Concordo sul discorso che deve tutto partire da noi e dobbiamo ridurre al minimo il nostro impatto impegnandoci, però come detto sopra noi siamo complici, non è una lotta di classe come dici (almeno secondo me). Lo sarebbe se noi di corsa buttassimo via tutto (macchine, televisione, PC, ecc..) e vivessimo senza comfort inquinanti, contro il volere de 'i potenti' che ci vogliono propinare i beni di consumo/lusso.
Per quanto riguarda il discorso delle specie esotiche, non ho capito se ti riferisci a qualcosa di reale o ipotetico, perché ancora ne manca di strada da fare, specie se conti che, per una diffusione stabile e radicata delle piante esotiche, prima deve cambiare tutto il corredo di funghi che stanno nel suolo, senza il quale le radici non c'è verso che prendano piede se non artificialmente o in maniera indotta (ovvero come praticamente tutti i casi che ho visto finora di vegetazione naturalizzata fuori zona, come ad esempio allori sulle scarpate ferroviarie o qualche cipresso-capace di avere 60 anni di età-sulle rupi calcaree di alcune zone miti della pedemontana).
due cose trovo poco sensate quando si fanno questi discorsi:
- quando si parla di cambiamenti climatici si elencano le caratteristiche del mutamento sempre in relazione e funzione delle necessità umane ma in realtà dovrebbe essere esattamente il contrario
di un cambiamento si prende atto tempestivamente e si adottano strategie di sussistenza alternative e se necessario anche radicali, non si pretende di cementare il clima su carattersistiche adatte alle nostre esigenze del momento
- l'idea che sia necessario spaventare l'opinione pubblica per indirizzarla verso comportamenti più consapevoli non so se sia una strategia reale ma se lo è credo abbia del demenziale, per non usare mezzi termini
se non si passa da una presa di coscienza profonda e totalmente priva di condizionamenti forzati (e qui non sto nemmeno a dire quali sono i mezzi che le società possiedono per arrivare a tanto perchè ormai lo sanno anche i sassi, il problema è che fin'ora è sempre stata tutta teoria e poca pratica) si possono mettere tutti gli spaventapasseri del mondo ma alla fine il menefreghismo cancellerà qualsiasi timore
la paura provoca solo reazioni estemporanee, scomposte e in definitiva inutili
non comportamenti consapevoli e razionalmente dignitosi
se l'uomo riuscirà a dimostrare di avere realmente quella consapevolezza superiore di cui si vanta dalla notte dei tempi dovrà dimostrarlo prima di tutto attraverso scelte che vadano oltre l'orizzonte temporale e materiale che caratterizza ognuno di noi
Ultima modifica di Alessandro1985; 16/06/2017 alle 17:40
sarà anche demenziale ma non mi si dica che la maggior parte delle scelte dei consumatori oggi non venga influenzata con questi modi
per me con la paura si riuscirebbe a portare la gente a fare qualunque cosa.
In quanto a dignità ne vedo ben poca negli atteggiamenti delle persone...a proposito i valori orali di onestà e rispetto ci sono ancora?
Se non ci sono queste basi morali è poco utile parlare di strategie.
sono d'accordissimo con quello che scrivi, ma le scelte sembrano andare contro quello che scrivi, la mia è solo una constatazione dei fatti che purtroppo ci porterebbe fuori dal regolamento del forum e quindi meglio non specificare, purtroppo a mio avviso è proprio l'argomento e il titolo della discussione che ci porta ad infrangere il regolamento.
Io ripeto è ripeterò sempre : la climatologia è una cosa ,l'ambientalismo un'altra. . I due temi DEVONO essere scissione visto anche il fallimento quasi totale di Kyoto &C.
Bisogna muovere le coscienze senza terrorismo.
Concordo anche io, anche se sono scettico sulla possibilità di riuscire a modificare le abitudini "sbagliate" (le auto quasi tutte con un solo passeggero etc ...) con, come vogliamo chiamarla, una migliore educazione ambientale ?
Non concordo invece sul fatto che "la climatologia è una cosa e l'ambientalismo un'altra". Ovviamente non sono in assoluto la stessa cosa, ma sono temi vicini e sicuramente una migliore educazione ambientale al clima non farebbe male.
Quanto al "modello americano" purtroppo esiste ed è il top della diseducazione ambientale. Credo che l'esempio più indicativo sia l'uso smodato che gli yankees (non tutti, ovviamente, ma molti si) dell'aria condizionata.
Domenica scorsa a Vernazza, ore 18, 27°C, brezza gradevole, ur sul 50%, bel riscontro tenendo le finestre aperte (anche troppo se le spalancavi), temperatura interna tra 23° e 24°C. Entrano in camera, chiudono la finestra e fanno partire l'AC a palla, non lo hanno spento (sentivo la ventola dal piano di sotto) neppure a tarda sera, quando la T esterna era scesa a 22°C (sempre ventilati)
Giovanni
Avatar: la grande nevicata a Peio il 20 gennaio 2009
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