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  1. #21
    Uragano L'avatar di Davide1987
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Citazione Originariamente Scritto da daredevil71 Visualizza Messaggio
    Ho passato agosto 1978 tra Morgex e la Thuile...estate fresca e piena di passeggiate con la mia famiglia ( avevo quasi 7 anni)..ricordo che quando pioveva rientravamo a giocare con l'edizione da tavola di Guerre Stellari e ascoltavamo musica con un mangiadischi..beh mi avete fatto fare un salto nella mia infanzia.. nostalgia del fresco e della fanciullezza.
    li fece alluvioni a inizio agosto?

  2. #22
    Uragano
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Citazione Originariamente Scritto da dade1987 Visualizza Messaggio
    secondo me però in quei casi si esagera un po, di certo erano estati molto più normali di adesso.
    Beh le estati anni 70 sono famose per essere piuttosto fresche e piovose anche nel Mediterraneo.
    Proprio la norma non erano neanche quelle

  3. #23
    Uragano L'avatar di Davide1987
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano De C. Visualizza Messaggio
    Beh le estati anni 70 sono famose per essere piuttosto fresche e piovose anche nel Mediterraneo.
    Proprio la norma non erano neanche quelle


    beh, da tra il po più piovose e il secco assoluto, forse è più normale la prima.

  4. #24
    Uragano L'avatar di Davide1987
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Qualche temporale all'orizzonte poi (forse) tornerà la vera estate


    Qualche temporale all'orizzonte poi (forse) tornerà la vera estate Qualche temporale all'orizzonte poi (forse) tornerà la vera estate Sull'Italia splende nuovamente il sole dopo il passaggio di una linea temporalesca che soltanto temporaneamente ha interessato le regioni settentrionali e quelle centrali adriatiche. Ripristinato il campo di alta pressione, è tornato il sereno, fa caldo e l'umidità negli strati bassi dell'atmosfera, assai elevata, contribuisce notevolmente al senso di disagio dovuto all'afa. La situazione però è assolutamente normale, di tempo generalmente buono, proprio nella media delle migliori stagioni estive. Si direbbe che il tempo, dopo essere stato tanto bizzarro nel corso della fine dell'inverno e della primavera, abbia messo la testa a partito e si sia deciso a farsi perdonare. L'estate dunque continuerà, anche se proprio puntuale fra l'8 e il 10 agosto, tra martedì e giovedì cioè, potrà manifestarsi una bella rinfrescata su tutte le regioni settentrionali della nostra penisola, al limite sulla Toscana, sulle Marche e sull'Umbria. Dal Lazio, verso Sud, continuerà invece ad imperversare il caldo, che potrà essere anche più opprimen¬ te a causa del rinforzo di correnti meridionali, cariche di umidità ricevuta lambendo il Mediterraneo e a causa di una stratificazione nuvolosa che farà da cappa a tutto questo calore umido degli strati più bassi dell'atmosfera. Oltre alla diminuzione della temperatura al Nord, che si presume debba aggirarsi intorno ai quattro o cinque gradi rispetto a ieri, non mancheranno i temporali notturni e diurni connessi all'afflusso di aria fredda che si va profilando dall'Atlantico settentrionale e dal Nord Europa; un afflusso alle quote superiori che, riducendo l'attuale stabilità atmosferica di tutta la colonna d'aria sovrastante le regioni settentrionali italiane, innesca appunto temporali che localmente potranno assumere anche carattere di forte intensità. Le altre regioni italiane si avvantaggeranno della rinfrescata dopo il giorno 9 o 10, quando le correnti nord-occidentali che faranno seguito al passaggio della perturbazione attualmente sull'Atlantico, avranno fatto buona presa su tutta la penisola e sui mari adiacenti. Una pausa cosi al gran caldo estivo proprio nella prima decade di agosto, come descritto nei migliori manuali di climatologia statistica. Andrea Baroni



