pomeriggio tiepido (sui 15/16°C in città, sui 14°C da me), i giorni seguenti furono sempre primaverili e la neve si sciolse in modo inesorabile, le ultime tracce si videro nelle cunette stradali fino agli ultimissimi giorni del mese di febbraio.
L'inverno 1990/91 resterà impresso nella mia mente per tanti motivi, negli ultimi 25 anni è stato uno di quelli con maggiore persistenza del manto nevoso nel mio giardino (dall'8 al 27 dicembre e dal 4 al 17 febbraio) inoltre si veniva da tre anni consecutivi senza neve o quasi e, almeno all'epoca, noi "chionofili" liguri-appenninici non eravamo abituati a digiuni nevosi così lunghi...
Segnalibri