mha ... ok, però voglio dire: sono minime che si fanno nelle aree collinari di Napoli quelle di Brera che è ugualmente urbanizzata come Milano ... non mi raccapezzo sinceramente: cioè nel 2012, per esempio a Febbraio oppure nei mesi di Dicembre 2009 o 2010 Milano Brera cosa ha sfornato ?
Non credo che nelle altre aree della città le minime siano cosi alte, posso capire pure il fatto che sia posta in cima ad un palazzo ma se c'è inversione durante o poco dopo un ondata di gelo molto potente mi sembra strano che non si riesce a scendere
Gennaio 2002 a Grazzanise ebbe media di 0,4°/11°.LOL!
Gennaio 2005 invece chiuse con 1.7/12.1
Col 2006,sono gli unici mesi di gennaio dopo il 2000 che si sono possono definire freddi. Il 2004(che ebbe la maggiore ondata di gelo per gennaio degli ultimi anni) ha una media di 2.2/11.8 (leggermente sottomedia),il 2010 ed il 2012 hanno chiuso grossomodo in media,il 2011 un pelo sopra.Gli altri tutti abbastanza miti o molto miti.
E' la famosa "trappola per fotoni" di cui parla Foiano e che qui mi sembra calzi a pennello. Molte città sono cambiate rispetto all'Ottocento. L'aria calda rimbalza fra i palazzi creando una sorta di effetto canyon che si somma al calore specifico dei materiali urbani (già presente nell'800), il riscaldamento domestico ecc. Più le città si estendono, più l'effetto aumenta.
Sommiamo a tutto ciò l'aumento della temperatura dovuto al riscaldamento climatico e la frittata è fatta.
La stessa cosa accade in tutti i centri delle città medie e grandi, soprattutto dove le stazioni storiche sono ubicate su torri, tetti et simila. Va già un po' meglio se sono in periferia o nei parchi urbani, ma sono casi rari.
Anche lo storico Osservatorio Ximeniano di Firenze (serie che inizia nel 1815) fino agli anni 50 faceva minime di poco superiori a quelle che oggi si registrano all'aeroporto di Peretola, oggi sembrano le minime di Genova o Livorno.
Aggiungo che gli effetti delle isole di calore cittadine sono maggiori nelle località dal clima più continentale (o semi, o relativamente continentale), dove la ventilazione è generalmente minore e più avvezze ai fenomeni inversionali.
Credo che si potrebbe andare avanti all'infinito, ma in generale credo che tali stazioni siano ormai rappresentative solo del microclima urbano, se non di un particolare microclima urbano (certi quartieri periferici non sono messi poi così male). Non credo che possano essere usate per estrapolare alcuna tendenza climatica regionale; viceversa, però, rimangono importanti per valutare l'effetto locale delle attività umane. Anche sull'ambiente urbano dell'800, differenze ce ne sono e non proprio secondarie. Non c'erano riscaldamenti (condizionamenti) diffusi, certo, ma nemmeno tutte le strade erano asfaltate - molte erano degli sterrati polverosi/fangosi anche nelle grandi città - e soprattutto l'estensione delle città era minore, con una densità di abitanti per mq costruito superiore e non di poco a quella attuale, permettendo alla campagna di arrivare ai limiti dei centri storici, se non dentro (es. Padova del '700 e fino a metà '800 e oltre, già in essere la misurazione di temperature e precipitazioni, e campi ed orti largamente diffusi anche dentro le mura). Insomma è molto difficile fare un paragone "rigido", meglio affidarsi alle stazioni aeroportuali (non tutte...), rurali e montane - che comunque il "riscaldamento secolare" lo mostrano tutto.
Si, secondo me sì. Perché il numero di giorni con inversioni, senza vento, potenziali minime basse sono meno influenti nell'economia climatica annuale sul mare, come anche nelle città collinari, rispetto alle città depositate su pianure o vallate dell'interno. Trieste probabilmente avrebbe fatto - 4° nell'Ottocento come adesso, magari con bora gelata, discorso diverso per Milano o Bologna o anche Firenze.
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