    LaStampa 06/08/1978

  5. #25
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Nubifragi con violente grandinate raccolti distrutti in molte zone Danni gravissimi in Piemonte e in Alto Adige Nubifragi con violente grandinate raccolti distrutti in molte zone Il maltempo ha imperversato ieri e domenica in molte zone provocando anche gravi danni con improvvise e violente grandinate. Seri intralci alla circolazione stradale, alle comunicazioni e ai servizi pubblici sono segnalati da numerose località.. In Piemonte, domenica sera, un nubifragio si è scatenato nella zona del Vercellese occidentale, a cavallo tra le province di Vercelli e Torino, dove le colture sono state quasi completamente devastate. Una tromba d'aria, seguita da una grandinata di cui non si ricordava l'eguale, si è abbattuta sulla zona ed in un baleno, poco dopo le 18,30, è stato distrutto il raccolto di fagioli e del granoturco. La grandinata è stata preceduta e seguita da una tromba d'aria e da una violenta pioggia che ha trasformato le strade in torrenti. La tromba d'aria si è abbattuta con particolare violenza sull'abitato di Saluggia, dove molte cose hanno subito danni: tegole infrante o spazzate via, capannoni e tettoie scoperchiati, antenne divelte. Alcuni alberi sradicati si sono abbattuti sui binari della linea ferroviaria TorinoMilano e sui cavi aerei dell'alta tensione interessando la tratta ferroviaria compresa tra Saluggia e Torrazza Piemonte. Il traffico ferroviario da e per Torino, è rimasto paralizzato fino alle 22. Anche sul Casalese, grandine e fortissime raffiche di vento domenica sera. La zona più colpita è quella di Pontestura ove le prime segnalazioni stimano sul 70 per cento i danni alle colture, particolarmente alla vite. Più lievi i danni nella zona di Ozzano. La tempesta è caduta anche in città: il vento ha scoperchiato tettoie e sradicato alberi anche di grosso fusto provocando brevi ostruzioni di strade. In VALLE SESIA, dove per tutto ieri è piovuto con violenza, la situazione rischia di diventare drammatica. Ad Alagna, una grossa frana, ha bloccato la statale mentre a Varallo in località Balangera le roulotte del camping Valsesia, sono state rimosse per timore dello straripamento del Sesia che ha già superato il livello di guardia. Le linee telefoniche ed elettriche hanno subito molte interruzioni. A VERBANIA una tromba d'aria ha investito la zona compresa tra Graffa e la sovrastante collina di Ceredo e Arizzano, facendo strage di alberi. Sulla piazzetta di Ghif- fa un grosso albero è rovinato sul tetto di un fabbricato, sfondandolo. Nessun danno alle persone. La Valle d'Aosta è stata pure colpita nelle ultime ore da un nubifragio che ha causato io straripamento del torrente Dora nell'abitato di Arnaz. Intanto il torrente Chalamè minaccia di rompere gli argini nel comune di Champdepraz. In questa località tecnici della Regione e volontari stanno lavorando per rimuovere i massi dal letto del torrente in modo che l'acqua possa defluire. Anche in Alto Adige i danni sono ingenti. Le devastazioni maggiori sono avvenute nella zona di fondovalle compresa fra Ponte Adige e Viipiano, dove sono stati colpiti all'incirca duemila ettari di terreni coltivati a vite e frutteto. Gravi conseguenze si lamentano in varie zone di montagna, stime prudenziali fanno oscillare fra i 9 e i 15 miliardi il danno economico solo nelle zone di fondovalle. A ciò va aggiunto il danno suDito da nove aziende di floricoltura, che hanno avuto le serre distrutte, e la rete stradale forestale che in alcune zone, e soprattutto in Val d'Ega, è stata sconvolta da un tremendo nubifragio.


    LaStampa 08/08/1978

  6. #26
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Nubifragio nel Casalese Nubifragio nel Casalese CASALE MONFERRATO — Un violentissimo temporale con caduta di grandine e fortissime raffiche di vento si è abbattuto domenica sera sul Casalese. La zona più colpita è quella di Pontestura, dove le prime segnalazioni stimano sul 70 per cento i danni alle colture e particolarmente alla vite. Più lievi i danni nella zona di Ozzano, valutati intorno al 10 per cento. La grandine è caduta anche in città; il vento ha scoperchiato tettoie e sradicato alberi anche di grosso fusto, provocando l'ostruzione di alcune strade, subito sgombrate dai vigili del fuoco/m. v.) .-iv^Y V-.' Casale. Un passante osserva l'albero abbattuto dal temporale nei giardini pubblici


    LaStampa 08/08/1978

  7. #27
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Miliardi di danni per il nubifragio La tromba d'aria che domenica sera s'è abbattuta sul Vercellese Miliardi di danni per il nubifragio CIGLIANO — Violento nubifragio domenica sera in una vasta zona del Vercellese occidentale. Le colture dalla frasione Ronchi di Cigliano a Sant'Antonino di Saluggia, al capoluogo Saluggia, alla località Risaia di Villareggia, alla località Giarrone, alla sona di Torrazza Piemonte a Cavallo, cioè tra le province di Vercelli e Torino, sono state quasi completamente devastate. I danni non sono ancora esattamente valutati, ma si ritiene comunque siano nell'ordine di miliardi. Una tromba d'aria, seguita da una grandinata di cui non si ricordava l'eguale, si è ab- battuta sulla zona ed in baleno, poco dopo le 18,30, è stato distrutto il raccolto di fagioli dell'annata e decimato al 90 per cento il granoturco. Alla frazione Ronchi di Cigliano la grandine caduta in un paio di minuti, ha distrutto 220 giornate piemontesi di terreno coltivate a fagioli e danneggiato all'80 per cento, forse di più, 300 giornate di terreno coltivate a granoturco: l'intero lavoro diun anno di trenta famiglie di agricoltori. Ieri, dopo una quindicina di ore dal violento flagello, tra i solchi di fagioli, ai piedi degli alberi, dietro ai cascinali e alle case di Ronchi e Saluggia, era ancora ammucchiata la grandine per uno spessore di una trentina di centimetri che sull'abitato dì Cigliano e sulle zone agricole limitrofe è caduta frammista ad acqua. Ciò ha limitato fortunatamente i danni alle colture. La grandinata è stata preceduta e seguita da una tromba d'aria di notevoli proporzioni e da una violenta pioggia che ha trasformato le strade principali e la viabilità interna interpoderale, in torrenti Le acque hanno invaso ai Ronchi di Cigliano l'azienda agricola di Giovanni Rigasio. Con l'intervento di altri agricoltori della frazione ed amici il proprietario è stato costretto a liberare le mucche dalle stalle prima che fosse troppo tardi. La tromba d'aria si è abbattuta con estrema violenza sull'abitato di Saluggia. «Pareva il finimondo» hanno detto gli abitanti del paese. A Saluggia il 40 per cento degli stabili hanno subito danni Molte case hanno avuto tegole infrante o spazzate via, capannoni e tettoie prive quasi completamente di tetto, tapparelle forate. Il .tornado» ha fatto scempio di antenne, ha sradicato nelle campagne alberi d'alto fusto e lia gettato scompiglio e paura e mandato all'aria linee aeree ed elettriche. Notevoli gli intralci ed i disagi in ogni servizio pubblico. Anche a Saluggia l'economia agricola ha subito danni rilevantissimi II raccolto di fagioli è andato totalmente distrutto, ha subito danni intorno al cento per cento il raccolto di granoturco. Alcuni alberi sradicati si sono abbattuti sui binari della linea ferroviaria Torino-Milano e sui cavi aerei dell'alta tensione interessando la tratta ferroviaria compresa tra le stazioni di Saluggia e Torrassa Piemonte. Tutto il traffico ferroviario da e per Torino, è rimasto paralizzato fino alle 22 di domenica. Squadrici tecnici delle ferrovie ìtanno lavorato a lungo per ripristinare il traffico ferroviario che è rimasto paralizzato per circa quattro ore con gravi disagi e conseguenze, che si sono ripercosse sull'in tero servizio internazionale. n. o. Due contadini mostrano rassegnati i grossi chicchi di grandine che hanno distrutto il lavoro di un anno


    LaStampa 08/08/1978

  8. #28
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Furiosa bufera di vento stanotte strappa natanti dai loro ormeggi


    Furiosa bufera di vento stanotte strappa natanti dai loro ormeggi Furiosa bufera di vento stanotte strappa natanti dai loro ormeggi Firma del partecipante Firma del padre per 1 minori SAVONA — (n. s.) Una violenta bufera di vento, accompagnata da una forte mareggiata, ha investito ieri sera e stanotte la costa savonese. Alcune imbarcazioni da diporto, che erano ancorate al largo dinanzi àgli stabilimenti balneari di Albissola, sono state strappate dagli ormeggi e scaraventate sulla spiaggia, mentre le navi alla fonda nella rada, in attesa di poter entrare in porto, hanno dovuto mettersi in navigazione. Le raffiche di vento hanno danneggiato numerose antenne della televisione. Ad Andora, un albero è stato scaraventato su alcune auto in sosta, Numerosi anche gli incendi boschivi.

    StampaSera 08/08/1978

  9. #29
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    Travolto a Fondotoce il ponte di barche Travolto a Fondotoce il ponte di barche VERE ANI A — Il ponte di barche che l'Anas aveva realizzato nel maggio scorso a Fondotoce per riattivare la bretella Feriolo-Fondotoce fra le statali 33 del Sempione e 34 del Lago Maggiore, interrotta otto mesi prima per il crollo del ponte Cadorna a causa dell'alluvione, è stato spazzato via stanotte dalla piena furiosa del Toce. Nessuna vittima, per fortuna, in quanto il traffico sul ponte era stato sospeso mezz'ora prima per misura precauzionale. Drammatica, nella notte, la fuga dai campeggi, parzialmente invasi dalle acque del lago, salite di un metro e mezzo in meno di dodici ore. ■ i In precedenza, negli stessi campeggi, soprattutto a Fenolo, il vento fortissimo aveva travolto e rovesciato tende e roulottes. Danni anche in Valle Cannobina; ma i disastri maggiori sono segnalati dalle valli osso lane, con le quali le comunicazioni telefoniche da Verbania sono tuttora interrotte. Ieri sera una tromba d'aria aveva investito, provenendo da Est, Ta sona compresa tra Ghiff a e Arizzano. Scoperchiati alcuni tetti, ma soprattutto grande devastazione di al-, beri, alcuni dei quali di alto fusto. A Cannobio, sulla piazza Lago, un grosso abete ha sfondato il tetto di una palazzina.


    StampaSera 08/08/1978

  10. #30
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    Una disastrosa inondazione in Val d'Ossola Dieci morti, dispersi, molti miliardi di danni Nuova tragedia per il maltempo, sono bastate poche ore di pioggia Una disastrosa inondazione in Val d'Ossola Dieci morti, dispersi, molti miliardi di danni I feriti accertati finora sono diciassette - Strade sconvolte, ponti e case crollati sotto l'impeto dei torrenti in piena Devastati camping di turisti - Le diffìcili operazioni di soccorso con gli elicotteri nelle zone isolate dalle frane dal nostro inviato speciale DOMODOSSOLA — Dieci morti, diciassette feriti, miliardi di danni, migliaia di turisti isolati nei luoghi di villeggiatura: il primo, incompleto bilancio dell'alluvione che si è abbattuta la scorsa notte sulle valli ossolane. A 24 ore dalla tragedia, la situazione è ancora confusa, le notizie si accavallano, si contraddicono in una girandola vorticosa dove speranze e delusioni si alternano in un tormento senza fine. Dieci morti secondo le fonti ufficiali, ma si parla di decine di dispersi, di persone travolte nel crollo delle loro case i cui corpi non sono ancora stati ritrovati. Inutile cercare di mettere ordine in questa confusione: una persona data per morta in un paese è invece sana e salva in un'altra località, famiglie considerate disperse in un comune alluvionato, hanno raggiunto parenti ed amici che abitano in zone più sicure. Nell'ansia di far presto, si generano equivoci anche drammatici. Una cosa è certa: per l'economia ossolana è stata una ferita mortale. La notte dal 7 all'8 agosto sarà ricordata a lungo dalla gente delle vallate. Una notte infernale. I racconti degli scampati sono terribili. Sono state sufficienti quattro, cinque ore di pioggia violenta per provocare il finimondo. Torrenti larghi un palmo con pochi centimetri d'acqua si sono trasformati in impetuose cascate che hanno travolto tutto quello che c'era sul loro cammino. Sono crollati i ponti, argini, case. Come si può descrivere la forza scatenata della natura? Citiamo le parole di un uomo, salvato dai vigili del fuoco dopo un'intera notte trascorsa aggrappato ad un tronco d'albero, sbattuto dalle acque turbinose che avevano travolto la casa in cui lavorava. Si chiama Guido Grazioli, 44 anni, guardiano della diga della centrale elettrica della Val Isorno. «E' incominciato a piovere alle 20. Una pioggia violenta, accompagnata da un vento impetuoso. Io ed il mio compagno abbiamo subito pensato che avrebbe provocato dei guai. A mezzanotte il torrente Isorno, un torrentello da quattro soldi, ha superato gli argini ed è straripato. L'acqua è entrata nella casa: in pochi minuti era alta più di un metro. La luce è saltata: al buio abbiamo cercato di uscire, ma la violenza dell'acqua ci spingeva indietro. Tronchi abbattuti, trascinati dalla cor- rente, sbattevano contro i muri, una parete è crollata, la corrente mi ha trascinato via. Mi sono aggrappato ad un tronco: per tutta la notte sono stato sballottato nel buio, temevo di perdere la presa, le forze mi mancavano. Nori so come ho fatto a resistere fino all'alba». I soccorritori l'hanno trovato, pesto e sanguinante, abbarbicato al tronco che roteava nella morsa di mille mulinelli impazziti. «Ho avuto paura, tanta paura». Altre testimonianze, altri racconti. Tutti drammatici. Paurosi. A Cosasca due fratelli e le loro famiglie sono stati sorpresi dalla furia delle acque mentre cenavano. Agostino Manini, 37 anni, con la moglie e la figlia Cinzia, di 8 anni, ed il fratello Pietro, 31 anni, con moglie ed un bambino di 10. La loro casa era stata costruita po chi anni fa, a ridosso della collina, a pochi metri da un rio che finisce nel fiume Toce. Una zona ritenuta sicura. Ma l'altra notte il piccolo rio si è trasformato in un torrente selvaggio, dai fianchi della collina flagellati dalla pioggia e trafitti da centinaia a o d l a a i , i . o a . n , d di cascatene si rovesciavano alberi e massi. I detriti si sono abbattuti con fragore contro una parete, hanno raggiunto il tetto. Terrorizzati gli abitanti sono scappati, hanno cercato rifugio in una vecchia baita di legno posta più in alto, a meno di 100 metri da casa loro. Hanno acceso il fuoco nel camino per riscaldare i bimbi che tremavano per il freddo e la paura, gli abiti fradici. «Mio marito ci raccomandava di star tranquilli, che lì eravamo al sicuro», racconta piangendo una delle donne. Ma l'insidia era in agguato. Una massa enorme di terra e fango si è staccata dalla montagna, si è abbattuta sulla vecchia costruzione di legno. Agostino, il fratello Pietro e la piccola Cinzia sono rimasti travolti dal o ] le macerie, le donne ed il a n oun i a a bimbo sono stati risparmiati I soccorritori li hanno trovati, alla luce delle torce elettriche, semisepolti nel fango mentre lottavano per districarsi e gridavano, piangevano, invocavano aiuto. Soltanto dopo molte ore è stato possibile recuperare i corpi delle vittime che, in un pri¬ mo momento, sono stati composti nella loro casa, rimasta indenne. Ma il disastro più grave lo ha subito la Val Vigezzo. La strada per Domodossola è franata in più punti, la valle è isolata, intere frazioni sono scomparse. Ho sorvolato la zona con un elicottero del Soccorso aereo di Linate. Nel tratto fra Druogno e Santa Maria Maggiore (una decina di chilometri), ho contato sette ponti stradali e tre ferroviari distrutti. Le rotaie penzolano nel vuoto sospese alle arcate fracassate. Auto rovesciate lungo l'argine, case crollate. La strada è interrotta da decine di frane, la linea ferroviaria in alcuni tratti è sommersa sotto montagne di fango e detriti. In questa zona i quattro elicotteri della guardia di finanza (due di Varese e due di Levaldigi) si sono prodigati per tutta la giornata di ieri per soccorrere i feriti, recuperare le persone rimaste isolate: ogni pilota ha qualcosa da raccontare. Spettacoli di desolazione e di morte. Miracoli. «Volavo lungo la strada — dice un giovane capitano —, erano le 8 del mattino. Sotto di me ho visto quattro auto con roulotte che scendevano lentamente verso valle. Sono passate su un ponte sul torrente Menezzo. Le arcate erano compresse da tronchi d'albero e massi, l'acqua gonfia e limacciosa aveva superato la spalletta. Le auto sono passate, una per volta, lentamente. L'ultima era appena transitata quando il ponte ha ceduto di schianto. Uno dei pilastri si è letteralmente spezzato in due, il ponte si è inclinato ed è scomparso, travolto dalla corrente limacciosa che, senza più ostacoli, è dilagata oltre gli argini spazzando la strada». La notte di tregenda ha lasciato il posto ad una giornata di sole. Un vento a volte impetuoso ha spazzato le nuvole. La gente alza gli occhi al cielo e sospira di sollievo. «Se avesse continuato a piovere anche oggi, sarebbe stata una catastrofe», dicono i tecnici. E non è difficile crederlo. Ma anche così la tragedia ha dimensioni imponenti. Francesco Fornari (Continua a pagina 2 in nona colonna) Domodossola. Una donna e il suo bimbo di pochi mesi salvati dall'elicottero dei carabinieri.



    LaStampa 09/08/1978

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